Cinema e Letture · Cultura e Società

Storia di un Incel Qualunque: Presentazione e Intervista a Flavio Mantovani

“Continuiamo a frequentare quel locale per tutta l’estate. L’atmosfera è molto vivace, tra musica, alcol e feste, ma il mio umore è sempre più nero. Una sera una ragazza di una compagnia in cui escono un paio di tipi che conosco festeggia lì il suo compleanno, si ubriaca e si limona due amici davanti ai miei occhi, gli occhi di un ventenne vergine che non ha mai neanche baciato. A ogni serata mi ritrovo con vari cocktail in corpo, seduto su una poltroncina, fisicamente in mezzo ai miei amici ma dentro di me più solo che mai, a osservare ragazze ubriache e festaiole che non mi degnano di uno sguardo. Questa è la pena che un brutto deve scontare come punizione per essere nato coi tratti del viso sbagliati: starsene seduto a fare da spettatore mentre i belli si godono la vita.
La vicinanza fisica è irrilevante, come lo è per una persona che guarda un film nella sala di un cinema. A nulla serve avvicinarsi allo schermo, non c’è modo di entrare a far parte della scena. Puoi anche buttarti letteralmente contro lo schermo; otterrai come unico risultato quello di essere cacciato dalla sala.”

Storia di un incel qualunque

E’ da poco uscito su Amazon “Storia di un incel qualunque“, il primo libro di Flavio Mantovani.
Si tratta di un breve romanzo su una tematica, quella incel, che negli ultimi anni ha destato molta attenzione nei vari media, che stanno trattando l’argomento sempre con maggiore frequenza.
Un argomento che però è tanto scottante quanto controverso: l’esigenza della stampa di fare clic con contenuti sensazionalistici, a scapito della verità oggettiva, ha fatto sì che circa questo tema si diffondesse parecchia disinformazione.
Storia di un incel qualunque, alternando narrativa e divulgazione, ha sia il merito di intrattenere il lettore, mettendogli di fronte un’esperienza di vita in grado di coinvolgerlo e nella quale magari per certi aspetti si possa addirittura riconoscere, sia quello di fare finalmente chiarezza intorno alla famigerata questione incel, ripristinando la verità dei fatti.
Conoscevo già virtualmente l’autore, che mi ha contattato e permesso di leggere il libro in anteprima. E’ un testo relativamente breve ma di buona qualità, e penso che abbia le potenzialità per ottenere successo. Ho deciso di proporre a Flavio una mini intervista di presentazione, in modo tale che sia lui stesso a spiegarvi la natura e i propositi di questo libro. Ha accettato molto volentieri.

Come è nata l’idea di questo libro?

L’idea è maturata in seguito all’attenzione mediatica ricevuta dalla questione incel negli ultimi due o tre anni. Seppur prevedibile, l’ostilità diffusasi verso gli incel e la disinformazione a tratti quasi grottesca che è stata fatta sul tema mi hanno pian piano convinto della necessità di questo libro. Dico che era prevedibile per due motivi.
Intanto la nostra società ha fatto propri dei preconcetti divenuti ormai radicatissimi, al punto che tutto ciò che non coincide con la narrativa mainstream viene accolto con ostilità e sospetto. L’idea che la liberazione sessuale abbia portato alla creazione di un sistema giusto e vantaggioso per tutti è ormai un vero e proprio dogma. Siamo tenuti a credere che tutti possano essere felici, accoppiati e soddisfatti, in questa fantastica epoca che offre finalmente la libertà a tutti di fare quello che si vuole. L’idea che qualcuno possa rimanere escluso senza averne colpa non è accettabile all’interno di questa visione. Se davvero qualcuno si trova in una simile situazione, allora necessariamente deve essere per colpa sua, perché è una persona cattiva. Da qui tutte le accuse agli incel di venire rifiutati dalle ragazze perché sono “stronzi”, perché “oggettificano le donne”, perché sono “misogini” e altre simili accuse che aggiungono al danno la beffa. L’idea che semplicemente uno abbia avuto la sfortuna di non nascere sufficientemente attraente non viene neanche presa in
considerazione. Non a caso la tematica incel è emersa dall’invisibilità solo in seguito ad alcuni tragici fatti cronaca che ben si prestavano a essere strumentalizzati. Inoltre gli uomini vengono visti come privilegiati e le donne come svantaggiate all’interno della società (pensiamo ad esempio alla propaganda che si fa sul gender pay gap), e l’idea che ci
siano ambiti in cui molti uomini sono fortemente svantaggiati viene percepita come una bestemmia.
Il secondo motivo è che la comunità online a tematica incel ha sviluppato un suo linguaggio fatto di espressioni particolari e di meme, difficilmente comprensibili per chi non la frequenta.
Da qui l’idea di fare finalmente chiarezza, e se da un lato era necessario fare divulgazione per spiegare in maniera comprensibile a chiunque i concetti più importanti, dall’altro era importante anche fare capire chi è e cosa prova un incel. Demistificarne la figura, e mettere il lettore nella posizione di provare empatia verso chi è in questa situazione. Per questo ho scelto la forma del romanzo in prima persona.

