Dinamiche Sociali

Il bullismo è vampirismo sociale

Quello del bullismo è un tema molto sentito all’interno dell’androsfera. Sono in molti a raccontare di aver subito bullismo a qualche livello nel corso della vita, con nette differenze tra Nord (dove il bullismo è prevalentemente verbale) e Sud (dove il bullismo è più radicato nella cultura e si manifesta anche in maniera fisica). Il bullismo è più comune tra gli uomini, i quali tendono più a un bullismo “diretto” di aggressioni fisiche e verbali, ma, sebbene meno eclatante, non è assente neppure tra le donne, che si bullizzano a vicenda in maniera più indiretta, a suon di diffamazioni.

Il bullismo nella nostra società è visto negativamente, poiché implica una prepotenza, un’ingiustizia o un approffittamento a discapito di qualcun altro. Ma se a parole è condannato, nei fatti è ampliamente tollerato sia dalle figure che dovrebbero vigilare, prevenire e punire gli episodi di bullismo (insegnanti, genitori e persino magistrati), sia dalla generalità delle persone, che nel bullo vedono comunque un vincente, uno che domina sugli altri.

Questo è del resto lo scopo del bullismo: acquisire status all’interno di un gruppo, a spese altrui. Qualcuno lo ha definito efficacemente “vampirismo sociale”, aumentare il proprio prestigio succhiandolo da qualcun altro, come un vampiro succhia il sangue alle sue vittime. Gli uomini bullizzano altri uomini per dimostrare dominanza e per mettere in mostra la propria forza fisica. Le donne cercano di screditare le rivali, in genere dipingendole come delle zoccole.

E’ chiaramente una strategia valida, perlomeno in certi ambienti e se fatta in certi modi. Se così non fosse, i responsabili la abbandonerebbero immediatamente. Se le donne iniziassero a emarginare i bulli, il bullismo cesserebbe all’istante. Le donne sono tanto brave a condannare il bullismo e le altre forme di violenza a suon di post nei social, quanto a rimanere omertose e sottilmente eccitate quando il maschio che desiderano dimostra la sua superiorità con la prepotenza.
Anzi, alcune donne, tendenzialmente quelle delle classi sociali più basse (nelle quali l’atavico bisogno di protezione si fa sentire di più), provano piacere nel mettere in competizione il proprio uomo (o zerbini vari) con altri e testare la sua capacità di esercitare la forza per tutelare i loro interessi. Tutti noi abbiamo bene in mente la pietosa scena dello zerbino Will Smith che prima ride di una battuta di Chris Rock sulla moglie e immediatamente dopo, accorgendosi che questa non ha gradito, si alza e sale sul palco per tirare un pugno al comico.

Il bullo è un violento, ma non tutti i violenti sono bulli. Il violento è uno che tende a gestire le sue questioni con la forza, senza guardare chi ha di fronte. E’ un incivile per la società in cui viviamo, uno che cede ai suoi istinti, ma può avere un suo sistema di valori e in determinate situazioni meritare rispetto. Il bullo no, è una creatura senza onore. Il bullo è un vile e prima di attaccare si accerterà di essere più forte fisicamente (o psicologicamente) del bullizzato. Qualora non lo fosse, si accerterà di essere in superiorità numerica o di poter in qualche modo indebolire l’avversario paralizzandolo.

Esistono solo quattro modi di gestire un bullo:

1) Stargli alla larga. Può sembrare ovvio come consiglio. Escluse le circostanze in cui uno è costretto a condividere l’ambiente con il bullo (ad esempio a scuola), qualcuno troverà strano che uno si vada a cacciare in situazioni in cui può subire bullismo. In realtà è più comune di quanto si possa pensare. Molti ragazzi, pur di avere un po’ di amicizia e contatto umano, frequentano persone tossiche che non li rispettano.

2) Essere più forte di lui. Costruirsi i muscoli, imparare le arti marziali dal Maestro Myiagi come in Karate Kid, avere una rete solida di amici. Avere un gruppo di amici o una rete di supporto solida può essere una difesa valida contro il bullismo. Come già detto, i bulli tendono a cercare individui isolati e vulnerabili, quindi avere un potenziale di forza e persone fidate intorno può dissuaderli.

3) Essergli utile. Far capire al bullo che avrà più vantaggi sociali dallo schierarsi con te che dall’inimicartisi (“Posso farti entrare alle feste più fighe”). Questo passaggio è un po’ più difficoltoso proprio perché il bullismo si inserisce in quei contesti, tipicamente adolescenziali, dove non si ha una reale posizione sociale da far valere, e anzi è proprio la mancanza di un’identità e di uno status ben preciso che porta il bullismo a sostituirsi alla competizione economica e professionale che invece caratterizza gli adulti.

4) Prenderle. Prenderne di più subito per prenderne di meno in futuro. Molti ragazzi hanno un carattere mite e una scarsa propensione alla violenza, che li porta a subire pur di non prendere botte. Purtroppo questo ragionamento ha come effetto collaterale quello di generare un’escalation di bullismo ancora maggiore. Il bullo, nel vedere che il bullizzato non reagisce, si sente rinvigorito e incoraggato a continuare nel suo comportamento spingendosi sempre oltre. L’unica soluzione è spezzare subito la catena, con una forte risposta fisica. Anche se il bullo è fisicamente più forte e di certo dopo la vostra reazione vi picchierà, la volta successiva con ogni probabilità vi lascerà in pace perché non vi vede più come bersagli convenienti. A un bullo passa la voglia di mangiarsi la merendina se ha il naso che sanguina perché quello a cui l’ha sottratta gliel’ha tirata in faccia con un pugno. Inoltre le botte prese in modalità combattimento fanno meno male di quelle prese in modalità passiva, perché l’adrenalina agisce da anestetico. Mi rendo conto che questo consiglio può sembrare masochistico e non è per tutti, ma tante volte nella vita bisogna scegliere il male minore.

