La Parola ai Lettori

La Redpill More Geometrico Demonstrata

ABSTRACT: Quasi tutti lavoriamo. Siamo tutti schiavi? Certo, se non avessimo bisogno di denaro per vivere e di molto denaro per vivere bene forse non faremmo nulla di utile alla società e magari non sceglieremmo lavori pesanti solo perché ben retribuiti. Però nessuno di noi è davvero costretto (perché accettando di sposare la povertà o di ridurre il tenore di vita potremmo stare a casa o fare lavori polleggiati). Siamo allora tutti liberi? Non mi pare. Tutti percepiamo spesso il lavoro come un’imposizione (e lo è, dato che ci sequestra la maggior parte della giornata.
In realtà, nessuna delle due affermazioni è completamente vera. Ecco perché serve la descrizione probabilistica (valori reali fra 0 e 1). Non ci sono né scelte totalmente libere né azioni totalmente imposte. Ci sono solo diversi gradi di condizionamento. Parità sessuale significa rendere (socialmente) il nostro condizionamento sulle scelte femminili tanto stringente quando lo è (per natura) quello delle donne sulle nostre corrispondenti scelte.

Questo dovrebbe essere il principio costituzionale numero uno di uno stato redpill!

1. Introduzione

Qualcuno talvolta, nella foresta delle opinioni internettiane, si atteggia a reuccio per aver “dimostrato” l’inesistenza del “diritto a scopare” (o “entitlement of sex”, come amano dire i bluepillati anglofoni) con un sillogismo, il quale, in pillole, dice: “nessuno può forzare a 1 (vero) il valore nella tabella di verità della variabile “voglia di scopare” di un’altra persona, quindi il diritto di scopare – inteso come certezza di avere valore 1 (vero) nella tabella di verità dell’evento scopare – non esiste”.

Tale dimostrazione è totalmente errata, in quanto considera variabili booleane (0/1, vero/falso, voglio/non voglio) laddove la natura del problema (e, oserei dire alla luce della fisica quantistica, della realtà in genere) richiederebbe piuttosto di considerare tutti i valori reali fra 0 e 1 e di parlare, quindi, di probabilità.

Poiché è pure di uso comune dimostrare la presunta “illogicità” delle analisi (e, soprattutto, delle proposte operative) redpill con simili argomenti “booleani” (il “tertium non datur” ricorre spesso nelle risposte di molti “razionalisti-scientisti-progressisti”) e poiché si tratta dello stesso trucco retorico adoperato sovente dal femminismo e da tutti i suoi servi, è d’uopo smascherare una volta per tutte questa rappresentazione pseudologica e pseudoscientifica della realtà.

Il concetto di causa tout-court è un retaggio medievale da bluepillati della filosofia: “qual è la vera causa della mia incellitudine?” , o “qual è il vero motivo per cui una donna si concede?” , sono tutte domande ingenue, fondate su una rassicurante rappresentazione deterministica della realtà, buona per i trattati aristotelici amati da Don Ferrante nei “Promessi Sposi”, ma inadeguata a descrivere fenomeni complessi in modo realistico.

Un vero redpillato adotta una rappresentazione probabilistica basata sul concetto di eventi correlati e condizionati . Sappiamo, infatti, che quanto porta una persona a compiere una certa azione, ad operare una certa scelta, a volere o non volere una certa cosa coinvolge una mole di eventi e un numero di variabili (note o nascoste) incalcolabili (il suo vissuto, le sue convenzioni, altrimenti dette “equazioni personali”, la sua eredità genetica, l’ambiente in cui vive, i desideri naturali della specie o addirittura le personali perversioni sorte chissà come, il comportamento degli altri nei suoi confronti o quello che si immagina essere il comportamento della società verso i simili, ecc.). Chiedersi dunque cosa, fra tutto, davvero “causa” la sua scelta è in partenza irragionevole. Chi pensa di poter usare il determinismo nell’ambito delle relazioni umane è come chi pretenda di far valere le leggi della fisica classica nella meccanica quantistica!

Si deve abbandonare la pretesa di ragionare in termini di “dall’evento A segue l’evento B secondo necessità” (“A è causa di B”) e operare come già il grande Federico Nietzsche suggeriva quando diceva che il principio di causalità (caro ai kantiani) non esiste. Tradotto dal suo linguaggio degli aforismi: “Gli eventi A e B, come tutto nel mondo, accadono casualmente e, a posteriori, si osserva una certa correlazione statistica. Quando questa è forte, li chiamiamo – e solo per comodità – causa ed effetto” . E usiamo, aggiungo io, dei grafi probabilistici (in cui le frecce sono probabilità condizionate e non implicazioni logiche) per rappresentare le relazioni fra eventi, porca paletta!

2. De libero arbitrio

Capite quindi che la domanda “esiste il libero arbitrio?” è la più oziosa e fuorviante fra tutto ciò che la ragione si può chiedere. Tradotta in linguaggio logico, dice: “esiste un evento A non causato da nulla?” In teoria sì (chi ha in mente i grafi probabilistici, pensa subito ad una radice o ad un nodo isolato). E per questo il medioevo (basato sulla bluepill aristotelico-tomista) percepiva come certissima l’esistenza di dio (“causa prima non causata” che, per chi crede nella causalità, è necessario ammettere). Per questo il medioevo aveva i monaci e gli eremiti (veri e propri “nodi isolati” o “gruppi di nodi isolati”, almeno nelle intenzioni). In pratica, però, questo benedetto “evento A” (che i bluepillati della filosofia chiamano “scelta libera”) o è fuori dal mondo (e allora può essere “libero di decidersi da solo”) o, specie se è la scelta di un essere umano, non è mai “assolutamente libero” (ricordo che ab-solutus in latino significa privo di legami, ovvero sciolto), dato che la società è fatta al contrario proprio di relazioni.