Quanto c’è di autobiografico nella trama?

Come spiego nella prefazione, il mio obiettivo era quello di raccontare non la storia di una persona specifica, ma di un personaggio ideale , che al di là delle sue inevitabili particolarità potesse in qualche misura essere rappresentativo degli incel in generale. Allo stesso tempo, mi sono reso conto di come non fosse appropriato lavorare totalmente di fantasia, perché non sarei riuscito a rendere adeguatamente le esperienze vissute sulla propria pelle da tantissimi ragazzi. La soluzione è stata quella di creare un personaggio di fantasia ma le cui vicende si ispirano quasi tutte a fatti realmente accaduti, alcuni al sottoscritto, ma diversi anche ad altre persone che conosco nella vita reale o di cui ho letto le disavventure su forum a tematica incel. In breve, quindi, non si tratta di un romanzo autobiografico, ma allo stesso tempo è in buona parte ispirato a eventi reali di cui sono stato testimone attivo o passivo.

Pensi che in futuro l’opinione pubblica sugli incel cambierà?

Purtroppo non mi aspetto che accada in tempi brevi, sia perché la disinformazione e la confusione sul tema sono davvero forti, sia perché richiederebbe un certo cambiamento culturale che se anche dovesse avvenire richiederebbe tempi piuttosto lunghi. Probabilmente alcune persone rifiuteranno sempre qualunque apertura e non cambieranno mai idea. Altre invece potrebbero pian piano mutare atteggiamento, e ironicamente tra queste ultime ci sono anche buona parte degli incel stessi, che per vergogna nascondono disperatamente la propria condizione sia agli altri che a sé stessi. Credo che questo libro possa essere un piccolo passo nella giusta direzione.

Cosa vuoi dire ai tuoi lettori?

A coloro che hanno già una buona familiarità con questa tematica, come ad esempio i lettori del tuo blog, auguro semplicemente una buona lettura, sperando che possano trovare il libro gradevole.
Agli altri invece chiedo semplicemente un po’ di apertura mentale e di approcciarsi al testo senza pregiudizi. Si renderanno conto di come il mio lavoro sia semplicemente “descrittivo”: mostro al lettore problemi e sofferenze che trovano pochissimo spazio nella narrativa mainstream nonostante interessino sempre più persone. Non sostengo nessuna tesi politica nel libro, non propagando il ritorno al cosiddetto patriarcato e non fomento in alcun modo odio contro nessuno. Mi limito a fare chiarezza sul tema e presentare la condizione di incel per quello che è, cosa peraltro non eccessivamente complicata una volta che ci si libera di mistificazioni e preconcetti. A conferma di ciò, il fatto che il libro sia lungo solo una cinquantina di pagine eppure sento di aver toccato in maniera esaustiva tutti i punti importanti.
Il lettore è poi libero di farsi una sua idea sulle possibili soluzioni alla problematica incel, e persino di decidere se una soluzione meriti di essere trovata oppure no. Il mio obiettivo è quello di far capire alla persona che legge che ci sono molti giovani uomini che soffrono molto senza averne colpa. Questa persona è poi libera anche di pensare “Ok, è vero, però penso che vada bene così. Questi uomini devono semplicemente rassegnarsi al fatto che la vita non è giusta e accettare la loro condizione senza lamentarsi”. La trovo una posizione moralmente discutibile, ma ciò va al di là della scopo del libro, che vuole solo mostrare che tale condizione ingiusta e dolorosa esiste.