A nulla serve “negoziare” col bullo, come ad esempio molti pensano che dovrebbe fare l’Ucraina con Putin (bullo doc). Ogni dialogo con un bullo è impossibile se non si parte da una posizione di forza.
A nulla serve anche rivolgersi ai genitori del bullo, tanto se il figlio è un bullo lo è con ogni probabilità anche il padre.

Molti adulti del resto vedono il bullismo come un processo naturale e inevitabile, qualcosa che “forma il carattere”. Il bullismo non forma nessun carattere, anzi spesso distrugge la psiche e crea soggetti come Elliot Rodger e quei due tizi che a fine degli anni ’90 entrarono al liceo Columbine con gli UZI, perché a furia di essere chiamati froci e cosparsi di maionese dai fighetti della scuola erano andati fuori di testa.
Credo che il problema maggiore del bullismo non sia tanto il bullismo in sè, che col tempo si può (almeno parzialmente) metabolizzare , quanto la mancanza di gioie in grado di compensare il dolore dato da queste esperienze. La mancanza, insomma, di un equilibrio tra il bene ricevuto e il male ricevuto. Il bullismo purtroppo è devastante e lascia segni anche a distanza di anni proprio perché va a colpire la struttura psicologica precaria e traballante di chi ha già una vita miserabile. Cercare di avere, per quanto possibile, una vita piena e felice è sempre il miglior antidoto per tutto.

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DarkTechno
DarkTechno
7 mesi fa

Tutto verissimo. Ho ho avuto due episodi di bullismo, finiti male per il bullo.
A 8 anni, in palestra, un bullo mi rompeva incessantemente i coglioni. Peccato che un giorno, all’uscita, si ritrovò una bella manciata si sabbia nera e bruciante negli occhi. Risultato: mai più una mancanza di rispetto. Avevo vinto.

A 15 anni, appena entrato al liceo. Un bullo in sovrappeso di un’altra classe entrava nella mia classe e si divertiva a calpestarmi il giubbotto. Semplice soluzione: una scarica di calci negli stinchi, e via.
Era un cesso obeso e idiota, non aveva altro che il bullismo per darsi delle arie. Dopo la scarica di calci non entrò più in classe mia. Mi lasciò in pace.

Chi subisce bullismo deve REAGIRE.
Il più delle volte questi cretini sono più deboli di un soldo di cacio, come il ciccione che mi calpestava la giacca. Si fanno forza sapendo che spesso la vittima non ha la determinazione di reagire. Ma è essenziale reagire: con la forza, con la violenza.

Purtroppo oggi è tutto un andare dagli psicologi, dagli insegnanti di sostegno, dai preti. Non serve a un cazzo nulla. Ci vuole un calcio sferrato bene, una manciata di sabbia dritta in faccia. Ecco cosa ci vuole!

Last edited 7 mesi fa by DarkTechno
Signal
Signal
7 mesi fa

Quanto li odio i bulli, se mai avrò dei figli, se scopro che vengono bullizzati vengo a scuola con una mazza e li bastono tutti.

Quando in Sicilia uno studente bullizzato ha reagito con un coltello contro il bullo ci ho goduto perché ste persone di merda e frustrate si meritano che reagiscono gli altri.

Quando andavo a scuola sono stato perculato verbalmente e i prof se ne sbattevano, io li sputerei in faccia se li rincontro.

Antipocrita
Antipocrita
7 mesi fa

Ho subito bullismo dagli 8 ai 18 anni. Poi dai 18 ai 27 ho subito un tipo di bullismo da adulti, molto più sottile. Devo dire di essere parecchio esperto.

Un modo molto viscido per non farsi più bullizzare è bullizzare qualcuno di più debole. Il bullo, vedendo che il “bullificato” a sua volta bullizza qualcuno, inizia a considerarlo diversamente e diminuisce le sue mire. Io ho subito anche questo tipo di bullismo da catena, e le prendevo da entrambi (bullo radice e bullo di riflesso). Il bullo di riflesso è anche peggiore dell’altro, oltre che ridicolo perché si cala in un ruolo non suo. E’ come il cesso a pedali che si atteggia e crede che basta il carattere per scopare, fa ridere.

Comunque ho provato un paio di volte a reagire. La prima volta le ho prese, il tizio era 1.90 per 80kg e io 1.70 per 50kg, dopo averlo spintonato mi ha dato uno schiaffo e mi sono rotto la testa contro il muro. Ovviamente i professori hanno consigliato ai miei di non sporgere denuncia dicendo che sarebbe finita in niente, in realtà stavano cercando di pararsi il culo per non aver vigilato la situazione.

La seconda volta il bullo godeva solo di uno status elevato, un belloccio con la macchina già a 18 anni, ma alla mia portata in quanto a fisicità. Gli ho preso la testa e spinta contro il banco. All’uscita da scuola mi sono trovato da solo contro 20 persone, mi ha salvato la prontezza di riflessi, mi sono rannicchiato in un angolo e sono andato a casa dolorante ma intero. Anche qui stessa scena da parte dei professori. Nei mesi successivi lo stesso gruppo veniva quasi tutti i giorni a fare spedizioni punitive, un giorno mi hanno costretto a stare fermo mentre mi sputavano addosso, un altro giorno mi hanno rovesciato un bicchiere con la cacca di cane sul banco di scuola. Poi altri episodi che non sto qui ad elencare.

