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Il giorno in cui tutto divenne bello

 

Racconto di fantasia: Il giorno in cui tutto divenne bello

Ciao, mi chiamo Mario Rossi, ho vent’anni, vivo con i miei, frequento l’università e sono brutto, un 4 direi, sono un dinaro-mediterraneo con gli occhi cadenti, un naso aquilino e storto. Ora che mi sono presentato vi racconterò la mia singolare avventura, partendo però con un giorno in anticipo.

Suona la sveglia e allungo una mano per spegnerla, devo alzarmi per andare in facoltà, il che significa lavarmi, vestirmi, farmi la barba e naturalmente fare colazione. Ogni mattina sono costretto a guardarmi allo specchio e sospiro, la natura non è stata affatto generosa con me, ma in fondo cosa posso farci? L’importante è essere belli dentro e anche se sono ancora vergine resto fermamente convinto che lì in giro da qualche parte ci sia la mia anima gemella, dopotutto caratterialmente sono un tipo tranquillo e altruista, qualità che la gente apprezza. Sono piuttosto introverso, ma questo è perché sono stato un po’ bullizzato al liceo per via del mio aspetto, le ragazze sanno essere spietate con un brutto, ma in fondo sono convinto che le cose in futuro cambieranno.

Quando raggiungo la cucina trovo mia madre, mio padre è già uscito per andare lavoro, quindi la saluto e facciamo colazione insieme in silenzio come ogni mattina, in effetti non saprei bene neanche cosa dirle, non ho mai avuto molto dialogo con i miei genitori. A volte ho l’impressione come se il mio aspetto li imbarazzasse, sono entrambi normaloidi da 6, ma insomma..se a volte è scappato loro qualche commento cosa volete che sia? In fondo sono i miei genitori, mi tratterebbero e mi vorrebbero bene in qualsiasi caso e con qualsiasi aspetto.

Una volta che mi sono lavato e vestito esco di casa e scendo le scale del mio palazzo per raggiungere la fermata degli autobus. Ogni volta che scendo spero di incontrare Chiara, una mia coetanea che vive nel mio stesso condominio anche se aspetta un autobus diverso. Spesso la becco sulle scale o in ascensore, sorridendole e salutandola cordialmente, anche se tutto ciò che ho sempre ricevuto è un “ciao” molto distratto, non mi guarda mai in faccia, però chissà, magari prima o poi riuscirò a parlarci. Questa mattina sono fortunato, eccola lì alla fermata, adesso mi avvicino e la saluto, anche se come al solito più di un “ciao” distratto non ricevo, sarà per la prossima volta.

Salgo sull’autobus, l’estate si sta avvicinando e le ragazze iniziano già a mostrare la loro mercanzia, top scollati, pantaloncini e quant’altro. Cavolo, una tra la folla che ha un fondoschiena formidabile, non riesco proprio a resistere alla tentazione di guardarla, ma..porca miseria se ne è accorta, mi lancia uno sguardo schifato e si sposta un po’. Colpa mia, devo aver dato l’impressione di essere un maniaco o una cosa del genere, non dovrei lanciare sguardi così languidi o le ragazze si spaventano. Poco male comunque, ormai sono quasi arrivato alla mia fermata, lì dove dovrebbe attendermi Fabiana, una mia amica sul 5, i nostri genitori sono amici e siamo praticamente cresciuti insieme. In fondo mi piace, ma lei non sembra mai essersi accorta di me e qualche volta in cui ho provato a propormi mi ha detto che preferirebbe non rovinare la nostra amicizia, dopotutto ci conosciamo da un sacco di tempo. Pur con qualche dubbio sono sempre stato costretto a darle ragione e anche se lei mi contatta solo per parlare di ragazzi carini che non la pensano, o per confidarmi i suoi problemi interiori..io la lascio fare, sono convinto che sia questo quello che fanno gli amici.