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Gerard
Gerard
2 anni fa

2006, Microsoft lancia sul mercato Windows Vista che si scopre in breve tempo essere un sistema operativo pieno di incompatibilità, avido di risorse di sistema, molto energivoro, instabile. Molti decidono tornare al vecchio Windows XP.
Microsoft rilascia prima un Service Pack 1 e poi un Service Pack 2 per correggere tutte le lacune di un sistema operativo probabilmente ancora acerbo, ma ormai è tardi. L’opinione pubblica è convinta che Vista sia un sistema instabile, pieno di bug, che consuma molta batteria. A poco servono tutte le correzioni e gli aggiornamenti rilasciati dalla casa strada negli anni seguenti. A questo punto Microsoft, piuttosto che continuare a scommettere su un cavallo zoppo, decide di cessare ufficialmente il supporto a Vista.
Dopo pochi mesi esce Windows 7, di fatto un Windows Vista SP2 a cui è stata cambiata solo l’interfaccia grafica, ma è tanto è bastato per mutare il giudizio dell’opinione pubblica. E’ il 2009 e Windows 7 sarà un successo mondiale, accolto con entusiasmo dagli utenti e dalle riviste specializzate di settore.
Tutt’oggi, a oltre 10 anni di distanza, il 20% dei computer del mondo utilizza Windows 7. Anche il mio.

Oggi “incel” è un marchio di infamia. Giornali, donne, ma anche l’uomo comune, associano la parola incel al malato di mente che deve essere curato, al dismorfofobico, al ragazzo complessato che avrebbe bisogno di antidepressivi. Nei casi peggiori, al pazzo, al violento, al potenziale terrorista.
Nessuno ti ascolta, nessuno ti prende sul serio, perchè quando il tuo interlocutore è pieno di preconcetti, puoi essere la persona più pacata, lucida e razionale del mondo, sarai sempre il soggetto strambo su cui puntare il dito.
Se mai ci sarà una riabilitazione degli incel, questa passerà attraverso un’altra etichetta. Oggi dichiararsi pubblicamente incel equivale a dipingersi un pallino rosso sopra la fronte.

Dark Techno
Dark Techno
2 anni fa

interessante, ma francamente sono un po’ deluso di leggere l’ennesima celebrazione degli INCEL in un sito RED-PILL. So di attirare molte critiche, ma credo che un RED-PILLATO sia e debba essere tutto fuorché un INCEL. il RED-PILLATO è consapevole della natura femminile, ma per questo è anche in grado di giocare la partita in suo favore. un RED-PILLATO non è uno sfigato di vent’anni che non scopa. forse lo è stato, ma ormai ha raggiunto un livello di consapevolezza e lucidità nelle dinamiche uomo-donna da essere in grado di ottenere ciò che vuole. un RED-PILLATO trae piacere dalla vita e dalle donne, perché non cerca le donne, ma l’eccellenza. cerca il successo, materiale e spirituale. e lo trova. le tematiche INCEL, francamente, non vedo che interesse possano avere per chi segue realmente la RED-PILL. questo sicuramente sarà un bel libro e voglio leggerlo, ma non credo assolutamente che la RED-PILL debba essere l’ideologia degli INCEL, mi sembra estremamente deprimente. in Italia RED-PILL e INCELismo sono diventati quasi sinonimi, e secondo me si perde l’essenza della RED-PILL che è una forma di presa di coscienza. amara, sì, spietata, talvolta. ma la consapevolezza ti permette di operare le scelte più appropriate e, ripeto, arrivare al punto di giocare la partita a tuo favore. un RED-PILLATO non piagnucola. e, soprattutto, non è affatto detto che un RED-PILLATO sia brutto o non-scopante. tutt’altro. per concludere vorrei dire anche che tre anni fa è uscito in Italia un libro sul tema INCEL molto interessante e scritto con estrema maestria. IL LIBRO NERO DEI BRUTTI, di Paolo Gamerro. pubblicazione eccellente e che meriterebbe più attenzione.