Ecco che quindi la retorica femminista antiprostituzione ( “la prostituzione non è mai libera perché è causata dal bisogno di denaro” ) si mostra già in partenza come un mero trucco retorico volto a presentare come “particolarmente riprovevole” qualcosa in realtà di comunemente accettato da tutti (nel lavoro come nel sesso: nessuno andrebbe a lavorare se non avesse bisogno/brama di denaro, così come nessuno vorrebbe accoppiarsi a certe stronzette se queste non fossero dannatamente belle). Nessuna scelta umana è libera in senso assoluto. E se lo fosse, sarebbe una scelta che potremmo anche chiamare casuale. Fischiettare un motivetto a caso è, forse, una scelta libera. Scegliere un partner no: proprio perché dipende da molti fattori (le donne scelgono un uomo perché ha look-money-status , non a prescindere da tutto, ovvero “a caso”). Simmetricamente, non esistono nemmeno le costrizioni assolute: anche un uomo con una pistola puntata alla tempia può, se preferisce la morte al disonore, disobbedire a chi lo minaccia (raro, ma possibile).

Se statisticamente un individuo su N compie una data scelta X in date condizioni, possiamo dire (i sostenitori della teoria assiomatica della probabilità avranno qualcosa da ridire, ma pazienza) che la probabilità P(X) è 1/N. Ad esempio, se, su 60 milioni 30 lavorano, significa (approssimativamente), che la probabilità di scegliere di lavorare è ½ e la chiamiamo P(X). Se però abbiamo altre informazioni, ad esempio conosciamo il patrimonio (E) della persona, la probabilità cambia e viene chiamata P(X|E) (probabilità di X dato E). Ad esempio, la probabilità di scegliere di lavorare dato che il patrimonio è nullo, sarà tendente a 1. La probabilità di scegliere di lavorare dato che il patrimonio è miliardario, sarà tendente a 0 (non considerando lavoro sparare stronzate sui social). La probabilità di scegliere di lavorare dato che il patrimonio è quello di una famiglia benestante è, poniamo, 1/10 (se solo 1 figlio di benestanti su 10 trova un lavoro che per redditività e soddisfazione personale gli pare valere il tempo di vita da impiegare), mentre se il patrimonio è quello di una famiglia normale, saliamo, diciamo a 9/10 (se solo lo sfigato su 10 a cui viene proposto un lavoro sottopagato e faticoso sceglie di stare a casa, mentre gli altri volenti o nolenti si adattano pur di non ridursi sul lastrico). Volendo proprio parlare di libero arbitrio, diciamo allora (in questo esempio) che nascere figli di benestanti rende 9 volte più liberi! Ma in nessuno dei due casi si è “liberi in assoluto”.

Esistono quindi solo eventi condizionati, la cui probabilità può essere quantificata con un numero reale fra 0 (impossibile) e 1 (certo). Solo così si può valutare “quanto” (e non “se”) si è “costretti” (o, se preferite, “influenzati”) o “liberi” (o, se preferite “indipendenti”) da qualcuno o da qualcosa. Decidete voi la “soglia” (0.5? 0.1? 0.9?).

3. Altro che dialettica hegeliana servo/padrone…

Nel caso dei rapporti umani, chiamiamo P(X) la probabilità che l’individuo X scelga di compiere una certa azione. E chiamiamo con P(X|Y) la probabilità che l’individuo X scelga di compiere una certa azione dato che lo vuole l’individuo Y.

Se P(X|Y)=P(X) (ovvero la volontà di Y non modifica la probabilità che X scelga di compiere l’azione) diciamo che X è libero da Y.

Se P(X|Y)>P(X) (ovvero la volontà di Y influisce positivamente sulla probabilità che X scelga di compiere l’azione) diciamo che Y ha influenza (potere) su X.

Se P(X|Y)<P(X) (ovvero la volontà di Y influisce negativamente sulla probabilità che X scelga di compiere l’azione) diciamo che Y sta talmente sulle palle a X che questo tende a fare l’opposto di quanto Y vorrebbe.

Se P(X|Y)=1, allora X è schiavo di Y. Se poi P(X) è piccola, allora Y sta pure costringendo X a qualcosa di solitamente considerato poco piacevole.

Stesse definizioni scambiando X con Y.

Il rapporto fra X e Y è invece paritario se P(X|Y)=P(Y|X), ovvero se X ha tante influenza su Y quanta ne ha Y su X.

Nel caso dei rapporti fra i sessi, consideriamo la probabilità P(Y|X) che un uomo a caso voglia scopare dato che la donna lo vuole. Certo essa sarà 1 se la donna è figa e forse resterà diversa da 0 anche se la donna è una cessa obesa (data la fame di una certa percentuale di uomini). Senza sapere nulla, possiamo dire che comunque, in media, passa abbondantemente il 50 percento (immaginate se una tipa chiedesse apertamente di scopare a tutti i ragazzi: la metà e passa non accetterebbe?). Per stare conservativi, diciamo P(Y|X)=0.5

Consideriamo invece la probabilità P(X|Y) che una donna a caso voglia scopare dato che lo vuole l’uomo. Certo, se l’uomo non ha valori LMS sufficienti (a sentire questo sito, nel top 5% della popolazione), essa sarà 0. Forse, anche con valori alti di LMS, resterà ben al di sotto del 50 percento (magari egli è bello, ma non possiede quelle doti di sentimento o intelletto che quella donna pretende per un eventuale rapporto, magari egli è ricco, ma per lei resta un cafone arricchito, magari egli è famoso, ma ha aspetti caratteriali che a lei non piacciono, e così via). Mediamente, diciamo che P(X|Y)=0.025 (stimando un 5 percento di veramente belli, ricchi e famosi e una ottimistica probabilità del 50% che la donna decida di concedersi senza troppi sforzi).

Confrontando le due probabilità condizionate, scopriamo che

P(Y|X)>>P(X|Y) (maggiore di 20 volte!)