Scendo dall’autobus, ecco Fabiana, mi avvicino e inizio a parlare con lei mentre ci incamminiamo per raggiungere la facoltà. Le solite cose, parla lei per quasi tutto il tragitto, ma io ascolto con piacere, le do qualche consiglio fino a quando non siamo arrivati a destinazione. Giunti lì ci separiamo, quando fa lezione sta sempre insieme ad un suo gruppo di amiche e probabilmente non vogliono un maschio tra loro, dopotutto di cosa volete che chiacchierino le donne? Argomenti che sicuramente non mi riguardano, sciocchezze da ragazze. Vado a lezione e cavolo, l’aula è davvero piena, ci sono molte ragazze carine e la prof non è affatto male, anzi, diciamo pure che è il sogno erotico di tutti, a volte scherzo con qualche altro ragazzo, fantasticando questo o quell’altro, tutto quello che vorremmo fare con lei, ma immagino che questo lo sognino un po’ tutti. Vengo a sapere che nel pomeriggio la prof riceve, quasi quasi vado a farmi un giro con la scusa di alcune domande, almeno ci scambio due parole.

Le lezioni terminano e vado al bar per prendermi qualcosa con due amici che hanno più o meno il mio aspetto, forse però sono dei 5, io credo di essere il più sfortunato tra loro visto che non ho mai avuto una ragazza. Claudio è stato fidanzato fino ad un annetto fa con una nostra coetanea un po’ in carne, ma alla fine un casino tira l’altro e si sono lasciati, adesso è single da allora. Ad ogni modo mangiamo, ci facciamo due chiacchiere, due risate e poi due passi. Incontro Fabiana nei corridoi e la saluto con un sorriso, ma lei è con le sue amiche, mi fa giusto un cenno veloce con il capo e poi passa oltre mentre le sue amiche guardandomi ridacchiano per qualcosa, dev’essere davvero molto impegnata.

Ad ogni modo mi separo dai miei amici, devono andare a parlare con la prof, quindi raggiungo l’aula in questione e aspetto semplicemente il mio turno. Quando entro non riesco a non ammirarla, davvero una bella donna, salutandola con fare cordiale mentre lei sembra davvero molto fredda e distaccata. In fondo è una professoressa dell’università, ovvio che si comporti così, davvero molto professionale. Risponde alle mie domande dicendomi che dobbiamo essere rapidi perché ha molto da fare, quindi resto lì pochi minuti e quando non so più cosa chiederle me ne vado. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio, però dai, cosa pretendo? Lei è un’insegnante e so che è anche sposata con un figlio piccolo, cosa speravo che accadesse?

Al pomeriggio un altro paio di lezioni e poi finalmente ho finito, saluto i miei amici, mi chiedono se voglio uscire con loro visto che è venerdì, però a me non va. Il solito panino al pub o al massimo un cinema, sinceramente mi sono un po’ rotto di fare sempre la stessa cosa, quasi quasi me ne sto a casa e buonanotte. Riprendo l’autobus, a casa adesso c’è anche mio padre e..niente, lo saluto come al solito, lui ricambia e basta così, come vi ho detto non c’è molto dialogo tra noi, quindi trascorro qualche ora alla console per tentare di salire di rank al mio videogioco preferito e poi si va a cena. A tavola mia madre mi chiede se esco ed io le dico di no, sono entrambi contrariati visto che ormai mi capita spesso di restare a casa il fine-settimana, si sentono un po’ imbarazzati visto che zio e zia si lamentano sempre con loro dicendogli che mio cugino non sta mai a casa, ma hey, lui è un 7 ed ha un esercito di amici e amiche, almeno un pochino mi sembra naturale.

Mi sento un po’ frustrato, quindi per distrarmi mi metto al computer e mi guardo un film in streaming al termine del quale vado a cercarmi su wikipedia notizie sul cast e varie curiosità o retroscena. Accedo a facebook e vedo zero messaggi e una notifica, la apro e sono stato taggato da uno dei miei amici in un video gameplay sul nostro gioco preferito, quindi do un’occhiata e scorro un po’ la home per perdere tempo. Dopo un po’ la mente mi torna alla ragazza che ho incontrato sull’autobus, a Chiara che becco spesso alla fermata, quindi vado su un sito porno e mi sfogo, così poi dormo anche meglio. La mia giornata è terminata, ho messo il volume al minimo per non farmi sentire, mi sono sfogato e ora mi sento molto più tranquillo, posso finalmente andare a dormire e fortunatamente domani niente università, si dorme fino a tardi, evviva.