Quasimodo68
Quasimodo68
2 anni fa

Bel libro tolta la parte riguardante internet e le dating app potrebbe essere ambientato ai miei tempi ( anni 80/90) stesse emozioni stesse frustrazioni reiterate .
Tuttavia da molti punti di vista la situazione del protagonista è perfino invidiabile 1) ha una buona a situazione sociale con un buon giro di amici spesso invece l incel è emarginato e/o deriso e bullizato spesso la sua figura si sovrappone a quella del hikikomori 2) frequenta con ottimi risultati l università probabilmente avrà un buon futuro lavorativo ( non è detto che gli porti successo con le donne) in questo campo sarà probabilmente un vincente. Molti incel invece privati del autostima risulteranno perdenti anche in questo campo 3) ha una famiglia tradizionale e solida alle spalle che se da un lato non riesce a capire il suo problema dal altro gli da solidità emotiva e anche finanziaria ( non parla mai di problemi con i soldi) a volte gli incel ha famiglie sfacciate con padri desaparecidi e madri che li considerano palle al piede
In fondo il nostro Marco ha un solo problema se guardasse alla sua situazione complessiva sarebbe forse soddisfatto della propria vita nonostante i fallimenti in campo sessuale/sentimentale

black wolf
black wolf
2 anni fa

Soffrire per il fatto di essere incel è comprensibile finchè si è ventenni. Passati i 35 anni si dovrebbe aver capito che non avere nessuno tra le palle in realtà è una condizione privilegiata. Per quanto riguarda poi le esigenze dettate dai bassi istinti, c’è tutto un ventaglio di soluzioni che vanno dallo stoicismo monacale all’epicureismo gaudente (pay, of course). Se arrivati a una certà età si nutre ancora un adolescenziale disio di condividere la vita con una fanciulla eletta ad anima gemella vuol dire che non si è capito nulla della vita.

Last edited 2 anni fa by black wolf
Nick the Quick
Nick the Quick
2 anni fa

La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni e il titolo di codesto libro è una di quelle.

La faccio breve: il vizio dell’autoghettizzazione tramite etichetta&stereotipizzazione andrebbe rimosso invece di avallarlo.

Presentato così il testo verrà letto, se va bene, da un paio di giornalisti distratti e qualche frequentatore del blog.

Last edited 2 anni fa by Nick the Quick
Purple Guy
Purple Guy
2 anni fa

facile per le “donne” dire a uno di accettare la sua situazione quando loro stesse, al posto di quel tizio, tempo 2 giorni e la farebbero finita

black wolf
black wolf
2 anni fa

“Continuiamo a frequentare quel locale per tutta l’estate…”

È proprio questo il punto: sarebbe bastato andare una, massimo due volte in quel locale per capire che se lì si fa solo da tapezzeria, non vale la pena andarci più. Perchè perseverare e continuare a frequentarlo tutta l’estate? Se una cosa non va è da masochisti continuare a farla… meglio lasciar perdere e mettersi a fare altro.
Un ragazzino che ha bisogno dell’accettazione sociale però persevera a frequentare il locale e a soffrire inutilmente, un uomo adulto se ne sbatte le palle di andare nel locale perchè ci vanno gli amici, e una volta capito che i locali non fanno per lui se ne va a fare altro per gli affari suoi.