Vuol dire che la donna “vale” 20 volte l’uomo (in termini di desiderabilità e potere) in una delle relazioni fondamentali per la felicità del singolo, la discendenza della stirpe e la stabilità della vita comune (insomma, il “mondo come volontà”).

4. Dalle figure dello spirito allo spirito della figa

In altre parole, il rapporto fra le probabilità che l’uomo scelga qualcosa (in questo caso l’atto sessuale) condizionato al fatto che lo voglia la donna e la probabilità che lo scelga la donna dato che lo vuole l’uomo è, quantitativamente, molto vicino a quanto si avrebbe se le figure dello spirito hegeliane (servo-padrone, anzi, in questo caso servetto-padrona) avessero una rappresentazione matematica.

Come questo possa essere tollerato o ignorato in un mondo che si “narra” come egalitario e scientificamente illuminato resta per me un mistero, spiegabile solo aggiungendo altri due elementi infiniti alla stupidità umana e all’universo secondo Einstein: l’ipocrisia delle donne-femministe e la coglionaggine dei maschio-pentiti progressisti.

Non pretendo l’impossibile: rendere P(Y|X)=P(X|Y) vorrebbe dire essere tutti belli, ricchi e famosi (ma allora gli elementi della teoria LMS sarebbero così diffusi da non conferire più un vantaggio competitivo e si tornerebbe al punto di partenza). Vorrei, però, che il loro rapporto, nell’amore sessuale, fosse minore di una certa soglia D chiamata “fattore di disparità” (lo limitiamo a 2, a 3 o a 1.5? fate voi!) e che in altri ambiti (ad esempio, il lavoro, lo studio, la religione, la politica, l’arte, la società, la storia, insomma il “mondo come rappresentazione”) diventasse, per compensazione, l’inverso, ovvero 1/D. Il resto è conseguenza!

“Diritto al sesso” significa solo e semplicemente questo. Nessuna costrizione (e nessun vero/falso, libero/obbligato).

5. Cosa resta da fare (eventualmente come parte 2)

Vi sono diverse soluzioni e nessuna prevede la schiavizzazione delle donne. Ad esempio:

A) Società chiusa e aristocratica (l’opposto della open society e della democracy verso cui ci stanno spingendo dissennatamente). Definendo un sottoinsieme di uomini meritevoli rispetto a criteri condivisi da una certa comunità ed intersoggettivamente riconoscibili e verificabili (ad esempio quelle “virtute e canoscenza” cui, secondo Dante, saremmo chiamati come uomini), è possibile conferire ad essi l’accesso ad una “aristocrazia” l’appartenenza alla quale garantisca, di per sé, l’essere universalmente ammirati, amorosamente disiati e socialmente accettati da tutti (e soprattutto da tutte) al primo sguardo come le belle donne lo sono per le loro grazie. Non sarebbe P(Y|X)=P(X|Y) per tutti, ma almeno per gli Y meritevoli!

B) Antifemminismo liberale (l’opposto della “parità di genere” che causa le famigerate “azioni positive”). Riconoscendo come la minore presenza statistica di donne in certi ruoli e in certe professioni sia dovuto non già alle presunte discriminazioni (in nome della lotta alle quali si riservano quote e privilegi reali alle donne persino nel mondo del lavoro), bensì al tentativo equo, umano e disperato dei singoli uomini di bilanciare con lo studio, il lavoro, la cultura, la posizione sociale, il denaro, il potere, tutto quanto in desiderabilità e, appunto, potere è dato alle donne dalle disparità di desideri volute dalla natura per fini afferenti la propagazione e selezione della vita e incorrelati ai concetti di equità e felicità, potrebbe, persino senza violare alcuno dei principi dello stato liberale di diritto, lasciare spontaneamente riequilibrare la situazione complessiva.

Le donne, che già statisticamente possono avere influenza sulle cose e sugli uomini tramite i ruoli loro propri per natura, sceglierebbero con meno frequenza (come accadeva fino a poco tempo fa) certe professioni non conformi alla loro indole o richiedenti pesanti sacrifici di tempo e stile di vita (al contrario degli uomini, i quali, per non restare socialmente trasparenti ed amorosamente negletti, devono scegliere quanto conferisce denaro e prestigio sociale anche se noioso, faticoso, pericoloso o comunque non conforme all’indole soggettiva). In tal modo, certi ruoli e certe professioni tornerebbero a conferire a chi in esse si è sacrificato fin da giovinetto quel fascino di mistero e di inaccessibilità che rende desiderabili agli occhi delle donne come due secoli fa lo erano certi preti cattolici (quando la religione dava status) e due decenni gli ingegneri (quando lo studio dava denaro). Si avrebbe quindi P(Y|X)/P(X|Y)<D(Y) dove D(Y) decresce con la probabilità che l’uomo Y sia in una posizione socialmente più elevata e invidiata della donna X.

Per ottenere questo non sarebbe necessario alcun provvedimento specifico. Basterebbe azzerare gli ultimi decenni di quote rosa, demagogia femminista che spinge le donne a “fare cose un tempo da uomini” e propaganda antimaschile che fa perdere ai giovani maschi fiducia in sé stessi nonché serenità psicologica.

