La Parola ai Lettori

Il mio secondo anno da Sugardaddy

NUOVA POLITICA (DEL REDPILLATORE), VECCHIE ABITUDINI (DEL SULTANO)

Introduzione

Cari lettori, questa volta non ho intenzione di raccontarvi di tutte le sugarbabies che ho incontrato dai tempi del mio primo intervento . Mi soffermerò, invece, sui due “estremi” della fauna femminile che popola la savana dello sugardating.

Quando ero un “romantico incel” ventenne, la mia vita era un pendolo fra dolore e noia.

Ora che sono uno sugardaddy redpillato quarantenne, sta diventando un pendolo fra profumiere e puttane (absit iniuria verbis: lo dico “in senso buono”, come l’avrebbe detto la buon’anima di Tinto Brass).

Una volta noti i due estremi… per tutti gli altri casi possiamo sempre “applicare il teorema dei valori intermedi” (i colleghi ingegneri che si ricordano l’esame di analisi matematica sono pregati di ridere…).

Prologo

Torniamo indietro di quasi due anni. Siamo a fine giugno 2021 ed io, per replicare ai lettori più meritevoli di risposta, o per smentire i più avventati critici, sto praticamente postando la mia vita sentimentale (oltreché accademica e lavorativa) in pillole, nei commenti di questo blog. Ma non posso essere esaustivo. Molte risposte devono essere lasciate in sospeso. Devo chiudere la valigia e prepararmi a partire. Oggi è un sabato particolare: non sono in montagna come al solito, ma devo partire per una nota località costiera del centro Italia. Ho appuntamento con una modella italo-russa che abita nel centro-sud.

Siamo alla vigilia di Italia-Austria degli Europei ed io sono colto dal leggerissimo sospetto che l’aver ottenuto proprio stasera un appuntamento a cena con una modella possa essere dovuto non al mio (presunto) “fascino sapienziale” né al mio (infimo?) “valore di mercato” come sugardaddy, bensì, semplicemente, alla momentanea mancanza di alternative da parte femminile.

E anche se fosse? A onor del vero, anche la mia “amata immortale”, la mia “Beatrice”, conosciuta (proprio su quei lidi!) un quarto di secolo or sono (quel flirt estivo, quel primo ballo, quei dialoghi sul mare furono la mia prima ed unica esperienza di amore terreno ed hanno per questo costituito il soggetto del romanzo “dantesco” scritto durante la prima quarantena) finì per sorridermi, parlarmi ed approcciarmi solo perché quella era la sera della finale di un europeo (anche se allora, nel 1996, l’Italia era già stata eliminata) e non c’erano altri maschi sopra la soglia della sufficienza estetica nel raggio di centinaia di chilometri che non fossero in quel momento attaccati al televisore. Un motivo in più per cogliere al volo un’occasione irripetibile!

E poi è troppo importante rispondere con i fatti ai rosiconi da internet (che, da tipici “sfigati” che “gufano” contro chi è un poco meno sfigato di loro, ritengono impossibile per un “normie” come me accompagnarsi ad una strafiga, perché “comunque non sei abbastanza ricco, bello e famoso”), alle normobruttine da blog (che – con il falso argomento [1] della parità di genere e del “se le secchione non diventano più belle agli occhi de ragazzi perché dovresti diventarlo tu per le ragazze” considerano fuori dal mondo la mia pretesa di premiare con la bellezza corporale e mortale di una donna la mia eccellenza “in tutte le discipline” fin dai tempi delle elementari e, soprattutto, la mia devozione alla bellezza non mortale e non corporale della poesia e dell’arte cui fin da adolescente mi sono consacrato in uno studio “matto e disperatissimo”) ed alle postwallate femministe intellettualizzate (che mi consigliano di rivolgermi alle coetanee “in gamba”, per “provare se sei all’altezza di donne vere e mature”, come se le ragazze più giovani e belle di loro fossero donne immaginarie e se l’amore fosse una “gara” a dimostrare una qualche femminea “social skill” e non, semplicemente, il necessario godimento di un piacere naturale).

Certo mi scoccia un po’ perdere così un weekend di montagna, ma questa settimana ho già potuto pre-compensare con un paio di gite in infrasettimanale. Inoltre, dopo vent’anni di assenza dal Mondiale, si sta correndo in Kenya il Rally del Safari: mi pare quindi misticamente “in tema” immergermi anch’io (dopo quasi vent’anni in cui non ho più fatto vacanze al mare!) nel caldo di quanto amo scherzosamente chiamare “Africa equatoriale italiana” (tutto quanto sta a sud del Rubicone).

ATTO PRIMO: “Scient of a Woman”

Nel percorrere insolitamente l’autostrada verso sud, la mia mente è divisa fra le immagini del rally che guardo dal telefonino appoggiato davanti al cruscotto (sono un uomo multitasking, perdinci!) e il pensiero di come sono arrivato ad ottenere questo strano appuntamento.

Non è stato facile. E’ stata lei a rispondere al mio annuncio sul sito di sugardating (dopo che, davanti alle sue foto di stangona bionda in tiro, ho messo un bel mi piace e l’ho sbloccata), ma poi mi ha “esaminato” per bene, a mo’ di colloqui di lavoro a distanza. Ha esordito con una bella risata in chat, sul fatto che mi piacciano le ragazze un poco più alte di me e sul mio essere tanto romanzescamente colto quanto comicamente prolisso. Ma è parsa apprezzare subito la mia tendenza “dannunziana” ad usare la cultura e la citazione letteraria in particolare come armi di seduzione.

Ha pure voluto indagare sulla realtà della Lotus di cui racconto di essere proprietario (“allora sei da sposare, se mi fai guidare macchine da corsa…”). Ed io ho faticato a spiegare (cercando di non apparire squattrinato) che, avendo finito i soldi per girare in pista, l’inutilizzo la rende preda di guasti come la rottura della pompa della benzina.

E poi arrivare fin quaggiù in Lotus sarebbe proibitivo per orecchie e schiena!

Penso a questo quando giungo ormai in hotel e, a fatica, infilo la mia Audi A4 Avant quattro (nata per la neve e le Alpi e poco a sui agio qui sulla costa, fra salsedine, traffico e motorini) nel garage. Fuori, sul lungomare, non c’è un posto libero neanche a cercarlo. Per non parlar del caos “africano”. Altro che “sfoggiare la macchina”.

In principio, avevo prenotato su booking un alloggio nella sua città. Ma poi lei, per “venirmi incontro”, ha scelto di prenotare un ristorante “a metà strada fra noi” (in realtà, a meno di un’ora da casa sua ed a quasi quattro dalla mia, ma, si sa, punti medi e geometria in genere non sono i punti forti del genere femminile…). E allora non ha avuto più senso che andassimo in due con due macchine su e giù (giù e su per me) per l’autostrada fra la sua città e la famosa cittadina balneare (dove sono ora), “perché se prenoto qui da me, poi se non ci piacciamo, dopo cena raggiungo i miei amici…, mentre se prenoto più su, allora tanto vale che prendi una suite con idromassaggio, così, se andiamo d’accordo, almeno dopo ci possiamo rilassare…”. Alla fine della fiera, mi è toccato spendere quattro volte il preventivato per assicurarmi l’ultima camera con vista mare e vasca idromassaggio disponibile in questo famoso hotel di lusso, praticamente l’unico in questa cittadina balneare, bella, ma non certo “in” (e da questo capisco l’importanza che per lei deve avere l’ostentazione dello status davanti alla plebe).

Ora ho il tempo di guardare qualche altra prova del Safari, di farmi la doccia (anzi, già che ci sono, il bagno “idromassaggiato”) e prepararmi con calma all’appuntamento. Quasi come Al Pacino in “profumo di donna”. Lei chiama per dirmi di essere già in ritardo di mezz’ora causa traffico (ah, le donne: io ho calcolato i tempi per essere puntuale in un viaggio da quattro ore e lei non riesce ad esserlo neppure in un viaggetto da una…).

“E se mi tira il pacco?” – mi chiedo. Beh, un effetto positivo c’è stato comunque. Questo appuntamento mi ha forzato a rifarmi un guardaroba “civile”, dopo dieci anni in cui ho vestito solo “casual” e non ho comprato nulla che non servisse alla montagna. Essermi “rifatto il look”, penso, mi servirà per i prossimi appuntamenti con le altre, se questa non dovesse arrivare.

Mi dico questo, mentre inizio a vestirmi. Dopo tutto non sono male: il titolare del negozio vicino a casa (un ex-modello mio amico da cui andavo a comprare i completi di Armani quando, all’inizio dell’università, credevo di poter conquistare ragazze “facendo il figo alla moda”) mi ha ben consigliato e con una spesa non eccessiva mi ha reso un uomo (apparentemente!) “di classe”, dagli abiti alla moda estiva di quest’anno e dal gusto sopraffino in certi particolari (roba che solo lui…). No, non sfigurerò nemmeno dinnanzi ad una modella che fa la scuola di moda e sogna di diventare stilista.

Il timore piuttosto è un altro: le foto sul sito sono volutamente sfocate ed alcune immagini da lei mandate via whatsapp potrebbero essere ambigue o ritoccate. “E se fosse una modella curvy, aka una cicciona?” Lei stessa dice di assomigliare a Jessica Rabbit più che a certe modelle famose e quella voce così “centromeridionale” pare, al telefono, propria di una delle tante “concettine” sovrappeso di queste zone, piuttosto che di una strafiga baltoslava.

Nel caso, sarei io a dileguarmi!

Arriva finalmente l’orario convenuto. Come il principe azzurro di un romanzo bluepillato, l’aspetto “in tiro” sulla strada sotto l’hotel, per lunghi sospirosi minuti che mi paiono ore, mentre sul lungomare al tramonto passano fidanzati a piedi, ragazzini in motorino e auto truccate (che mi fanno tornare indietro di venti anni). Di comune accordo, abbiamo abbandonato gli “stereotipi di genere” (che vorrebbero l’uomo accompagnare la donna) e deciso di usare direttamente la sua utilitaria (così mi risparmio volentieri di riprendere il mio “barcone” dal garage e, soprattutto, di guidare nel traffico cercando un impossibile parcheggio). Sarò io a farmi scarrozzare da lei (con quello che mi sta costando, posso ben farle fare anche da autista…).

Finalmente un’utilitaria si ferma con le quattro frecce all’incrocio più avanti. “Eh, sì, ma se tu stai fermo come un palo… dai viene avanti e trovi una macchina accostata” – mi dice lei al telefono mentre guardo alla mia sinistra cercando di indovinare da dietro la bellezza della guidatrice.

La macchina che guida è più piccola di lei e la costringe a rannicchiare le lunghe gambe che così, sotto la corta e leggera veste estiva, si mostrano subito (volutamente?) in tutta la loro bellezza statuaria. Anche il viso è da copertina: i lisci capelli dorati da angelo del nord fanno da contorno ad un’espressività tutta mediterranea, punteggiata da due occhi scuri e profondi che paiono ridere anch’essi.

Ridendo continuamente della situazione (“vedo che, al contrario di altri, non ti dispiace la donna che prende l’iniziativa”), mi porge il suo telefonino, chiedendomi di chiamare il ristorante in cui non andremo (ne ha prenotati due per scegliere all’ultimo), “così anche tu fai qualcosa…”.

La sua simpatia è pari alla sua bellezza. Senza bisogno di convenevoli, frasi di circostanza o complimenti, siamo subito entrati in sintonia amicale come ci conoscessimo da anni, come se fosse naturale essere qui.

“E’ una vera sugarbaby” mi dico. “Dopo un anno di vani tentativi con ragazze di bellezza o altezza inadeguate, di educazione discutibile, di scarsa cultura e di carattere intrattabile, ho finalmente trovato una vera modella che fa la sugarbaby. Ed è disposta ad essere sugar con me.”

Penso anche che, allora, questo comporta una responsabilità da parte mia: non devo fare gaffes o cavolate, per non giocarmi l’occasione. Devo cercare di apparire un vero sugardaddy!

Siamo già in ritardo di quasi un’ora e il girare in tondo alla ricerca di un posticino per la macchina fa intanto arrivare il buio. Infine, con un parcheggio di rapina davanti ad un passo carrabile, l’intraprendente guidatrice riesce nell’impossibile (non lascerei mai la macchina così, ma tanto è la sua…). A piedi, ci dirigiamo al ristorante prenotato, un posto nuovo particolare, dove servono una costosa cena a base di pesce direttamente sulla spiaggia, appena davanti ad ombrelloni e sedie, ma sotto una sorta di elegante porticato. Il servizio non è granché (portano i primi prima degli antipasti ed invertono alcune ordinazioni), ma tanto i crostacei quanto i polipi sono sublimi.

