Dinamiche Sociali

Trovare Nuovi Amici: Tutto ciò che devi Sapere

Alessandro Magno ed Efestione

Come Farsi Nuovi Amici

“Non ho amici” è una lamentela in cui ci si imbatte spesso di questi tempi, e una problematica di certo merita più attenzione. In questo articolo vorrei fare alcune riflessioni sull’amicizia, per poi cercare di capire insieme come farsi nuovi amici.

L’essere umano è un animale sociale e avere molti -ma soprattutto buoni- amici è sicuramente una cosa positiva e un obiettivo a cui tendere. Gli amici sono infatti una risorsa preziosa perché offrono un valore aggiunto alla qualità della nostra vita. Essi sono dei punti di riferimento con i quali condividere i nostri momenti felici o tristi, con i quali vivere al meglio le nostre passioni o con i quali aiutarsi nel percorso che porta ad un determinato traguardo. Ma sono anche i pilastri della posizione sociale che costruiamo all’interno dell’ambiente in cui viviamo. Dopo essere uscito tante volte in solitaria per feste o locali e aver raccolto un numero statisticamente rilevante di approcci, ho notato che da parte delle ragazze le domande più frequenti erano sempre due:

  • Che fai nella vita/ di cosa ti occupi?(queste per la verità sono un classico anche quando sei in compagnia)
  • Dove sono i tuoi amici? (con le varianti: con chi sei qui?/Sei qui da solo?)

Ciò è abbastanza scontato se pensate che lei giudica il vostro valore di uomo principalmente in base al vostro aspetto e al vostro status; il primo lo vede già (le siete davanti!), mentre il secondo lo suppone cercando di estrapolarvi quelle che per lei sono le informazioni più significative, ovvero la vostra professione/attività e la tipologia di persone che siete abituati a frequentare.

Questo tipo di domande sono positive (se avesse già deciso di scartarvi non perderebbe tempo a farvele), ma vanno sapute gestire perché a seconda della risposta possono cambiare l’esito di una conoscenza e determinarne la riuscita o il fallimento.

Amicizia e Attrazione

Partiamo da un concetto fondamentale: l’amicizia e l’attrazione non sono poi tanto diverse. Tolta la componente sessuale, i meccanismi che portano due persone ad essere attratte o unite da un legame di amicizia non sono poi tanto dissimili.
Noi tutti, in quanto esseri viventi, abbiamo la tendenza a perseguire due fondamentali obiettivi, ovvero sopravvivere e riprodurci, e tendiamo a schierarci con chi ci garantisce le maggiori probabilità di raggiungerli.
Bramiamo di accoppiarci con una modella di Chanel perché è figa (valore di riproduzione) nello stesso modo in cui tendiamo a preferire l’amicizia di qualcuno che è in grado di offrici qualche vantaggio concreto, come il tizio popolare che ci può inserire socialmente o quello ricco che ci può prestare qualche soldo o partecipare a un progetto imprenditoriale che abbiamo in mente.
Avere un valore di mercato elevato non rende quindi la vita più facile solo con le donne, ma anche con gli altri uomini.
Anni fa fecero uno studio sulle confraternite maschili americane, in cui emergeva come gli uomini belli fossero anche quelli considerati più popolari [1]. A riprova che lo stereotipo del Chad delle commedie USA, adorato e amato dalle donne, ma anche invidiato dagli altri uomini, non è nato dal nulla.