C) Antifemminismo illiberale (poiché i principi dello stato liberale non sono scritti in cielo e le applicazioni odierne comprendono negazioni pratiche di quegli stessi principi – vedi presunzione di innocenza, oggettività del diritto, libertà di parole, per non dire di quella sessuale a senso unico femminil-femminista – non è un’eresia proporre una società che superi i dogmi del liberalismo). Riconoscendo l’equità come valore sostanziale a cui l’astratto concetto di libertà deve cedere il passo, si potrebbe benissimo tornare, limitatamente al rapporto fra i sessi (lasciando stare religiosità, economia ecc.), ad una società a cui sia proibito alle donne di maneggiare (e sperperare) denaro. Essendo già “sedute sulla loro fortuna” (come amano vantarsi), non ne sentirebbero troppo la mancanza. E avrebbero comunque ancora tutti i loro modi specifici (madre, confidente, amica, amante, ecc.) con cui influire sulle cose e sugli uomini come già riconosciuto persino da quel bluepillato di Rousseau. Si avrebbe in questo caso P(Y|X,E)=P(X|Y,E), dove E è l’ulteriore evento condizionante “dato che le donne, per quanto libere di scegliere vita e compagni di vita, non possono guadagnare lavorando, ma hanno comunque bisogno di denaro per vivere e di molto denaro per vivere bene”. Questa è la prospettiva che il mondo di oggi vede come fumo negli occhi proprio perché renderebbe (ah, giusta legge del contrappasso cara a Padre Dante!) le donne soggette ad un bisogno/brama di intensità e immediatezza pari a quanto da noi provato davanti alla loro bellezza, e tale da bilanciare finalmente ogni possibilità di scelta e ogni potere contrattuale nell’amore sessuale!

Si osservi come anche senza divieti legislativi, sia possibile raggiungere l’equivalenza P(Y|X,E)=P(X|Y,E) anche quando E è semplicemente l’evento “essere persone famose/importanti/potenti in un dato ambito vitale per la donna in questione”. Ecco perché il metoo attacca proprio questo tipo di rapporto (scambio favori sessuali per favori di carriera) chiamandolo “stupro” (ma per loro è stupratore chiunque riesca a scopare senza passare per le forche caudine del corteggiamento ove la stronza di turno potrebbe permettersi qualunque perfidia sessuale, qualunque tirannia erotica, qualunque sbranamento economico-sentimentale).

Se avete qualche migliaio al mese di euro da spendere, potete verificare l’equazione di cui sopra con E consistente nel “dato che entrambi sono all’interno del mondo sugarbaby-sugardaddy”. Altro che bellocci o chad!

D) Sacro Antichissimo Culto di Venere Prostituta (alla faccia di chi pensa che appagare il desiderio naturale non costituisca almeno la premessa per una soluzione del problema). Riconoscendo l’impulso sessuale come rientrante fra quelli fondamentali dell’essere vivente, lo stato si dovrebbe fare carico di istituire una politica prostituzionale efficiente che fornisca a gran parte dei cittadini la possibilità economica di accedere ai servizi sessuali offerti da professioniste del settore da tutelare e rispettare proprio come “sacerdotesse” di un antico rito pagano. Tale politica deve essere sia interna (aumento del potere di acquisto dei cittadini tramite una forte spinta economica espansiva), sia esterna (studio di strategie per impoverire paesi “nemici”, ma geneticamente ben dotati dal lato gnocca – penso alla Croazia – in modo da garantire un continuo afflusso di belle fanciulle invogliate dalla prospettiva di guadagno a trasferirsi nel paese come escort). Ovviamente i nemici economici (lobbies transnazionali per l’uguaglianza di genere) e ideologici (preti, femministe, bluepillati) devono essere trattati con la severità (riduzione in schiavitù, confisca dei beni, uccisione sul posto o in un secondo momento al Colosseo) che nel passato imperiale romano spettava a chiunque si opponesse ad un culto ufficiale!

L’equazione P(Y|X)=P(X|Y) vale in questo caso solo restringendo l’insieme X delle donne alle escort, ma se il numero e la qualità di queste risultano sufficienti ad appagare il natural disio di bellezza e piacere dei sensi (e delle idee) di tutti gli uomini, quello che pensano, fanno, giudicano e dicono le donne appartenenti all’insieme complementare non rileva.

Si tratta dalla soluzione effettivamente implementata a partire dalla caduta del Muro di Berlino fino alla distruzione del ceto medio italiano e all’introduzione del femminismo misandrico (di stampo scandinavo) iniziata negli anni 2000 e portata a termine dal traditore Mario Monti e dal bandito internazionale Soros (finanziatore delle cagne femen). Fino a quando potevo anche solo pensare di spendere uno o due di quei milioncini che fluivano spontaneamente fuori dalle tasche di papà per passare una notte con una fanciulla (russa, polacca, ungherese, moldava, ecc.) di bellezza tanto alta e nova da esser solitamente sognata di notte sotto le stelle scorrenti del cielo o vista di giorno passare per via come in passerella, manco mi accorgevo di essere “incel”. E manco mi sono mai fregato di cosa “piacesse alle donne” (che tanto, di norma, non mi piacevano, abituato a certe frequentazioni…). Davvero non capisco chi dice che la prostituzione per tutti non sia una soluzione…(nel senso del: chissenefrega di quanto di voi dicono la società e le “donne da conquistare”, se avete i soldi per ACQUISTARE i favori delle più belle fra quest’ultime! ).

-Il Sultano di Costantinopoli-

Subscribe
Notificami
guest

230 Commenti
Più votati
Più recenti Più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments
Tizio Onesto
Tizio Onesto
2 anni fa

Dio santissimo ecco perché quando parlo di certi argomenti non faccio quasi mai riferimento alla parola Redpill o al termine redpillato, se uno che non ne sa quasi nulla decide di fare ricerche e si imbatte in una roba simile, pensa che siamo tutti matti.

Qualche concetto interessante qua e la c’è, ma è tutto così ampolloso, altezzoso, inutilmente più complicato di quanto sarebbe necessario, sembra che l’autore voglia di proposito farcire tutto con citazioni, termini poco utilizzati o appartenenti ad ambiti molto specifici, formule addirittura, forse sbaglio ma la mia impressione è che questo testo gridi “guardate quanto sono colto, guardate quante parole conosco, guardate quanto ho letto, guardate che prosa faticosa da leggere riesco a produrre”.