Devo dire che avere genitori blupillati che pensano che certe cose “forgiano il carattere” o che prendevano iniziative molto blande non ha aiutato.

> Il bullismo purtroppo è devastante e lascia segni anche a distanza di anni proprio perché va a colpire la struttura psicologica precaria e traballante di chi ha già una vita miserabile. Cercare di avere, per quanto possibile, una vita piena e felice è sempre il miglior antidoto per tutto.

Questa è pura verità.

Comunque il bullismo non mi ha corrotto da un punto di vista materiale, sono riuscito a realizzarmi nella vita (contro tutto e tutti). Ho dovuto poi mollare certe “amicizie” tossiche che continuavano in maniera molto sottile a bullizzarmi. Perché c’è da dire che se hai subito bullismo rimarrai sempre quello “sfigato e debole” anche da adulto agli occhi di chi ha visto certe scene (e a volte anche riso). Ad oggi non ho amicizie, sono solo, ma ho un ottimo lavoro e stipendio, non mi manca nulla. So che il fatto di essere sociopatico e essere infastidito dalla presenza delle persone attorno a me è uno strascico del bullismo, Ma ho imparato a conviverci.

Il Monsignore
Il Monsignore
7 mesi fa

Fra l’altro, tutte le prevaricazioni fisiche che le donne lamentano e che talvolta sfociano nella morte, sono perpetrate da bulli abituati a prendersi e mantenersi status con la forza, individui che conoscono solo quel modo di ‘ragionare’.
Nei teen drama americani il bullo viene spesso ritratto come un violento ma tonto, che al primo accenno di replica piccata e passivo-aggressiva da parte della fighettina di turno, si ammutolisce e mette il broncio, trovandosi per la prima volta dalla parte degli sconfitti. E’ una bella favoletta, ma la realtà è ben diversa. Se è vero che un ragazzo bullizzato può reagire mantenendo la questione sulla forza fisica, dimostrando che il bullo è si più forte, ma deve anche essere disposto a farsi male a sua volta (cosa che, a lungo andare, potrebbe far dirigere il bullo verso altri porti), una ragazza non potrà mai competere sul piano fisico e resterà per sempre vittima senza possibilità di scampo.
Gli uomini imparano presto ad annusarsi e a capire chi è il violento o quello che vuol fare da capobranco; le donne non fiutano niente, anzi, come ampiamente spiegato, sono attratte da certi comportamenti da ‘malessere’. Il risultato è che fuori dalla scuola, quando comincia la vita vera oltre quelle quattro mura, i bulli diventano un problema sociale enorme anche per le donne e non più solo dei bullizzati.
Incredibile poi come negli ultimi anni, sia da un punto di vista musicale che da un punto di vista televisivo, la figura del bullo sia stata sdoganata. In pratica gli atteggiamenti criminali sono diventati qualcosa a cui aspirare per riempirsi di ragazze, che volentieri si prestano al siparietto.
Da una parte si grida alla vergogna dei femminicidi, ma dall’altra si lascia serpeggiare questa moda del trapperino malessere di turno.

Alex Le Large
Alex Le Large
7 mesi fa

Una nota sulla strage di Columbine. Recentemente (e non a caso) sta prendendo piede una lettura “revisionista” che esclude il bullismo come causa della strage.
In un articolo dal titolo “The Incel Myth that the Columbine Shooters Were ‘Bullied” , scritto dalla femminista tossica Stephanie Leguichard, fondamentalmente si nega il ruolo del bullismo che era messo in atto in quella scuola, puntando il dito sulla “cultura incel” che giustificherebbe la strage (lol).
Un altro giornalista, Dave Cullen (appartenente alla vulgata LGBT) addirittura ribalta la frittata affermando che fossero loro i bulli.

E’ interessante, ma non sorprendente, notare come per una femminista il fantomatico “incel” (parola messa a caso come il prezzemolo) sia un pericolo sociale peggiore del bullismo. Per lei degli atleti palestrati che vessavano gli altri studenti (uno aveva persino incendiato un appartamento) sono un pericolo e colpa minore di ragazzini mentalmente fragili.

Inoltre questi articoli sono messi bene in risalto sulla stampa mainstream. Perchè? Perchè affermare il ruolo del bullismo nella strage, significherebbe ammettere l’importanza delle strutture di bulli (squadre atletiche, confraternite ecc) nelle scuole e nei campus americani come base della struttura sociale americana. Puntando il dito sui bulli, si punta il dito sull’America e sul mito nazista del più adatto e forte.

Ecco perchè da sempre affermo che femministe e gay sono potenti alleati del sistema.

Last edited 7 mesi fa by Alex Le Large
Nicola
Nicola
7 mesi fa

Non è il punto centrale dell’articolo ma si sa che le donne vivono una delle loro tante contraddizioni con i bulli: socialmente li condannano dichiarandosi indignate ma privatamente sotto si bagnano per loro. É ormai un caso da manuale quello dei gemelli Bianchi, i bulli palestrati di paese che hanno ucciso Willy Monteiro, un ragazzino di colore. A fatto avvenuto tutte solidali con il defunto e maledetto il comportamento dei due tizi, ma la verità è che il ragazzino non se lo cagava nessuna mentre tutte nel quartiere, pur sapendo che tipo di vita facevano i due manzi, ci sbavano dietro. Quei tipi nella figa ci nuotavano letteralmente e se non avessero esagerato nella loro azione – fosse stato solo un pestaggio – avrebbero continuato a nuotarci.

