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Sulla Trombonave si Tromba Realmente? La mia Esperienza

I Viaggi Interrail

Negli anni ’80 e primi anni ’90 andava di moda, tra i teenager, almeno una volta nella vita, solitamente in un’estate di vacanza durante le scuole superiori, di farsi un “Interrail”. L’interrail era una sorta di abbonamento ferroviario europeo di un mese che permetteva di viaggiare quasi liberamente in una o più aree d’Europa a un prezzo forfettario il cui importo non ricordo precisamente, probabilmente si trattava di una cifra tra le 200 e le 500 mila lire per due zone d’Europa; tale biglietto di due zone ci consentì di viaggiare in Germania, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia (saremmo potuti anche andare in Austria e Svizzera ma non erano di nostro interesse).
Qualcuno forse lo paragonerà con l’Erasmus ma non c’entra proprio niente: 1) non è un viaggio di studio; 2) dura un solo mese; 3) te lo paghi tutto; 4 (la cosa più importante): non viaggi comodo in aereo per poi dormire nella tua cameretta singola o doppia: in Interrail dormi in treno o, nella migliore delle ipotesi, in una camerata di ostello con decine di persone e letti a castello, docce in comune e tanti chilometri a piedi con lo zaino in spalla e tanto sudore e il rischio di raggiungere una città e non sapere dove andare a dormire (è capitato, eh, mica prenotavi prima e mica avevi il cellulare per telefonare agli ostelli e sentire se c’era posto).
Lo scopo dell’interrail era quello di consentire ai giovani di vedere altre città europee ad un prezzo abbordabile ma per i giovani interrailers maschi generalmente lo scopo era, ovviamente, un altro: parola di 4 lettere, orizzontale… anzi no, verticale: guarda caso i Paesi più richiesti erano quelli scandinavi; in questo articolo io tralascerò tutto il lato turistico/culturale (che comunque non è mancato, concerti di gruppi famosi e rave party compresi) per concentrarmi su ciò che riguarda il “mating”, che è il tema di interesse del Redpillatore.
All’epoca si narravano fantomatiche storie di fighe della madonna che ti avrebbero tampinato per il solo fatto di essere Italiano; quanto ciò potesse essere vero negli anni ’80 non lo so, ma io ci sono andato a metà degli anni ’90 e vi racconterò la mia esperienza, andiamo per ordine.
È necessaria una premessa, che purtroppo vi spoilererà in anticipo dove voglio andare a parare: dopo l’Interrail ho dato una definizione al seguente fenomeno come “Effetto Svezia”: una persona sente raccontare da parte di chi è stato in un Paese straniero (all’epoca la Svezia o Finlandia o Norvegia) di ragazze bellissime bionde con gli occhi azzurri che ti salterebbero addosso solo perché Italiano, e di avventure sessuali incredibili… così questa persona parte, va laggiù, non conclude niente e pensa “cavolo, mica posso essere l’unico sfigato che non ha concluso nulla nemmeno in Svezia, che figura ci faccio…. Vabbeh mi invento qualche avventura anch’io, tanto chi può controllare?” e così chi torna racconta altre avventure, magari alzando sempre più l’asticella per farsi figo, innescando un circolo vizioso.

Come si svolge l’interrail.


In Interrail di solito il viaggiatore staziona in una città per non più di 2-3 giorni, quindi il gioco è tutto sulle avventure di una notte. All’epoca in Italia queste quasi neanche esistevano, cioè erano eventi rarissimi appannaggio di pochissime ragazze, le più t̶r̶o̶i̶e̶ “sportive”, ovviamente solo con maschi top; ricordo infatti lo spot anti AIDS con la colonna sonora “O superman” e l’alone viola: quando lo vidi rimasi sorpreso nel vedere due ragazzi che dopo essersi conosciuti in discoteca andassero a scopare in macchina. In Scandinavia invece le donne erano più libere nel senso che andavano a vivere da sole molto presto e scopavano volentieri senza impegni di relazioni, ma questo non significa che fossero meno selettive, anzi: laggiù si anticipava quello che sarebbe stato da noi 20 anni dopo (ipergamia e poligamia) e che è stato amplificato poi nel successivo futuro da social network vari).
Come risultato, essendo io un brutto vero da 4.5, le ragazze locali (sia per strada che in discoteca) mi schifavano come un lebbroso, specie in città infestate da italiani. Nelle città minori e di scarso interesse turistico, raggiungibili con treni secondari, le cose andavano un po’ meglio, ma comunque per me non c’è stato verso di portarmene a letto una, complice la mia ingenuità (ne parlerò dopo) oltre che, come già detto, il mio aspetto fisico.