Suona la sveglia..accidenti, devo averla impostata per sbaglio, chissà. Ad ogni modo mi sono fatto otto ore di sonno piene e non mi sento stanco, quindi decido di alzarmi lo stesso e raggiungo il bagno per guardarmi allo specchio. Sgrano gli occhi..chi cazzo è quello? Folti capelli scuri, occhi azzurro cielo, alto 1,87 circa, una mascella scolpita ed un fisico da urlo, un 8 pieno. Sono incredulo e ci metto un po’ per realizzare che quello in bagno sono io fino a quando sento la voce di mia madre fuori dal bagno che mi chiede se va tutto bene. Non so che fare, cerco di essere tranquillo, probabilmente a mia madre verrà un colpo, ma decido comunque di aprire la porta e chiedere aiuto, si renderà conto da sola di avere un estraneo in casa.

Raggiungo la cucina in fretta e la trovo lì, mi accoglie con un sorriso a trentadue denti e mi chiede se ho dormito bene, tutto questo come se nulla fosse, cosa sta succedendo? Provo a comportarmi normalmente e mangio, ma lei continua a farmi domande, mi chiede se sto bene, mi dice che le sembro un po’ strano e poi dice anche di sbrigarmi perché devo andare all’università. Università? Non è sabato? No, mi dice che è venerdì e devo essermi confuso..cosa sta succedendo? In preda ai dubbi e alle domande decido di lavarmi e di vestirmi, mia madre mi accompagna alla porta e scendo di casa per andare a prendere l’autobus. Giunto alla fermata incontro Chiara e per la prima volta mi sorride, mi chiede come va e con sguardo malizioso mi dice che l’altra notte si è divertita davvero un sacco, a quanto pare si aspettava un mio messaggio, ma sa che sono tanto occupato con lo studio e non mi vuole rompere le scatole. Rispondo come posso e alla fine ci salutiamo, dopotutto devo prendere il mio autobus.

Una volta dentro ci sono le stesse persone di ieri..cioè oggi, le stesse ragazze e anche quella che ho già incontrato con il fondoschiena da urlo. Ancora una volta la osservo e lei non solo mi sorride, ma si volta anche un po’ come se volesse farsi guardare, un gioco di sguardi che dura fino a quando giungiamo alla mia fermata, lì dove scendo e..mi ritrovo di fronte Fabiana. Mi sorride e mi abbraccia dandomi un bacio sulla guancia, porca miseria, non era mai stata così affettuosa con me, cosa succede? Stranamente non mi dice nulla sui ragazzi che le piacciono, anzi mi lascia parlare e sembra terribilmente interessata a tutto ciò che dico. Quando arriviamo all’università le sue amiche si avvicinano e cercano di darmi a parlare, tutte scherzano e mi sorridono, ma ci pensa Fabiana a spingerle via dicendo che io sono impegnato e devo andare a lezione.

Entro in aula, noto su di me diversi sguardi femminili, alcune sono lì con il fidanzato e mi lanciano un sorriso quando i loro ragazzi non guardano. I miei amici? A quanto pare sono diventati molti, quando mi siedo un sacco di ragazzi e ragazze si accomodano vicino a me e cercano di darmi a parlare mentre i miei vecchi amici sono seduti in prima fila e sembrano non conoscermi nemmeno. Quando si fa l’ora di pranzo vado a mangiare al bar, ma questa volta tutti quei miei nuovi amici vengono con me, uniamo un paio di tavoli e prendiamo diverse sedie. All’improvviso compare Fabiana, saluta velocemente le sue amiche e si separa da loro per raggiungermi, prendere una sedia e accomodarsi il più vicina possibile a me. Certo, deve “lottare” con gli sguardi di altre ragazze che non tollerano la sua presenza, ma lei è mia amica in fondo, gli altri neanche li conosco.