Incellone
Incellone
7 mesi fa

“Putin bullo DOC” – invece gli ucraini che hanno bombardato per un decennio le popolazioni del Donbass con l’indifferenza se non l’appoggio occidentale sono delle povere vittime, immagino

Anonimo
Anonimo
7 mesi fa

Bella la disamina dei metodi anti bullo. Ricordo un bullo: da bambino risolsi standogli alla larga ma ci vollero anni per riuscire a levarmelo di torno. Viceversa un mio amichetto più tonico, messo fisicamente meglio, reagì con la violenza e fu lasciato in pace quasi subito. Si rischia tanto: violenza può voler dire ospedale e anche morte ma chi non risica non rosica….bisogna fare il conto costi benefici: molto dipende dal bullo in particolare e dai suoi … ahem … approcci.

Stevenson
Stevenson
7 mesi fa

É normale: la stacy più bella e oca é sempre fidanzata col bulletto ripetente, aggressivo e con la maria…
Il problema é che il vero bullo ha diversi “servetti”; gli altri vengono isolati e colpiti uno alla volta!

Alex Le Large
Alex Le Large
7 mesi fa

Da ex bullizzato trovo questo un altro articolo finalmente interessante. Il bullismo è una forma particolarmente complessa di competizione sociale.

Io sono stato bullizzato praticamente per oltre 6 anni fra le medie e le superiori. Purtroppo (si fa per dire) non da balordi, ma da figli di papà. Quindi nemmeno la soddisfazione di vederli finiti nel solito giro di droga, disagio ecc in cui finiscono i bulli tamarri. Infatti oggi fanno la bella vita, mentre io continuerò a penare le conseguenze fino all’exitus. Uno in particolare è pieno di donne e passa pure per soggetto raffinato. Non nascondo che a volte penso che se non ci fosse la distanza di mezzo andrei da loro e li toglierei dal mondo per gli anni e l’autostima che mi hanno rubato.

Tralasciando la politica che non mi sembra il caso (per Putin la lotta è fra due bulli identici), l’unica soluzione è reagire. Reagire, reagire, reagire, ma non picchiando e prendendole. Distruggere i loro beni, ferirli a tradimento al riparo da occhi indiscreti e minacciandoli di morte se continuano. Oppure trovare il modo di ricattarli, oppure pagare qualcuno per spaccare loro le ossa.

Farseli amici è inutile, a meno di non avere armi ricattatorie. Rimane il fatto che con i bulli non si tratta, vanno puniti e nel peggiore dei modi. Purtroppo sono ragionamenti difficili da fare in giovane età, magari in periodi di fragilità.

Sulla connivenza di insegnanti e donne, si è già detto tutto. L’unica è cercare di continuare a vivere, ma spesso i danni sono tali da protrarsi anche in età adulta.

Last edited 7 mesi fa by Alex Le Large
Steriux
Steriux
6 mesi fa

“Credo che il problema maggiore del bullismo non sia tanto il bullismo in sè, che col tempo si può (almeno parzialmente) metabolizzare , quanto la mancanza di gioie in grado di compensare il dolore dato da queste esperienze. La mancanza, insomma, di un equilibrio tra il bene ricevuto e il male ricevuto.”

Mai letto nulla di più vero. Purtroppo, quando qualcuno esce dai suoi primi 20 anni a pezzi, gli episodi di bullismo vengono additati come la causa principale, quando in realtà sono solo il colpo di grazia. Le offese (sia fisiche che verbali) da parte di due o tre disadattati non possono che scivolare addosso a chi ha delle basi solide per farsi una vita quantomeno decente; un ambiente familiare solido e sano, come anche le amicizie, un buon andamento scolastico, delle passioni, un minimo di talento in qualcosa, un aspetto sia fisico che caratteriale che sa accettare e in cui si rivede tranquillamente, e tutti quei particolari che possono aiutare a costruire e forgiare una buona autostima durante quello che è il periodo più importante da questo punto di vista, senza stare per forza a scomodare la sfera sentimentale. Questo tipo di adolescente, con tali presupposti, ha tutte le carte in regola per togliersi dai coglioni eventuali bulli in tempo zero, o quantomeno per subìre senza però dar loro grandi soddisfazioni, uscendone lo stesso indenne e a testa alta. Il problema arriva quando il bullizzato di turno, già di base, se la passa da schifo; vivendo in un ambiente familiare velenoso e magari pure rasente alla povertà, senza amici, se non gente falsa e opportunisti vari, andando male a scuola, dove viene preso di mira pure dai docenti, senza un hobby sano, buono a una sega in qualsiasi disciplina sportiva e non, timido, impacciato, incapace di relazionarsi e pure di guardarsi allo specchio da quanto si fa schifo. Qui la situazione, a parità di episodio, cambia completamente, perché questo tipo di vittima non dirà mai “ma ti sei visto?” al bullo in questione, al contrario, tenderà a credergli e dargli ragione, semplicemente perché quelle offese le intenderebbe come la conferma di ciò che ha sempre pensato di sé, a causa della sua autostima pressoché inesistente, per forza di cose. Notate bene, chi si toglie la vita o finisce in terapia a quell’età, non è mai un ragazzo nella media, né tantomeno un belloccio, che quegli anni in particolare se li passa in God Mode, ma è sempre il reietto di turno; il bruttino, l’introverso, l’impacciato, il disgraziato, l’emarginato, e via discorrendo. Questi ragazzi non si ammazzano SOLO per colpa dei loro bulli, ma ANCHE per colpa loro, che come dicevo, non fanno altro che dare il colpo di grazia a quella che, già di suo, era una psiche fragile e compromessa fin dal principio.