I gruppi di amici, così come le coppie, sono sempre abbastanza omogenei per valore di mercato. Tendiamo a frequentare persone che stanno ad un livello estetico e socioeconomico simile al nostro e tanto più si va avanti con l’età quanto più c’è una resistenza al cambiamento.
Difficilmente un uomo brutto e povero riuscirà ad inserirsi in una comitiva di ragazzi belli e di successo e a partecipare alle loro feste e serate. Anzi, probabilmente sarà il primo a sentirsi inadeguato. I fuffaguru che vogliono insegnare alla gente come fare soldi battono molto su concetti -per carità giustissimi- come “siamo la media delle cinque persone che frequentiamo di più” oppure “frequenta gente ricca e diventerai ricco”, ma essendo appunto dei fuffaroli non sanno spiegare per quale ragione una persona ricca e di successo dovrebbe sprecare il suo prezioso tempo con un povero e addirittura elargirgli (senza contropartita) consigli in grado di fargli svoltare la vita.
L’impulso ad avvicinare a noi chi ci migliora la vita e contemporaneamente a respingere chi la peggiora ad un certo punto porta ad un equilibrio, che è definito omeostasi sociale dinamica.
Ecco perché le donne tengono molto a sapere chi sono i vostri amici: avere dei termini di paragone le aiuta a capire chi siete. Se avete amici fighi, nella sua testa difficilmente sarete dei completi falliti.

Amicizia maschile e femminile

Uomini e donne hanno un diverso modo di intendere l’amicizia: le donne fanno amicizia tra loro scambiandosi segreti e indiscrezioni (il “gossip”, che è tipicamente femminile), gli uomini svolgendo attività insieme. [2]
Questo è il riflesso dei due diversi ruoli biologici e delle differenti pressioni evolutive alle quali i due sessi sono stati esposti per millenni.
Nella preistoria gli uomini uscivano per cacciare o combattere insieme, mentre le donne rimanevano nei pressi della propria grotta, accudivano i bambini e si raccoglievano intorno al focolare per dialogare e scambiarsi confidenze fra loro.
Le più grandi amicizie che ci sono state tramandate dall’antichità erano essenzialmente prima di tutto solidarietà guerriera. Pensate ad esempio alla storica amicizia di Alessandro Magno con Efestione, suo fedele compagno d’armi; o a quella mitologica di Achille, la cui vendetta per la morte in battaglia dell’amico Patroclo fa cambiare le sorti di un’intera guerra.
Oggigiorno non ci sono più mammut da cacciare e troiani da infilzare, ma la natura maschile rimane sempre quella di raccogliersi in gruppo per inseguire un obiettivo comune.
Invenzioni di sport di squadra come il calcio, coincidenti con la rivoluzione industriale, rispondono proprio all’esigenza degli uomini di fare squadra in un’epoca in cui le tradizionali occasioni di aggregazione maschile sono venute meno. In pratica, l’uomo ha smesso di cacciare ed ha cominciato a calciare. Diversa attività ma medesima cooperazione intorno ad un obiettivo.
C’è una bellissima scena di un film degli anni ’80 con Sylvester Stallone, “Sorvegliato Speciale”, che secondo me rende perfettamente lo spirito dell’amicizia maschile, ed è quella del restauro della Ford Mustang.

Un gruppo di uomini che proviene da diverse realtà, ma costretti a condividere lo stesso spazio, che creano un forte legame dedicandosi ad un’attività tecnica e costruendo insieme qualcosa.

Amicizia ed Età

Molti uomini hanno nostalgia delle amicizie che avevano da bambini o da adolescenti, forse perché quella è proprio la fase della vita in cui si è più liberi e spensierati e ci si può dedicare ad ogni tipo di attività insieme senza preoccuparsi di incombenze e responsabilità. Film cult sull’amicizia come “I Goonies” e “Stand by me” raccontano proprio di gruppetti di preadolescenti che affrontano insieme l’avventura più eccitante ed adrenalinica della loro vita, ultima prova prima di diventare grandi. “Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù, ma chi li ha?”.
A 20-25 anni è ancora abbastanza facile fare amicizia. Si è ancora nella fase della scoperta, ci si fida delle persone, si ha una mente tutto sommato ancora libera da preconcetti e si conoscono persone delle tipologie più variegate. Uno studio dell’Università di Oxford mostra come una persona raggiunga il suo picco di amicizie proprio intorno ai 25 anni [3].
Poi la vita si fa più complicata, il lavoro occupa sempre più spazio, magari si pensa a fare famiglia, il tempo è sempre meno, le delusioni si sono accumulate e si diventa più pragmatici nella scelta degli amici. Le stesse persone con le quali avevamo tanta compatibilità a 20 anni, a 30-35-40 anni spesso ci appaiono distanti. Avere meno amici non è allarmante, è fisiologico.