Mi accorgo che ormai si è fatta l’ora in cui la professoressa riceve, quindi saluto tutti e mi allontano. Nei corridoi mi rendo conto che il mio cellulare, che fino a ieri è sempre stato silenzioso, ha iniziato a vibrare spesso, quindi lo prendo e mi ritrovo whatsapp pieno di notifiche di gente che praticamente non conosco, tra cui moltissime ragazze, ma..adesso non ho neanche il tempo di rispondere, devo raggiungere la prof. Faccio la fila e mi sembra di notare altri sguardi, ma non ho modo di dar retta a tutti, quindi incontro la professoressa e questa volta la situazione è completamente diversa. Mi sorride, non sembra avere fretta, risponde a tutto dilungandosi e anzi mi chiede se mi va di vederci qualche volta dopo l’università per prenderci un caffè, così a suo dire mi spiegherà altro. Accetto e mi da il numero di cellulare, quindi lo memorizzo sul mio ed esco.

Mentre mi avvio all’uscita vengo fermato da qualcuno dei ragazzi di prima e mi chiede di uscire con loro..a quel punto perché no? Mi sento insolitamente allegro, sorrido e scherzo anch’io, mi fermo un paio di ore in più e alla fine decido di tornare a casa per prepararmi. Prendo l’autobus e torno per cenare con i miei, anche mio padre è sorridente, mi chiede della mia giornata, scherzano sul fatto che anche oggi sono tornato quasi solo per cenare visto che a quanto pare sono sicuri che uscirò di lì a breve. Hanno stranamente ragione, sembra che mi conoscano molto più di prima, ma non ho il tempo per parlare troppo con loro, devo prepararmi.

Mentre mi vesto accendo il computer per dare un’occhiata veloce a Facebook e quando accedo mi ritrovo praticamente intasato dai messaggi e dalle notifiche. Perdo un po’ di tempo, delle sconosciute carine mi hanno contattato, molti altri sono amici, amiche, chi mi tagga in foto, chi mi tagga in qualche evento, quasi non riesco a raccapezzarmici e alla fine decido di dare un’occhiata più approfondita il giorno dopo, tra poco devo scendere. La console la ignoro completamente, ho i minuti quasi contati e alla fine esco con i ragazzi e le ragazze dell’università. Mi sento felice, trascorro una serata incredibile, ho diverse opportunità per fare sesso, ricevo diversi messaggi e proposte più o meno esplicite, ma..sono troppo nervoso, ho bisogno di almeno qualche altro giorno per adattarmi alla nuova situazione, quindi mi limito ad un bacio, un po’ di petting con un’amica e stop, quando avrò metabolizzato il tutto inizierò a divertirmi, magari stesso domani, dopotutto sarà sabato

Torno a casa, saranno le quattro di notte e porca miseria sono distrutto, saluto mia madre che a quanto pare non riusciva a dormire bene perché non ero ancora rientrato, quindi mi spoglio e vado a mettermi a letto. Ho di nuovo un sacco di messaggi sia su whatsapp che su facebook , ma non ce la faccio, crollo dalla stanchezza, sicuro che domani sarà un’altra giornata meravigliosa ed ho solo l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda il perdere la verginità. Mi addormento pensando a tutte le persone che ho incontrato, a tutti i sorrisi, gli abbracci, tutte le amiche che in un modo o nell’altro sembravano cercare un contatto fisico, anche solo un semplice abbraccio, penso a tutte le foto da figo che ho sul mio profilo, mi sento praticamente un dio.