La Trombonave

Il piatto forte di qualunque Interrail che comprenda la Scandinavia, è, ovviamente, la cosiddetta “trombonave”.
La cosa buffa è che il nome trombonave esisteva già dal 1995 e probabilmente anche da prima ma ognuno è convinto di essere stato lui a inventarne il nome.
Questa nave ha, tra gli altri, il tragitto Stoccolma⇔Helsinki, è una mini crociera di una notte che parte nel tardo pomeriggio e arriva la mattina successiva.
All’epoca c’erano due compagnie che facevano questo tragitto, la Silja e la Viking Line; ovviamente noi ci informammo in anticipo su quale fosse la più trombereccia, che ci dissero essere -su quali basi poi non si sa- la seconda delle due. La leggenda narrava che, dal momento che su tali navi l’alcol (che in patria era sottoposto a forti tasse e restrizioni) era in duty free, gli svedesi e finlandesi, ma soprattutto le svedesi e le finlandesi, prendessero la nave per passare il weekend a bere e fare sesso libero. Oggi probabilmente se un ragazzo sfiorasse una ragazza senza averla sottoposta prima a etilometro e visita medico-legale per attestarne la capacità di intendere e di volere finirebbe in galera direttamente senza passare dal via e ritirare le 20 mila lire, ma all’epoca non ci si faceva molto caso.
Nel tardo pomeriggio mentre eravamo in coda sotto il sole con gli zaini per salire su questa nave, ci sentimmo gridare da dietro “Italiani?”. No, non erano un gruppo di fighe ma, li mortacci loro o mannaggia la miseria (a seconda di che Regione siate), altri “peregrini Italiani” (così vennero poi definiti in un forum gli Italiani alla canna del gas in cerca disperata di donne fuori patria). In conclusione abbiamo purtroppo conosciuto, prima di entrare, rispettivamente: un gruppo di caciaroni napoletani di aspetto vario, un romano da 5 poi sparito, un italiano del nord da 7 che sapeva il fatto suo (il migliore); dico “purtroppo” perché, come sempre, meno Italiani ci sono, meglio è.

La nave era bellissima e, a prescindere da tutto, con lo sconto Interrail, valeva la pena prenderla; oltretutto per un interrailer consentiva finalmente di dormire in uno pseudoletto che non fosse in una camerata d’ostello di 30 persone o la cuccetta di un treno e di potersi fare una doccia tranquilla nella propria cabina.