Perché è così difficile farsi nuovi amici?

Grazie ad internet, telefonini e mezzi di trasporto sempre più rapidi, l’umanità non è mai stata così connessa come oggi. Eppure paradossalmente per un uomo sembra essere sempre più difficile trovare qualche amico. Come mai?
I motivi principali secondo me sono 2:

Società del Benessere

Per tutta la storia dell’umanità la sopravvivenza del singolo è sempre dipesa dal gruppo/clan/tribù al quale apparteneva.
Avere o non avere solidi legami era una questione di vita di morte. La vita umana in origine era tremendamente difficile e se non avevi nessuno che collaborasse con te o che ti aiutarsi a difenderti (o ad attaccare) eri realmente spacciato.
Questo è stato vero fino a non molti decenni fa, soprattutto nei piccoli centri di provincia, dove i compaesani si scambiavano spesso reciproci favori. Oggi però viviamo nel benessere, la nostra società è relativamente sicura e non abbiamo problemi di approvigionamento.
In quest’epoca post-industriale, avere amici semplicemente non è più indispensabile alla sopravvivenza di un uomo, esattamente come avere un marito non è più indispensabile alla sopravvivenza di una donna. L’opulenza e la tecnologia ci hanno reso una società tremendamente egoista ed individualista.

Società Femminizzata

Al benessere è conseguita anche una sempre crescente femminizzazione della società. Al giorno d’oggi c’è una vera e propria guerra dichiarata contro gli uomini e contro la mascolinità, che viene definita senza mezzi termini “tossica”.
E’ sempre più difficile per un uomo esprimere liberamente la propria natura, pena lo stigma di un femminismo che ormai è metastatizzato un po’ ovunque.
Gli ambienti prettamente maschili ormai non esistono più. Senza menzionare i famosi club per gentiluomini dell’800, anche luoghi che erano totalmente maschili fino a soli pochi decenni fa, come il bar, lo stadio o le palestre, sono stati infiltrati dalle donne.
Perfino la polizia e le forze armate ormai sono state contaminate dall’Estrogeno.

Vedi: il detestabile vizio delle donne di introdursi in ambienti maschili

Gli uomini hanno sempre meno spazi dove riunirsi e sempre meno attività da svolgere insieme, di conseguenza viene sempre più difficile fare amicizia. Forse anche per questo l’androsfera online negli ultimi anni si è espansa a macchia d’olio.

I 3 Passi dell’Amicizia

Per quanto ho osservato, ogni amicizia segue un percorso che si articola in 3 fasi:

  • Conoscenza: è la fase iniziale e più superficiale, durante la quale ci si avvicina e ci si confronta per capire se ci sono delle affinità e se vale la pena investire maggiormente nel rapporto.
  • Amicizia Parziale: è quella circoscritta solo a determinati ambiti della vita di un soggetto (ad esempio compagni di scuola, colleghi di lavoro ecc.). Con gli amici del secondo tipo il legame rimane confinato nei limiti di una specifica attività, che può essere una passione comune. Uno può trovarsi bene a frequentare una persona limitatamente ad alcuni interessi/hobbies comuni, ma non avere nulla da spartire al di fuori di quello.
  • Amicizia Totale: amicizia a 360°, per cui l’amico viene coinvolto anche in questioni più private che vanno oltre i confini dell’ambiente iniziale in cui ci si è conosciuti. L’amico totale (amico vero) è quello con cui sei perfettamente in sintonia e con il quale puoi abbassare tutte le barriere, condividere ogni esperienza e parlare liberamente di tutto.

Molte amicizie falliscono semplicemente perché chi le porta avanti non sa capire le differenze tra i rapporti e cerca di far passare allo step successivo una persona che non ne ha i requisiti.
Occorre saper accettare il fatto che i veri amici sono rari e cercare intanto 1) di fare conoscenza 2) di ricavare quanto più buono possibile da gli amici parziali, senza avere pretesa di renderli totali.
Fare amicizia richiede tempo ed è molto difficile, ma fare conoscenza è molto semplice e quello è l’obiettivo primario a cui uno dovrebbe tendere.
Uscire (ma ci si possono fare nuovi amici anche online, molti ragazzi ad esempio hanno fatto amicizia conoscendosi in questo blog e nei relativi social e organizzando un successivo raduno), socializzare, sviluppare estroversione, abituarsi a parlare un po’ con tutti. Quando si inizia a prendere l’abitudine a fare conoscenza inevitabilmente si aprirà qualche opportunità e qualche conoscente evolverà in amico.