Apro gli occhi, ho dormito fino a tardi e questa volta la sveglia non ha suonato. Vado in bagno e quando accendo la luce sono di nuovo io, quei tratti sgraziati, il naso aquilino, gli occhi cadenti, tutto è tornato alla normalità. Vado in cucina, a quanto pare è tardi per fare colazione, c’è solo mia madre intenta a guardare la televisione, mi saluta rapidamente senza alcun sorriso e non dice altro. Non so cosa fare, torno in camera mia e prendo il cellulare per aprire whatsapp e facebook..nessun messaggio, nessuna notifica, i numeri che avevo salvato non ci sono più. Adesso so, so perché i miei sguardi non venivano ricambiati, so perché Chiara era fredda e la professoressa sempre di fretta, so perché la ragazza sull’autobus mi guardava schifata, so perché le amiche di Fabiana ridacchiavano e perché lei mi tiene sempre a distanza quando ci sono loro. So tutto, ora niente più giustificazioni, niente scuse, comincia una nuova giornata e niente sarà più come prima.

 -Mario Rossi-

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Anonimo
Anonimo
4 anni fa

Bel racconto, davvero molto ben scritto.
L'unica estremizzazione poco plausibile è quella riguardante la famiglia: dubito che i tuoi genitori ti trattino peggio solo perché sei brutto, a meno di essere padri e madri veramente snaturati.
Per il resto direi che è plausibile.

Anonimo
Anonimo
4 anni fa

Ma perché vi fate del male così?È come se un poveraccio pensasse sempre alla vita che farebbe se fosse ricco, o se una donna delle di pulizie si immaginasse di essere un'attrice famosa ecc.
Del tutto inutile e controproducente.
Bisogna lottare con la dotazione che abbiamo (tra l'altro non c'è solo la bellezza …).
Sta redpill mi sa che è una "sola".

Anonimo
Anonimo
4 anni fa

Hai un futuro da scrittore! 🙂

LiuLong
LiuLong
2 anni fa

Ho avuto i brividi per quanto la prima parte della storia sia stata simile al mio vissuto. Specialmente il dettaglio del cast del film appena visto su Wikipedia. Sembrava un qualcosa dettato da Christof a Truman, nel famoso show.

Realista
Realista
3 anni fa

<:(

davide911
davide911
4 anni fa

P.S. ..dimenticavo. Anche nell'aneddoto 2, a 30 anni ca. di distanza, pianto (cosa che mi aveva fatto emergere e scattare istantaneamente il lontano ricordo "di v.le Toscana"..).
Lacrime.. & ragionamenti del k@tzo (solita tattica).
Però il "chiagni & fotti" non può funzionare sempre. Eh.