“Ti dispiace se ordino il vino?” – Sono preparato a questa domanda. Chiara di Notte, regina delle escort, delle amazzoni da web e delle spennatrici di polli, mi insegnò a suo tempo che scegliere il vino più costoso è il primo strumento con cui una donna mette alla prova la generosità del proprio accompagnatore (nel caso, l’obiettivo di una escort di lusso è in fondo quello di rendere “trascurabile” il proprio compenso rispetto agli altri costi, quello di una sugarbaby… lo scoprirò vivendo). Sceglie una selezione di vini francesi di piccoli produttori, ossia l’unica opzione più costosa delle solite famose marche di Champagne.

Io non faccio una piega: non voglio certo mostrarmi tirchio proprio ora che dopo tanto peregrinare sul web ho trovato una potenziale sugarbaby all’altezza (è il caso di dirlo) dei miei canoni estetico-intellettivi. Di dice di essere laureata in lingue e letterature straniere e di fare la scuola di moda come seconda laurea, amando al contempo come hobby il mondo dell’alta cultura. “Che bello” – penso – “così potrò finalmente parlare dei grandi romanzi russi, di Stendhal, dell’opera lirica…”

Ma per ora pare interessata innanzitutto a farsi spiegare la differenza fra vetture sportive stradali ed auto da corsa (ho il leggero sospetto che per “da pista” intenda semplicemente vetture costose a due posti e dalla linea sportiva, come le Ferrari, le Porsche Boxster, o come l’Aston Martin su cui il suo precedente aspirante sugardaddy l’ha fatta viaggiare, a prescindere dalle caratteristiche tecniche più o meno adeguato a spiccare un “hot lap” nelle mani di un pilota).

Nonostante i gravi ritardi fra una portata e l’altra (qualcuna viene pure saltata da camerieri imbranati, ma del resto, come ho detto, “siamo in Africa… non posso pretendere precisione altoatesina”) la cena scorre via piacevolmente.

Attorno a noi, le grida e i cori della partita dell’Italia (che si è evidentemente prolungata ai supplementari, dato l’orario) fanno da contorno ad un idillo. Il conto passa i duecento euro (una follia, in questa zona d’Italia), ma sono stato abituato a spendere di più per momenti ben meno piacevoli.

Temo solo che, girando fra le bancarelle, non mi chieda di acquistare qualcosa di ancora più costoso fra presunti “oggetti antichi” e fra le cianfrusaglie rubate fatte passare per “prodotti originali”. Fortunatamente, il suo interesse era soltanto passeggero. In compenso, incontra un tizio alto 10-20 cm più di me, palestrato, biondiccio e dagli occhi chiari (una sorta di Francesco Totti de noialtri) che la saluta come una vecchia amica ignorando completamente (l’educazione, questa sconosciuta…) la mia presenza.

Lei ricambia, ma lo “sbriga” in fretta (momentanea rivincita di un normie verso il chad) e poi mi spiega che è un suo concittadino con cui era solita vedersi spesso in compagnia.

Intanto passeggiamo per il lungomare mentre la calura della giornata “africana” ha lasciato ormai il posto ai brividi della notte. Ora sono io nella stessa situazione di quei fortunati che invidiavo da adolescente quando li vedevo a braccetto delle “fighe da spiaggia”. Non so se è il vino o questo pensiero a darmi l’ebrezza.

C’è un solo problema: sia io sia lei siamo vestiti come se dovessimo andare ad una Fashion week milanese, mentre tutta la gente intorno è a torso nudo, in ciabatte o con magliette della nazionale.

L’Italia ha vinto ed è in semifinale, come si deduce dai ragazzi (e dalle ragazze) in festa, dalle trombe, dai cori, persino dai petardi. Dopo tanti anni di ritiro al Nord (addirittura in montagna nei weekend), avevo dimenticato questo ambiente mediterraneo fatto euforia collettiva (non si vede una persona non sorridente), estasi mistiche (i calciatori vengono osannati dai discorsi ad alta voce e venerati da tifosi che si inginocchiano alle immagini dei loro goal) e riti orgiastici (non credo i baccanali antichi facessero più rumore…). Anche senza voler fare discriminazione territoriale: è un altro mondo. E’ pure il mondo in cui anch’io, da fanciullo, ho vissuto, quando, ai tempi di Italia ’90, alla fine delle elementari, quando ancora facevo castelli di sabbia, giocavo a fare “il grande” guardando le partite con gli adulti, esaltandomi poi per la rete di Schillaci e piangendo al goal di Caniggia. O quando, durante Usa ’94, alla fine della prima liceo, sulla terrazza dell’hotel, sopra la spiaggia e le strade rese deserte dalle partite, fra le palme ed i silenzi, sfruttavo quegli irreali momenti “sospesi” per intortare (con la mia parlantina e l’assenza di concorrenza) una ripetente del liceo classico. E soprattutto quando, nella strana estate del 1996, durante la finale degli Europei, conobbi la sera del mio diciassettesimo compleanno la diciottenne Elisa, che da allora non avrei più rivisto se non “dolce nella memoria”.

Queste rimembranze, queste coincidenze, mi rendono sensibile all’atmosfera di questo primo incontro e non mi fanno capire che io e la mia accompagnatrice di stasera, coi nostri discorsi “alti” (o, semplicemente, non correlati al calcio), sembriamo vivere in una bolla.  Siamo belli ma pariamo fuori contesto. Per lei non è un problema: “tutti mi dicono che sono esagerata ad andare in giro sempre alla moda per la mia città di provincia, ma io rispondo che se gli altri non sono alla mia altezza il problema non è mio”. Non posso che darle ragione e ammirare il suo caratterino non poi così dissimile dal mio (che mi fa dire lo stesso a proposito della mia abitudine alle citazioni letterarie e agli sfoggi di cultura giudicati fuori contesto da molti).

Riesco ad evitare con mia soddisfazione di finire la serata chiuso in una discoteca (per fortuna il locale di cui ha chiesto informazioni a due ragazze è chiuso) e, dopo l’ennesimo giro a piedi (avessimo saputo di essere disposti a camminare tanto, avremmo potuto arrivare a piedi dall’hotel, anziché impazzire per il parcheggio), torniamo all’auto e al mio albergo (lei guida come una pazza: va fortissimo, frena tardi, ma è priva di tecnica. Ed io a fatica riesco e spiegarle che per uscire forte dalle curve deve rallentare di più in ingresso e, soprattutto, ritardare il punto di corda).

Con la scusa di essere stanca chiede di salire in camera con me a vedere questo benedetto idromassaggio. Poi si fa servire una tisana sul balcone e, con posa da diva, accavalla le gambe.

“Certo che sei proprio timido eh…” – mi dice quasi spazientita. Non so a quale tipo umano ella si sia abituata a quelle latitudini, ma mettere le mani addosso al primo incontro è qualcosa che, a prescindere dal femminismo (il quale su ciò esagera considerando potenziale “violenza” qualunque approccio e imponendo agli uomini un continuo “teasing and denial”), non farei mai. Ella dice che ha passato una bella serata e che c’è “empatia” fra noi, ma che quella mia eccessiva timidezza potrebbe passare per disinteresse nei suoi confronti. Allora alla fine mi “sciolgo” e finiamo a pomiciare come due fidanzatini, lì sul balcone sopra il lungomare, fra i rumori della notte e l’odore di salsedine.

Poi, stanchi (sono ormai le due di notte) ci stendiamo sul letto e, mentre io le accarezzo le chilometriche gambe da modella, lei  si scioglie raccontandomi di come nella sua famiglia ci siano solo donne e manchino gli uomini e di come anche sentimentalmente si senta abbandonata dal nostro sesso. Il suo precedente fidanzato (con cui stava prima di fare la sugarbaby) era comunque più vecchio di me e allora io inizio a pensare che le manchi una figura “paterna”. Mi scuso per aver involontariamente fatto emergere questa ferita (“non potevi saperlo…”) e passiamo parlare di cose più leggere, come le sue concittadine “melanzane” che, anche quando molto meno belle di lei, trattano con aperta sufficienza o con malcelato disprezzo chiunque ingenuamente tenti un qualunque approccio con loro, specie nei locali. Lei, invece, dice di trattare sempre umanamente chi accetta il rischio e la fatica di rivolgerle la parola (una volta uno le ha detto: “sei una bella ragazza, ti vorrei conoscere” e subito le sue amiche a commentare: “ma come si permette…”) e di dare sempre un’occasione a chi è gentile. Nel panorama attuale, ciò me la fa apparire come una santa e così, riaccompagnandola all’auto nel cuore della notte, tendo ad identificarla con le “donne pietose e di novella etade” del Dolce Stilnovo.

Quasi tu fossi la diva pagana

Sorta fra le schiume del dolce ploro

La tua figura si leva sovrana

Come il più puro e celeste tesoro:

Altissima ti vedo, o mia Svetlana,

Bella tu sei per la tua chioma d’oro

Circonfusa di grazia più ch’umana;

Quando tremante sospiro ed imploro

La fiera bellezza statuaria

Del tuo bel corpo giovane di dea,

Quasi a cercare la stella nell’aria

Che più d’ogn’altra di luce si bea,

Mi par proprio nell’ora solitaria

Di adorare Venere Citerea.

Risalgo (forse troppo emozionato per dormire) che ormai sono le tre passate.

Non so se le sue intenzioni fossero quelle di applicare, da buona “profumiera”, la tecnica del “termostato”, ma con me ciò non funziona. Mi sento infatti già psicologicamente appagato dall’averla potuta baciare e carezzare ovunque, come e più che da un rapporto completo. Se infatti ho sempre potuto comprare i rapporti sessuali dalle escort, tutte le sensazioni tipiche del primo approccio e degli “amori adolescenziali” hanno costituito la mia vera mancanza. Quell’illusione di essere stati finalmente scelti fra tanti, quel dubbio sul potere o non poter toccare, quella tensione sull’esito incerto di una serata comunque nata sotto una buona stella, quel parlare sottovoce e un poco imbarazzati in un posto appartato ma non troppo, quel sentirsi addosso ancora il profumo che ci siamo dati per la festa e che ora svanisce fra il leggero sudore della passeggiata e dell’emozione, l’emozione della “prima volta”…

Credo che tutte le future incomprensioni fra me e Svetlana nasceranno da qui: lei crede di avermi “in pugno” avendomela “fatta annusare” e si aspetta che io “mi attivi per conquistarla” (dandole ovviamente molto di più di quel semplice “rimborso spese” che dietro sua richiesta le ho allungato in una busta per compensare i suoi servigi di “autista”), mentre io sono già “sazio” e voglio solo “mantenere la conquista”.

ATTO SECONDO: “Avrei piuttostamente bisogno di un troione”

A ottobre (2021), quando ancora dura il tira e molla con Svetlana, già faccio una botta di conti. Da quando l’ho conosciuta, ho speso in soli quattro mesi 2500 euro di alberghi, 2000 di regali, 600 di cene ed altri 400 euro di spese di viaggi varie (treni, gasolio, ecc.).

In totale 5500 euro, più di quanto mi sarebbe costata una vera modella che facesse la escort sul noto sito di Astrid.

E allora la stessa ragione, che mi farà di qui a poco rompere con Svetlana, mi suggerisce già adesso di cercare anche sul sito delle sugarbabies qualcosa di simile ad una escort (Cetto docet). Nell’orecchio mi sussurra: “scommetti che la trovi a meno di un decimo di quanto hai speso con la profumiera?”

Forse, più di tutto quel “profumo di donna” che ho respirato a pieni polmoni per mesi, ho solo bisogno di una sana scopata senza complicazioni. Con una donna, non con una profumiera. Certo, non ho voglia di tornare alle “solite romene” che prima del Covid frequentavo nei postriboli austriaci (a 200 euro l’ora più optional). E nemmeno posso spenderne 5000 per una top escort. Posso però cogliere eventuali occasioni. La “legge dell’attrazione” mi fa trovare quello che cerco. Puntuale, un’occasione si presenta: una certa Vivienne (nome di fantasia), che da molto tempo avevo adocchiato (ma che avevo lasciato da parte perché troppo lontana) mi dice in chat di essere per lavoro nella mia città. “Ho voglia di fare una follia… incontriamoci subito!”