Last edited 2 anni fa by black wolf
Henri de Toluose Lautrec
Henri de Toluose Lautrec
2 anni fa

A proposito di libri incel, qualcuno ha per caso letto “e comunque non basta” di Tullio De Gorgi? Come viene affrontato l’argomento? Ho una mezza idea di comprarlo ma non vorrei regalare soldi a un autore che poi scopro affrontare l’argomento in modalità pro-femminista e simp (“è colpa degli incel, sono misogini, ecc”)

Central Scrutinizer
Central Scrutinizer
2 anni fa

Non so se qualcuno l’ha già notato, ma per la stampa britannica (quotidiano Guardian, che è il punto di riferimento della sinistra mainstream) la “cultura incel” è un movimento criminale di estrema destra, e gli incel tra poco saranno considerati al pari dei terroristi. Leggete un po’: https://www.theguardian.com/uk-news/2021/aug/13/plymouth-shootings-may-be-a-sign-the-incel-culture-is-spreading

Aldo Montisci
Aldo Montisci
2 anni fa

Da insegnante/allenatore sportivo consiglierei a quel ragazzino di trovare il suo posto in campo, dove far valere le sue qualità e i suoi talenti che sicuramente possiede. È inutile infognarsi in un locale o in un altro “ambiente” dove il nostro essere non può esprimersi né realizzarsi appieno.
Bisogna capire il più presto possibile quali sono i luoghi ed i contesti adatti a noi.
Come sfruttare quell’energia e quella spinta determinata dalla nostra biologia in un modo tale da portare risultati concreti ed effettivi per la nostra realizzazione.
Bisogna imparare a convertite l’energia sessuale in altra energia, spendibile per altre attività.
Se riusciremo a farlo, molte cose buone arriveranno.
Certo, non saranno le stesse cose che ci saremmo aspettati dalle narrazioni romantiche o idealizzate dalla nostra società… ma queste cose non esistono!!!
La Disney e Hollywood ,per esempio, continuano a fare molti danni nella psiche degli adolescenti e anche nella maggioranza degli adulti.
Bisogna prima ripulire il proprio software mentale prima di procedere. Non è facile. Servirebbero guide, maestri, insegnanti adatti.
Se non li si trovano, perché sono pochi, occorrerebbe trovare libri e contenuti specifici, ma bisogna saper cercare ed avere pazienza.
L età è importante. La mente tende a cristallizzarsi con il passare del tempo. Idealizzazioni e convinzioni si solidificano con gli anni e smuoversi nel momento giusto è complicato.
Bisogna riuscire a superare indenni i vent’anni che sono spesso pilotati dall’istinto e dalle pulsioni per far subentrare una ragione elastica e realistica quanto prima.
La forza sessuale ci rema contro se non è ben incanalata. La razionalità, l’intuito, l’osservazione e la capacità di saper riflettere e ragionare con la propria testa sono la chiave.
Ragionare con la propria testa. Guarda caso proprio quello che nella nostra società NON vuole che noi facciamo. Dalla scuola, allo sport, passando per il mondo del lavoro e del semplice stare insieme.
Le soluzioni spesso risiedono percorrendo il fiume contro la sua corrente.

KingDani
KingDani
2 anni fa

Finché il mainstream non affronterà il tema la cosa sarà rilegata al “sottobosco”. E ora come ora i mass media trattano l’argomento solo in casi come quello di ER, De Marco, ecc…, praticamente con l’equazione incel=pazzo scatenato. La redpill c’è, lo dimostra il fatto che su youtube spesso i commenti più likati a video “sentimentali” sono quelli redpillati. Lurko a volte anche forum importanti che trattano argomenti che nulla hanno a che fare con la red pill, ma quando si va in off topic e si parla di donne,matrimonio,figli ecc… ecco che la pillola blu svanisce (ovviamente nei commenti degli uomini ca va sans dire).

Quindi la redpill è più diffusa di quanto si pensi, ma nel 2021 le categorie da difendere sono gay, trans e donne, tutta gente che non ha problemi a scopare. Gli uomini, soprattutto se bianchi etero, sono al livello di un cagatoio turco come importanza, quindi non c’è possibilità che la cosa cambi nel breve periodo, anche perché si sta andando sempre più verso una società dove l’uomo non serve più neanche per procreare (in Svezia, patria del femminismo e globalismo, arriva pure lo sperma via posta con kit appositi). E quando una donna vuole trombare, trova qualcuno anche a 50 anni, wall o non wall, quindi di un uomo beta non sanno più che farsene, se non come provider in caso di necessità.