Amicizia Uomo-Donna

Come Lucio Battisti, anche io credo molto poco all’amicizia tra uomo e donna. Sia perché come abbiamo visto uomini e donne intendono l’amicizia in maniera diversa e parlano linguaggi diversi (non a caso i migliori amici maschi delle donne sono i gay, che invece avendo un cervello femminile si trovano perfettamente in sintonia), sia perché generalmente ogni uomo vuole fare sesso con tutte le donne decenti che gli stanno vicino.
Nella maggior parte dei casi l’amico delle donne è un soggetto che è stato molto più banalmente friendzonato, quindi sta in quella condizione forzatamente e non spontaneamente, vittima di una ragazza che fa la profumiera per estorcergli favori e benefici di vario genere.

Tuttavia includere delle ragazze nel proprio giro di amici talvolta può portare indiscutibili vantaggi e far notevolmente aumentare il tuo status.

  1. Ogni donna, anche la più sfigata, ha opportunità sociali incredibili. Tutte le volte che ho frequentato delle ragazze per periodi più o meno stabili e sono stato in qualche modo incluso nella loro vita sociale sono sempre rimasto esterrefatto dalla impressionante quantità di eventi ed occasioni sociali alle quali avevano accesso. Talvolta trovavo ragazze quasi asociali in feste che credevo essere estremamente elitarie.
    Legare le tue uscite sociali a quelle di certe ragazze può diventare davvero una pacchia, senza sforzo hai accesso alla migliore movida.
  2. Avere amiche donne rende più facile anche farsi altri amici uomini, che ovviamente sperano grazie a te di conoscere qualche tipa. Ricordo un aneddoto di quando ero ragazzino. Avevo una compagna di scuola, abbastanza gnocca, con la quale uscivo ogni tanto in amicizia e lei aveva l’abitudine di prendermi a braccetto, tanto che andando in giro sembrava fossimo fidanzati. Un pomeriggio venni visto con lei da uno dei ragazzi di una compagnia del mio paese nella quale avevo sempre cercato di inserirmi senza successo. Mentre la mia “amica” era distratta da una vetrina, questo tizio, che fino ad allora mi aveva sempre snobbato, quella volta si avvicinò a me quasi sommessamente per chiedermi se lei fosse la mia ragazza. Me la tirai un po’ e risposi con un machiavellico “Non ancora”, lasciandolo nel dubbio. Dopo quella volta non entrai comunque nella sua compagnia, ma prese a salutarmi sempre e a trattarmi alla pari. Improvvisamente il fatto che io frequentassi ragazze carine aveva nobilitato la mia immagine e resomi perfino degno del saluto.
  3. Le amiche donne offrono un minimo di preselezione anche con le tipe che vi state lavorando. Anni fa con amici frequentavamo spesso un pub (ora chiuso) e avevamo fatto amicizia con la cameriera che era nostra coetanea. Certe volte a fine serata, quando c’era poco lavoro, si sedeva un attimo con noi a chiacchierare del più e del meno e oramai era diventata nostra amica; o meglio, un po’ più che conoscente (vedi capitolo precedente).
    Quando le volte successive portavo in quello stesso locale tipe con cui ci volevo provare, queste notavano la confidenza che avevo con la cameriera e spesso volevano saperne di più del rapporto che avevo con lei. Non è come una preselezione data dall’avere molte amanti o ex fidanzate, ma la preselezione di amiche donne è comunque un’arma di discreta potenza se usata come si deve.