DarkTechno
DarkTechno
6 mesi fa

Buffo, pensavo. Su questo sito si legge spesso di uomini che vorrebbero tornare a un fantomatico “patriarcato”, con tanto di maschi dominanti, delitto d’onore, valore tribale. Poi si scopre che la maggior parte degli utenti – che commentano intimoriti sotto l’articolo del bullismo – non sono capaci nemmeno di tirare un calcio nei denti a un banale bullo di paese, per farlo smettere.
Se veramente tornasse il “patriarcato”, molti utenti di questo sito non durerebbero 3 giorni…

Fluffy
Fluffy
7 mesi fa

Non c’è un corno da fare, quando ti prendono come bersaglio devi accettare quella condizione perché difficilmente si risolve. L’unico modo sarebbe rispondere con altra violenza, ma potrebbero subentrare vendette.
Io da piccolo ho subito poco bullismo fortunatamente, che non mi ha lasciato traumi particolari, ma non dimenticherò mai quelle giornate in cui avevo un cerchio di persone pronte a menarmi intorno a me. Con le donne questo è un problema perché ho notato che abbassa il tuo S e loro iniziano a vederti come un debole, anche quando magari non sei messo male a L, aggiungendo una realtà di provincia ristretta il gioco è fatto.
Se ci sono giovani come me, il consiglio che vi do è di fare arti marziali se possono interessarvi (per voi stessi, non per i bulli o le donne) e di reagire.

Samoth
Samoth
7 mesi fa

Ho subito bullismo alle medie, han dovuto intervenire i miei genitori: tutto psicologico, il mio aguzzino non mi ha mai sfiorato ma ci stavo malissimo. Alla fine lo stronzetto (che aveva un papà violento) è stato messo a posto facendogli sapere che o la piantava o il vecchio avrebbe saputo.
Mi ha minacciato e poi ha mollato per sempre.
Ora, dopo pochi anni era lo stronzetto ad avere paura di me: avevo cambiato cerchia, e messo su qualche chilo, lui era un obesotto senza speranza: ci ha provato a rompermi il cazzo, l’ho sistemato con uno sguardo di sfida.
Confermo che alle medie era ambito sebbene non bello proprio per il fatto che fosse un bulletto.
Alle superiori ho preso qualche librata sul culo (mai con cattiveria c’è da dire) fino alla seconda superiore, dalla terza in poi ho menato io e me ne vergogno. Anche io lo facevo senza cattiveria, ma non so che ferite posso avere lasciato.
Il bullismo che mi spaventa molto è quello silenzioso di internet, e porto un aneddoto.
Uno dei miei figli è un tranquillone ed era stato preso di mira alle medie da un bulletto che amava metterlo a disagio di fronte ai compagni: il merdina era sovrappeso, mio figlio avrebbe potuto staccargli la testa con una mano ma non aveva il carattere adatto.
All’ennesima provocazione nella chat della classe, ho autorizzato mio figlio a scrivere le cose come stavano, mandando su per il camino anni di politically correct e di battaglie contro il body shaming: con un bel “Hai finito di rompere i coglioni sacco di merda?” (davanti a tutti e soprattutto a tutte, scripta manent) il bulletto è sparito per sempre dai radar.
Bullismo per bullismo, violenza verbale per violenza verbale, problema risolto.
Magari il messaggio teleguidato e umiliante ha traumatizzato in qualche modo cicciobombo ma onestamente non me ne frega una cippa disegnata.

Henri de Toulouse-Lautrec
Henri de Toulouse-Lautrec
7 mesi fa

Finito il bullismo propriamente detto, di solito verso i 18 anni (età in cui anche i bulli cominciano a capire eventuali responsabilità penali e in cui il prepotente non piace piu’ alle ragazze) comincia una sorta di “bullismo soft” cioè di frasi per sminuirti, per chi conosce il linguaggio PUA, una sorta di NEGs o CAPs all’ennesima potenza, da parte pero’ di maschi verso maschi. Non sono insulti espliciti ma frasi che hanno lo scopo di sminuirti e quindi per contrasto, elevare chi le dice. Vengono dette rigorosamente in presenza di ragazze.
Faccio l’esempio di alcuni
“ti farebbe bene un po’ di palestra” (sottointeso: il tuo fisico fa schifo)
“sarebbe l’ora che ti trovassi una ragazza” (sottointeso: sei incel, nessuna ti vuole)
oppure varie frasi che mettono in evidenza che magari a 18 anni non hai mai avuto una ragazza

Henri de Toulouse-Lautrec
Henri de Toulouse-Lautrec
7 mesi fa

Sono stato bullizzato dalla prima media alla quarta superiore e, al mare, anche dopo. Il motivo del bullismo è sempre stato il solito “ah ah come sei brutto”, in particolare l’estate al mare. Spesso il bullismo comportava dei veri e propri sequestri di persona in cui i bulli mi circondavano e non mi facevano andar via fino ad arrivare ad aggressioni fisiche. La cosa pero’ piu’ antipatica è che spesso con i bulli avevamo amiche in comune e queste ultime invece di dire loro di smetterla sghignazzavano estasiate, con la vagina gocciolante. Poi qualcuna di queste ragazze il bullo se lo è portato in casa e ne è diventata vittima. Vi consiglio di leggere il famoso articolo “la giornata dello sfigato” di Uriel Fanelli che non linko perché credo non si possa, articolo che non ho scritto io ma avrei potuto tranquillamente scriverlo io.
Red, questa volta nel tuo articolo c’è un’imperdonabile omissione: hai tralasciato il fatto che nei casi di bullismo la maggior parte delle volte le ragazze stanno dalla parte dei bulli (com’è loro uso stare dalla parte del più forte) a gambe aperte, e che, più in generale, nei casi di bullismo si creano queste fazioni:
1) Il bullo o, i bulli, capitanati da un capobullo maschio alpha
2) Le ragazze, la cui presenza spesso è da catalizzatore per il bullismo (il bullo vuol far vedere la sua prevaricazione sugli altri alle ragazze) che sono estasiate dalla supremazia del bullo alfa
3) Gli infami normaloidi che però si associano col bullo nel bullizzare il piu’ debole con lo scopo di salire sul carro del vincitore ed evitare il rischio di essere loro bullizzati
4) Quelli che si defilano, se ne lavano le mani, magari aizzati dai genitori che dicono loro “tu fai finta di non sentire, non te ne interessare, allontanati, non ti immischiare, altrimenti magari poi bullizzano anche te”, quelli a cui i genitori a scuola dicevano “meglio non fare sciopero, ma se tutti lo fanno fallo anche tu altrimenti ti prendono in antipatia”
5) gli eroi cioè quelli che difendono il bullizzato