Svolgimento del viaggio in Trombonave

Se la buonanotte si vede dal pomeriggio (storpiando un noto modo di dire), avremmo dovuto già capire che saremmo stati dei tromboincel: appena entrati, a discoteche ancora chiuse, l’atmosfera era questa: gruppo di napoletani con improbabili cappelli di carnevale (giusto per farsi notare) e che facevano cori da stadio “oh le le, oh la la…”, cercando di fermare le (pochissime) ragazze under 30 con improbabili frasi tipo il ridicolissimo “compliment to your mother” o altro in inglese maccheronico. Il migliore della mia compagnia riuscì a interagire verbalmente per un po’ con una ragazza ma, mi pare, poi con un niente di fatto, sicuramente in cabina non l’ha portata.
Nella discoteca della nave, successivamente, la situazione fu questa: molta musica dance di produzione italiana (eh sì, all’epoca noi Italiani eravamo forti anche in quello, grazie a geni come Roberto Zanetti, Graziano Pegoraro, Checco Bontempi, ecc), molti uomini dal sud europa affamati addosso alle donne, poca figa giovane (anche se di aspetto spettacolare) e diverse trashone postwallate sovrappeso (gli occhi belli però ce li avevano anche queste ultime). L’unico che ho visto concludere è l’italiano del nord sul 7 che era abbracciato a una trashona e, verosimilmente, se l’è portata in cabina. Trovo assurdo però che un ragazzo della sua caratura ipogami così tanto… probabilmente prima di ipogamare su aveva provato con le ragazze top senza successo.
Non ricordo a che ora, ma ormai a festa finita e senza aver scopato, siamo andati in cabina giusto per dormire qualche ora prima dell’arrivo, con il solito coping “non abbiamo trombato ma ci siamo divertiti”. Il più bello della mia compagnia di viaggio, un 7.5, avrebbe poi trombato successivamente, in una città dove ci siamo fermati alcuni giorni. Noialtri invece rimanemmo interrincel per tutto il viaggio.
Intendiamoci, non è che all’epoca in Scandinavia non si scopasse. In Scandinavia all’epoca scopavi se eri bello (specie se la tua bellezza era di tipo latino, non nordico), in quel caso avresti scopato con ragazze molto più belle delle italiane e molto prima di quanto ci saresti riuscito con le italiane. Se però eri dal normaloide in giù, da turista in cerca di una botta e via, saresti andato probabilmente in bianco.
All’epoca chi era bello e furbo e “veterano” degli interrail come un caro amico abitudinario, non correva velocemente tra più città ma si sistemava, stanziale per almeno 15 giorni, in una città che non fosse di interesse turistico ma nel contempo abbastanza grande da avere locali dove conoscere ragazze (stando attenti ai limiti di età perché in molti locali sotto i 21 anni non si poteva entrare), dormendo magari in un posto tranquillo, possibilmente in una camera singola economica; e allora sì, portava a casa degli ottimi risultati. Certo, un figo avrebbe scopato pure a Stoccolma, Helsinki o Oslo, ma si tratta di casi che non avrebbero avuto problemi con le donne nemmeno in Italia, andati laggiù in cerca di figa di qualità superiore. Questo amico mi portò pure foto (le classiche foto sbiadite fatte con la compattina a pellicola a fuoco fisso e esposizione fissa) insieme alle ragazze… ma era un ragazzo tra il 7 e l’8.
Io invece ero brutto da 4.5, stremato da stanchezza e privazione di sonno, con l’igiene ridotta al minimo, le mutande usate in double-side (una volta a diritto e una a rovescio perché durassero di più, come quando si faceva il foro laterale nei dischetti da 5,25” per usarli dai due lati) e un aspetto, sia come corpo che come abbigliamento, che sembrava più quello di un profugo durante la traversata che non quello di un vacanziere: maglietta stropicciata, jeans sporchi di treno e scarpe da ginnastica usurate da chilometri di camminate. Se mi fossi stabilizzato in un solo luogo sarei stato fresco di doccia e rasatura, camicia stirata e scarpe fighe, la faccia sarebbe rimasta la stessa ma magari sarei passato da 4 a un percepito 5.5: alla fine, per colpa della bluepill e il tentativo di ipergamare, non avrei concluso comunque, ma magari, se mi fossi redpillato, qualche possibilità con una trashona l’avrei avuta…
…perché il problema è quello, sembra una contraddizione, ma se, da un lato, ero abbastanza redpillato da capire che con livello estetico che mi ritrovavo sarei probabilmente andato in bianco anche laggiù, dall’altro, forse per non sfigurare con i compagni di viaggio, ci provavo solo con quelle bellissime; col senno di poi se tornassi indietro nel tempo ci avrei provato con una trashona sovrappeso 35enne sperando che non disdegnasse farsi un 18enne (seppur bruttino).
In conclusione la dicitura “trombonave” è estremamente ingannevole e non mi meraviglierei che fossero dicerie messe in giro dalla compagnia marittima stessa come “acchiappagonzi” o che, più semplicemente, si sia verificato un “effetto Svezia” all’ennesima potenza: “nessun tromba”, ma tutti raccontano di aver trombato, per non apparire come gli unici sfigati, magari rincarando sempre di più la dose.
A onor del vero non è che in trombonave o in generale in interrail non si scopi in senso assoluto: si scopava con gli stessi prerequisiti che oggi avresti in Italia per un’avventura (cioè essere dal 7 in su) e magari creandosi un percorso di viaggio lontano dai posti di interesse turistico e con delle soste in cui avresti potuto frequentare ragazze per qualche giorno.