Quando cambieranno le cose? Secondo me quando sempre più uomini si saranno ritirati dal mercato del lavoro, o faranno il minimo indispensabile per vivere. Parliamoci chiaro, una società dove sono le donne a guidarla non può durare, senza gli uomini è il collasso in breve tempo. Purtroppo anche qua siamo molto lontano da ciò, perché di wagecuck è pieno il mondo, e perché ritirarsi dal lavoro, o cercare magari un part-time che comunque ti faccia fare una vita dignitosa è difficilissimo. Non resta che cercare di contribuire al minimo a questa società, a “boicottarla” ove possibile, e ovviamente a non perdere più tempo dietro le donne, tanto se si arriva ad una certa senza aver avuto o quasi feedback positivi significa che semplicemente si è tagliati fuori, e al massimo si può trovare una divorziata con figli a carico che cerca uno che faccia arrivare l’allegra famigliola a fine mese.

antonio
antonio
2 anni fa

25 anni vergine se non fosse per le escort ero messo peggio, è vergognoso come un 5 muore vergine guardando la vita degli altri e una 4 cessa scopa dove e quando vuole, non ha senso vivere

Feltrino
Feltrino
2 anni fa

Complimenti all’autore che ha scritto il libro e al redpillatore per l’intervista. Sono contento che qualcuno provi a mostrare al grande pubblico quanto vuol dire fa schifo essere un medioman di sti tempi. Da un parte devo essere realista e il rischio c’è che il libro venga utilizzato per alimentare la propaganda nazi femminista o per demonizzare ancora di più gli INCEL.

Emanuele
Emanuele
2 anni fa

Ma sbaglio o in questi ultimi paio d’anni si parla molto degli incel? Fino a un paio di anni fa neppure sapevo cosa significasse e non sentivo mai questa parola. Giorni fa avevo letto che in Gran Bretagna vorrebbero includere gli incel nei potenziali terroristi.
Comunque sono contento che se ne parli, il mondo deve sapere il nostro malessere.

Antonio
Antonio
2 anni fa

Bella testimonianza. Servirebbe però qualche nome noto che abbia voglia di “sputtanarsi” parlando di queste tematiche. Altrimenti rimarremo sempre nel circoletto di questo blog.

Mark Jenkins
Mark Jenkins
2 anni fa

Comprendo e posso apprezzare un libro di questo tipo. Tuttavia penso che servirà a poco, visto che si tratta di una tematica sgradita al Pensiero Dominante (femminista). Che quindi negherà il tutto… e lo etichetterà come odio misogino. Comunque benvenga ogni voce dissonante con l’iper-femminismo ginocentrico dominante.

PS: non puoi vagheggiare un “ritono al patriarcato” perchè non vi è mai stato alcun patriarcato. E’ come dire che si deve tornare ad Atlantide.

Alex le Large
Alex le Large
2 anni fa

L’ho cercato e in abbinamento esce una tonnellata di libri sul femminicidio, evidentemente Amazon mette già le mani avanti e questo è solo l’inizio.

Purtroppo lo leggeranno solo gli addetti ai lavori (magari quelli dell’applicazione del politicamente corretto), e non credo che andrà oltre in quanto il sistema stesso NON ammette alcuna deroga al tipo di testi universalmente accettato.

Quindi non credo che una casa editrice o distributrice accetti non solo testi “incel” (con la cui filosofia non mi sento molto in sintonia fra l’altro) ma anche di tipo MGTOW o di qualsiasi altro tipo MRA.

Fra poco gli incel, oltre ad avere la sfortuna di essere tali, in UK saranno anche considerati terroristi del resto.

Lodevole anche il metterci la faccia, a rischio di uno stigma notevole (a meno che non sia un “nom de plume”).

Last edited 2 anni fa by Alex le Large
Mimi'
Mimi'
2 anni fa

La soluzione non c’è.
Tocca rassegnarsi e basta.

