Prima di introdurre l’argomento dovremmo parlare in maniera preventiva dell’amore. Esso descritto come forza irrazionale e trascendente è sempre stato considerato tale nella letteratura occidentale. Noi non crediamo in tali visioni edulcorate frutto di una visione di matrice cavalleresca e dell’evo di mezzo che nonostante il divario spaziale tra noi e loro è tuttora propugnata da cinema, letteratura, cartoni animati etc.
In questa sede vogliamo sintetizzare che ciò che noi chiamiamo amore è un desiderio dovuto ad una mancanza che l’uomo (salvo che non sia un asceta) non può colmare in maniera autarchica.
Detto ciò da dove nasce l’incomunicabilità o la difficoltà nel farlo, da dove nasce l’incomprensione tra l’amore provato dall’uomo e quello provato dalla donna; dove si cela il malinteso?
La chiave di lettura ce la dà il padre della psicoanalisi S. Freud. Questo formidabile autore, approvvigionandosi di materiale letterario del mondo greco (il popolo più intelligente della storia) ha avuto il pregio di intuire molte dinamiche psichiche. Restando fedeli al tema, conosciamo benissimo ciò che è il complesso di Edipo per gli uomini e quello di Elettra per le donne. Per chi non lo sapesse diciamo in breve che il primo amore di un bambino è la madre, per tal motivo, quando maturo sessualmente l’adolescente o il giovane uomo si innamorerà di una donna che in una maniera o nell’altra, fisicamente o caratterialmente o moralmente o comportamentalmente rassomiglierà alla madre. La madre per il maschio rappresenta l’”angelo del focolare”: una figura che si colorerà di tinte pastello, molto più belle di quanto lo siano in realtà. Essa rappresenta la dolcezza, la comprensione, l’accettazione, il supporto, l’accoglienza e l’amore vero ed incondizionato. Il complesso di Elettra è similare ma in versione femminile.
Freud aveva posto una domanda nella sua vita a cui non era riuscito a rispondere : “Che cosa vogliono le donne?” Questa volta non tratteremo di tale domanda perché la manosphere ha ben risposto e sottolineato e sviscerato questa domanda. La domanda precipua è “ Che cosa vogliono gli uomini?”
Qualcuno potrebbe rispondere in maniera subitanea e volgare che l’uomo vuole scopare! Certo non mettiamo in dubbio che ciò sia vero ma riteniamo che tra lo scopare in maniera vacua, godereccia ed edonistica, il vero desiderio di un uomo, quello più recondito, il quale difficilmente riesce ad esternare, legato come è a schemi di uomo macho, è l’essere accettato, stimato, apprezzato e voluto bene semplicemente per quello che è!
In parole povere l’uomo ricerca quell’amore che gli ha dato la madre sin dai primi secondi di vita, quell’amore incondizionato a cui non interessa se sei basso, se non hai i capelli, se sei grasso, se hai il pene piccolo e non funzionante, se sei povero, se sei debole o deforme; quell’amore che col suo calore ti avvolge e ti prende perché sei perfetto e vai così come sei !
Utopia, pura utopia. Si diventa grandi, si comincia a capire che il mondo non è tutto rose e fiori, i mass media e i libri ti hanno riempito la testa di baggianate. I cattivi possono vincere in questo mondo, i buoni perdere, così come i buoni sentimenti vengono calpestati da quelli di lega più bassa. Se non sei performante, se non sei funzionale e funzionante vieni scartato come un pezzo difettato che esce da una fabbrica e se non fossi scartato ed preso da una donna ricordati che comunque sia, sei accettato in una percentuale che non sarà mai del 100% ed assicurati comunque sia di mantenere in efficienza le tue “qualità” o presunte tali per tenertela; qualora dovessi subire un abbasso delle stesse verrai cambiato con un altro pezzo più performante e/o meno usurato!
Ora si potrebbe obiettare che le cose sarebbero equilibrate perché anche per la donna è soggetta al complesso di complesso di Elettra che abbiamo detto esser l’omologo di quello di Edipo. Facciamo attenzione. Se la madre è colei che ti dà affetto incondizionato perché sarebbe disposta anche a morire se il caso lo richiedesse per il proprio figlio/a, il padre anche lui ti dà affetto, certo, ma non della stessa qualità della madre. Il padre è un “fornitore” piuttosto, in maniera particolare con le figlie. Esse sono delle bamboline piccole e graziose che il padre cerca di conquistare comprando loro dolciumi, vestitini, collanine e sfizioserie varie, viziandole spesso e volentieri. “Imprintata” da questa condotta, la donna vedrà l’uomo come un “fornitore” essenzialmente, sia a livello di materia (in primis) e poi di tutte le altre attenzioni di varia natura.
Prima della conclusione dobbiamo ricordarci che in una visione “al maschile” e patriarcale anche se nell’Occidente quest’ultimo è in forte declino a causa dei tanti cannoneggiamenti, l’uomo spesso ragiona secondo categorie dicotomiche e manichee. La donna viene percepita come un essere sensuale e voluttuoso o un essere puro il quale archetipo è rappresentato dalla madre; senza tener presente le infinite sfumature che si trovano nel mezzo. Detto ciò, il sogno romantico dell’uomo è destinato ad infrangersi con gran vigoria, come una bottiglia di vetro scagliata contro un muro, le edulcorazioni delle narrazioni di vario genere nel mondo occidentale non sono altro che pie illusioni, ed ogni illusione è una delusione!
– Mario Di Napoli
30 aprile 2018 –
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Ottime idee (l'imprinting familiare è fondamentale: dietro tante troie c'è un padre chaddoide o un betapatrigno assente) che avrebbero meritato un italiano migliore. E questo è uno dei problemi della manosphere… cercate almeno di imitare Houellebecq che è brutto e depresso ma eccellente prosatore.
Quelli come me a cui interessa solo il sesso e che non si innamorano mai, come si possono definire? A me, tra l'altro, piacciono quelle molto giovani…mai avuto il complesso di edipo, mai amato le donne grandi d'età, neanche da giovane….mai andato d'accordo con mia madre….ultra bigotta e pure femminista sacralizzatrice di donne….
Tra le altre cose a me piace molto lo sport, basta vedere anche il mio blog….non vivo solo per il sesso come altra gente…per me il sesso è uno svago, non è la mia ragione di vita….Mi faccio le seghe e vado a puttane per sfogare la mia virilità
Articolo interessante, riflettendo sull'amore materno e sul suo imprinting mi viene da pensare che spesso le figlie femmine non sono amate dalle madri nello stesso modo in cui vengono amati i maschi. Scatta praticamente sempre una sorta di conflitto, di competizione tra madre e figlia anche perché i figli che crescono ti sbattono in faccia in continuazione il tempo che passa e la gioventù che ti abbandona. A mio avviso questa non accettazione totale, questo amore più giudicante delle madri per le loro figlie femmine fa sì che le donne sviluppino un concetto di amore meno disinteressato, più razionale e giudicante,cosa che poi si concretizza in relazioni dove di solito le donne sono più razionali, spietate e calcolatrici. Ho visto spesso uomini abbandonarsi totalmente e in modo molto naif all'innamoramento mentre raramente la cosa accade con le donne. Di solito gli innamoramenti disperati per loro hanno una componente narcisista di competizione con altre donne per il maschio alfa o sono relazioni più razionali ed improntate a un certo "opportunismo" sociale, economico o sessuale.
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