Saltando tutti i convenevoli cui mi hanno abituato le altre (“ma cosa fai nella vita”, “quando ci si può conoscere”, “non sono una zoccola”, “vediamo se fra di noi c’è feeling”, bla bla bla), mi dice: “ho l’albergo già pagato, se arrivi entro l’ora di cena ti do tutto: la figa, il culo, bocca, tette… in cambio solo del regalino”. Io avanzo l’obiezione che, non avendo saputo nulla in anticipo, non ho preso con me i contanti venendo in ufficio. Ed ora le banche sono già chiuse. “Allora non sei un vero sugardaddy”. E che, i veri sugardaddy girano con pacchi di contanti nel portafoglio solo perché potrebbero incontrare in ogni momento una sugarbaby?

“E’ ben un problema di facile soluzione… passi ad un bancomat”. Eh già, ha ragione questa Vivienne. Pur con le spese pazze fatte con Svetlana, ho ancora nel plafond giusto quei 400 euro che servono ora.

“Anzi, fai 450, perché me lo merito, dopo una giornata in fiera come oggi”. Penso che sia una standista ed invece è una “dirigente” di standiste (ed è plausibilmente reduce dalla fiera appena tenutasi nella mia città: non vi dico quale). Comunque un’occasione da non perdere: sebbene sia ultratrentenne, le sue foto mostrano un bel corpo sodo e ben proporzionato, nonché un viso giovanile e sorridente. E poi farmi una di quelle belle donne “in carriera” che fin da piccolo vedevo vestite di tutto punto in gonna e tacchi dirigere le standiste del Motor Show (più svestite, ma meno raffinate) ha sempre fatto parte dei miei sogni erotici.

Ed adesso pare possibile al costo di due cene di pesce con la profumiera. “E per cenare?” – aggiungo. “Se vuoi ceniamo assieme ordinando qualcosa qui in hotel”. Mi dice nome e indirizzo di questo hotel a quattro stelle e mi intima di arrivare entro le 20. Ci provo (dato che sono ormai le 19 e 30). Prendo l’auto, esco dalla facoltà, mi fermo con le quattro frecce nel traffico caotico e mi metto in coda davanti al bancomat. “Dai che io ho un impegno inderogabile” – penso guardando il paio di popolani impegnati a trafficare con poche banconote. Quando è il mio turno, scopro che non ci sono tanti contanti quanto quelli richiesti. Per fortuna ne ho un po’ nel portafoglio e riesco a fare 400. Pazienza se non dargliene 450 parrà una scusa!

Quando arrivo con l’auto nella zona dell’hotel, rimango male scoprendo che mi trovo vicino ai viali frequentati da trans. Per un attimo, a causa delle fregature passate, temo che questa Vivienne possa essere uno dei travestiti che vedo in strada. O che sia stato attirato un una trappola da una gang di ladri e truffatori i quali mi ruberanno soldi e auto dopo averlo stordito con una mazzata. Per un attimo penso di sfanculare in chat Vivienne e filare subito casa. Ma ho deciso di rischiare. Chi non risica non rosica (e nemmeno scopa). E poi ormai, fregatura per fregatura…

Per mia fortuna, scopro che l’hotel di lusso esiste davvero, girando all’incrocio e che è ben protetto da alte recinzioni e telecamere. Non mi ruberanno l’auto. All’ingresso, però, mi dicono che nella camera in cui mi aspettano sono già registrate due persone. Allora chiamo Vivienne per spiegazioni e lei scende a discutere con la tizia delle reception.

Vabbè: devo pagare una seconda camera. Ma tanto posso farlo con l’altra carta. In compenso Vivienne è davvero figa: non una strafiga come le modelle da copertina, ma sicuramente una over 7, alta almeno quanto me, snella, belle gambe (slanciate dal tacco dodici), capelli mori lunghi e sguardo caliente da vera brasiliana (per non parlar del culo…). Appena soli, mi getta le braccia al collo come fossimo “amanti di mille anni fa”, anzi “due calamite viventi”, e mi bacia alla francese. Non ero mai stato salutato così e pensavo certe cose accadessero solo nei film. Confesso subito che mi mancano quei 50 euro, ma lei dice che non le importa nulla. “Al telefono sembravi così cattivo, invece sei così dolce…”.

E continua a baciarmi come se davvero fossi un chad.

In verità mi è già capitato in passato di subire apprezzamenti improvvisi o vere e proprie avance da ragazze sudamericane, evidentemente non solo più vogliose di sesso in generale, ma più sensibili delle italiane al tipo nordico un po’ “bambolesco” come me, con i capelli biondo cenere e gli occhi azzurri. O di percepire, con le escort, un maggior coinvolgimenti fisico, ad esempio, delle caraibiche rispetto alle slave. Ma questa Vivienne supera ogni ritegno ed ogni immaginazione. O è una ninfomane o recita molto bene la parte. In pochi secondi non solo è già nuda come mi ha promesso al telefono ma, senza nemmeno me ne accorga, denuda anche me. E ci ritroviamo sul letto a farlo in tutte le possibili posizioni (sotto, sopra, di lato). Io stesso, che mi credevo ormai troppo “maturo” per certe “esplosioni” di piacere e di desiderio da adolescente, sono sorpreso di me stesso. Non solo la faccio godere con la lingua come una pazza, ma riesco pure a godere io stesso pazzescamente e senza alcun problema dentro di lei nonostante il preservativo (che storicamente mi ha sempre dato “rallentamenti”).

Tra un orgasmo e l’altro lei sorride, tutta sudata per la “monta” ed inizia a scherzare con me dicendomi: “no, sei troppo bello”, “guarda che sorriso”, “no, non va bene così, non devo…”, “ma guarda che figlio di…”. Facendomi sentire “il solito Chad bello e stronzo”.

Prima di cena lo facciamo ancora una volta e dopo aver goduto mi chiede a bruciapelo: “vuoi sposarmi?”

Ammette di essere pazza, ma di trovarsi pazzescamente bene con me. “Così deve essere un uomo, bello, ancora giovane ma già sistemato” (eh, sapesse quanto ho dovuto studiare e penare, dall’adolescenza al precariato, prima di “sistemarmi”… altro che il suo cazzosello).

Ordiniamo piatti locali dalla cucina dell’hotel e durante la nostra cenetta intima mi racconta del suo primo amore e di come, una volta abbandonata, abbia deciso di cambiare addirittura continente. Ora sta cercando di stabilirsi vicino ad una metropoli del nord Italia e per questo sta risparmiando per la sua nuova villa (forse è dovuto a questi affari immobiliari il fatto che prima di me abbia fatto probabilmente entrare e scopare qualcun altro… e chi vuol fare fesso?… ma a me non frega nulla…tanto ho usato tutte le protezioni).

Mi chiede di restare a dormire con lei e così, prima di coricarci, ci facciamo un bagnetto assieme nell’idromassaggio, dove dopo qualche coccola finiamo per scopare per l’ennesima volta (se non fossi stato attento, me lo avrebbe messo dentro senza protezioni.. e così dovrei sposarla per davvero, o almeno darle un mantenimento per il figlio che rischierebbe di nascere). Ha due tette esplosive: le chiedo se sono rifatte e mi dice di no. Allora sono eccezionali, per dimensioni e consistenza, praticamente progettate dalla Natura per fare “spagnole” e simili. Sicuramente “da 10”.

Ci addormentiamo e l’indomani facciamo colazione assieme. Ma prima… facciamo ancora una volta l’amore. Infatti, vedendola di nuovo in tiro (seppure spettinata) mi getto ai suoi piedi iniziando a carezzarla e baciarla partendo dalle gambe e lei mi lascia fare, dicendomi “che marranito” (espressione colorita per dire “porcellino”).

Chiede di essere accompagnata non in stazione, dove doveva andare, ma da un parrucchiere, dove ritenere di fermarsi perché “con i capelli così non posso stare”. “Ma poi come fai a tornare a casa?” – “Mi viene a prendere un amico…”.

Seee, amico… Forse è il tizio che era da lei in camera prima che arrivassi io. O forse no. Sicuramente è qualcuno a cui stasera sono spuntati due bei bernoccoli (per dirla con una celebre battuta di “Vacanze di Natale 1983”)

Appena dopo averla lasciata, mi accorgo che in macchina c’è il suo cellulare. Così faccio inversione e ritorno sul punto sperando non se ne sia andata. Per fortuna è lì pronta a prendere al volo il suo smartphone.

“Eh, ma se me lo lasci qua…” le dico salutandola come un’amica che sicuramente rivedrò.

Invece non la rivedrò più. E per il motivo opposto di Svetlana. Con lei mi sono trovato troppo bene. Nonostante i suoi continui messaggi e le sue proposte di rivedersi nei weekend, resto abbastanza freddo. Un po’ perché, dopo aver visto il pubblico brasiliano ad Interlagos osannare Hamilton (lo stesso che rubò il titolo a Massa nel 2008), voglio avere poco a che fare con quella nazione. E molto perché, dopo essermi trovato così bene per una notte, l’unica della mia vita in cui mi sono sentito un Chad in “God mode”, non voglio rischiare di trovarmi meno bene le prossime volte e di sentirmi ancora “soltanto uno sugardaddy” o un “beta provider”. Le belle esperienze, per essere ricordate tali per sempre, devono anche restare uniche. E’ una massima a cui sono stato fedele nelle cose importanti della mia vita.

ATTO TERZO: “Il vero amore è uno sfracanamento”

L’avventura di una notte con Vivienne mi ha improvvisamente aperto gli occhi sulla vera natura del mio rapporto con Svetlana. Non certo “vero amore”. E nemmeno “amore mercenario”. Colei che prima mi appariva come una madonna stilnovista (che diceva all’anima “sospira” e meritava versi e doni votivi), ora si mostra per quello che è: solo una profumiera.

A questo serve l’amore a pagamento: a capire la natura illusoria di gran parte delle nostre relazioni “amorose”.

“Questa sera ti vedo un po’ strana

Non sarà per Svetlana

Che dorme con me?”

“Svetlana” non è il nome reale della sugarbaby che si è comportata da profumiera, ma quello che (essendo lei mezza russa e molto vistosa) sicuramente le avrebbe dato Cetto. E allora, anche come omaggio a colui che in fondo è stato (ante litteram) il mio maestro di vita per vent’anni (i miei vent’anni di puttanier cortese), anziché per raccontarvi per filo e per segno la mia storia con “Svetlana”, ne introdurrò in ordine sparso gli elementi salienti seguendo, come filo conduttore, la colonna sonora di “Senzadubbiamente”. Oltre che più stringata e divertente, sarà anche una narrazione più veritiera, non influenzata dallo “scient of woman”…

Te lo detto che è solo un’amica

Sei troppo all’antica

Ti faccio il caffè, eh? Ohh!

La cruda verità è che Svetlana è stata davvero “solo un’amica”: pur avendo dormito assieme durante i weekend in posti da sogno, non abbiamo mai combinato nulla a letto.

Del resto, fin dall’inizio aveva messo le cose in chiaro: “Non sono una escort”. Ed aveva precisato di considerare la figura della sugarbaby qualcosa di simile ad una fidanzata di stampo ottocentesco: “se fai un regalo ad una che te la dà subito la stai pagando, mica la stai conquistando… per me la sugarbabies è quella che passa un paio di weekend con te e ti dà la possibilità di conquistarla…” (questo permanere, pur in un contesto moderno ed emancipato, del dovere, per l’uomo, di “attivarsi per la conquista” non mi è mai piaciuto…).

Ha peraltro attribuito il suo essere all’antica (“le mie amiche che la danno la sera stessa sono zoccole, mica emancipate…”) a sua madre e a sua nonna “che mi hanno trasmesso i valori russi” (OK, va bene il mio essere filorusso, va bene attualizzare Evola e Guenon con Dugin, va bene riconoscere in Mosca la Terza Roma che mai cadrà, ma mi viene il dubbio che qui per “valori” russi si intendano non quelli della Tradizione, bensì quelli dello shopping, delle grandi firme e delle spese pazze in vacanza…).