anonimo
anonimo
7 mesi fa

“Il bullo è un violento, ma non tutti i violenti sono bulli. Il violento è uno che tende a gestire le sue questioni con la forza, senza guardare chi ha di fronte”.

Direi di NO: la differenza è solo apparente.
Tutti, tutti, i bastardidi questo mondo sono CAPORALI:
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l’autorità, l’abilità o l’intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque.
Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa. A qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera” (principe De curtis, in arte Totò).

Il violento, quello che non guarda in faccia nessuno, è soltanto un caporale convinto a torto o a ragione di essere il migliore, di essere invincibile… che solo gli altri possono inciampaqre, ma non lui. E’ solo un vile ubriaco di manie di grandezza.

Manuel
Manuel
7 mesi fa

Il problema di oggi è che hanno sdoganato anche il bullismo.
Il bullo fino a pochi decenni fa era visto comunque come un disagiato sociale che non avendo altre soddisfazioni nella vita si rifaceva sui più deboli per sentirsi qualcuno. Praticamente uno sfigato.
Oggi il bullo non ha consenso solo sui gregari o su ragazze delle classi sociali basse, ma viene addirittura premiato con migliaia di visualizzazioni sul web per le sue bravate o per canzoni rap che inneggiano al branco e alla violenza.
Siamo passati in pochi anni da una condanna pubblica e da un consenso solo di alcuni nei confronti di episodi di bullismo a una tolleranza diffusa nei confronti dei bulli. Anzi, più la sparano grossa e più ricevono consenso.
Alla fine della giostra oggi fare i bulli non solo conviene ma paga pure, perché anche se si scomodano le Istituzioni, al massimo ricevono un buffetto o un rimprovero del tipo: ” eh birichino, non lo fare più”. In compenso hanno notorietà, ammirazione, tante visualizzazioni sui social senza censura alcuna, guadagno facile e tante tatuate coatte disponibili.
Quindi estirpare questa piaga sarà ancora più difficile…

NicolaG
NicolaG
7 mesi fa

Farsi i calli sul makiwara, punto. E se la forza bruta non fosse l’unica soluzione con certi individui, allora le forze dell’ordine non avrebbero motivo di portare armi.

Urhen
Urhen
7 mesi fa

Premetto che non è mia intenzione vantarmi o infastidire altri utenti, che da quello che leggo, hanno avuto esperienze terrificanti con i bulli (come Antipocrita).
Io non ho mai subito bullismo fisico nonostante avessi tutte le caratteristiche psicologiche tipiche del bullizzato (bravo ragazzo, insicuro, brutto, timido, senza amicizie) perchè per mia fortuna sono sempre stato il più grosso di tutti (a 13 anni avevo raggiunto e superato 1,80 m di altezza) e fin da piccolo avevo capito che è meglio sembrare il matto violento piuttosto che il debole a cui fare dispetti.
Quindi nella mia infanzia/adolescenza non ci sono mai stati particolari episodi di violenza o di prepotenza, tranne una volta in cui quando il capo dei bulli mi diede del fro*io mog*loide e io lo attaccato con il risultato che io gli ho rotto una gamba e lui mi ha fato un occhio nero.
Premesso questo, vorrei parlare di alcuni atteggiamenti illogici che ho riscontrato nelle donne:
1)Una volta per rifiutarmi una mi aveva fatto tutto un discorso (anche abbastanza lungo) che non poteva stare con me perchè per lei ero troppo debole visto che non alzavo le mani verso gli altri, nonostante 3 anni prima mi abbia visto rompere la gamba a un altro e non mi avesse mai visto subire prepotenze o violenze, quindi nonostante mi conosce da 4 anni aveva un’idea di me completamente irrealistica.
2)Qualche rara volta ho messo le mani addosso ai fighetti della scuola perchè loro avevano successo con le ragazze che mi piacevano eppure questo non mi ha mai fruttato nessuno status, ma anzi ricevevo lo status negativo del matto (che con i ragazzi è utile per tenere a distanza i brutti soggetti ma con le ragazze è malus).
3)una volta uno che portava la droga ha alzato troppo il tiro con chi non doveva e il risultato è stato che è andato all’ospedale (senza essere stato capace di difendersi) eppure le ragazze hanno continuato ad ammirarlo e a dargliela (ooviamente con la loro solita ipocrisia descritta qua)
Quindi la conclusione (che è il vero scopo di questo intervento) a cui sono giunto è che le ragazze non distinguono il bullo e il bullizzato in base a parametri oggettivamente concreti e semplici ma in base a pregiudizi completamente irrealistici del tipo “è un bravo ragazzo, è brutto e va bene a scuola -> debole” oppure “atteggiamento arrogante -> forte” (e poi nella realtà questo forte è alto un 1,71 m e quello che fa è solo portare la droga e a 19 anni se la prende con quelli dei primi anni (rigorosamente meno dotati di lui fisicamente) e scappa a gambe levate davanti a quelli che anche solo fisicamente lo equivalgono (storia vera))