davide911
davide911
4 anni fa

@ Anonimo2 dicembre 2019 08:40

..ricordo distintamente che una volta (ca. 30 anni fa, a 22/23 anni) mi successe con una mia ex..a un semaforo in viale Toscana (a Milano)..c'avevo la 90 davanti (esiste ancora?)..si discuteva..e lei, piangendo (un classico! ma ero ancora un fesso 🙁 ), scese per fare l'offesa e sbattendo la portiera (era – nn esagero – un buon 7,5/8 19/20enne, alta 1,78..se nn fosse stato per la testa, 'na gran bella manza, devo dire.. prese anche delle strade minori, seppur effimere, dalle parti di Canale 5 qualche tempo dopo, quando non si stava più insieme..anche se all'epoca faceva l'hostess alla reception dell'Holyday Inn zona Bastioni (esiste ancora? boh, chissenefrega..erano gli ancora rutilanti first '90s)…bòn, accosto l'auto pochi metri più avanti, mi metto a dribblare le auto, che stavano muovendosi a passo d'uomo, la raggiungo e fatico l'anima dei guai per indurla a più miti consigli (e soprattutto a risalire in auto, perchè tutta la scena mi imbarazzava non poco…poi avevo pure lasciato l'auto aperta, con chiavi inserite nel cruscotto)…piange, piange (ma c'avevo ragione io, eh..però..come dicono a Napoli "chiagni & fotti"…il prossimo, sottinteso)…alla fine risale (..l'auto è ancora lì..ma tanto era 'na 132 Fiat vecchia come il cucco..anche se era l'unica auto che avevo, essendomi appena laureato).
Bòn.
Aneddoto 2.
3-4 estati fa mi ricapita (più o meno) stessa situation (in altra località, a 7/8 km. da casa). Ragionamenti che non stavano né in cielo, né in terra (e tanto meno in auto; un suvvettino niente di che). Memore della vicenda di 30 anni prima, accosto; mi allungo alla mia dx (ero al posto di guida) per aprirle la portiera; e le intimo di scendere immediatamente dall'auto (bordo arteria provinciale a non altissima densità di circolazione; 11 di mattina, sole che picchia; a 7/8 km. da casa, dato che si conviveva). Cellulare acceso. Mi dico (passato l'embolo dell'inkatzatura): "Boh, chiamerà" (non foss'altro per il caldo che picchiava allo zenith). E vado ai 50 km/h (pronto, se del caso, a tornare indietro per.. raccattarla..una 5,5.. 47/48enne.."Tanto 'ndo katzo va alla sua età?", mi dico… che poi, invece, è un pensiero fallace..perchè c'è sempre, behind the corner, il MdF di turno che tira su tutto indistintamente, anche l'"indifferenziata", eh… è questo, che fa saltare the establishment..mina il corretto armonizzarsi del sistema..va be', questo è 'n'altro discorso 😀 )…..poi son andato a pranzo (e nessuna cellularata in the meanwhile)…poi a fare una pennichella (agostana)…
E niente..ci siam rivisti verso le 2 1/2-3 ..che, dice, che se l'era fatta tutta a piedi, sott'al sole (..ecco, bene..così ha fatto del moto… 😀 ). "A 'sto punto – le dico – dato che non ti sei voluta piegare a telefonare, potevi anche far l'autostop!"…"Eh, non mi fidavo a farlo" ("…ahhhhhhhhhh..però con-fidi di potermi sempre scassinarlaminki@ impunemente ogni 3×2, eh?" – ho pensato, tacendo.. per smorzarla lì – "..ecco, allora brava.. fai del moto!" 😐 ).

Mi spiace, k@tzo, per il tipo..fra l'altro nemmeno un bambino (45 anni 😮 )..
Cmq..regola n.1: mai-mai-mai salire in auto con una donna ..ed è lei che guida!
Il volante è come il timone della nave.
Chi ce l'ha in mano, decide la rotta (e non solo). 😐

davide911
davide911
4 anni fa

IL GIORNO IN CUI TUTTO DIVENNE PIU' CHIARO (…il ruolo sociale dei migranti)

ilgiornale.it/news/cronache/novara-25enne-pestata-sangue-connazionale-perch-lesbica-1803303.html

Nigeriano la pesta perché è lesbica: "Nel nostro Paese vi uccidiamo".
La denuncia di Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, che ha voluto riportare la testimonianza della vittima, una nigeriana omosessuale di nome Jen.
La giovane ha respinto le avances del connazionale, che insisteva per passare del tempo con lei, ed è stata aggredita.

Federico Garau – Lun, 23/12/2019 – 17:11

Episodio di indicibile violenza a Novara, dove una donna di nazionalità nigeriana è stata aggredita da un connazionale furioso per essere stato rifiutato.

A scatenare la reazione del pericoloso soggetto, anche il fatto che la giovane fosse omosessuale, cosa inaccettabile per lo straniero.

A denunciare la vicenda l'Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia, che sulla propria pagina Facebook ha raccontato l'accaduto, postando anche una foto della vittima.

Stando a quanto riferito dalla sopra citata associazione, il fatto si è verificato durante la serata di giovedì 19 dicembre, intorno alle ore 18:00.

Jen, questo il nome della ragazza 25enne, stava uscendo dalla stazione ferroviaria di Novara quando si è imbattuta nel suo aggressore, conosciuto con il nome di Solomon. La giovane conosceva l'uomo, che già in passato aveva tentato un approccio con lei, motivo per cui ha allungato il passo, cercando di evitarlo.
Tutto inutile, dato che il connazionale, dopo averla riconosciuta, le è andato dietro, deciso ad avere la sua attenzione.

