
Chiunque viva in quest’epoca sempre più automatizzata, avrà sicuramente avuto modo di incontrare una donna di fronte ad un distributore e si sarà fermato ad osservare il microcosmo che si crea.
Si inizia a scuola con il distributore delle merendine, quel diabolico macchinario che dovrebbe fornirti la merenda, ma che invece ogni tanto si diverte a prendersi beffa di te, facendo finta di darti il prodotto richiesto facendolo scorrere in modo che cada, salvo poi all’ultimo momento tirarsi indietro capriccioso e trattenertelo lì a mezz’aria.
A quel punto la disperazione femminile. Battendo sul vetro con le sue manine delicate, la donna poverina non è in grado di essere abbastanza persuasiva nei confronti dell’apparecchio e si ritrova lì ad osservare da dietro il vetro quel che avrebbe dovuto essere il suo snack.
Ma ecco che arriva in aiuto qualche uomo cavaliere che può approfittare dell’occasione per mostrare la propria prestanza fisica di fronte alla pulzella.
Il white knight ingaggia con il pesante robot uno scontro epico fatto di spintoni, strattoni percosse e imprecazioni.Una sfida sanguinaria, all’ultimo kit-kat.
Ma in ballo c’è molto di più dell’ottenimento della merendina, quasi sempre cibo spazzatura che sarebbe meglio proprio non mangiare, c’è il proprio onore da difendere.C’è da ripristinare la supremazia dell’uomo sulla Macchina.
E così sbim sbum e sbam, giù a menare questo povero pezzo di lamiere neanche che il fatto di non erogare il prodotto abbia causato la fame nel mondo.
DONNE AL DISTRIBUTORE DI BENZINA
Ma nulla può battere la comicità prodotta dalle donne ai distributori di benzina.
Giorni fa mi fermo al distributore per fare GPL.
Come alcuni di voi sapranno, a differenza della benzina, il GPL di solito te lo fanno gli addetti alla pompa, non è in genere previsto self service.
Sempre più spesso però i distributori stanno attuando la politica di lasciar fare GPL anche ai clienti stessi, almeno durante gli orari di apertura, con il benzinaio che al massimo fa da supervisore oppure interviene solo se proprio uno non è in grado.
Ecco, io scelgo questo tipo di distributori, sia perché il prezzo è generalmente più basso e si rimpolpa il mio fondo est Europa sia perché preferisco arrangiarmi un po’ in tutte le cose (no, in quella cosa no) e mi imbarazza lo stare in piedi vicino al tipo della pompa in silenzio. Ho sempre paura che magari mi faccia qualche domanda di quelle proprio toste mettendomi in difficoltà, del tipo “lei lo sa che è il cliente più dinarico che ho visto questa settimana?”. Può essere che non succeda mai eh, però meglio farsi i fatti propri.
Generalmente al distributore in cui vado quasi tutti i clienti hanno ormai imparato ad arrangiarsi a fare rifornimento, tranne le donne.
Quando arrivo e c’è una donna davanti a me si fa sempre servire, neanche che occorra una laurea in tecnologie benzinologiche per ficcare un po’ di gas in una macchina.
Spesso però l’addetto non è a disposizione e così arrivo alla pompa e mi trovo una donna ferma lì che aspetta aiuto e mi trovo costretto a fare gas anche per lei.
Certo potrei fregarmene e stare ad aspettare, ma perderei comunque tempo quindi mi conviene mettermi a farle il servizio.
Nell’episodio che è accaduto giorni fa, il rifornimento era già stato fatto, ma la tipa aspettava il benzinaio (che se n’era momentaneamente andato chissà dove) perché non era in grado di staccare la pompa.
Così aspetto un po’, spazientito, che ritorni ma, vedendo che i minuti passano, inizio ad irritarmi un po’ e a questo si aggiunge il fatto che la donna prima di me, vedendomi innervosito, ha anche il coraggio di chiedermi “devi fare rifornimento?”.
“Eh no, signora, mi sono fermato qui perché questa pompa è bellissima, un’opera d’arte davvero.Anzi, non è che potrebbe farmi una foto accanto a questo meraviglioso contalitri di grande pregio artistico, che la pubblico sui social per mostrare a tutti che sono una persona colta e di spessore?”
Ovviamente non le ho risposto così, di questi tempi non si sa mai, non voglio mica fare la fine di Harvey Weinstein, ma le ho detto molto più diplomaticamente che se voleva potevo staccarle io l’erogatore così lei poteva andare a pagare.
Lo faccio e lo inserisco nella presa della mia macchina accorgendomi però che il contalitri non era ripartito da zero.
La cruda non aveva neppure fatto la fatica di schiacciare il bottone per bloccare il gas e così mi ritrovo con il distributore che mi sta addebitando anche il conto del rifornimento precedente.
Blocco tutto e vado alla cassa, facendo presente il problema. La tipa della cassa, che poi sarebbe la benzinaia che doveva farci il servizio ma che evidentemente aveva trovato qualche belloccio su Tinder, mi chiede quanto ho fatto di gpl.
Io però non lo so con precisione, e in quel momento mi sembra di ritrovarmi nel personaggio di Amleto, con i suoi dubbi: fregare o essere fregato?
Contro ogni previsione scelgo la prima ipotesi e faccio una stima per difetto del gas acquistato.La cassiera mi viene incontro facendomi ancora una stima più in difetto.