Detto ciò, l’amicizia tra uomo e donna ha anche aspetti fortemente negativi e spesso diventa tossica. Dovete essere preparati al fatto che quando uscirete la vostra amica conoscerà ragazzi, spesso attraenti, con i quali flirterà e talvolta finirà pure a letto. Mentre voi starete lì a guardare e a rosicare. Quando approcciate delle ragazze che sono in gruppi misti di uomini o donne spesso dopo un po’ salta fuori il solito amichetto amichetto zerbino segaiolo che cercherà di portarvela via, perché giustamente lui sogna ogni giorno di farsela senza successo e non sia mai che arrivate voi una sera e in poco tempo ottenete da lei quello che lui non è riuscito ad ottenere in anni. E vale anche al contrario: una ragazza che ottiene precisi vantaggi da te all’interno di un rapporto di amicizia difficilmente avrà interesse a farti trovare una fidanzata. Non potrà mica perdere così di punto in bianco il suo paggetto!
Questo per dire quanto siano ipocrite le amicizie uomo-donna, che in nessun modo possono sostituire il cameratismo maschile.

In conclusione: Come farsi nuovi amici?

  • Alza il tuo valore di mercato
  • Dedicati ad attività maschili da svolgere insieme
  • Liberati dalla pressione di fare amicizia: concentrati sul fare conoscenza più che amicizia

Bibliografia

[1] Anderson C, John OP, Keltner D, Kring AM. 2001. Who Attains Social Status? Effects of Personality and Physical Attractiveness in Social Groups.
[2] Caldwell MA, Peplau LA. 1982. Sex differences in same-sex friendship
[3] Kunal Bhattacharya, Asim Ghosh et al. 2016. Sex differences in social focus across the life cycle in humans

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1 anno fa

Avvicinandomi ai trenta molte amicizie sono andate perdute. Ma se penso al passato, dai 17 ai 22/23 anni, i momenti più significativi li ho passati insieme ai miei amici.
Avevo diversi gruppi con cui uscire, teste diverse con cui relazionarmi, divertirmi e talvolta anche imparare dure lezioni.
Ovviamente tutto andò allo scatafascio quando si cominciò a far entrare qualche ragazza nel gruppo, l’istinto di prevalere sugli altri fece crollare il cameratismo e molti furono inquinati da quei tipici atteggiamenti che caratterizzano la donna. Falsità e ipocrisia, paura, debolezza.
Il peggio arrivò quando qualche fortunato di noi cominciò a fidanzarsi o frequentare qualche ragazza.
A quel punto i gruppi non tornarono mai più come prima. La cosa più triste era osservare come le ragazze promuovessero questo distacco dall’amico perché secondo loro era un processo di evoluzione e maturazione. Come passare dall’adolescenza all’età adulta. In realtà non era nient’altro che un modo banale per renderti un rincoglionito succube e soprattutto solo. Ma in giovane età molti di noi non ce ne rendevamo conto, chi aveva la fidanzatina se la teneva ben stretta.
La generazione di mio padre, molto più indipendente dalla figura femminile e più forte sentimentalmente, ancora oggi porta avanti le amicizie di quando aveva 15 anni. La figa !? La figa viene dopo..
Quanto li invidio.
Ci sono state anche lezioni di vita non proprio all’acqua di rose. Andare in giro e frequentare amici obiettivamente più belli e avvenenti di me, ha comportato diversi piccoli traumi, i primi accenni naturali di redpill.
Poi.. ragazze e non, tutto è cambiato. Siamo cresciuti, siamo diventi ” adulti ”
Abbiamo cominciato a fare lavori del cazzo che ci hanno rubato la vita, siamo andati a convivere o vivere da soli, siamo ingrassati, abbiamo perso i capelli, non riusciamo più a vedere l’uscita con gli amici come uno svago ma come un impegno a cui devi adempiere per essere il più sociale possibile, ci siamo fatti rapire dagli schermi piccoli e grandi.
L’unica cosa che mi resta è pensare a quanto ero felice, in quelle estati ventilate, sulla panchina al parco, coi miei amici a sparare cazzate, quando le ragazze erano un lontano miraggio. Eravamo spensierati, forti e felici.