Ognuno ha il suo stile, ok, ma dal punto di vista divulgativo a mio parere una cosa del genere fa più danno che altro, oltre ad essere un po’ una mattonata (mai quanto la prosa della vicenda sulle sugar babies però). Poi vabé alcune cose, come impoverire volontariamente dei paesi o delle categorie sociali per aumentare la probabilità che da essi arrivino escort mi paiono proprio assurde e mi dissocio completamente da una simile cosa, non è redpill, sono desideri / fantasie personali dell’autore

Last edited 2 anni fa by Tizio Onesto
moverimmchessuccer
moverimmchessuccer
2 anni fa

La società aristocratica…
Se non bestemmio, guarda.
Scusi sultano, ma stavolta veramente ha fatto un calderone di nozionismo e ideali di facciata, non mi sento di commentarlo

Alex Le Large
Alex Le Large
2 anni fa

No, no, non ci siamo. E questo non perchè non mi stia in simpatia il Sultano, che è fonte di spunti interessanti e provocatorii (con due I volontarie).

E’ uno scritto a tratti incomprensibile, quando la redpill (di per sè basata su pochi principi) dovrebbe essere accessibile a tutti.

Io lo prendo come un divertissement (la “dichiarazione di guerra” alla Croazia e le “condanne da applicare” alle femministe), ma si rischia di esporre il fianco, e dare gioco facile nel far ridurre la redpill a macchietta o peggio a semplice teoria misogina.

Se invece si parla seriamente, beh, che dire, si rischia veramente di fare la figura degli stregoni.

A me basterebbe, parlo per me, il ripristino dello status vigente dal periodo postbellico sino alla caduta del Muro, quando le donne avevano conquistato tutti i diritti a loro dovuti (diritto di voto, di lavoro, di famiglia ecc) senza iniziare a pensare al suprematismo di genere, e quando tutto sommato il femminismo non aveva ancora danneggiato il tessuto sociale nonostante la gran caciara degli anni 70.

Non a caso il periodo migliore per l’Italia, fatto di uomini e donne responsabili, entrambi con diritti e doveri reciproci e quindi con crescita economica e demografica.

Tutto qui, senza formule matematiche o altro, che siano per scherzo o meno (nel secondo caso mi faccio il segno della croce pur essendo ateo).

Preferivo i discorsi sulle escort, se devo essere sincero.

Last edited 2 anni fa by Alex Le Large
Michael
Michael
2 anni fa

Breve riassunto:
Si parla, sostanzialmente, del precario equilibrio nella società fra l’innato grande potere femminile, un’indiretta influenza sugli uomini e le loro scelte, quindi sull’economia; Il potere maschile che, per motivi naturali, non è già alto ma dev’ssere “costuito” (attraverso la volontà, il sacrificio, la competizione, ovvero il duo MS escludendo L) ma potenzialmente più determinante ai fini di stabilizzare l’intero sistema:

Nella pratica quindi Le donne hanno la libertà di influire seducendo (cosa mediamente limitata a quella) e, per colmare, l’uomo ha la libertà di influire su di loro attraverso l’organizzazione sociale, che influenza la donna e di conseguenza sue scelte, quindi il maschio stesso: un ciclo/loop in cui l’uno o l’altro si influenzano reciprocamente, la complementarietà.

(Per questo sia la formula P(X|Y,E) = P(Y|X,E) sia la formula naturale ovvero lo squilibrio di P(X|Y,E)>P(Y|X,E) sono corrette)

Il femminismo tuttavia vuole togliere la giusta libertà maschile cosa che, come gia dimostrata, comporta la perdita della meritocrazia (ciò che contribuisce positivamene alla società non viene premiato, valorizzato), della giustizia (soggettivo > oggettivo), disvalori e precarietà(disgregazione sociale a causa dell’individualismo femminile che favorisce un valore piuttosto che un altro e cosi via) quindi alla regressione.

La società quindi è maschile pertanto dovrebbe essere sua esclusiva gestirla come avveniva in passato.

Lo Statistico
Lo Statistico
2 anni fa

Dal punto di vista scientifico ci sono due grossi errori di concetto, che però non è detto che inficino il risultato finale. Il primo errore: a differenza da quanto scritto dall’autore, non è vero che usando la probabilità non esista più il principio di “tertium non datur”: il ragionamento probabilistico continua ad usare la logica classica e ogni predicato logico deve ancora essere esclusivamente vero oppure falso. Ciò che cambia nel ragionamento probabilistico è che si assegna una probabilità che un evento avvenga, e questa probabilità può assumere significato di frequenza con la quale avviene (approccio frequentista) oppure convinzione sulla possibilità che l’evento avvenga (approccio bayesiano, nel quale la convinzione è probabilistica perché si ha incertezza riguardo al fenomeno). In ogni caso la logica del terzo escluso continua a funzionare, semplicemente non c’è una conoscenza certa del valore di verità della proposizione. Quello che intende invece l’autore, cioè la definizione di proposizioni “non completamente vere” o “non completamente false” è la logica fuzzy, che appunto si differenzia dalla logica classica nel fatto di non avere il principio del terzo escluso. Secondo errore: l’autore confonde probabilità e causalità. Avere una probabilità condizionata ad esempio P(A|B) non significa che A sia causato da B, ma semplicemente che sono in possesso di una funzione di probabilità condizionata che mi permette di calcolare la probabilitià di A se conosco B (e di calcolare la distribuzione di probabilità marginale di A se conosco la distribuzione di probabilità di B).
Nulla è detto su cosa causa cosa! A potrebbe essere la causa di B ma noi potremmo avere disponibile solo la distribuzione marginale di B e quella di A dato B (da queste poi potremmo ottenere sia quella margniale di A, sia quella di B dato A), ma nessuna indicazione sulla causa è espressa in una probabilità !!! In ogni caso non so se questi errori invalidino la teoria perché non l’ho seguita fino in fondo, può darsi benissimo che a dispetto delle definizioni sbagliate l’autore abbia usato semplicemente il ragionamento probabilistico nel modo giusto. Per il resto, non sono riuscito a seguire bene il senso dell’articolo: è così poco scorrevole che dopo qualche paragrafo ho pensato di non impiegarci altro tempo. Consiglio all’autore di riscriverlo in modo da essere più accessibile, magari con un “abstract” iniziale che riassuma dove vuole andare a parare.