Alcune curiosità

Sul ponte della trombonave un indigeno probabilente alticcio mi invitò con un gesto a seguirlo; gli andai dietro ma dopo poco scavalcò la ringhiera e cominciò a camminare verso la prua della nave, col rischio di cadere in mare. Tornai indietro velocemente.
All’epoca a Copenaghen si trovava negli ostelli una rivista gratuita “Copenaghen this week” con consigli su manifestazioni, locali ecc (come ce n’erano tante anche in Italia, di fatto riviste di pubblicità). La cosa curiosa è che in tale rivista c’erano a piena pagina annunci di “escort service” con foto della ragazza e la dicitura “credit card accepted”, questo a metà anni 90 quando da noi le carte di credito non si usavano quasi da nessuna parte. (No, non ne ho usufruito).
C’erano molti gay che si facevano avanti senza problemi. Numericamente i gay probabilmente saranno stati lo stesso numero di quelli che erano in Italia, ma laggiù non avevano problemi a provarci con altri uomini (anche eterosessuali) in ogni caso comunque basta rifiutare.
Molte ragazze bionde si tingevano i capelli di nero (in Italia è rarissimo) e c’erano già diverse ragazze coi capelli con colori trash “alternativi” (fucsia, verde, ecc…), moda che in Italia sarebbe arrivata molto dopo.
Fondamentalmente al di là della bellezza delle ragazze che era ed è oggettivamente superiore, come comportamento (cazzosello, ipergamia, ostentazione dell’omosessualità ecc), secondo me, la Scandinavia ha anticipato l’Italia di una ventina di anni. All’epoca gli Italiani avevano qualche chance rappresentando il macho latino trombatore, oggi probabilmente nemmeno quello perché sono arrivati i bananoni multicolor oversize.
Mi scuso infine se il racconto presenta delle piccole imperfezioni ma sono passati quasi trenta anni e mi baso solo sulla memoria.

-Henri de Toulouse-Lautrec-

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Boucaneer
Boucaneer
1 anno fa

A volte credo che anche i media creino un “Effetto Svezia” con il chiaro intento di creare frustrazione e divisione sociale, dando l’impressione allo spettatore che “rimorchiare è facile” e/o che “tutto il mondo rimorchia e scopa fuorchè TE che sei un incapace, LOL”.
E non parlo tanto di film e pubblicità (che comunque fanno la loro parte) quanto di quotidiani, riviste e anche veri e propri studi scientifici divulgati da svariati organi di informazione, dove ogni volta che si tocca l’argomento “sesso” emergono conclusioni del tipo che se non scopi almeno con 4 partner diverse almeno 5 volte al giorno cadauna devi avere qualche problema, sei sotto la media, non hai una vita normale, che stare in astinenza per un mese è da kamikaze, che le donne sono affamate di sesso (salvo poi contraddirsi dopo una settimana, a seguito di un caso di finto stupro, dove le donne vengono dipinte come delicate pudiche creature delle quali devi prima verificare la carta di identità, fare alcol e droga test, test psicoattitudinali per vedere se sono in grado di intendere e di volere e infine far firmare loro il consenso).

Unutente
Unutente
1 anno fa

Articolo molto interessante e divertente. A tratti mi ha fatto pensare alle avventure fantozziane dei soliti italiani.
Purtroppo penso che il coatto sia la rovina della reputazione di noi italiani all’estero.
Ricordo una vacanza ad Ibizia, in cui c’erano orde di napoletani e romani che facevano un casino nero, con i soliti cori, le espressioni da subumani, gli approcci patetici ecc..
Ogni volta che li incrociavo mi domandavo cosa potessero pensare di noi le straniere vedendo quei buffi e strani esseri, non proprio scimmie ma nemmeno del tutto umani.

Giacomo
Giacomo
1 anno fa

In sintesi : sei da 7 in su, scopi in Italia e in Svezia. Sei da 6 in giù, NON scopi né in Italia, né in Svezia. E ora nemmeno in est Europa.

Alessandro Ferdindo Arconte
Alessandro Ferdindo Arconte
1 anno fa

I vostri antenati si staranno rivoltando dalla tomba di come vi siete ridotti cuck Viking.

Martino90
Martino90
1 anno fa

Una ulteriore conferma…mi ricordo anni fa quando alcuni conoscenti (non amici) favoleggiavano di andare o in scandinavia o nell’est europa per avere maggiore probabilità di ficcare…e io ovviamente ho sempre sorriso a questa idea…di spendere magari ben piu di 1000 euro tra viaggio posto dove stare, sbronze continue e ulteriori spese per non combinare una mazza e tornare sfatto…Molto più semplicemente apro gli annunci della mia provincia, cerco sulla mercanzia, e in mezza ora posso essere sul posto, combinare qualcosa e tornare comodamente a casa con una frazione ridicola del costo e senza sbattimento alcuno. Anche a 19 anni mi sembrava una cavolata assurda pensare di fare questi viaggi che questi conoscenti favoleggiavano di fare e di aver fatto (avevano soprattutto ma non solo in mente la romania), figurarsi alla età che ho ora…Molto bello (anche se impietoso) la descrizione del viaggio di Henry.