BlackpillatoAnonimo
BlackpillatoAnonimo
1 anno fa

“Molti uomini hanno nostalgia delle amicizie che avevano da bambini o da adolescenti, forse perché quella è proprio la fase della vita in cui si è più liberi e spensierati e ci si può dedicare ad ogni tipo di attività insieme senza preoccuparsi di incombenze e responsabilità”, c’è da dire che le amicizie che si formano quando si è bambini o poco più che adolescenti sono più sane perché non vi è ancora quella competizione sessuale che separa i vincenti dai vinti. Un volta entrati nella adolescenza, ecco che l’ormone dei ragazzi li spinge a competere per ottenere la fessa. Una competizione spietata e crudele che non lascia prigionieri…

Antonio
Antonio
1 anno fa

Dopo i 30 l’amicizia non esiste. Chi pensa il contrario non si accorge di essere sfruttato.

Feltrino
Feltrino
1 anno fa

Per esperienza personale posso dire che le donne conviene ripagarle con la loro stessa moneta. Se non puoi scopartele fattele amiche per ampliare la tua cerchia sociale o trarre altri vantaggi senza cadere in zerbinismi vari. Evitare quindi di diventare l’amico gay che ascolta loro paturnie, che è sempre disponibile, che gli fa sempre favori ecc… Il vecchio detto “tratta come ti trattano” funziona sempre. Attenzione però che qualsiasi donna se ha la possibilità cercherà sempre e comunque di farvi diventare l’amico gay.

Rododendro
Rododendro
1 anno fa

Però ho riscontri diretti che nelle nuove generazioni di ragazzini avere amicizie “vere” dove aprirsi, mostrare debolezze etc è sempre piu raro e difficile.
Se riguardiamo i film citati noterete nei protagonisti una ingenuità totalmente perduta. Anche per questo da adulti si fa fatica ad avere amicizie vere, si perde la spensieratezza e l ingenuità.
E’ un peccato perche nulla vieta anche a 40 anni , con figli e lavoro che ti tolgono tempo e risorse, di avere dei rapporti genuini e spontanei ma di fatto nel mondo adulto questo non esiste perche è scomparsa la fiducia reciproca e l ‘umanità. Quando hai un amico vero o un sentimento reale il bene dell’altro conta almeno quanto il tuo ma obiettivamente ormai ha preso piede il demone interiore dell’egoismo e gioire delle gioie altrui, anche di un amico, è ormai quasi impossibile. Ci hanno modificato biologicamente, è questo che è accaduto.Tra vicini di casa a malapena ci si saluta quando un tempo si facevano le cene assieme, il mondo del lavoro sempre più americanizzato sul modello anglosassone produce solo dinamiche tossiche ultra competitive . Si gode di piu delle disgrazie altrui che dei successi, anche il linguaggio è sempre aggressivo e tende all’umiliazione del prossimo piuttosto che al conforto. Stiamo regredendo, è evidente, in una stupidità sociale auto distruttiva anche perche poi tutti ma proprio tutti si lamentano che “tutti fanno schifo” e “ognuno pensa solo ai fatti suoi” etc, praticamente è sempre colpa degli altri. Comunque la società non evolve(in questo caso involve) a caso, c è sempre un modello che la modifica, in questo caso il modello veicolato dai social(non a caso il degrado dei rapporti umani è iniziato ad accelerare vertiginosamente dal 2000 circa, fino a livelli di distopia dove gli adolescenti hanno ormai tutti, chi piu chi meno, delle sociopatie) cioè manipolazione comportamentista degli individui e delle masse che ha prodotto una società fatta non piu di esseri umani ma di umanoidi guidati da algoritmi. Questa mia ultima frase sembra eccessiva ma lo sembra solo perche non siamo in grado di accettarlo