Quasimodo68
Quasimodo68
2 anni fa

Onestamente se ti diletti a scrivere questi papiri è già un bellissimo miglioramento rispetto al foraggiare le sugar babies

Antonio
Antonio
2 anni fa

Comunque dopo l’opera di masturbazione intellettuale relativa a formalismi matematici del mio altro commento vorrei fare una critica “reale” all’articolo, che comunque apprezzo tantissimo e considero di assoluto livello.
C’è troppa filosofia, troppa masturbazione intellettuale, per me è molto semplice, si è passati dalla società incentrata sul padre alla società incentrata sul grande fratello.
La protezione della donna è passata dall’uomo che se la scopava o con cui aveva legami di sangue, ad uno stato leviatanico che ha controllo totale sui maschi.
La responsabilità di ciò non è delle femministe, è della tecnologia, tecnologia creata in gran parte dall’uomo tra l’altro, essa ha permesso il controllo totale sull’uomo stesso.
L’uomo ha perso valore perchè la sua funzione biologica di protezione ora la fanno le telecamere, la geolocalizzazione, le carte di credito, le registrazioni ecc.
Le donne prima non potevano uscire da sole, era pericoloso, ci voleva l’uomo che le proteggeva, oggi le donne escono da sole, l’uomo non serve più, ha creato cose che lo hanno reso inutile.
L’autore è vittima di una delle più grandi menzogne del femminismo, ovvero che matriarcato, libertà sessuale ecc. siano il nostro stato di natura, stato di natura intaccato, sporcato dalla società patriarcale, da costrutti sociali creati per favorire l’uomo.
Non è così, libertà sessuale e femminismo sono prodotto della tecnologia, non possono esistere senza controllo totale sui maschi, essi anzi sono quanto di più distante dal nostro stato di natura possa esistere.

anonimo
anonimo
2 anni fa

Quanto al diritto al sesso, le femministe si smentiscono da sole quando, a squarcia gola, reclamano quanto segue:
 
1) Il diritto all’aborto:
questo diritto presuppone un diritto al sesso, perché per evitare gravidanze basterebbe praticare la castità: il diritto all’aborto, inoltre, richiede il coinvolgimento di medici e farmacisti [pertanto, salvo stupro o motivi di salute – l’aborto non è assolutamente un diritto, se il sesso non lo è];
 
2) diritto all’acquisto di anticoncezionali, magari a prezzi agevolati, e diritto ad essere ben informate in merito all’utilizzo degli stessi, ecc…
[vale il medesimo discorso di prima];
 
3) diritto all’orgasmo per pareggiare i conti con l’uomo, il famigerato orgasm-gap
 [solo un ignavo zerbino può non sentirsi offeso nell’intelligenza all’udire il termine orgasm-gap].

In ogni paese civile, e ‘social-liberale’, ad ogni diritto corrisponde un dovere; e ogni dovere è subordinato all’obiezione di coscienza del singolo.
Ma il nazi-femminismo, non diversamente da ogni bigottismo ideologico, intende intromettersi sulle questioni private del singolo in nome di un’imprecisata nozione di “dignità femminile”. E così:
come il bigottismo religioso, in nome di un incerto Dio vivente, intende scaraventarsi contro l’aborto con l’imposizione dell’obiezione di coscienza a tutta la collettività, allo stesso modo, il nazi-femminismo, in nome di un’imprecisata dignità femminile, intende scaraventarsi contro la prostituzione con l’imposizione appunto dell’obiezione di coscienza a tutta la collettività, colpendo duramente e direttamente gli uomini, e, di riflesso, le prostitute – in aperta violazione dell’intoccabile diritto alla libertà di pensiero di coscienza e di religione su cui ogni Stato laico dovrebbe reggersi, per non cadere nell’intollerabile parallelismo peccato = reato.
Il che è tipico degli stati etici. Dove il bene giuridico tutelato da uno Stato è un concetto inaccessibile, recondito, soggettivo, e intimamente connesso alla sfera privata del singolo, come ad esempio può essere il concetto Dio, o il concetto di dignità femminile, giusto là gli orrori, le prevaricazioni, le imposture, le denigrazioni, le mistificazioni, le sproporzioni, e tutte le angosce possibili e immaginabili s’accaniranno contro la lingua, il respiro e la testa di ogni libero pensatore, efferatamente.

Cutlass
Cutlass
2 anni fa

Riflessione sulla tangenziale dopo dieci ore di lavoro : anche Rocco però si è sposato perché voleva qualcosa di più delle semplici troxx che si trombava nei film…….e ne deduco che quindi non gli davano abbastanza per essere soddisfatto.

martino90
martino90
2 anni fa

Bellissimo articolo anche come formulazione…comunque è vero, fino 30 anni fa un ingegnere aveva (in media intendo, ovvio le eccezioni ci sono sempre ma rarissime e tendono a scomparire) uno status e un reddito che ora si può solo immaginare esperienza personale..già nel 2000 era calato tantissimo rispetto al 1990 e poi la riforma 3 + 2 ha dato la mazzata finale… solo ai tempi della laurea di ingegneri ora ampiamente ultracinquantenni quella laurea valeva, in automatico, M e S rilevanti…

Cutlass
Cutlass
2 anni fa

Gli attori porno che come lavoro trombano belle donne e sono pure pagati possono quindi rappresentare un giusto compromesso?
O non ho capito niente……