Io certo non potevo immaginare che lei non avrebbe potuto immaginare che io avrei immaginato che..
beh, insomma, ci siamo capiti.Fatto sta che la tipa prima di me mi ha regalato quasi 5 euro, solo a causa della sua indolenza e rifiuto di imparare a fare una cosa semplicissima.
Per un attimo mi sono sentito un po’ in colpa, ma poi mi sono ricordato che sono un redpillato.
LE POMPE DELLE DONNE
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donne al distributore |
Questa esperienza però mi ha insegnato una cosa molto importante: nella nostra società le donne sono discriminate alle pompe di benzina.
E’ inconcepibile che si possa pretendere dalle donne di svolgere un compito così complesso come fare rifornimento.
Provate a guardare come si presenta la classica stazione di servizio.Olio per terra, rumori meccanici di ventole che girano, tubi ovunque, puzza di benzina: sembra un classico simbolo di oppressione patriarcale.
Vedo che le femministe toccano poco questo tema, ma diciamolo una volta per tutte: non se ne può proprio più del maschilismo delle pompe di benzina.Come si può pretendere che una donna arrivi a concepire l’idea di pagare per infilare un tubo in un buco dentro il quale riversare un liquido? Semplicemente assurdo.
Siccome in questo blog siamo sempre in prima linea nel combattere le discriminazioni e rimuovere ogni ostacolo che possa impedire la perfetta parità tra uomo e donna, ho pensato di rivoluzionare il concetto di rifornimento, inventando delle nuove pompe che questa volta siano fatte per le donne e non dalle donne.
Tutto parte dal nome.
Basta termini cacofonici come “Distributori di benzina”. Da oggi in poi si chiameranno “Dispensatori di energia”.
Non sentite come suona già meglio?
Le donne amano molto usare la parola energia, non so se vi è mai capitato di leggere i profili delle ragazze su tinder.In mezzo ai tanti “cerco moro occhi verdi” “no più bassi di 180cm” ecc. spesso ci sono anche descrizioni di loro stesse e i termini usati sono più o meno gli stessi.In genere dicono “sono una ragazza solare” “sono una ragazza piena di energia” ecc.
Che poi non si sa cosa vogliano dire.Cazzo sei, un pannello fotovoltaico?
Comunque bisogna utilizzare un linguaggio comprensibile, inserendo parole alle quali si associano emozioni positive.
Anche il concetto di dispensa è ottimo, richiama cibo in abbondanza e libertà da macchinari che non ti danno gli snacks.
Capite che una che arriva a un “Dispensatore di energia” anziché a un “Distributore di benzina” si sente subito già più a suo agio.
Stop anche ai soliti marchi. Esso diventerà “Ella”, il cane sputafuoco con sei zampe della Eni diventerà un grazioso micetto che soffia fiorellini, Shell diventerà “Shegli”.
Pensate che bello arrivare ad un dispensatore che ti dice “Shegli”. Soddisfa immediatamente il tuo bisogno di ipergamare.
A quel punto si possono mettere delle pompe di più tipi, le pompe classiche vecchie, brutte e sporche che useranno gli uomini, e delle pompe più belle e pulite, a forma di David Gandy con il tubo che esce proprio da lì, che sono quelle che ovviamente verranno preferite dalle donne.
Inoltre, niente più tasti da premere con il rischio di rovinarsi le unghie, ma solo comandi vocali.
Basta che la cliente si avvicini al Gandy Dispenser e lui esordirà “Ciao bellezza, ti vedo dimagrita oggi.Vorresti un po’ della mia energia?” Da lì in poi penso che i passaggi siano piuttosto intuitivi.
Rimangono ovviamente molti altri da risolvere, ad esempio il cattivo odore dei vari carburanti.
Per quanto riguarda il GPL penso si possa risolvere facilmente. Il GPL è infatti inodore, l’odore che sentite è dovuto all’etantiolo che viene utilizzato affinché si possano riconoscere subito a naso eventuali perdite.
Ma io dico, perché utilizzare questo pestilente etantiolo quando si può ottenere lo stesso risultato utilizzando qualche goccia di profumo? Magari un Hypnotic Poison di Christian Dior.
Insomma, tanti piccoli accorgimenti che potrebbero facilmente cambiare il modo di concepire il rifornimento delle nostre automobili, che al momento appare decisamente troppo grezzo, rude e volgare, simile quasi ad una violenza.
Basta stupri alle vetture, sì ai dispensatori di energia!
Redpillatore per il sociale.
Ahahahah grande Red!
Forte. Mi è venuta voglia di possedere un'auto a gpl solo per scroccare carburante alle handicappate…
#GPLMATTERS
per quanto riguarda i distributori di benzina, potrei tornare qui fra 100 anni ma le donne continueranno a non essere in grado di fare rifornimento da sole.
E’ al di sopra delle loro capacità.
Verissimo che un buon 80% delle donne si descrive come “solare” che non vuol dire nulla ma è di moda e lei si sente figa mentre lo dice.
Tra qualche anno il termine sarà passato di moda e all’improvviso tutte le donne “solari” saranno scomparse dalla Terra…
sei un genio!
Mamma mia Red, leggendo sti articoli su donne che parcheggiano e donne dal benzinaio mi sto rendendo conto di essere per un 20% donna. Ovvero solo per quello che riguarda la praticità coi motori.
Se l'auto elettrica diventasse uno status simbol chaddico tempo un paio d'anni le pompe (solo quelle però) di benzina andrebbero in fallimento.