Questo amore è un continuo lamento

Uno sfracanamento

Io non chia fazzu più

Subito dopo il nostro primo incontro, ci siamo accordati per un weekend “con regalo” a Forte dei Marmi (“perché lì almeno ci sono le boutique”). E subito sono iniziati i lamenti. Ha iniziato a lamentarsi già in viaggio, per la mia guida “troppo lenta” in autostrada (stavo solo cercando di non sforare di oltre 40km/h il limite per evitare salassi da tutor: mica colpa mia se la Parma-La Spezia è disseminata di limiti a 90!) e “troppo imbranata” in città (stavo solo cercando di capire dove andare e salvaguardando la carrozzeria della mia Audi dai teppistici tagli di strada della gente aggressiva come lei…) [NOTA: fino a 10 anni fa ero un pilota di auto e kart e nessuno/a mi aveva mai dato del lento. Solo che la strada non è una pista e viaggiare a tavoletta in rettilineo o fare gli asini in città non ha nulla a che fare con la bravura necessaria ad un hot lap…]

Ma anche quando, nel weekend successivo, tornando da Portofino, viaggiavo “flat-out” fra i curvoni delle autostrade liguri (pelando a 180 all’ora guard-rails e “doppiati”), per recuperare un piccolo ritardo e non farle perdere il treno, non andava bene lo stesso, perché “con te sì è sempre tirati coi tempi…”).

E nemmeno le locations da sogno le andavano bene: a Forte dei Marmi avevo prenotato un hotel nel verde con tanto di giardini e campi da tennis chilometrici e costruzione in stile liberty (era l’edificio dove soggiornava D’Annunzio stesso quando andava in Versilia), ma per lei era “troppo lontano dai negozi” (in effetti dovevamo prendere il taxi o la bici alla sera, ma in compenso la spiaggia era di fronte).

Per Portofino, invece, essendo tutto occupato (a parte uno squallida soffitta senza ascensore e un 5 stelle da 2000 euro comunque non in paese), avevo scelto un uno splendido hotel a Santa Margherita Ligure, con giardino sopra il mare e spiaggia privata. E non riuscivo a capire come uno scenario così bello (il tramonto sul mare da lassù, fra il verde degli arbusti e i mirti sacri a Venere, con la scogliera ai nostri piedi ed il porticciolo là davanti, era davvero mozzafiato ed avrebbe ispirato poesie persino ad un analfabeta, senza scomodare il sempreverde D’Annunzio o i romantici inglesi che amavano questi luoghi) potesse lasciarla insensibile o addirittura visibilmente scontenta (“però così per Portofino dobbiamo prendere i mezzi…”).

Le lamentele, poi, sono state costanti in entrambi i weekend: ora era la mia mascherina (“toglitela qui all’aperto, che sembri uno sfigato”), ora la mia tendenza “ambientalista” a non muovere l’auto durante il soggiorno (“fosse per me la userei anche per andare in bagno”), ora il mio passo troppo lento dopo cena (“dai, muoviti che voglio arrivare in hotel e dormire” – altro che passeggiare mano nelle mano guardando le stelle, il “mare nero” sotto di noi e altre romanticherie…), ora, persino, il mio aprire un poco la tapparella al mattino (“allora dovevi chiudere solo le tende…così mi hai svegliata, non permetterti più” – ed erano le nove passate del giorno in cui avremmo dovuto far colazione non troppo tardi, onde prendere il traghetto verso San Fruttuoso).

Oramai è una continua richiesta

I cugliuna in tempesta

E si sentono giù

Anche quando è venuta in weekend senza chiedere il regalo, non per questo era meno “demanding”: i luoghi dovevano sempre essere quelli top (ed anche se diceva che non pretendeva l’albergo a cinque stelle, difficilmente si trovava qualcosa a meno di mille euro…), le cene sempre nei locali “in” a base di “ostriche e champagne” (che fossero sopra l’acqua del porticciolo ligure o in un grande locale del Forte, mai sotto i duecento euro a sera) e le tappe del soggiorno sempre quelle dettate dalle esigenze di Instagram (un selfie davanti alla boutique, un altro sul balcone dell’albergo con il parco sullo sfondo, un altro con le casette di Portofino… con tanto di “più in dietro”, “più da vicino”, “no, cambia angolatura”, “no questa fa schifo” rivolti continuamente a me ridotto a “schiavo-fotografo”).

Che fatica convincerla almeno a visitare il “Cristo degli Abissi”, in quella fiabesca baia sotto l’abbazia. Ed anche lì mi teneva il broncio spazientita, mentre io facevo il bagno (“figurati se dovendo andare a casa e non potendomi fare la doccia mi bagno con l’acqua salata, che schifo”).

E diceva così (unica persona vestita come fosse in città) davanti alle acque cristalline della spiaggetta sassosa che avevamo davanti, chiusa da scoscesi promontori verdi e profumati, con il blu dell’alto mare sullo sfondo.

Roba da far davvero scende i coglioni negli abissi…

“Non mi dici parole d’amore

Non c’è mai un complimento per me”

“Ma se una volta ti ho detto: sei bella

O era tua sorella?

Io non ricordo più”

Abbiamo quasi sempre cenato a lume di candela, ma senza argomenti troppo romantici.

Avevo sognato per tanto tempo di parlare ad un modella colta delle sottili trame psicologiche fra Tosca e Mario, fra amore e politica al tempo di Napoleone, fra vita e morte nella tragedia in musica, ed una volta lì sul mare dei poeti con qualcuna che si proclamava “modella ma con la testa”, ho finito per fare le medesima conversazione che avrei potuto fare vent’anni fa con mia madre.

Per quelle come Svetlana, pare che tutta la passione per la letteratura e tutto l’amore per l’opera lirica si sostanzino nel poter dire “sono più figa e più colta delle altre” piuttosto che in un sincero trasporto per il dialogo di Natasha sotto la luna (ascoltata di nascosto dal principe Andrej) in Tolstoj per le vicende della Tosca pucciniana (nell’opera o nella riduzione cinematografica romanesca di Luigi Magni).

Epperò, Svetlana (laureata in lingue e letteratura straniere, immortalata in eventi mondani assieme alla Ricciarelli e amica di poeti e scrittori della sua regione) continuava a pretendere da me complimenti in forma di sonetto. Ma, dico io, certe lodi vanno meritate. Per ottenerle pur comportandosi da classiche “fighe di legno” come mia cugina e parlando solo di grandi firme, gossip cittadino, di Chiara Ferragni o di quel giovane filosofo che (giustamente) criticava le influencer e (ingenuamente) cercava di far colpo su di lei recapitandole a casa fiori a sorpresa (ottenendo però di venire solo trattato da stalker perché “come si permette di ottenere il mio indirizzo di nascosto”?), bisogna almeno apparire strafighe “senza se e senza ma”.

Invece Svetlana non indossava mai il tipico bikini delle strafighe da spiaggia, ma un costume intero di quelli che usava mia madre alla mia età. Evidentemente doveva nascondere qualche difettuccio (che al primo incontro non avevo notato o aveva nascosto sapientemente coi vestiti). Nonostante l’atteggiamento giovanile ed il suo considerarsi “da dieci, per la mia unicità e il mio carattere”, è ormai alle soglie della trentina e il suo motto “meglio un diamante con qualche difetto che un sasso perfetto” è tutto un programma (ovviamente i sassi perfetti sono le “melanzane” più giovani ma con una genetica peggiore della sua). Non aveva difetti evidenti, ma il colore molto chiaro della pelle (si vede che, prima di incontrare me, non aveva avuto molte occasioni di farsi portare su spiagge famose), unito alle prime “smagliature”, mi ha ricordato davvero il corpo ancora piacente ma non più “da copertina” che da bambino vedevo in mia madre quando mi portava al mare. E, non soffrendo del complesso di Edipo, la cosa ha ridotto di parecchio la mia possibilità di eccitazione (e quindi anche di versificazione).

Il vero amore è solo a pagamento

Se pagherai in contanti ti sentirai contento

Il vero amore non cede al sentimento

La paghi, la saluti e non c’è sfracanamento

Da quando, uscendo dalla quarantena ho deciso di aprire una “sliding door” sul mio passato (cioé vivere l’amore sessuale in maniera opposta a quanto deciso nel 1999 all’indomani del mio primo e unico tentativo di fidanzamento) e abbandonare il mio ventennale ruolo di “puttanier cortese”, sono iniziati (oltre alle truffe del primo anno) gli sfracanamenti di quest’anno.

Svetlana, peraltro, ha iniziato a “sfracanare” dal primo minuto già al telefono, nel corso dei ripetuti “esami” cui mi ha sottoposto diverse sere dopo cena, quando si è voluta assicurare (non ma che impicciona!) che non fossi sposato (“perché gli uomini sposati non possono offrirti altro che qualche sera rubata, mentre io voglio weekend completi e relazioni non clandestine”) e che non fossi un “calciocornuto” (“Non stai guardando la partita vero?” – mi ha chiesto con tono inquisitorio durante l’orario in cui tutta Italia stava guardando la nazionale).

Ma il picco dello sfracanamento è stato quando, al ritorno da Forte dei Marmi, ha perso il treno per la sua città. Io l’avevo accompagnata con congruo anticipo davanti alla stazione (come faccio sempre con tutti gli amici… d’altronde lei è solo un’amica, no?), senza seguirla fin sul treno come nei film romantici (tanto… “sono una modella internazionale, viaggio da sola dappertutto”). E poi ero andato a casa giusto in tempo per vedermi “a rutto libero” la finale Italia-Inghilterra fin dal prepartita. Non ho fatto nemmeno in tempo ad accendere la tv che lei mi ha chiamato adiratissima urlando: “dove c…o sei andato? Non c’è più il treno! Adesso come faccio? Vieni subito qua! Fai qualcosa!”

Per non vanificare tutte le fatiche e le spese di quel weekend, mi sono dovuto rivestire, tornando indietro a tutto gas e lasciando perdere la finale (non fossi corso subito in suo soccorso, avrebbe cancellato anche il ricordo del regalo da me fatto, altro che riconoscenza).

Mentre con la mano sul volante guidavo, con quella sull’iPhone le compravo il biglietto sul sito delle ferrovie. E intanto cercavo di calmarla al telefono (aveva sbagliato binario e atteso lungamente invano il treno che intanto era partito in orario dal binario giusto), mentre mi diceva con tono violentemente xenofobo “qui in stazione c’è gente di m…” (in effetti l’ambiente della stazione non è il massimo per una ragazza sola). Per fortuna abbiamo trovato un inter-regionale che la portasse fino ad una certa città dove una sua amica avrebbe potuto venirla a prendere in auto. E così si è calmata in tempo per salutarmi una volta arrivato (ora la sua preoccupazione principale era curarsi si vedessero bene le gambe appena abbronzate).

Problema risolto (al netto di aver buttato via il biglietto da prima classe originariamente comprato per lei sul Frecciarossa), ma che sfracanamento! Quando sono arrivato a casa, la partita era già iniziata e l’Inghilterra aveva già segnato. Poi, per fortuna, gli Azzurri hanno ribaltato il risultato, mentre Svetlana, stazione dopo stazione, mi aggiornava sul suo interminabile viaggio (è arrivata a notte fonda durante i festeggiamenti e non ha nemmeno potuto dormire per il rumore, però “chi è causa del suo mal…”).

Il vero amore è solo a pagamento

Ricorda di pagare dal primo appuntamento

Nel vero amore non serve il complimento

Se lei vuole un ricordo allungale una cento

In verità anche con Svetlana ho “pagato” dal primo appuntamento (allungandole un paio di “cento” in busta per il “disturbo” ed il suo “servizio” da “autista”). Ed anche in questo caso non sono serviti complimenti espliciti, che si è fatta sempre da sola, lasciando a me “complimenti” impliciti (da sfigato). Come quella volta che, sulla via dello shopping al “Forte”, invitata “al volo” dalla titolare di un negozio all’inaugurazione (passavamo di lì e lei, alta, bionda e a dir poco appariscente con il vestitino da principessa di sua produzione, pareva “confezionata” per fare la testimonial), mi convinse ad entrare (per approfittare di aperitivo e stuzzichini), prendendosi per tutto il tempo complimenti e attenzioni da tutti e lasciando me come trasparente (nessuno che parlava con lei manco si degnava di un saluto o di un sorriso nei confronti di me che ero comunque il suo accompagnatore) a meditare sulla mia irrilevanza estetica. O come quella volta che, passeggiando sulla spiaggia della Versilia e vendendomi sempre rimanere indietro, disse “eh perché ho le gambe più lunghe”, intendendo cavoli tuoi se sei più vecchio e meno in forma”.