Alby
Alby
7 mesi fa

Come con la mafia.. il discorso è lo stesso, se avete un’attività imprenditoriale e vi arrivano scagnozzi a chiedere il pizzo, cosa fareste?
1) Andate a denunciare il fatto e alla polizia
2) Chiudete e andate altrove dove legalità è più garantita
3) Pagate il pizzo se ciò non vi fa fallire
4)In fondo anche le tasse sono un pizzo
5) Dovrei andare alla polizia ma non so se lo farei

In base alla risposta che darete si vede se siete complici e quindi deboli, fobici, sopravviventi o forti.
Io comunque voterei la 2

The Man who sold the world
The Man who sold the world
7 mesi fa

L’unica soluzione è attaccare, senza alcuna pietà e con intelligenza, il prepotente. D’altronde “Chi si fa’ pecora, il lupo se lo mangia”.

Anonimo
Anonimo
7 mesi fa

Bella l’espressione finale “vita piena e felice”. E l’intero articolo è molto interessante. Complimenti!

Henri de Toulouse-Lautrec
Henri de Toulouse-Lautrec
7 mesi fa

In questo commento a parte link il bellissimo articolo “la giornata dello sfigato“; lo linko in un commento a parte così se mi viene censurato non si perde anche l’altro commento

frikkio
frikkio
7 mesi fa

Nelle mie esperienze in tema di bullismo ha giocato molto la stratificazione sociale.
Citta: Napoli.
Le scuole elementari le ho fatte in una classe di persone appartenenti al ceto medio alto. Niente bullismo.
Scuole medie. Per motivi familiari le ho frequentate con gente socialmente appartenenti alle classi popolari. Ho ricevuto bullismo anche se devo dire che i soggetti infondevano violenza a 360 gradi. Più che bullismo direi che era disprezzo di persone che non parlavano la stessa lingua.
Scuole superiori niente bullismo. Venivo solo visto con molta sufficienza dal un gruppetto di ragazze ripetenti.

Boucaneer
Boucaneer
7 mesi fa

Concordo su tutto.
E sia chiaro che condanno fermamente ogni forma di bullismo (la violenza non sempre, quella a volte è necessaria, se non altro per combattere il bullismo stesso).
Tuttavia vorrei aprire uno spiraglio di riflessione sul fatto che talvolta certe forme di bullismo non siano affatto bullismo ma più una forma di controllo sociale.
E che non sempre è necessariamente un male.
Mi spiego meglio.
In un ambiente sociale (che sia una squadra di calcio, un team di lavoro o un gruppo di studio) al fine di permettere al gruppo di “funzionare” al meglio si instaurano sempre delle regole non scritte che spesso non sono meno importanti di quelle scritte.
Ma in un’era come quella attuale, dove si sono sdoganate moltissime forme di espressione dell’IO (alcune delle quali potenzialmente deleterie o perlomeno “disfunzionali” per il gruppo), ecco che l’esistenza e la buona riuscita della “mission” del gruppo viene messa a repentaglio.
E’ il caso delle atlete di alcuni sport che piagnucolano per “discriminazione”/”bullismo” perchè negli allenamenti combinati con la squadra maschile vengono asfaltate. Poi ne fanno un polverone e anche la federazione di appartenenza viene tirata in ballo.
E’ il caso che spesso si vede nei team di lavoro, dove il/la collega sfaticata e dalla salute non di ferro ma nemmeno immunodepressa al primo starnuto se e sta a casa una settimana accusando malori degni della peste bubbonica, quando magari con un VivinC si potrebbe rimettere in sesto.
Addirittura nei gruppi di amici può capitare. Una volta organizzare una pizza/grigliata/cena di pesce era un gioco da ragazzi, poi col tempo sono comparsi i celiachi, intolleranti a questo o a quello, vegetariani&vegani, i perennemente “contrari ai locali fighetti dove si mangia pesce o sushi”, quelli che fanno storie perchè nel locale X si spende 3,00 € per lo spritz anzichè 2,50 €, ecc.
E lì l’istinto di non dico bullizzare, ma almeno “emarginare gentilmente” gente così non è del tutto ingiustificato.
Perchè un conto è la libertà di espressione… un conto è la libertà di scaricare sugli altri le proprie paturnie.

IceCream
IceCream
6 mesi fa

L’ho subito da bambino e ha rovinato la mia infanzia. E’ stato devastante sulla mia psiche ai suoi primi stadi di formazione e credo abbia avuto un ruolo determinante nel causarmi successivi disturbi nervosi e depressivi a tratti molto seri. Quella sensazione di essere lasciato solo, ignorato, umiliato, prevaricato, schiacciato come un insetto, sensazioni che non passano mai completamente una volta vissute, segnano in profondità, sono ferite nell’anima. Se provavo a reagire, passavo automaticamente dalla parte del torto. Le vittime hanno sempre torto, chissà perché.

Penko
Penko
1 mese fa

Articolo che davvero ti fa pensare. Sono molto grato dell’esistenza di questo sito, pensavo di essere solo.
Parlo di 20+ anni fa, ma c’era un tipo, a scuola, che non i lasciava in pace e si burlava del mio essre tutto magrolino e debole. Lui a 16 anni aveva mani tipo pale, alto 190, muscoloso. Io gracile e smunto, 165 e 50kg con mani più piccole delle compagne di scuola.
Mi ricordo un giorno, in Educazione fisica che si mise a spremermi la mano con il pollice dandomi un dolore orrendo. Il so pollice ra la metà del mio palmo intero.
La cosa peggiore è che tutti ridevano e nessuno fece niente. Mi è rimasto impresso. Viviamo in una società che adora i bulli.