Manuel
Manuel
1 anno fa

Bell’ articolo Henri! Hai sollevato un tema interessante.
Le aspettative che hanno gli italiani nei viaggi sono decisamente eccessive. È sempre stato così e la mitomania italica non fa che peggiorare la situazione.
Ho letto anche i tuoi commenti, quelli di Red e di altri. Ho vissuto a Budapest e confermo tutto ciò che avete scritto. Ho capito qual’è il locale che dicevi ..ne conosco anche altri e ti assicuro che ho visto anche scene raccapriccianti.
Una volta, di fronte ad un locale al centro di Pest, ho visto dei ragazzi napoletani pestati a sangue da dei buttafuori enormi. E il tutto perché col solito trucco, che vedo che conoscete, dell’aggancio per strada da parte di ragazze ai malcapitati turisti, i nostri connazionali partenopei erano stati ripuliti di centinaia e centinaia di euro ( perché in quel locale non accettavano neanche i fiorini).
Erano delle maschere di sangue in faccia e la neve si era colorata di rosso. Li ho potuti salvare solo facendogli credere che ero dell’ambasciata. Il che era pure cedibile quella sera poiché uscivo da un teatro in giacca e cravatta…
Una mia amica ungherese, vedendo ad agosto una città invasa da ragazzi italiani tutti maschi, tipo militari in libera uscita, mi chiese con schifo ed un certo disappunto se, per caso, in Italia non c’erano più donne…
Vi posso garantire che il 95% di chi va in Ungheria oggi, torna a casa senza aver combinato nulla. Ma a sentirli parlare, hanno tutti trombato alla grande.
Casomai poteva essere più facile 20 anni fa o prima..ora non più.
Conosco la Scandinavia e ho visto uomini locali rassegnati e arresi. In una birreria di Helsinki ho visto uomini fra di loro, tutti ubriachi, mentre africani e mediorientali sobri erano gli unici ad avere il permesso di provarci con le ragazze sole.
Ho vissuto pure a Berlino e ho studiato a Londra per un anno e mezzo.
A Londra credo sia più o meno facile per quasi tutti trovare donne. Ma se parliamo di qualità sono spesso dolori.
All’epoca mi sono fatto subito fregare da una ragazza minuta coi capelli rossi, con la quale convivevo, che somigliava a Sophie Scott quando canta Hypnotize. Attratta pure dalla mia sistemazione da privilegiato a Kensington, si era piazzata in casa e non aveva intenzione di andarsene…? le ho voluto molto bene però.
Ma la mia solita irrequietezza e la mia passione per le stangone mi ha portato a fare il classico errore di farmi agganciare da ragazze per strada.
Io ed un mio amico veneto, studente allo stesso mio corso, e anche lui un privilegiato con ville al mare nella costa veneta, ci siamo ritrovati in un locale con due meravigliose irlandesi, con gambe chilometriche, che ci promettevano tanto, ma che alla fine ci portavano sempre da bere pure lo Champagne!
Il locale era frequentato da tutta la fascia mediterranea: italiani, spagnoli, greci…
All’ennesimo conto stratosferico, per evitare di chiedere ai nostri paparini altri soldi per il lussuoso soggiorno a Londra, la serata si è conclusa con una fuga disperata fra le strade di Soho inseguiti da due energumeni pelati con orecchini e tatuaggi…
E tutto questo per darti ragione sul fatto che un conto sono i miti ed un conto è la realtà… molto vero e molto utile l’articolo.

Purple Guy
Purple Guy
1 anno fa

Ad ogni articolo che leggo, mi cadono gli zebedei nel notare quanto zerbini siano gli italiani, specialmente se diversamente nordici come quei napoletani analfabeti, nonché patetici… Viaggiare in quelle condizioni, sperando di sfrullare, soprattutto se sai di essere brutto, significa essere ingenui; ma a dire il vero, io non lo farei mai neanche se fossi bello; ci andrei solo se volessi veramente e senza alcun tipo di fatica