Quasimodo68
Quasimodo68
2 anni fa

Leggerò certamente il libro
Sarà molto positivo se descriverà la sofferenza degli incel senza cadere nella trappola del odio misogino.
Separare le due cose è a mio parere indispensabile se si vuole trovare un qualche miglioramento per la situazione degli incel

Henri de Toluose Lautrec
Henri de Toluose Lautrec
2 anni fa

La vita è ingiusta, di questo bisogna farsene una ragione. Anche i talebani della “meritocraziah” vengono messi alle strette quando gli fai notare che c’è chi muore di leucemia infantile da bambino, chi muore in un incidente in motorino a 14 anni e chi campa fino a 90. Analogamente c’è chi nasce brutto e fa una vita da bullizzato e con continue umiliazioni da parte delle donne e chi invece nasce bello e vive in god mode.

anonimo
anonimo
2 anni fa

Rompere le palle a chi? E’ Il femminismo che rompe le palle!! Vuole punire a ‘morte’ i clienti delle prostitute. E probabilmente vuole punire anche te.

Sergio
Sergio
2 anni fa

Tanto adesso col libro farà un po’ di soldi e otterrà quel minimo di fama per rimediare figa.

Mark Jenkins
Mark Jenkins
2 anni fa

Personalmente credo che la condizione di Incel vada superata proprio con la Red Pill – che ti faccia diminuire l’importanza delle donne nella vita. Non dipendere più da loro – frequentare praticamente solo PRO. In ogni caso auguro successo al libro perchè provare a togliere il marchio di infamia che il mainstream ha appioppato agli Incel è sensato.

Mik
Mik
2 anni fa

Si può comprare da qualche parte in formato ePub?

black wolf
black wolf
2 anni fa

La “condizione” può essere dolorosa fino a un certo punto o fino a una certa età, poi si matura e si vive bene lo stesso.

AnonimamenteAnonimo
AnonimamenteAnonimo
2 anni fa

Credo che la questione “incel” sia ambigua.
“Involontariamente celibe”: ovvero “involontariamente non coniugato”. La traduzione letterale del concetto sarebbe questa.
Ma quanti di questi “incel” vorrebbero realmente una moglie?
La risposta secondo me è complessa.
L’opinione diffusa e comune è che l’incel sia qualunque maschio non attraente che non riesce ad avere conquiste femminili (sessuali o non) pur volendolo come lo desiderano e ottengono i loro simili.
Ma questo va oltre la definizione di “celibato”: il celibato è la condizione di qualunque maschio non ancora coniugato, ovvero che non ha ancora stipulato nessun contratto di matrimonio.
Io penso che la definizione sia impropria proprio per questo motivo: crea confusione e distorce la realtà dei fatti.
Ma al tempo stesso c’è anche un’altra questione: spesso queste persone non ottengono i successi sperati perché, pur non avendo e sapendo di non avere dei connotati sufficientemente adeguati ai canoni estetici socialmente ambiti, si ostinano ugualmente a voler pretendere/ambire/desiderare di avere relazioni con delle femmine di valore estetico tendenzialmente molto alto e molto più alto di quanto potrebbero realmente ambire.
Ciò li porta a non considerare minimamente eventuali alternative meno attraenti e non ambite.
Ma attenzione: il gioco è lo stesso anche per le femmine, che fanno lo stesso tipo di esclusione implicita.
La differenza qual’è? Che i maschi tendono a manifestare di più queste situazioni molto più di quanto non facciano le femmine.
Sono fermamente convinto che esistano molte donne “innubil”, per dirla con una provocazione.
Ma non se ne accorge nessuno perché non fa notizia e perché in pochissime sfogano queste problematiche.

Pier Paolo
Pier Paolo
2 anni fa

Eh si. Quello ero io a 20 anni. Virtualmente vergine anche se fisicamente non lo ero (a 15 anni un amico mi aveva “invitato” a una cosa a 3 con la sua ” fidanzata” 14 enne). Persi poi a tutti gli effetti la verginità sembre a 20 anni suonati, con una 19 enne romena, mentre ero in vacanza in Romania, nel lontano 1996. Da allora in poi sono stato in tutto a letto solo con 8 donne, in media una ogni più di 3 anni. Quindi dovrei rientrare nella categoria degli Incel, credo.