Veramente strano per me abituato a migliaia di metri di dislivello in montagna. Addebitai la cosa all’alcool e all’indigestione della sera prima (pesce caro ma non di qualità e troppo alcool fra aperitivo e cena) e cercai di rallentare, ma Svetlana se ne fregò. “Dai, non posso andare così piano…”, costringendomi a seguirla come se fra noi vi fosse un guinzaglio invisibile.

Ricordai di aver visto una volta, girando in rete, le foto di una modella “fetish” (credo si chiamasse  Tallgoddess ed era ancora più alta e parimenti bionda di Svetlana) che girava tirandosi dietro il proprio (più basso, grasso, stempiato ed attempato) marito/sponsor/zerbino a quattro zampe. Anche se non ero materialmente al guinzaglio, non sono propriamente obeso (ho solo perso la forma ideale dopo le due quarantene…) ed ho ancora quasi tutti i miei (biondi) capelli, mi sentii comunque trattato come un cagnolino. Anzi, peggio, perché con i loro cani le donne di oggi sanno essere anche dolci.

Io speravo che Svetlana iniziasse a diventare almeno un po’ “sugar” dopo il regalo. Per questo acconsentii alla richiesta (“non ho ben capito se il regalo me lo prendi già da questa volta…”, con tono finto-ingenuo) di “prendere un ricordo di questo weekend al Forte”, ben sapendo che non si sarebbe certo contentata di “regalini da cento euro” (“che non servono e allora.. tanto vale i soldi in busta, così mi compro quello che voglio quando ne ho abbastanza… perché io lavoro e le cose me le compro anche da sola…”).

Questo amore l’ho già accantonato

Mi sento accusato

E non so perché

Questo amore è troppo malato

Sono tormentato

I cugliuna…

Già dal secondo weekend assieme ho abbandonato le mie speranze di “amore sugar” con Svetlana (ecco perché la domenica l’ho mandata in giro da sola mentre io guardavo il GP d’Olanda). Non solo perché continuavo a non avere altro contatto fisico con lei che non fosse scaldarle le gambe mentre come due casti fidanzatini aspettavamo la navetta nei primi freddi notturni di inizio settembre a Portofino, ma anche perché era ormai evidente che avessimo due concezioni opposte del divertimento nei weekend (lei mare, io montagna).

Se le prime volte la novità di uscire con una modella mi aveva fatto sopportare certe rinunce (e certe spese), il passaggio alla “normalità” me le faceva ora pesare (come credo sempre avvenga in tutte le coppie). Ci sentivano ancora quasi tutti i giorni, ma sinceramente non avevo più voglia di farmi un altro weekend al mare fra corse contro il tempo e sgridate. Ora, dopo due volte in cui sceglieva lei la destinazione, sarebbe toccato a me, ma “a me la montagna piace solo dinverno”.

E poi mi sentivo sempre più accusato: mi accusava di avere tanti soldi ma di volerli spendere tutti per i miei weekend in montagna (come fosse un delitto…), mi accusava di non chiamarla abbastanza spesso (ma al telefono non faceva altro che lamentarsi di quanto fosse faticosa la sua scuola di moda e di quanto fosse stancante fare la ragazza-immagine), mi accusava di non organizzare weekend con lei sufficientemente ravvicinati (senza rendersi conto di quanto costassero tre-quattro volte i miei soliti, anche senza contare i regali), mi accusava di “non innamorarmi mai” (forse perché non era brava manco come profumiera), mi accusava di “non tenerci più di tanto” (eh beh, certo, abituata come era ai morti di fica…), mi accusava di “non volermi attivare per conquistare una donna” (arrivando pure a rispondere con un “datte na svegliata” ad un mio video con l’idromassaggio, perché “è inutile l’idromassaggio se sei da solo”).

Infine l’evergreen delle donne: l’accusa di “egoismo”! Come se, dopo la morte di Dio, vi fossero ancora argomenti validi contro questo principio di vita! Sparita ogni “reward” ultraterrena, perché mai un uomo non dovrebbe essere egoista? Chi parla contro l’egoismo evidentemente o lo fa in nome del vecchio dio (i preti) o si crede dio stesso (le donne).

Le avevo promesso di venirla a trovare per il compleanno, a novembre, ma poi è scesa la neve sulle Alpi ed io non ho avuto più voglia di perdere uno dei primi weekend sulle ciaspole solo per andare a cena con lei in una città di mare del centrosud (fuori-stagione). Inoltre, ero al limite con il plafond sulla carta di credito ed avrei avuto difficoltà col regalo. Ho passato una settimana di tormenti indeciso sul da farsi: lasciarla perdere mi pareva una follia, dopo ciò che avevo impegnato in tempo, fatica e soldi per apparire alla sua altezza. Ma poi ho realizzato che serviva uno “stop-loss” nelle spese per lei.

Ho provato a dirle la verità, aspettandomi di essere scaricato come “pezzente”, ma lei ha detto di credermi perché “a differenza degli altri non sei tirchio e so quindi che il problema alla carta non è una scusa”.

Però era chiaro che il mio rapporto con lei fosse malato: io non tenevo a lei, ma solo a fatto di avere una sugarbaby che faceva la modella. Parafrasando un celebre articolo di questo blog: “sì, ho la sugarbaby, ma a che prezzo!”

E non solo in senso economico: iniziavo a pagarla anche in termini di tensioni emotiva e mi sorprendevo più volte in situazione di pianto o stress (pur non essendo innamorato).

“Non hai mai una parola gentile

Non c’è mai un regalo per me”
“Ma se una volta ti ho preso un gelato

E poi l’ho mangiato aspettandoti al bar”

Mi sono risolto a mollare Svetlana ripensando alla “scena madre” con lei.

Eravamo a Forte dei Marmi e le avevo promesso di comprarle una di quelle borsa di Luis Vuitton viste la sera prima (nonostante sforassero il budget). Poiché il nostro albergo era distante, avevamo deciso di usare le bici dell’albergo (per risparmiare sull’esoso taxi e per respirare aria di mare). E così, come fosse la maglia rosa al giro d’Italia (e non una biondona col vestitino rosa), appena fuori dall’hotel ha iniziato a pedalare così velocemente da staccarmi dopo neanche un chilometro. Io ero in difficoltà, oltre che nel pedalare con i mocassini da fighetto, nello slalomeggiare fra pedoni, automobili e altre bici contromano, mentre Svetlana mostrava in tutto ciò la disinvoltura tipica del pirata della strada.

Fatto sta che mi ha seminato ed io, arrivato davanti al ristorante dove avevamo prenotato, ho provato inutilmente a chiamarla sul cellulare. Nello sconcerto più totale, ho iniziato a cercarla per le vie del centro ed alla fine, con un’intuizione, l’ho trovata: era già dentro la boutique di Vuitton, con tutte le borse sul banco e il conto già preparato per quella che aveva scelto. “Ah, ma dov’eri finito, aspettavamo giusto te!” – mi ha detto come se nulla fosse sorridendo alla commessa.

No, questo era troppo anche per me. Andava bene fare il generoso. Andava bene fare un po’ pure l’uomo-zerbino. Andava bene al limite anche il cagnolino. Ma addirittura fare solo il bancomat proprio no! Ho avuto un sussulto d’orgoglio e ho detto alla commessa: “scusi, signorina, ci pensiamo e torniamo più tardi”.

“Ma che figure mi fai fare? Ieri non abbiamo comprato ed oggi, dopo che le ho fatto prendere fuori tutto…” – mi ha detto sottovoce Svetlana. “Che figure ti faccio fare?” – le ho risposto uscendo dal negozio – “Che figura mi fai fare tu! Il coglione da seminare per strada e da aspettare solo perché paghi il conto? No, bimba, con me non funziona così. Non è così che io intendo essere uno sugardaddy. Scusa se ci siano fraintesi…”.

Come se piovesse dalle nuvole, lei si è difesa con: “ma non te la prendere così, sei tu che hai capito male. Non ti ho più visto e sono andata avanti. E poi non mi fare queste scenate per strada. Dai, sediamoci là sulla panchina…”

Ho finto di accettare le sue spiegazioni (ormai, con tutto quello che avevo già speso, mi conveniva andare fino in fondo, piuttosto che scontentarla e farmi nemica colei con cui dovevo ancora passare la notte) e mi sono calmato. Siamo andati a cena e solo dopo il chiarimento (“se ad ogni weekend vuoi un regalo da 1600-1700 euro la nostra relazione è destinata a non durare” – “ma no, questo basta per tre volte…”) siamo tornati a comprare la sua “shopper”. Ho voluto con ciò dimostrarle che ero sì generoso, ma non così coglione, zerbino e cagnolino come lei stava credendo. Però ormai aveva tradito la sua natura e non è certo bastato poi mostrarsi saltellante di gioia ed offrirmi un gelato al bar della piazzetta per tornare “gentile” ai miei occhi.

Il vero amore è solo a pagamento

Se paghi anticipato non c’è indebitamento

Il vero amore è sempre adescamento

La pago la saluto e dopo mi addormento

Svetlana era stata gentile a ricordarsi del mio compleanno, ma ciò le aveva permesso di farmi sentire “in debito” proprio nel momento in cui ero io a doverle fare il regalo “grosso”.

E così io ci sono “cascato”.

Ironico che per venti anni della mia vita (dai 20 ai 40) io abbia seguito con le donne la “regola d’oro” di “Cetto la Qualunque” e proprio entrando negli “anta” abbia iniziato a fare tutte le stupidaggini che mi ero risparmiato da ventenne!

Allora ho pensato di abbandonare i modi da gentiluomo per riassumere quelli di “puttaniere”. “E’ il suo compleanno? Minni futtu! E’ già stata pagata quando era il mio ed ora la saluto…”. Sono andato in montagna come se lei non ci fosse, come se non fosse mai esistita. Anzi, le ho blocco tutti i contatti e… ‘ntuculo! Al lunedì mi ha ricontattato su telegram con un account fake solo per insultarmi (che caduta di stile per un’aspirante stilista). “Ora capisco perché non hai mai avuto una donna!” (perché preferisco avere una libertà di spesa?) “e perché mai lavrai” (ah beh, se devono essere tutte come te meglio incel 100 volte). Le ho chiesto di calmarsi e di non prendersela: “semplicemente, fra noi non ha mai funzionato. Non prendertela” “ma chi ti s’incula? Ciao va…” (con il tono con cui Cetto la Qualunque dice “ntuculo”).

Il vero amore è solo a pagamento

Se sono più di quattro ti serve allenamento

Nel vero amore tu devi stare attento

Se lei ti chiede mille, tu dalle quattrocento!

In effetti, in quel momento stavo “gestendo” già quattro sugarbabies: mentre durava il tira e molla con Svetlana, avevo ricontattato Britney, avevo scopato Vivienne e avevo appena conosciuto Elena (ne parlerò la prossima volta). Oltre che più allenamento, mi sarebbero serviti più “piccioli” per “amarle” tutte quante. Ed allora ho iniziato a mollare la più costosa e impegnativa. Quella che, avendomi chiesto un regalo da mille euro, ne ha ottenuto uno da più di 1600 (quattro volte i 400 con cui se la cava Cetto: ma come fa?).

EPILOGO

Sia dato di passaggio un consiglio agli Incel che qui si lagnano con il mondo di non poter avere “validazione”: lasciate stare il Redpillatore ed imparate piuttosto (per usare i termini di un geniale utente di questo forum) ad usare ciò che avete per ottenere quanto volete. Volete scopare come Chad, giusto? E 400 euro da spendere una tantum li abbiamo quasi tutti, in Italia (non dichiarare chi guidava quando vi arriva a casa una multa per velocità vi costa di più). Non dico di diventare puttanieri, ma almeno di concedervi “semel in anno” una notte di “amore a pagamento” con una “vera troia” come Vivienne. Oltre a godere fisicamente, vi sgraverete di quel peso che vi portate dentro da adolescenti e vi riempie la vita di negatività (parlo per esperienza).