Andy
Andy
1 anno fa

Io andai per qualche giorno in vacanza a Copenaghen nel 1994, avevo ventitrè anni. Non ci andai per trombare, ma per altri motivi (non rivelo altro per tutelare il mio anonimato).
La prima cosa che mi colpì fu l’altezza dei Danesi; sia le donne sia gli uomini sono altissimi. Poi mi colpì la bellezza delle donne, mediamente delle fighe che in Italia non vedi manco col binocolo, e in qualche caso (neanche pochi) delle vere e proprie dee. Mi ricordo ancora la cameriera del ristorante in cui andai la prima sera; il suo viso era la perfezione… e il suo fisico idem.
Il rovescio della medaglia stava nel fatto che le donne erano a dir poco glaciali e pure stronze, non solo con me che ero un nano rispetto a loro (sono alto 1,75), ma anche con i propri connazionali. In discoteca non li cagavano manco di striscio, ballavano tra di loro (che tristezza!), e mi fu raccomandato di stare attento perché queste, a una certa, si sbronzavano ammerda e poi diventavano rissose.
Gli uomini erano mediamente dei bamboccioni sfigati e manco ci provavano con le ragazze, proprio perché là il nazifemminismo era arrivato già da un pezzo e aveva sortito il suo effetto nefasto sulla popolazione.
Ergo, in Danimarca manco negli anni ‘90 l’Italiano medio trombava. Quindi, se qualcuno che non abbia l’aspetto di Henry Cavill vi racconta il contrario, mandatelo pure a fare in cu@o.

Deus un machina
Deus un machina
1 anno fa

Ho sempre odiato la goliardia e le grandi compagnie caciarone e altrettanto ho sempre odiato quelle situazioni (tipo gita scolastica o certi scambi culturali o vacanze organizzate in un certo modo) in cui bisogna rimorchiare a tutti i costi: sono situazioni che mi hanno sempre creato un forte disagio.
Uscire dalla mia zona comoda di uomo medio normaloide mediamente sfigato è sempre stato una fonte di stress emotivo importante. Ricordo il terrore al “gioco della bottiglia” a cui opportunamente ho sempre cercato di evitare di partecipare, data la mia strana personalità che è fondata su un “letale” mix di timidezza, inconsapevole bigottismo, irrisolta incapacità relazionale con le ragazze, ansia sociale, capacità riflessiva troppo sopra la media e una terrificante incapacità di essere superficiale.

In conclusione: trovo incomprensibile folle si possa partecipare ad eventi trombeschi, addirittura spendendo centinaia di euro a migliaua di km da casa.

OrangePill
OrangePill
1 anno fa

Della ‘Trombonave’, ovviamente non chiamandola così, avevo sentito per la prima volta parlare, con una punta di disprezzo, dalla madre dei miei figli, che è appunto svedese, all’inizio della nostra relazione nel 2002.
Lei l’aveva presa nel 1990, quando, ancora minorenne, era andata a Mosca a lavorare come au pair presso la famiglia di un ebreo russo sposato a una svedese (e scappando poco dopo a gambe levate dopo che il tipo aveva cercato di violentarla).
Mi parlava di un posto un po’ maffo (la trombonave ovviamente) con principalmente ultratrentenni, svedesi e finlandesi. All’epoca la voce non si era ancora sparsa al di fuori dei due paesi, ma lei mi assicurava che era un bordello vero e proprio, con scene da commedia erotica nei bar e nei corridoi.
Quindi all’inizio si trombava eccome, ma tra svedesi e finlandesi.
Di sicuro l’arrivo degli stranieri, specie degli italiani ‘oh lellé, oh lallà’, ha sputtanato pesantemente la cosa, anche se credo che autoctoni e stranieri con sufficiente L abbiano continuato a trombare lo stesso.

Alex Le Large
Alex Le Large
1 anno fa

A questo interessante racconto aggiungiamo anche un altro fatto: non c’era Internet (o meglio, non era diffuso se non fra pochissimi smanettoni) e tutto si basava sulla testimonianza di ammiocuggino + una o due altre persone che inevitabilmente ingigantivano tutto per far bella figura. Un pò come leggere solo 3 recensioni positive di un ristorante e andarci per poi finire la mattinata dopo sul cesso a cagare l’anima.

Personalmente ricordo qualche gita all’estero e ad imboscarsi in modalità mordi e fuggi (l’unica consentita in rapporti fugaci di 4-5 gg) erano ovviamente i più belli della classe. E in effetti la trombonave è solo un’ altra “isola che non c’è”, uno dei tanti posti mitologici dove il sesso diventa improvvisamente alla portata di tutti o quasi. Miti che, appunto, devono essere smitizzati per non creare false aspettative.