Manuel
Manuel
1 anno fa

In linea di massima condivido tutto ciò che è stato scritto nell’articolo. Manca, però, secondo me, un elemento fondamentale: oggi, nell’era social post femminista, l’amicizia fra maschi è sempre più difficile da trovare.
Anche nell’esempio del film: ” Sorvegliato speciale”, si trattava, in realtà, di un epoca lontana anni luce rispetto a quella di oggi. Epoca in cui anche un galeotto con un look da 5 aveva più possibilità di trovare donne rispetto a un ragazzo della media borghesia con un fattore L da 7 dell’epoca odierna.
E allora è più facile essere amici di qualcuno con cui non si è troppo in competizione nella ricerca del gentil sesso.
Perché oggi, l’estrema selettività delle donne porta anche ad essere meno solidali fra uomini.
Un conto è essere amici quando si da per scontato che, prima o poi, tutti troveranno una compagna, un conto invece è quando ci sono tempi de guerra e ogni buco è trincea e in amore e in guerra tutto è lecito… Oppure quando il tuo ” amico” che è un Chad o un Tommy di turno, ti ruba l’unica donna che ti stavi lavorando, per il solo gusto di allargare il suo Harem….
Paradossalmente è più facile oggi l’amicizia fra coloro che hanno un elevato valore di mercato perché, solo in quel caso, non ci può essere una eccessiva rivalità che può rovinare un’amicizia.

Last edited 1 anno fa by Manuel
Andy
Andy
1 anno fa

Per quanto mi riguarda, ho capito col tempo che le amicizie, anche le più solide, vanno comunque considerate come situazioni transitorie e non idealizzate. Il fatto che possano durare fino alla fine dei nostri giorni, oppure concludersi domani, non ci è dato saperlo.
Fino a quando sussistono elementi in comune, le cose proseguono, ma se un giorno dovessero emergere elementi che portano a percorrere strade diverse, bisogna prenderne atto serenamente (o almeno provarci). Nel frattempo è importante godersi i momenti piacevoli che ci possono dare.
Penso sia importante considerarle un po’ come un elastico che si allunga, si accorcia e si potrebbe anche spezzare; in alcuni momenti ci avviciniamo maggiormente a una determinata persona, in altri ce ne allontaniamo, ma è comunque una dinamica normale.
Quindi, in sintesi, il mio pensiero è che certi legami vanno presi per quello che sono (molto solidi, solidi, non troppo solidi) in quel determinato momento e vissuti al meglio e nella misura in cui possono dare un giovamento.

Charlie Sheen
Charlie Sheen
1 anno fa

Un saluto a tutti i lettori del blog, io sono un ragazzo di vent’anni che legge gli articoli nel tempo libero e vorrei dire la mia in merito a questo.

Io vedo le fasi dell’amicizia in modo leggermente differente dal tuo, suddividendo tre fasi: conoscenza – “falsa” amicizia – amicizia vera.

Per falsa amicizia intendo la buona parte delle amicizie che le persone instaurano perlopiù per approvazione sociale, per fini personali e per altre motivazioni che poco hanno a che fare con una vera e propria sana amicizia.

Nella maggior parte dei casi quando si verificano problematiche varie si tende a capire quando si è caduti in una di queste, quasi come una sorta di relazione tossica, ma spesso si rifiuta un eventuale isolamento per timore di rimanere soli, se non si hanno molte amicizie. La vera amicizia si verifica solo in poche occasioni e quando hai la fortuna di aver conosciuto le persone giuste.

Per me la tua idea di amicizia parziale è una sorta di conoscenza forzata, dove non hai desiderio di fare amicizia o passare tempo con determinate persone, ma lo fai semplicemente perché ti ritrovi in un contesto dove per convenienza devi farlo. (Nonostante questo non critico negativamente la tua idea, ovviamente.)

Io posso dire di avere moltissimi conoscenti, poiché sono abbastanza aperto con le persone ed essendo anche piuttosto carismatico non ho problemi a conoscere persone nuove, ma nonostante questo non mi sento di poter dire di avere amici.

In merito all’amicizia uomo-donna credo che possa esistere solo in quei rari casi dove non ci siano tensioni affettive e/o sessuali. Io stesso anni fa credevo di averne vissuta una molto piacevole, ma essendo più razionale devo smentire questo pensiero, poiché la ragazza in questione era interessata sentimentalmente a me.