Dopo, potrete finalmente prendere la vita più alla leggera. E alla vocina che vi dice “non hai avuto vero amore”, “non sarai mai il sogno erotico di una ragazza”, “la vita è ingiusta con i sub-7”, potrete rispondere con la voce calabrese di Cetto La Qualunque: “Minni futtu!”. Che senso ha farsi il sangue amaro per qualcosa che, come la vita umana, è appunto soltanto una commedia?

-Il Sultano di Costantinopoli-

Note
[1] Falso perché nell’amore sessuale i sessi non sono affatto “pari” e la disparità di numeri e desideri voluta dalla natura per fini afferenti la propagazione e selezione della vita rende appetibile, desiderata e spesso riverita e corteggiata qualsiasi comune ragazza normocarina/normobruttina, mentre lascia negletti, trasparenti o addirittura oggetto di umiliazione e irrisione un 80-90 percento dei ragazzi, anche quando carini e simpatici. Di contro, già in natura chi primeggia socialmente o chi fornisce cibo riesce ad accoppiarsi con le femmine a prescindere dall’aspetto. Ne consegue che è sia naturale e sia giusto (nel senso di equo) lasciare le donne “look-limited” – alla faccia del femminismo – e consentire invece agli uomini di compensare con M ed S (ivi compreso lo status di primo della classe) la mancanza di L

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Cippolippo
Cippolippo
1 anno fa

Una cosa è certa: con questo stile pomposo e prolisso e questa erudizione fuori luogo faresti scappare le fighe anche se fossi un chad. (Per inciso, i tuoi endecasillabi sono piuttosto zoppicanti).
Scusa ma un po’ coglioncello sei. Prima guidando in autostrada mentre guardi il telefonino (con il rischio di morire tu o di ammazzare qualcuno); poi non capendo che in albergo, quando ti ha detto ammiccando che eri proprio timido, voleva semplicemente essere sbattuta a sangue in tutti i buchi, ossia darti ciò per cui avevi pagato.
Inoltre non sei di livello medio. Chi ha potuto e può buttare soldi come fai tu appartiene all’élite. Buon per te. Ma se butti i soldi così non sbandierarlo. E’ uno schiaffo alla miseria.

anonimo
anonimo
1 anno fa

Capisco non cercare ossessivamente la validazione; ma dare validazione a certe donne, anche se attraenti, giusto come fanno i Sugardaddy è peggio che essere zerbini!
Una troia si paga solo e soltanto per scoparla, non per spendere soldi in vino e altre stronzate!

E’ scritto:
“La donna pagata vale uno sputo […]” (Bibbia, 26,22)
Non c’è altro da aggiungere!

Antipocrita
Antipocrita
1 anno fa

Ottimo racconto.

Un solo appunto: quando stavi con Svetlana eri ancora un po’ troppo ingenuo. Ce ne hai messo di tempo per sfancularla. Io non ho i soldi sufficienti a fare da sugardaddy, ma se lo fossi, per come la intendo io, se pago borsetta, cena, serata e qualche centone in busta allora non voglio sentire capricci, frignamenti vari, pareri sulla mia persona e anche un solo “no”.

Perché nel rapporto “sugar” chi comanda è chi paga, è un accordo più o meno tacito, ma dal momento in cui una così non cagherebbe mai uno come me è chiaro che se caccio il grano decido TUTTO e quando la scarico non rispondo nemmeno. E’ un rapporto persona-oggetto, decidono di oggettificarsi e farsi comprare con borsette e “regali”, quindi come tali vengono trattate.

Spero di ritrovarti più sveglio e deciso nei prossimi episodi.

DarkTechno
DarkTechno
1 anno fa

Pura, purissima RedPill. Articolo fantastico. Mi sento onorato di essere stato citato indirettamente (la frase: “usa ciò che hai per ottenere ciò che vuoi” la scrissi tempo fa, parlando proprio di sesso mercenario. Ma – al di là di tutto – grande, grandissima pagina di pura RedPill. Il fattore Money può procurare sesso strepitoso, che – alla fine – è tutto ciò che desideriamo realmente. E quando scopi da Re (a pagamento) hai tutta l’energia necessaria per mandare a quel paese profumiere, idiote cesse acide, e varie donne completamente inutili.

Last edited 1 anno fa by DarkTechno
Henri de Toulouse-Lautrec
Henri de Toulouse-Lautrec
1 anno fa

Non prenderla come una critica ma solo come un’opinione e una richiesta di chiarimenti.
Premesso che uno con i propri soldi fa quello che vuole, c’è chi fa l’abbonamento ad una squadra di calcio, chi compra un amplificatore da audiofili da 20 mila euro, chi compra una macchina sportiva, chi l’ultimo modello di smarphone, ecc, premesso anche che sono contento che tu abbia raccontato delle esperienze che non avrei mai potuto conoscere in altri modi, sia perché personalmente non potrei permettermele economicamente (e ora che sono sposato, neanche me le andrei a cercare), sia perché in rete si trova poco o nulla su questo tipo di esperienze: si trovano vagonate di racconti di clienti di PRO di qualunque livello, ma praticamente niente sul sugardating…
…detto questo io non riesco a capire il tipo di gratificazione che si ottiene, di servizio offerto, di rapporto in essere, che esiste nel sugardating.
Quale potrebbe essere la linea di confine tra una top escort a 360° -no, niente battute sui 90°, intendo l’accompagnatrice che va oltre l’atto sessuale quindi la top escort che fa la vacanza con te, sesso incluso- con la quale riesci a mantenere un minimo di contatto tra un incontro e l’altro e una sugarbaby?
La mia paura è che la sugarbaby, rispetto alla top escort a 360°, ha solo, come differenza e svantaggio, l’aleatorietà dell’investimento.
Una sugarbaby furba potrebbe cercare di fare quello che in Russia 20 anni fa, nel gergo della zona di San Pietroburgo, si chiamava krutit’dinamo, che in pratica è un po’ simile al nostro “fare la profumiera” ma col puro scopo di farti spendere più soldi possibile posticipando il più possibile il momento d’uso della fessurina verticale e magari dileguandosi quando proprio non è più posticipabile.
Ma forse è proprio quello che piace, la non sicurezza della conclusione, che dà la consapevolezza (o l’illusione) che quando “ce la fai” (a ottenere la fessurina di cui sopra) sia per merito tuo.
Un po’ come i bambini che si divertono al luna park a cercare pescare i pupazzetti col granchio meccanico, granchio truccato in cui va male 9 volte su 10, quando con costo di un gettone si potrebbe comprare direttamente il pupazzetto in un negozio cinese… eh vabbeh ma nel secondo caso che gusto ci sarebbe?
Sarà che forse sono io che ragiono per compartimenti stagni forse troppo razionalmente, per me esiste soltanto il bianco e il nero: da un lato esistono le (sempre più rare) donne che ti amano e ti vogliono bene, dall’altra parte esiste il mondo del pro. Nel momento in cui siamo nel mondo del pro, a mio parere bisogna cercare di ottenere quella che il vecchio codice dei contratti chiamava “l’offerta economicamente più vantaggiosa” cioè il miglior rapporto qualità prezzo: alla velocità urbana ho una normocarina in casa che mi dà 20 minuti di tempo; alla velocità di una ferrari in pista (VU*5) ho un modella e alla velocità di un aereo di linea (VU*20) una modella che viene a fare un week end intero di vacanza con me. Non c’è trucco non c’è inganno, non c’è rischio di andare in bianco. Nel caso delle sugarbabies, a mio parere, il ROI è estremamente basso così come il rischio di incappare in una che mira a succhiare più soldi possibile senza dare niente.
Naturalmente non critico la tua esperienza anzi sono contento che tu faccia queste esperienze interessanti e spero che continuerai a renderci partecipe.
Buon proseguimento e buon racconto per le future esperienze.

Cippolippo
Cippolippo
1 anno fa

Ma poi il fatto che quel tizio le si sia rivolto confidenzialmente pur vedendola con un altro non ti ha indotto a sospettare che fosse semplicemente uno dei suoi tanti clienti?
Hai detto che fa solo qualche piccola sfilata locale. E allora secondo te questa modella senza fisico da modella come si guadagna da vivere (non avendo a quanto pare orari di lavoro definiti) se non facendo la zoccola?
Mi sa che hai sganciato migliaia di euro per idealizzare una che chiunque può sbattersi con un centone.
Guarda su bakeca, mi sa che trovi il suo annuncio.

Figadilegno
Figadilegno
1 anno fa

Che palle sta svetlana, hai durato anche troppo fattelo dire. Menomale non siamo tutte così. Stimo di più la Brasiliana, schietta e sincera senza tanti fronzoli, ma giustamente tu cerchi Beatrice ..sei un idealista romantico, questa epoca non ti si addice. Un abbraccio.

Inferno
Inferno
1 anno fa

Questo post sembra una specie di ibrido tra un film porno senza porno e una partita a Cyberpunk 2077.
In pratica bisogna distruggere il proprio io per compiacere una qualsiasi gallina che si considera di livello elevato (elevato de che?), conformandosi a pseudo dettami di trend nel vestire,nell’ascoltare una certa musica benedetta dal mainstream, insomma magari mentire spudoratamente annullandosi e zerbinando a nastro. WTF?

cicero
cicero
1 anno fa

Signori.. fatevi una bella scopata a pagamento perché solo dopo saprete chi siete veramente.

e per:
A questo serve l’amore a pagamento: a capire la natura illusoria di gran parte delle nostre relazioni “amorose”.

..e per l’epilogo.. complimenti Sultano. Niente da aggiungere.

Gibbone
Gibbone
1 anno fa

Non capisco il senso di fare tutto ‘sto traffico, vestirsi elegante, il ristorante, la conversazione brillante, addirittura rischiando pure di essere rimbalzato se non le dovessi piacere. Tanto vale andare con una escort di classe, non devi sbatterti così tanto, scopi sicuro e quanto vuoi.

LiuLong
LiuLong
1 anno fa

Il Sultano nostro è un inguaribile romantico, è lo zio fighettone che andiamo a trovare una volta l’anno quando facciamo i pranzi di Pasqua o quelli natalizi, quella figura che nonostante le sue decine di difetti (essere uno sugar-daddy è il primo), viene amato e apprezzato.

Mi sembra che l’unica cosa che ti sia mancata nella vita è la validazione femminile, e questo, a distanza di tanti anni, ancora ti pesa sulla psiche. Inconsciamente vuoi essere quel chaddino tamarretto che ha il viso e l’atteggiamento grezzo alla Er Pupone per cui le signorine di cui ti eri infatuato sbavavano.
Eppure sei una persona coltissima che usa, come hai scritto poco fa in risposta ad un altro commento, la cultura alla D’Annunzio come arma di seduzione.
Per il mio parere questo è uno scivolone dato che della cultura non frega niente a nessuno tantomeno alle sapiosessuali, è un plus inutile
che non porta nessun vantaggio alla propria persona se non il sembrare ‘nerd’ e sfigato per l’appunto, in ambito seduttivo si intende.
Non sto certo qui a ‘insegnare’ a nessuno come si ottiene la validazione, dato che non ne sono troppo esperto pur essendo tra i fortunati ad averla conosciuta, ma sempre con mie due pariestetiche.

Urhen
Urhen
1 anno fa

Sultano, per le prossime volte devi esplicitargli a chiare lettere che mentre una prostituta vende il sesso le sugar baby vendono un fidanzamento (quindi il sesso è incluso) e se fanno stoorie gli dici questa verità: “di donne che vendono il sesso a un prezzo più basso del tuo ce ne sono tante, donne che vogliono una LTR con chi può spendere per un capriccio 5500€ si trovano, potrei anche fare che mi metto in LTR con una attratta dai miei soldi e che mi da un minimo di validazione e poi la tradisco andando a pagamento con donne più belle, come fanno molti ricchi. Invece per te di uomini abbastanza ricchi ce ne sono pochi”.
Sultano, il tuo errore è pensare che la loro bellezza le mette al tuo stesso livello, ma non è cosi perchè in una società polarizzata come la nostra la M è più rara della L, poi aggiungici il fatto che la L senza sesso è inutile.
P.S. Sultano, sappiamo benissimo che metterti con una donna non bella e poi tradirla non è il tuo stile di vita, però la futura sugar baby non lo sa, e non è il caso di farlo sapere

Last edited 1 anno fa by Urhen
Henri de Toulouse-Lautrec
Henri de Toulouse-Lautrec
1 anno fa

Sultano, visto che hai fatto il classico ed ingegneria, cosa ne pensi di questa parafrasi di Trainspotting che avevo scritto su un forum di concorsi pubblici? Su quali parti sei d’accordo e quali no?