Last edited 1 anno fa by Alex Le Large
Emanuele
Emanuele
1 anno fa

Se uno è “bravo” nella sua terra natale, lo è anche fuori; se uno è ignorato nella sua terra natale, probabilmente lo sarà anche fuori.
Io sono stato pochissimo all’estero, però ricordo che nella fine degli anni ’90, d’estate venivano diverse famiglie britanniche o americane in ferie qui per fare il mare e ricordo che i vari bulletti si baciavano con le ragazze straniere; io anche da loro ero ignorato.

flyingsoul
flyingsoul
1 anno fa

Leggendo il tuo post ho rivisitato la mia avventura in polVacchia nel 2000. Fighe senza senso che ti correvano dietro, ovunque ti giravi c’era figa a cui non eri abituato in Italia ma, tolta la curiosità dello straniero in terra slava, la cosa finiva lì. Giusto limoni ma niente pesche (se capite la metafora). Non conoscevo la red pill ed ho un ricordo fantastico di quella gita fuori porta (a capodanno) e direi per fortuna, perché se la leggessi con l’esperienza e la visione che ho ora delle relazioni, sarebbe stato un fiasco totale. Ma lo fu davvero? Quante ragazze conoscevo in Italia di quella avvenenza? e soprattutto quante ne limonavo? Se il fine è sempre il sesso, tanto vale pagare…

Stevenson
Stevenson
1 anno fa

Bella recensione; ma ad inizio anni ’90, chi era furbo si imboscava a Timisoara, dove era pieno di universitarie semi-pro, dalle poche pretese.
Penso che la Svezia fosse una destinazione ormai demodè: andava di moda alla fine degli anni ’70, inizio anni ’80 … e solo in ambienti di estrema sinistra.
La maggior parte di chi vantava avventure con le passionali donne svedesi erano quasi dei “brigatisti” e, quindi, individuiti con dark triad elevata!

pedrito semper drito
pedrito semper drito
1 anno fa

Il “mito Svezia” ha avuto in passato – e forse ha ancora, su ingenui soggetti – la sua versione Lombardo/Comasca che è il mito del “Gigolò a Lugano” !
Ebbene sì, per tutti gli anni 80 e 90 si era consolidata la leggenda di certi locali (dancing, discobar, discoteche e night) ubicati in Canton Ticino ove pullulavano belle e ricchissime tardone a caccia del ragazzo Italiano !
Inutile dire le frotté di medioman comaschi, varesotti o anche brianzoli che si aggiravano alla ricerca di questi mitici luoghi . . . Ricordo che un certo Fabio, convinto sino in fondo della leggenda, passò uno ad uno tutti questi locali da Chiasso sino ad Sirolo, in sere diverse della settimana, stagioni diverse ecc. Ebbene costui dopo circa due anni di accurata ricerca affermava di aver trovato uno/due locali – di cui non rivelava né il nome né la posizione geografica – in cui lui a fine serata andava sempre in “buca”. Poi nessuno lo vide più. Tre anni fa l’ho rivisto, era un Amazon deliver.

Per assurdo, questi miti, ingigantiti e distorti dai racconti da bar, alimentavano una fervida frequentazione di Italioti nel Canton Ticino, ove da super MDF molti cadevano nella trappola delle “artiste” dopo lo spettacolo dello strip tease – consumazione champagne da pagare salatamente !
Perciò, la realtà redpill era all’opposto ! Il pollo si trovava a dover farsi spennare a fondo per una semplice palpatina veloce con Luana nel séparé del night . . . La storia, all’indomani con gli amici del bar sarebbe stata quella di una conquista serale, seguita da una ons !

Quasimodo68
Quasimodo68
1 anno fa

Altro traghetto con questa fama era il Malmoe Copenaghen ( prima che ci fosse il ponte) il venerdì sera….ed era solo una bella

Mrmark
Mrmark
1 anno fa

Buongiorno a tutti, scrivo questo messaggio per spezzare una lancia a favore dei viaggi esteri (avrei potuto commentare sotto diversi altri post del blog ma sono capitato sotto questo). Premetto che non sono esperto del mondo redpill e che ho scoperto da poco questo blog, ma essendo in linea con moltissimo di quello che leggo vorrei dare il mio contributo e confrontarmi.
Ammetto che mi ha sorpreso leggere tanti commenti con esperienze negative di viaggi esteri: io in primis e quasi tutta la mia cerchia di amicizie e conoscenze abbiamo avuto riscontri del tutto diversi. Non posso parlare della trombonave nello specifico perché non ci sono ma stato, ma uno dei miei amici ebbe persino il primo rapporto anale a bordo. Per quanto mi riguarda, non mi considero brutto vero ma bruttino si, e per me l’estero ha sempre rappresentato un paradiso (anche se in modo diversi a seconda dei luoghi). In Italia zero match su tinder, all’estero appuntamenti con 3 ragazze nello stesso giorno. L’ho sempre attribuito al fatto che all’estero la vita sessuale venisse presa molto più alla leggere che in Italia…. Nessuno condivide le mie esperienze?