Alberto
Alberto
2 anni fa

Quindi per ricapitolare in senso pratico e statistico:
Un uomo con bassi e sufficienti LMS se dovesse chiedere un rapporto a una donna da 0 a 1 ….Querela e condanna penale:):) facciamo 0,
un uomo con elevati livelli LMS ma inetto nelle relazioni e nelle attività pratiche. facciamo 0,20, Un uomo con elevati LMS, brillante e con savoir faire 0,50
Tutti i casi sopracitati riguardano persone cmq psicofisicamente ed eticamente sane, cioè non psicopatici, sociopatici, delinquenti ecc e mettiamo pure gradevoli caratterialmente, inoltre consideriamo persone con elevato LMS ma NON famose… Ad esempio il comandante di una compagnia aerea o il manager di successo che comunque nessuno conosce, cioè NON attori, cantanti, sportivi, politici, showman ecc…. Penso che questi siano valutazioni con margini di errore ma abbastanza veritiere.

corra
corra
2 anni fa

Bella tesi di laurea: come spiegare con parole difficili cose facili. Mi sono divertito nel riprendere l’argomento delle probabilità. Ora però rifletto dall’alto dei miei 50: ma se è così frustrante trovare una che mi vada, e forse sarà anche più frustrante gestirla, chi me lo fa fare??? Infatti sto da solo e aspetto semmai che un pesce figa cada nella mia rete.

Sasà
Sasà
2 anni fa

In linea generale apprezzo il post, ma ho delle considerazioni di carattere sparso, soprattutto sul punto 2.
Innanzi tutto Dio si scrive con la lettera maiuscola, a meno che non si tratti di un refuso, o di una provocazione -mi si consenta di dirlo- un pochetto adolescenziale.
In secondo luogo, non ha senso parlare di esistenza di Dio che è causa prima non causata, in quanto esistere deriva da ex-sistere e cioè venire da. Dio è o non è, ma non ha proprio alcuna logica dire che “esiste”. Magari Zeus esiste, come figlio di Crono. Dio, soprattutto nei termini proposti dal post, non “esiste”… è e basta.
Terza osservazione, è un po’ improprio scrivere che “si considera certissima l’esistenza” di Dio, la natura della Fede è il considerare che il minore non può contenere il maggiore, e così l’essere umano non è in grado di comprendere (in senso di cum-prehendere) la natura di Dio. Fede vuol dire avvertirne la presenza senza poter avere i segni definitivi.

Last edited 2 anni fa by Sasà
Vik
Vik
2 anni fa

Lectio Magistralis. Il passaggio sul destabilizzare paesi della gnoccolandia: Poesia pura

Urhen
Urhen
2 anni fa

Un’ altra soluzione che suggerirei è la censura di contenuti che aumentano la disparità di potere sessuale tra uomo e donne (o rimanendo nello spirito dell’ articolo qualunque altra cosa che aumenti quel D = P(Y|X)/P(X|Y) ) più di quanto non faccia la natura.
E ho in mente qualsiasi forma di social network, sito d’incontri e programma spazzatura.
Cosa che verrebbe ulteriormente migliorata con la propagazione di contenuti il cui messaggio sarebbe “se sei una Paolotta qualunque ti metti con un Paolotto qualunque, non pensare neanche lontanamente che il più bello della classe si possa mettere con te, al massimo ti userà solo per una notte”, che poi è pure la realtà.

Anonomo
Anonomo
2 anni fa

La prima parte è un semplice modello di scelta condizionata tra 2 alternative (lavorare/non lavorare), solo che è presentato malissimo, con grossolani errori concettuali e scritto ancora peggio.
Il resto sono congetture personali scollegate dalla realtà.

Antonio
Antonio
2 anni fa

Da laureato in matematica, che ha scelto altre strade poi (in realtà sono algebrista, amo cose ben più astratte e formalmente “pulite” ed “eleganti” della teoria della probabilità, roba da praticoni), vi assicuro che il testo dell’utente ha senso eccome e non è neanche così difficile da capire, non c’è nulla che non venga spiegato nella prima settimana di un qualunque corso universitario di probabilità e statistica, e spesso anche al quinto anno di un qualunque liceo scientifico. Se lo trovate incomprensibile, complicato o insensato, beh sforzatevi di più perchè non lo è, anzi.
Detto ciò vorrei porre un paio di quesiti matematico/formali all’autore:
1) 1/D è la probabilità che una donna abbia successo in ambito economico, lavorativo, sociale, accademico, artistico ecc.? Credo abbia più senso che tale probabilità (quella del successo della donna in uno di questi ambiti) sia il complementare a 1 della probabilità di successo dell’uomo in tale ambito. La probabilità di tali eventi non dovrebbe dipendere da D, al massimo è D che dovrebbe dipendere da tali probabilità. Il succo è lo stesso ma formalmente è meglio, non credi?
2) Nella soluzione numero 2) la funzione D non dipende anche da X? Cioè se D è funzione decrescente della probabilità che Y sia socialmente “meglio” di X, tale probabilità non dipende anche da X e così la funzione D?

JessieJ
JessieJ
2 anni fa

Sei il migliore sultano! Non ti curare dei commenti negativi dei caproni che non riescono ad apprezzare un lavoro simile!! Ho letto decine di trattati scientifici seicenteschi, ma l’idea di riproporre uno di questi sulla redpill è fantastica ed esilarante! Bravo!

Victor Valmont
Victor Valmont
2 anni fa

Solo un minus habens potrebbe non apprezzare la quantità di spunti, la visione interessate (condivisibile o meno) e l’opportunità di discussione che un articolo così può fornire. Certo che Sultano, non dotato della qualità della sintesi, utilizza costrutti non trasversali ai più, incisi volutamente ampollosi, citazioni en passant, ironia “criptica” e stesura volutamente aulica come sferzante provocazione o più probabilmente come compiacimento orgasmico, non può che allontanare, quando ad alcuni risultare antipatico.
Nel merito: il condizionamento nel potere contrattuale sessuale dei generi è un problema che la società d’oggi non sta affrontando o peggio sta esasperando in un senso unico. A+C il superamento del liberalismo in uno stato di Probi.
Conoscenza di ciò e redpill ad maiora!
VV

avventore
avventore
2 anni fa
MarcoC
MarcoC
2 anni fa

Nonostante sia su questo blog da anni, nonostante molti utenti glielo abbiano già spiegato chiaramente, il Sultano è ancora convinto che le donne dovrebbero innamorarsi del suo libretto universitario. Lo pensava a 20 anni, e lo pensa pure a 40 anni. Lo pensava il primo giorno che è sbarcato sul blog, e continua a pensarlo oggi, tanto che parla di:

“una certa comunità ed intersoggettivamente riconoscibili e verificabili (ad esempio quelle “virtute e canoscenza” cui, secondo Dante, saremmo chiamati come uomini), è possibile conferire ad essi l’accesso ad una “aristocrazia” l’appartenenza alla quale garantisca, di per sé, l’essere universalmente ammirati, amorosamente disiati e socialmente accettati da tutti (e soprattutto da tutte) al primo sguardo come le belle donne lo sono per le loro grazie.”

questa è una roba che chiunque abbia un minimo di sale in zucca, troverebbe risibile.

Quanto all’antifemminismo illiberale, ovvero negare alle donne il diritto a svolgere certi lavori o a maneggiare soldi, è nato nell’epoca sbagliata (o nella nazione sbagliata). Giusto ieri sentivo il solto articolo pieno di indagnazione in cui si raccontava che in Afghanistan alle donne è stato vietato il diritto di lavorare, oltre al diritto allo studio che era già stato negato loro appena insediati i talebani.
Una volta avrei visto questi provvedimenti come negativi e da condannare, oggi conoscendo la redpill, ne comprendo la ratio. Creare una società dove il potere sessuale femminile è bilanciato da una serie di provvedimenti che ne limitano le possibilità di scelta.
Problema: siamo nel periodo storico sbagliato per parlare di queste cose. Già è successo il finimondo quando Pillon parò di vietare l’aborto…
Caro Sultano, se sei davvero convinto della bontà delle tue proposte, fonda un partito, scendi in piazza e poi raccontaci come ti va a finire. Probabilmente tu e quelle poche anime in pena che aderiscono, venite prelevati dall’ambulanza per un TSO urgente.
Scrivere questi papiri è sempre preferibile a farsi spennare migliaia di euro per dei messaggini che su FB e Instagram sono gratis, ma bisognerebbe anche testarne la fattibilità pratica.

Quanto alla prostituzione, è un non-problema. Se sei brutto e hai difficoltà a soddisfare il bisogno di intimità sessuale, il panorama offre una varietà tale che non basterebbero 10 vite per fare sesso con tutte. Si va dalle nigeriane che si prostituiscono in strada per 20€, fino alle pro di alto borgo che chiedono 5.000€ per un weekend, passando dalle professioniste di appartamento di bellezza e nazionalità variabile con prezzi che vanno dai 50 ai 200€. Non credo sia un grande esborso economico andare 2-3 volte al mese da una escort, considerato che frequentare una ragazza, tra viaggi, cene, regali, spostamenti in automobile, costa all’incirca uguale. O pensi che avere una fidanzata non comporti alcun costo economico?
Nessuna donna è davvero gratis.
Vorresti le prostitute a prezzi calmierati pagate dallo Stato per offrire una vita sessuale anche ai brutti. Sembra di sentire Barbafisso edizione 2021.

Molti hanno criticato lo stile eccessivamente prolisso e ampolloso dell’articolo, ma al di là della forma, quello che non va è il contenuto. Tutte queste idee sono solo fantasie dell’autore, aka “coping”. Parla di un mondo ideale dove le donne si allagano gli slip osservando gli uomini che hanno perseguito “virtute e canoscenza”, parla di una Europa del 2022 in cui le donne sono serve rinchiuse in casa che badano ai figli e in cui solo l’uomo può lavorare.
Vorrebbe plasmare la società in modo tale che anche un 40enne ampolloso, cervellotico e pieno di nozionismo che vive coi genitori, venga amato dalle giovani figliole dalla pelle come pesca. Sultano, piuttosto che piegare la società a tuo gradimento, forse si farebbe prima a mollare gli ormeggi dal tranquillo porto familiare, ed uscire un po’ più di casa. Magari provare a interagire con persone ben inserite socialmente e ben ancorate al mondo con cui fare esperienze di vita, piuttosto che coi topi da biblioteca che circolano per aule e corridoi. Perchè, e parlo da persona che questo ambiente lo ha vissuto a lungo, quello dell’università è un ambiente molto èlitario e chiuso, un universo a sè stante che col mondo reale ha pochi agganci.
E magari far valere il proprio status da prof/ricercatore universitario, perchè non posso credere che un uomo con un impiego statale ben retribuito, non trovi proprio nessuna che si interessi a lui (a meno che il suo target sia la modella 20enne con gli occhi da gatta e il sederino sodo, cosa che – conoscendoti per quel poco che ti conosco da questi articoli – non mi stupirebbe).
Sto parlando di robe molto più semplici rispetto allo stravolgere la legislazione di una intera nazione e cancellare gli ultimi 70 anni di storia portandoci al livello “Afghanistan”.
Prima di criticare il sistema, che è sì pieno di contraddizioni, si dovrebbe avere l’umiltà di guardarsi allo specchio e farsi un esame di coscienza paffuto e ciccione.
Te lo dico con tutto l’affetto di questo mondo: meno coping, più realtà.
Perchè la redpill è questo, è realtà. E’ essere consapevoli del contesto operativo in cui ci si trova. I voli di fantasia su ipotetici scenari fantapolitici che ci sorrideranno, non sono tanto diversi dai voli che fa il bluepillato medio che pensa che un giorno anche lui sarà amato per la bella persona che è dentro.
Sono due diverse gradazioni di bluepill, ma è sempre bluepill.
Ma so che queste mie parole cadranno nel vuoto e che tra qualche mese porterai un nuovo articolo in cui ci spieghi come tutti quanti saremo amati quando si instaurerà l’aristocrazia chiusa e alle donne sarà negato il diritto al lavoro 🙂