Per l'ennesima volta Jen si è sentita rivolgere un invito a trascorrere del tempo insieme ed è stata costretta a rispondere con un deciso rifiuto.
La ragazza ha spiegato ancora una volta di essere lesbica e di non desiderare una relazione amorosa con un uomo, ma il nigeriano non ha voluto saperne.
In preda alla rabbia, si è scagliato con estrema violenza contro di lei.

“Nel nostro Paese queste cose non sono ammesse”, le avrebbe gridato, prima di aggredirla.

[ … 😀 😀 😀 …Ndr ]

“Ora sono in Italia, sono libera di fare ciò che mi fa stare bene”, sarebbe stata la risposta di Jen, prima di essere colpita.

Travolta dalla furia dell'uomo, la 25enne è stata quindi tempestata di colpi, prima di venire abbandonata per strada. “Sei una vergogna!”, avrebbe aggiunto Solomon, prima di allontanarsi.
“Non finisce qui, nel nostro Paese uccidono le lesbiche e ti ucciderò”.

Rimasta tramortita a terra, Jen ha trovato la forza di telefonare ad un amico, poi accorso per aiutarla. Finita in ospedale, la giovane è stata medicata e poi dimessa con 3 giorni di prognosi. Sul suo volto sono ancora e evidenti i segni della violenza subita.

Del caso si stanno ora occupando gli agenti della questura di Novara, che hanno raccolto la formale denuncia sporta dalla 25enne ed avviato le ricerche del responsabile.

“Spera che la giustizia faccia il suo corso e che quella italiana funzioni meglio di quella nigeriana. Lei è spaventata, dopo tutto quello che ha passato crede di non poter essere al sicuro neanche in Italia. Ha trascorso anni a nascondersi e a vergognarsi di essere lesbica e non vuole ripiombare nell’invisibilità e nella paura”, ha dichiarato Giulia Bodo, presidente di Arcigay Rainbow Vercelli a “La Stampa”.

Dura l'accusa di Arcigay Vercelli, che nel suo comunicato ha denunciato anche il fatto che, durante il pestaggio, nessuna delle persone presenti in strada sarebbe accorsa per aiutare Jen.

Anonimo
Anonimo
4 anni fa

firenze.repubblica.it/cronaca/2019/12/01/news/bettolle_si_litiga_con_la_fidanzata_scende_di_macchina_e_muore_investito_da_un_auto-242388202/

un amico tuo ancora blupillato, Red

Rettiliano Verace
Rettiliano Verace
4 anni fa

Sprorco il dio, mi hai colpito al cuore. Ho visto personalmente queste cose, con la differenza enorme di trattamento tra me e il mio fratello figone, mascelluto e alto uno e ottanta. Crepa, e' tutto vero al 100%.

Anonimamente
Anonimamente
4 anni fa

Mi riallaccio ai post dell'Anonimo 23 novembre 2019 15:01 ed a quello del 24 novembre 2019 00:15.
La redpill dovrebbe aiutare ad ottimizzare i propri sforzi, massimizzando i risultati in relazione agli obiettivi, che devono essere soddisfacenti ma allo stesso tempo anche realistici in relazione al proprio potenziale che, entro certi limiti, può essere aumentabile.
Se diventa l'alibi per atteggiamenti sfiduciati e rinunciatari, del tipo "come sarebbe bello essere un 8", sicuri che la loro vita sia tutta vantaggi e che a loro vada tutto bene per sempre ed in ogni caso, probabilmente è controproducente almeno quanto la blue pill.

In qualche post si citava Danny De Vito. Dopo un matrimonio apparentemente saldo e durato quasi 40 anni, con la moglie (anche lei attrice, non bellissima ma in ogni caso fisicamente messa meglio di lui) si sono separati, pare perché lei si fosse stufata delle sue scappatelle. Sicuramente si tirerà in ballo che è famoso e più di lei, che il contesto del mondo del cinema è falsato, che è un'altra generazione e che una rondine non fa primavera, ma forse non è comunque l'esempio giusto per avallare certe teorie.