Veneto
Veneto
1 anno fa

Domanda che giorno della settimana hai preso la Viking ? la crociera celeberrima era solo nel we serale …partiva da Stoccolma il venerdi sera o il sabato sera…l’atmosfera delle altre sere della settimana non era assolutamente la stessa tanto che all’epoca in cui andavo (primi anni 2000) nel sito internet della Viking era scritto a chiare lettere che per quei giorni i minori di 21 anni non accompagnati dai parenti potevano salire solo con giustificazione scritta che esplicitasse il motivo del viaggio e doveva rientrare fra gli elencati nel regolamento…all’epoca non ne capivo il senso poi una volta salito l’ho capito

MarcoC
MarcoC
1 anno fa

A questo racconto verrebbe da obiettare: come mai tanti italiani che in patria fanno la fame, appena superato il confine, o fisicamente o geolocalizzandosi in altre nazioni europee, cambiano da così a così il loro SMV iniziando ad avere relazioni e avere tanti match su Tinder?
Semplice, perchè se parti dal livello -80, non c’è niente che potrà salvarti, nemmeno il geomaxing. Un 4.5 resta un 4.5, a Roma come a Helsinki, oggi come dopo 12 mesi di dieta e Lmaxing. Certi escamotage funzionano se parti da un livello almeno sufficiente (5.5-6).
Poi, se non ricordo male, Henry ha il problema della statura molto minuta, e quello in una nazione in cui la ragazza più bassa è 1.75 senza tacchi, deve essere un handycap non da poco.

Per il resto, conosco quel tipo di dinamica in cui eterni single che in patria facevano la fame dai tempi della guerra, di ritorno dalle vacanze andavano dagli amici per raccontare improbabili avventure con turiste tedesche, svedesi, norvegesi, austriache, di cui non c’era traccia. Alcuni lo facevano con la trombonave, altri con i classici 15 giorni a mare. E si, a quei tempi non c’erano gli smartphone e i social in cui eri obbliato a esporre tutti i dettagli della tua vacanza, quindi lavoravi di fantasia…tanto chi poteva controllare?
Infatti a tal proposito vorrei chiedere a Henry: ma questi soggetti che di ritorno dalla crociera si inventavano storie di avventure con bellissime ragazze straniere, non vedevano la loro credibilità sbriciolarsi letteralmente sillaba dopo sillaba, parola dopo parola? Io ho scoperto l’esistenza di questa famosa trombonave lo scorso anno grazie a un tuo commento, ma sono stato più volte dal lato dell’ “ascoltatore” che ascoltava divertito i racconti post-mare: partiva un coro di sfottò e risate direttamente proporzionale all’inettitudine relazionale del soggetto in questione.
Perchè se un 6 non autistico e con un discreto giro sociale che va in vacanza e conclude è credibile, un 4-5 che non ha mai rivolto la parola a una ragazza che va in vacanza e conclude, magari con 2-3-4 ragazze diverse, è fantascienza. Non eravamo redpillati, ma non eravamo nemmeno fessi.

Last edited 1 anno fa by MarcoC
Alessandro Ferdindo Arconte
Alessandro Ferdindo Arconte
1 anno fa

Questa e la loro famiglia di Nazareth hahaha razza di cucks

Alessandro Ferdindo Arconte
Alessandro Ferdindo Arconte
1 anno fa

Che popolo di cuck è meglio che vi estinguete.Non c’è spazio per i deboli nel nuovo mondo.

Giovanni
Giovanni
1 anno fa

Io, invece, alla tua stessa età, seconda metà anni ‘70, sono andato in Brasile e ho trombato come un riccio: bionde, brune, mulatte, giapponesi, cinesi, siriane, turche, russe, praticamente d’ogni razza migrata in quel folle paese. Ci sono rimasto più di un anno mezzo e, a conti fatti, me ne sono ripassata una nuova ogni settimana. E ho dovuto accontentarmi, perché ero senza soldi e senza mezzo di trasporto che non fossero i miei piedi. Avessi avuto un auto o una moto sarebbero state una o due al giorno.