Scegliete la vita; scegliete il liceo classico “perché mi dà la giusta apertura mentale e dopo faccio ingegneria”; scegliete un’università scientifica; scegliete i colloqui di lavoro collettivi del cazzo con la nave che approda su un’isola deserta dove tutti cercano di recitare la parte del maschio alpha leader che tiene le redini del gruppo ma sa assorbire i buoni consigli altrui; scegliete la fibra e il 5g anche se vi basterebbero 10 mbit al secondo; scegliete i social network e lasciate che riempiano il vostro tempo scrivendo cazzate che a nessuno interessano; scegliete di passare le giornate sui libri sperando di laurearvi e “trovare un buon lavoro mentre” gli altri si divertono con amici e ragazze illudendovi di una futura rivalsa sociale rispetto a loro; scegliete di dire che state bene da soli quando la verità è che nessuna ragazza vi caga; scegliete la smart TV per vedere serie TV spazzatura in streaming e che dopo 2 anni diventerà obsoleta e inutilizzabile perché cambieranno qualche codec o protocollo, scegliete lo smartphone da 1000 euro “perché così mi dura” sapendo già che vi durerà esattamente quanto quello da 200 euro; scegliete a 40 anni una donna postwallata alpha widow separata inacidita con figli altrui, che mentre voi studiavate se l’è spassata con il carosello, al contrario vostro che non battevate chiodo, e ora cerca un fesso che mantenga dei figli che non sa di chi siano; scegliete di lavorare a Milano lontani da casa, famiglia e affetti, per una società “lìder” dell’informatica, di quelle che se esci alle 18.30 ti dicono “oggi part time?”; scegliete la gita fuori porta con i figli non vostri con sveglia alle 6 il sabato mattina quando avreste voluto ronfare fino alle 10 e poi farvi una sana trombata; scegliete il collega di scrivania acido; scegliete la segretaria bionda che ha gli aumenti perché scopa col capo; scegliete le riunioni urgenti alle 17.59 di venerdì; scegliete i progetti con scadenza ieri; scegliete le email dei colleghi con il capo per conoscenza nascosta che in maniera piu’ o meno esplicita fanno presente che loro sono fermi col lavoro in attesa della vostra parte di lavoro e quindi il rallentamento è colpa vostra; scegliete i 4 caffé al giorno, scegliete le gocce per dormire dopo che siete tornati dal lavoro stressati alle 23; scegliete di mangiare merda in pausa pranzo in qualche fast food; scegliete di invidiare chi fa un lavoro ripetitivo tipo il magazziniere perché quando ha finito non ha pensieri, scegliete il frigo da 2000 euro “perché ha l’erogatore di cubetti di ghiaccio” (e ‘sticazzi), l’aspirapolvere centralizzato con tubi dentro i muri che fa anche i pompini, la lavatrice con asciugatura quando avreste il sole gratis, l’auto elettrica “perché così risparmio” ma in realtà andrete a spendere piu’ del diesel e, una volta esauste le batterie butterete via l’auto; scegliete i pannelli solari che consumano più energia per essere costruiti di quella che possono produrre durante tutto il ciclo di vita; scegliete il VOIP perché è figo e fa risparmiare ma quando vi serve non funziona o si sente un solo interlocutore; scegliete linux perhé l’open source fa figo e quindi scegliete di passare piu’ tempo a cercare di farlo funzionare che a usarlo per produrre; scegliete di essere vegani perché è chic e poi prendere integratori per sopperire alle carenze alimentari; scegliete di aggiornare sempre il firmware di tutto; scegliete una settimanina di ferie estiva striminzita a ferragosto, perché nel privato di più non vi danno, passata perlopiu’ a fare code o a sudare su una spiaggia affollatissima e la sera a rispondere a email di lavoro lavorando gratis in ferie; scegliete il food delivery perché non siete più capaci di cucinarvi qualcosa di piu’ difficile degli spaghetti al burro; alla fine scegliete di essere licenziati a 50 anni perché non piu’ produttivi e sostituiti con carne fresca e ritrovarvi a vendere contratti gas o fare delivery a domicilio; scegliete il politicamente corretto, scegliete di non essere persone binarie (forse meglio essere esadecimali? ndr), scegliete l’LGBT anche se non vi ricordate per cosa stia (no, non è un allucinogeno); scegliete di andare a messa a Natale perché va di moda, scegliete la cena di classe dopo 20 anni sperando che gli altri siano piu’ falliti, grassi e pelati di voi, millantando ai vostri ex classmates ruoli manageriali quando siete banali sfigati da scrivania; scegliete cibo biologico ammuffito sugli scaffali o equo e solidale proveniente da 1000 km di distanza quando il contadino della vostra provincia muore di fame; scegliete inutili cineserie elettroniche fatte con plastica fusa insieme a rifiuti tossici che da qualche parte dovranno pur infilare.
Ma perché dovrei scegliere una vita così? Io ho scelto di non scegliere quella vita, ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Non ci sono bisogno di ragioni quando hai un posto statale e sei redpillato.

Il Monsignore
Il Monsignore
1 anno fa

Più che altro il problema qui è che Svetlana doveva essere “Sugar” mentre è stato più che altro un gatto attaccato ai coglioni con le unghie.
Capisco perfettamente la differenza fra escort e sugarbaby, e posso perfino comprendere la mancanza di sesso (anche se lo “stop-loss”, come già detto da altri utenti, in questo caso di assenza di chiavate doveva arrivare molto prima), però la componente dolce dev’esserci. In fondo si tratta di uno scambio equo: ti riempio di regali e tu fai la carina con me, anche a costo di morderti la lingua quando devi. Se non lo fai, arrivederci e grazie. La sugarbaby dovrebbe essere abbastanza sgamata da capire il limite oltre il quale rompe i coglioni e tentare di restarne sotto. Se non riesci a trattenerti manco per un fine settimana una volta ogni tanto, allora non dovresti fare la sugarbaby.

Brack.83
Brack.83
1 anno fa

Vivienne: (come Julia Roberts in Pretty Woman!?!) ^^

“non sono una zoccola”, “vediamo se fra di noi c’è feeling”
mi dice:
“ho l’albergo già pagato, se arrivi entro l’ora di cena ti do tutto: la figa, il culo, bocca, tette… in cambio solo del regalino”

Non vogliono essere chiamate\definite “troie, zoccole ecc.” ma quando ci sono di mezzo i “regalini”, a diventalo subito il passo è breve.

Giuseppe Pane
Giuseppe Pane
1 anno fa

Secondo me alla base delle tue avventure / disavventure da romantico sugardaddy, c’è un terribile equivoco: il rapporto tra SB/SD non è affatto romantico, è un rapporto commerciale, in cui il sesso può anche non essere la componente più importante (anche la componente GFE è importante) ma ci deve essere. E ciò va chiarito fin dall’inizio del rapporto: quanti euro ad ogni incontro, oppure anche al mese, se ci sono altri benefit (e quantizzarli) ed in cambio quante e quali prestazioni sessuali. Quindi un primo incontro conoscitivo è fondamentale, e deve essere fatto in tempi rapidi (pochi giorni); ed una volta stabilito l’accordo, il secondo incontro deve assolutamente finire in un rapporto sessuale completo.

Il mondo delle Baby è pieno di profumiere / pseudoescort / venditrici di fotine di piedini / fake di tutti i tipi e bisogna sapersi difendere, l’investimento deve essere produttivo

Non Poi ovviamente non ti voglio criticare, ognuno in un rapporto SD/SB ci vede quello che vuole, io ho una visione molto pratica ed utilitaristica… sbrigativa direi, tu hai un altro tipo di visione.

Un’ultima considerazione, deve essere la baby ad andare dal Daddy e non viceversa, quindi falle un biglietto di aereo o treno nominativo …. E mai anticipare soldi

Night Driver
Night Driver
1 anno fa

Non è una critica del tipo “che idiota, senti a me invece”, ognuno spende i suoi soldi come vuole, e ti ti ringrazio anche per la condivisione di un tipo di esperienze così poco documentato online, non è scontato che tu lo faccia. Però, sinceramente non capisco perché spendere così tanto per delle ragazze che, se non le avessi pagate, non sarebbero state lì, come qualsiasi altra professionista.

La GFE la si può ottenere tranquillamente con delle escort da 150 – 200 euro, e vai anche sul sicuro a livello di fisico (in quella fascia di prezzo è pieno di modelle) e di ottenere ciò che vuoi (una volta concordato). Anche molte OTR offrono GFE o comunque una attitudine complice, lì è più aleatorio, dipende in primo luogo da che tipo sono loro (se stanno lì per lavorare in maniera meccanica, ottimizzando i tempi, o se tendono a rilassarsi e ad essere socevoli), in secondo luogo dal fatto che gli vada a genio tu o meno. Quelle più belle, se volevano fare GFE, potevano tranquillamente aprirsi una pagina da escort, e lo sanno benissimo, se non lo hanno fatto è perché non hanno voglia di mostrarsi amichevoli, complici, e magari baciare, “di contratto”, ma se ne stanno lì a fare “bocca fica”, riservandosi di trattare meglio qualcuno che gli va a genio, e se gli va. Però, statisticamente, facendo diversi tentativi, ne trovi di affabili, e il costo è irrisorio rispetto a quello dello sugardating.

Io, se avessi il tuo budget, spenderei meno per le professioniste (magari passando dalle sugarbabies alle loft) e punterei sull'”hard looksmaxxing”, dici di essere un normaloide, quindi magari, con qualche ritocco ben progettato qua e là, puoi arrivare a uomo di estetica semi top (“Chadlite” insomma), contestualizzando la cosa alla tua età (chiaro che non si può competere con i ventenni), avendo anche un bonus nel fascino percepito dovuto al tuo M e al tuo status sociale (se ho ben capito sei un docente universitario).

M ed S sopra la media, uniti ad un livello estetico normocarino o superiore, offrono un bel boost a livello di attrattività percepita (mentre uno francamente brutto continuerà ad essere visto come tale anche con M ed S). In altre parole, un normale con soldi e status viene percepito genuinamente come carino (o anche di più, se si parla di uno status stellare, tipo cantante famoso), è un fenomeno psicologico documentato nella letteratura di settore, uno carino diventa bello, uno bello diventa bellissimo, mentre uno brutto diventa uno brutto con i soldi.

Poi gli esiti positivi te li godi come meglio credi, con professioniste, con non professioniste, con entrambe. Però non vedo perché perdere l’occasione di investire su sé stessi per foraggiare delle professioniste costosissime e svogliate (che probabilmente useranno quei soldi anche per looksmaxxare in prima persona, tra protesi al seno, liposuzione, filler, lifting eccetera).

Last edited 1 anno fa by Night Driver
Raoul
Raoul
1 anno fa

Il fatto più triste e deprimente non è pagare le escort per scoparle, ma pagarle per fare altre cose. O addirittura pagare non escort per fare altre cose.
Secondo me è una gran cavolata spendere per escort o sugarbabies che tanto è uguale, oltre alla scopata. La scopi, magari se sei carino gli vai a genio, finisci , paghi e vai via.
Puoi anche pagargli la cena, ma perché dovresti. Non è né validante , ne eccitante ne tanto meno conveniente, di fatto è peggio che zerbinare. E uno redpillato non zerbina.