Jimbo
Jimbo
2 anni fa

La cosiddetta comunità incel è divisa sulle soluzioni da proporre, peraltro, come faceva notare un utente, quanti di questi incel possono effettivamente ritenersi celibi involontari? Nel senso, quanti, trovando un mezzo cessetto da 5 o 6, accetterebbe realmente una coniugo vera e propria?
Secondo me, meno di quanti si pensi, e certamente, non tutti come farebbe supporre il nome, contrazione anglofona, che qualcuno ha dato, o ci si è dati.
Sì perché, parliamoci molto chiaramente, nessuno, nemmeno tra gli estremi della sedicente comunità, pensa realmente che dopo decenni di rifiuti e la consapevolezza di un aspetto che, come minimo, non è attraente, si possa avere una di quelle figa con cui ci si sega dalle foto scaricate da internet.
E allora restano, nella migliorissima delle ipotesi, ma in effetti le prospettive sarebbero ancora peggiori, un mezzo cessetto da 5, già un 6 sarebbe una sorta di miracolo.
Ma quanti, effettivamente, si accontenterebbero di una da 6, quindi, se le affibbiamo 6 è chiaro che non ci piace al 100%, sennò diremmo che è una gran figa, a prescindere da ciò che possano pensare gli altri, e per di più con il rischio concreto di essere traditi, lasciati, maltrattati e lasciati sul lastrico e in mezzo ad una strada date le attuali leggi?
Prima di mettere il solito non mi piace, a meno che non siate donne cui questo sistema fa comodo, o cuckold, nel qual caso i vostri non mi piace me li appunto sul petto, pensateci.

toronto
toronto
2 anni fa

adesso si chiamano incel, una volta quando eravamo più illetterati, erano i brutti del paese.
.

martino90
martino90
2 anni fa

Potente!

Gino
Gino
2 anni fa

1) passai la vita a studiare la sessualitá e a promuoverla, quindi solidarietá agli incel. ma descrivere non basta, occorre studiare il fenomeno scientificamente e poi proporre soluzioni
2) la frase “L’idea che la liberazione sessuale abbia portato alla creazione di un sistema giusto e vantaggioso per tutti è ormai un vero e proprio dogma” é un GRAVE ERRORE perché tende a dare alla libertá sessuale (e al 68, al socialismo, ecc) la colpa del fenomeno e quindi deragliare verso pruriti di destra che invece sono la vera causa del fenomeno. cioé, se il fenomeno esiste ed é in aumento é perché di libertá sessuale ce n´é TROPPO POCA ed é in diminuzione. la causa del fenomeno é la repressione della sessualitá, storicamente tipica del pensiero religioso/di destra. se alcune zone di sinistra (femminismo) oggi lavorano pure loro per reprimere la libera sessualitá é perché inconsciamente é tornata in superficie la cultura di destra in cui erano state educate.
3) in culture diverse da quella occidentale e piú ruspanti (africa non islamica, sudamerica, indios, ecc) l´incel NON ESISTE. primo perché alle donne dell´estetica non gliene frega niente e secondo perché la vasta libertá sessuale, moltiplicando il desiderio femminile, lo fa riversare verso tutti gli uomini (ne so qualcosa, vivo in brasile)
4) soluzione? se in patria il problema é irrisolvibile, e se la colpa non é vostra, andate in paesi dove le opinioni estetiche femminili sono diverse, o dove se ne fottono dell´estetica e dove la libertá sessuale é piú vasta.

Gino
Gino
2 anni fa

avete visioni troppo ristrette e vi perdete in dettagli.
un ERRORE é dare per scontata l´ossessione per i canoni estetici. altrove non esiste. st´ossessione é l´ennesimo mezzo di cui si serve la repressione sessuale per farci trombare il meno possibile.
ció prende piede a livello individuale quando il partner é visto come un trofeo da esibire per acquisire potere (NARCISISMO, ovvero nevrosi) e non come dovrebbe essere, ovvero un “mezzo” per il proprio piacere e felicitá.