Marco
Marco
4 anni fa

Secondo me, confrontare un brutto vero con un simil-modello è davvero troppo scontato: vedo poca redpill in tutto ciò, più che altro evidenziamo dei fatti chiarissimi anche per un bambino dell'asilo.

Avresti ottenuto un risultato ben più crudo raffrontando un Mario da 6 con un Mario da 8: la vera crudezza è il fatto che già fra un normaloide ed un bello vero ci passano abissi sconfinati in termini di vita e di potenzialità.

Inutile dunque prendere ad esempio gli estremi, la realtà è che un normaloide sul 6 ormai è molto più vicino alla condizione del brutto che non a quella del bello vero over7: gli esempi reali, concreti ed empirici, di certo non mancano.

Red Hawk
Red Hawk
4 anni fa

Non hai nessun diritto di lamentarti. Sei nato in una nazione tra le più ricche al mondo, in un periodo senza guerre, senza nessun handicap o patologia invalidante. Sei nato in una famiglia economicamente stabile, con una madre e un padre a posto, che ti pagano l'università. Hai videogames e altri svaghi a disposizione, se vuoi scopare con 70 euro (o anche 30) scopi tranquillamente.
Nella lotteria della vita hai avuto (abbiamo avuto) un'enorme fortuna. Non puoi lamentarti perchè ti manca solo un tassello e invidiare quei pochi che ce l'hanno (e magari avevano un padre alcolista che li menava).
Pensa a tutto quello che hai e che dai per scontato. Pensa che i chad, allo stesso modo, danno per scontato il piacere alle ragazze e non gliene frega niente di piacere alle 6 e alle 7.

Anonimo
Anonimo
4 anni fa

Mi viene da piangere
Perché… perché…

Questa società è sbagliata

Osservatore Romano
Osservatore Romano
4 anni fa

Molto istruttivo: i commenti positivi a codesta roba sono un manuale concentrato di Pillola Blu.

Il che d'altra parte è insito al problema della Pillola Rossa…

Unknown
Unknown
4 anni fa

Ragazzi non datemi del bluepillato, ma ricevere queste attenzioni perché si è belli è come sentirsi dire che sei bravo da una escort. Lei guadagna da te…. Denaro la escort, status e gratificazione estetica la vaginomunita. Cercate la felicità in voi stessi, negli affetti familiari, nelle amicizie SINCERE, nelle passioni, nello sport, nella cultura. La figa piace a tutti, ma crea problemi. Quindi andate e comprate il latte se vi serve. Non prendete tutta la mucca. E non parlo di solo matrimonio, ma anche fidanzamento. Ho un amico chad che veniva deriso perché ipodotato e molto veloce. Le escort invece sono al tuo completo servizio

Orso
Orso
4 anni fa

Dico solo questo: pochi millimetri.

Mario Rossi
Mario Rossi
4 anni fa

Note dell'autore: C'è chi potrebbe pensare che il mio racconto sia un'estremizzazione, ma non è così. L'estremizzazione è presente, ma consiste nel raccontare un esempio della vita di un incel da 4 e uno slayer da 8, individui che per l'appunto sono praticamente agli estremi. Entrambi i casi presi singolarmente sono molto reali, sono stato un incel da 4 al liceo e verso i 28 anni sono stato a stretto contatto con un amico da 7,5-8 per alcune settimane. Vi assicuro che ho descritto più o meno solo cose sperimentate o viste in prima persona, niente di più.

Altra cosa importante è specificare che la prima parte della storia non è autobriografica, ho scelto lo stesso nome del nick che uso qui solo per dare l'idea di "un tizio qualsiasi".

Enrico
Enrico
4 anni fa

Bella falsa storia. Ci sarebbe da scrivere un romanzo su queste premesse.