Mauro
Mauro
5 mesi fa

Un saluto a tutti. Non conoscevo questo blog, ed è stata una sorpresa moooolto gradita leggerne i contenuti, nei quali mi rispecchio completamente. Tantissimi concetti espressi in queste pagine li ho scoperti e sperimentati da solo, a partire dai 15 anni. Quindi Vi lascio immaginare la mia sorpresa quando ho letto in forma organica le cose che io avevo assimilato da solo, sulla base della sola mia esperienza. Sicuramente mi permetterò di intervenire su alcuni punti che ho già notato nei vari commenti. Vorrei evidenziare un aspetto fondamentale: come già scritto dall’admin del sito, questi argomenti di solito sono tabù, oppure vietati, oppure imbarazzanti, od anche scomodi (scegliete voi la versione che preferite), ergo è veramente notevole che esista un luogo digitale dove potersi esprimere su questi topic. Faccio i complimenti al gestore del sito e dico arrivederci a presto. Mauro.

Martino90
Martino90
7 mesi fa

potente questo articolo grazie

Anonimo
Anonimo
6 mesi fa

Ciao redpillatore, seguivo ogni tanto il tuo blog. Notizia che ho visto di recente e che mi ha sorpreso: sapevi che playlover academy nel 2022 ha fatturato 2,5 milioni di euro? Non e’ una follia? Pensi sia morto completamente morto il mondo pua? A me sembra un business sempre attivo!
Essendo la loro una SRL, i bilanci sono pubblici. Puoi cercare online tramite la partita iva oppure richiedere proprio una visura della società, quindi sono info verificabili.

Frankenstein
Frankenstein
7 mesi fa

… bullismo ? quello di signorire e’ piu’ pericoloso ? (psycho-logia)…comunque: un ragazzino (8-9 anni) e’ sotto bullismo per ca. due anni (straniero in un posto geografico particolare)…si picchia quasi tutti i giorni con i bulli-ni della classe. essendo in forte – hmm- minoranza e’ perdente. ma non si nasconde. reagisce.sempre. (poi siccome e’ bravino a scuola e lascia gli altri copiare i compiti – situazione diventa tranquilla) … anni dopo ha vantaggi di quel tempo difficile (mind set), si’ – situazioni difficili di ogni giorno, persone, ecc. non lo impressionano. differente dinamica mentale? (interessante: ragazzine della scuola, sempre con i bulli – cattiveria? no … natura ? si’ natura) …

Anonimo
Anonimo
3 mesi fa

Putin non è un bullo, anzi.

Emanuele
Emanuele
3 mesi fa

Molto bello questo articolo e concordo su tutto. Ma oltre all’esempio della Columbine, citerei i numerosi episodi in cui i bullizzati sono arrivati al suicidio. E meno male che dovrebbe rafforzare la psiche…

La dura realtà
La dura realtà
5 mesi fa

Sono un tipo tranquillo ma ai tempi della scuola più di una volta mi sono ficcato nei guai per non aver accettato alcuna sottomissione verso il bullo di turno, persino branchi di bulli.

Una di queste vicende mi causò un forte trauma psicologico che durò diversi mesi ma che nessuno capì perché misi in campo ogni sforzo per fare apparire all’esterno che andasse tutto bene, soprattutto verso i miei genitori. Andare a studiare fuori città mi aiutò a superare il trauma.

Scontato dire che questo mio “coraggio” non portò alcun apprezzamento particolare da parte delle ragazze, essendo io un anonimo normaloide.

Uxo
Uxo
7 mesi fa

La cosa peggiore? Quando ho reagito, il bullo è andato a lamentarsi dal papà e dal preside!!! È qualcosa di surreale, ma l‘ho vissuto. Sono stato sospeso in prima media. Il bullo è un gigantesco figlio di puttana. E confermo: i genitori erano anche personaggi loschissimi (uno era stato mesi in gattabuia) e violenti

Uxo
Uxo
7 mesi fa

Ciao Dino, c‘è un refuso al punto 4 (piu).

Purple Guy RiverTravo
Purple Guy RiverTravo
7 mesi fa

Non sono d’accordo al 100%, il bullismo è il vero problema… può causare dei traumi irreversibili e gravissimi, con tutte le conseguenze del caso, proprio come è stato detto; va beh che io non ho mai avuto niente di positivo dalla vita, però, anche se fosse stato l’opposto, non avete idea di cosa vorrei fare ai bulli… ancora adesso avrei parecchi problemi, se ci fossero situazioni del genere, dopotutto, non mi so difendere; sì, lo so, adesso arriverà il classico fenomeno (per non dire troglodita) che mi consiglia le arti marziali, come se fossero la panacea di tutti i mali, però scommetto che il simpaticone in questione non ha gli stessi problemi che ho e ho avuto io, anzi, gli sarà sicuramente andata meglio, è sicuramente più dotato di me in tutto o quasi e ha gli interessi giusti? Capito? È inutile che diate consigli del cazzo, sarebbe come dare un centesimo a un povero… senza contare che la palestra di arti marziali può benissimo aggiungersi agli altri ambienti in cui si subisce bullismo o comunque prevaricazione, e questo non va bene per uno che non ha autostima e non ha mai ottenuto veri successi

Last edited 7 mesi fa by Purple Guy RiverTravo