Frankenstein
Frankenstein
1 anno fa

… in questo contesto non si deve dimenticare che tanti fanno il SD (senza saperlo?)  con fidanzate ufficiali – chiamiamole cosi’. Loro pagano a queste per anni vacanze, viaggi, ecc ecc – fino che signorine si stufano e trovano quello giusto, come lo chiamano loro … allora meglio il SD ufficiale. pero’ non criticare signorine (?) ma piu’ la controparte …

Luke
Luke
1 anno fa

Cmq per la cronaca Tinto Brass è ancora al mondo, eh

benzina
benzina
1 anno fa

ADORO i tuoi post ,non so perchè ….abbiamo gusti diversi e storie diverse ma quando leggo roba cosi’ non posso fare a meno di immedesimarmi completamente .
se scrivessi un libro correrei a comprarlo e te lo dice uno che ha letto tanto ma che è da parecchio che in libreria non trovo niente di bello .
trovo solo roba banale ,scontata, conformista ,insulsa ,la robetta che va oggi .
questo nuovo post è stato un vero regalo ,ti auguro di non cambiare mai .
io adoro le more mediterranee ,tu le nordiche ,ma alla fine rivedo nelle tue righe tante cose che mi sono capitate anche a me .( 20 anni di single )-

ti auguro tante belle avventure e ti auguro anche di scrivere un libro su di esse ,magari anche romanzate ,non importa .
sei un figo della penna …non c è dubbio …dillo alle tue profumiere bastarde …

TitoLabieno
TitoLabieno
1 anno fa

Chi critica troppo rapidamente non ha capito quel che va cercando il Sultano, che non è né la chiavata con una bella ragazza, né la GFE. Lui va cercando la Briatore/Berlusconi experience, ovvero quella di un uomo non bello che che grazie al MS può comprarsi la stragnocca più giovane e mantenerla, anche con sprezzo del M perché tanto ne possiede in quantità così industriali che il mantenimento del troione di turno (appartamentino, borsettine, vacanzine) sono briciole. Credo sia una sensazione potentissima: la donna vuole soldi e status, tu glieli butti addosso perché ne hai così tanti che la cosa non ti tange. Il Sultano mi pare cerchi esperienze simili, tramite cui possa illudersi di essere diventato un top manager multimilionario che può permettersi di gettare 10k per weekend dietro ai capricci della modellina di turno, perché tanto è una cifra per lui indifferente.

Veneto
Veneto
1 anno fa

Grazie per i racconti in sublime prosa …ma non capisco proprio perché hai aspettato così tanto a scaricare svetlana! Come doveva ancora trattarti per farti capire il suo concetto di sugar baby ???

Henri de Toulouse-Lautrec
Henri de Toulouse-Lautrec
1 anno fa

Grazie per le bellissime storie.
P.S. Sulla parola “termostato” voglio i diritti d’autore, eheh

Massimiliano Secci
Massimiliano Secci
8 mesi fa

Questo Post mi ha fatto venire voglia di fare due osservazioni sulla redpill dato che l’autore conosce il pensiero dei grandi della tradizione. Generalmente infatti si tende a giustificare la teoria redpill a partire dalle teorie biologiche evoluzionistica non solo dando per scontato che siano vere ma anche accettando in questo modo il pregiudizio progressista che è lo stesso che ha portato all’attuale situazione dei rapporti uomo e donna. Invece non si fa mai ricorso alle teorie metafisiche tradizionali che non solo spiegano altrettanto bene tutto questo ma permettono addirittura di uscire dal paradigma evoluzionistico che non è altro che l’espressione biologica dell’idea di progresso. Infatti le società patriarcale tradizionali erano organizzate in questo modo per analogia con quanto avviene a livello metafisico: a livello metafisico (si veda ad esempio aristotele) il mondo si firma perché un principio maschile attivo plasma per induzione un principio femminile passivo che così per imitazione passa dall’altezza all’all’atto. In quest’epoca c’è uno squilibrio a causa del quale il femminile prevalentemente sul maschile. Notare che in base a questa idea il maschile è Intelletto puro e il femminile può essere intelligenza solo in quanto si adegua al maschile.

benzina
benzina
1 anno fa

penso di non andare fuori tema ma ….ci avete pensato che sin da piccoli ci hanno detto che tutto quello che è brutto ,stupido, sporco è una cazzata e tutto quello che è bello ,buono , soffice e desiderabile è una figata ….

Anonimo
Anonimo
1 anno fa

Bel racconto che premia la pazienza di chi ha saputo aspettare la parte 2 del resoconto.

Un solo appunto:

Ora che sono uno sugardaddy redpillato quarantenne, sta diventando un pendolo fra profumiere e puttane (absit iniuria verbis: lo dico “in senso buono”, come l’avrebbe detto la buon’anima di Tinto Brass)

Beh…..non risulta da alcuna fonte ufficiale che Tinto Brass sia trapassato…..Sultano….

Per il resto….Ok Svetlana, Ok Vivienne ma mettendo insieme questo racconto con quello precedente viene automatico cercare di capire meglio come hai “gestito” Britney….che sembra essere in qualche modo passata in secondo piano. O sbaglio?

BinaryDigit
BinaryDigit
1 anno fa

Sultano, perdona se questa domanda ti è stata già rivolta, o se l’hai già detto altrove, ma, per curiosità (se si può sapere): che corso insegni?

Last edited 1 anno fa by BinaryDigit
Pugliesaccio
Pugliesaccio
2 mesi fa

Racconti che mi ricordano di andare a cercare la mia futura moglie in aperta campagna sotto un telaio per fare la calzetta

Ciaoneee
Ciaoneee
8 mesi fa

Alla fine se non si tromba diventa solo un gioco per benestanti non troppo svegli.
Ok ricercare il take care pagato a caro prezzo ma alla fine bisogna concludere.

Robi
Robi
1 anno fa

Sarei curioso di vedere la persona che scrive l’articolo per fare le mie valutazioni in maniera circostanziata sulle dinamiche che hanno reso possibile questa storia.

Giacomo
Giacomo
1 anno fa

Come già ho sottolineato in altri articoli, il cosiddetto “sultano” secondo me non ha tutte le rotelle a posto.

Urhen
Urhen
1 anno fa

Sultano, perchè ci parli soltanto delle fregature? Ad esempio in base allo scorso racconto e ai commenti che hai rilasciato in giro per il blog Britney sembra fare il suo lavoro.

Signal
Signal
1 anno fa

L’ipergamia esiste ed è evidente, molte mi dicono che solo carino o un bel ragazzo, guadagno quasi 3000, vengo valutato 6.5 in ambiente redpill e sono alto 1.80, eppure solo le 4 vogliono una LTR con me, le tipe sul 5/6 ne ho scopata o limonata qualcuna negli ultimi mesi ma smettono di frequentarmi dopo pochi appuntamenti dicendo “Non è scattata quella chimica”. Ho 27 anni, le uniche ragazze invece che volevano sicuramente LTR con me erano :
– Ragazze sul 4 massimo
– Donne 10 anni minimo più grandi di me sul 5 (anche una che ne ha 21 anni in più), ma pure quelle 5 anni più grandi se la tirano come le ventenni

Frankenstein
Frankenstein
1 anno fa

… mi sfugge la logica del procedere qui …un SD – bene. Pero’ quello che paga definisce (semplice regola di mercato). La controparte, signorina, le ignora. le regole? – eliminare in due secondi signorina, la prossima aspetta … PS: gli europei, specialmente i tedeschi, non sono capaci di costruire macchine, sono al meno 15 anni in ritardo se si confrontano con altri carmakers…

Last edited 1 anno fa by Frankenstein
Nemo
Nemo
1 anno fa

Ma può una donna voler passare del tempo con esseri che si stordiscono (corse con le macchine, reali o in tv) per un altro motivo che la loro ricchezza, qualora e solo questa ci sia.

Affinità Elettive.

Tipregono!
Tipregono!
1 anno fa

Atto 1
Bravo, guarda il cellulare mentre guidi. 
Non è lei che ha risposto al tuo annuncio ma tu che hai messo il bacio e l’hai pi sbloccata, hai cominciato tu non lei.
Ti hai esaminato? Grazie al cavolo! Sei conosciuto per lei, magari sei che millanta di essere un Sugar Daddy e che le farebbe perdere tempo. Spoiler: non sei uno Sugar Daddy.
Ti prego lascia fuori D’Annunzio da queste cose e non ammorbare il prossimo con citazioni letterarie ogni volta che parli, non fai altro che svilirle così.
Ma la Audi ti paga per fargli lo spot pubblicitario?
Ti è toccato spendere? Ma sei uno Sugar Daddy, che vuoi che sia?
Nella società occidentale tutti sfoggiano il loro status, comprese te con le tua citazioni e lo spot all’Audi.
Come Al Pacino? Cioè cieco e con istinti suicidi? Ah già: potevi almeno citare Vittorio Gassman visto che con quello con Pacino è un remake.
Praticamente c’è voluta una Sugar Baby per non farti andare in giro vestito come un adolescente senza soldi?
Foto ritoccate? Ma va? Benvenuto nel 2023. Che poi se esci con una dell’est che fa la modella ti pare che possa mai avere il culone?!
Uno Sugar Daddy come minimo le avrebbe mandato un taxi, cosa che le donne dell’est tendono anche a notare.
Ecco bravo fa qualcosa, le donne dell’est dell’uomo che non si trova il culo con le mani non sanno che farsene.
I tuoi canoni estetico-intellettivi? Hai trovato semplice una bella ragazza, cosa che da dove proviene è più scontata dell’acqua calda.
Belle le battute sull’Africa, complimenti.
Ti rivelo un segreto: anche in Sicilia, che tu definiresti Africa, puoi pagare un conto da 200 euro.
Poi bello che uno Sugar Daddy si preoccupa sei lei voglia un regalo costoso.
Ritardare il punto di corda, oltre che D’Annunzio abbiamo anche Senna.
A quale tipo di uomo è abituato? Ad uomini che sanno prendere l’iniziativa, che capiscono la situazione, che sanno come e quando agire. Ovvero l’esatto contrario di te.
Oddio mi ci mancava la poesina…
No, non vuole fare la profumiera, ti ha solo fatto capire a chiare lettere che ci sta!!!
La conquista? Ma di quale conquista stai parlando? Ma per favore! Quella semplicemente ti avrà sostituito con una altro, magari stavolta un vero Sugar Daddy.
Alla fine hai mollato solo per una questione di soldi, problema che uno Sugar Daddy non avrebbe mai. 

Tipregono!
Tipregono!
1 anno fa

Atto 1Bravo, guarda il cellulare mentre guidi.Non è lei che ha risposto al tuo annunci ma tu che hai messo il bacio e l’hai pi sbloccata, hai cominciato tu non lei.Ti hai esaminato? Grazie al cavolo! Sei conosciuto per lei, magari sei che millanta di essere un Sugar Daddy e che le farebbe perdere tempo. Spoiler: non sei uno Sugar Daddy.Ti prego lascia fuori D’Annunzio da queste cose e non ammorbare il prossimo con citazioni letterarie ogni volta che parli, non fai altro che svilirle così.Ma la Audi ti paga per fargli lo spot pubblicitario?Ti è toccato spendere? Ma sei uno Sugar Daddy, che vuoi che sia?Nella società occidentale tutti sfoggiano il loro status, comprese te con le tua citazioni e lo spot all’Audi.Come Al Pacino? Cioè cieco e con istinti suicidi? Ah già: potevi almeno citare Vittorio Gassmann visto che quello con Pacino è un remake.Praticamente c’è voluta una Sugar Baby per non farti andare in giro vestito come un adolescente senza soldi?Foto ritoccate? Ma va? Benvenuto nel 2023. Che poi se esci con una dell’este che fa la modella ti pare che possa mai avere il culone?!Uno Sugar Daddy come minimo le avrebbe mandato un taxi, cosa che le donne dell’est tendono anche a notare.Ecco bravo fa qualcosa, le donne dell’est dell’uomo che non si trova il culo con le mani non sanno che farsene.I tuoi canoni estetico-intellettivi? Hai trovato semplice una bella ragazza, cosa che da dove proviene è più scontata dell’acqua calda.Belle le battute sull’Africa, complimenti.Ti rivelo un segreto: anche in Sicilia, che tu definiresti Africa, puoi pagare un conto da 200 euro.Poi bello che uno Sugar Daddy si preoccupa sei lei voglia un regalo costoso.Ritardare il punto di corda, oltre che D’Annunzio abbiamo anche Senna.A quale tipo di uomo è abituato? Ad uomini che sanno prendere l’iniziativa, che capiscono la situazione, che sanno come e quando agire. Ovvero l’esatto contrario di te.Oddio mi ci mancava la poesina…No, non vuole fare la profumiera, ti ha solo fatto capire a chiare lettere che ci sta!!!Perle ai porci.La conquista? Ma di quale conquista stai parlando? Ma per favore! Quella semplicemente ti avrà sostituito con una altro, magari stavolta un vero Sugar Daddy.Alla fine hai mollato solo per una questione di soldi, problema che uno Sugar Daddy non avrebbe mai.Se mai avrò voglia proseguirò ma francamente sei un caso disperato, tu non sei uno Sugar Daddy, se un adolescente sognatore e velleitario che sta giocando.

Last edited 1 anno fa by Tipregono!