Ho cambiato qualche paio di comitive per le più svariate ragioni, spesso perché erano tossiche le persone (non parlo di drogati, ma di pessima gente a livello umano) e ho sempre cercato di evitare certi ambienti, ma pare essere un gioco a somma zero.

Vorrei farvi notare una questione in particolare che probabilmente vi sarà nuova. In alcuni social come instagram esistono pagine dove si lascia carta bianca alle persone, buona parte di questi post riguardano ragazzi e in minima parte ragazze che cercano persone da frequentare e amicizie. Inutile dire che i ragazzi che cercano ragazze e amicizie sono tutti ragazzi tendenzialmente bruttini, di scarso aspetto fisico e con un profilo social non dei migliori, purtroppo sto cancro moderno dei profili social me lo devo subire pure io, ma questo è un discorso a parte.

La conclusione è sempre la solita, fare amicizie belle e sane ormai è quasi diventato come avere una relazione affettiva/sessuale. Spesso puoi rendere tutto possibile autoconvincendoti di girare con buoni amici, frequentare ragazze inferiori a te stesso che manco ti piacciono, solo per farci sesso, o magari pagare una prostituta, in entrambi i casi vengono a mancare molti aspetti sociali considerevoli.

P.S. specifico che sono un ragazzo single che si scopa senza problemi ragazze carine in mezzo a un po’ di alcol, canne e serate pazze, con un buon fisico, 180cm pieni di altezza e un volto ben fatto, a eccezione di un piccolo difetto che non mi rovina comunque nel complesso. Ho scritto questo per sfatare il mito dei bluepillati che criticano questi forum, non tutte le persone sono misogene o pazze, anzi la maggior parte di queste sono individui razionali che si interessano alle dinamiche sociali, dove sono presenti anche categorie “inaspettate” come ragazzi della mia età, donne e persone con famiglie, ecc…

Insomma, molte idee redpill le condivido io personalmente e trovo che tutto questo politicamente corretto stia rovinando il modo di pensiero corretto e razionale che ogni individuo possiede, caratteristica che i lettori del blog fortunatamente hanno.

Un saluto.

Chicco
1 anno fa

Io non credo più all’amicizia, troppe esperienze negative di gente opportunista che tende a sfruttarli e basta.
Comunque, c’è un’altro ostacolo che impedisce di avere amici, l’egoismo.
Mi spiego meglio: in un gruppo sono già tutti ben assortiti, e non glie ne frega nulla a nessuno di fare entrare nuovi elementi nella compagnia.
Quindi ogni tentativo da parte del nuovo arrivato sarà frustrato in varie modalità: freddezza e indifferenza, aggressività, mostrarsi infastiditi in sua presenza.
Potrà interagire solo in maniera superficiale.
Un’altra cosa, come hai detto tu, molti confondono rapporti amichevoli, cioè di buon vicinato e convenzionali con l’amicizia facendosi molte illusioni.
Ma parte di queste illusioni verranno anche alimentate da questi conoscenti, che per ottenere favori vestiranno temporaneamente i panni dell’amico. Poi ottenuto ciò di cui avevano bisogno, vieni messo nuovamente da parte senza troppe cerimonie.
L’amicizia con gente benestante poi non ne parliamo….
Dovresti adottare un tenore di vita superiore alle tue possibilità economiche, e non penso che vogliano adattarsi loro a te andando a mangiare tutti insieme da “Peppino il pizzaiolo ” dive con 10€ ti fai pizza e birra.
Se non credo all’amicizia tra uomini, figuriamoci a quella tra uomo e donna.
I primi sono interessati a scopare, e se piaci anche a loro.
Le seconde, o come detto sono interessate al sesso con te, o appunto ti vogliono come paggetto per ottenere attenzioni e favori dandoti ovviamente qualche briciola per fidelizzarti.
A meno che non ti reputano proprio un cretino che si appaga facendo loro da cavalier servente.
Provateci, e se vedete fallire le vostre intenzioni, lasciatele perdere e togliete ogni forma di rapporto con loro. Un saluto di circostanza e due parole se capita sono più che sufficienti, ma evitate stretti contatti per non farvi manipolare a loro piacimento.
Qualora date vantaggi materiali e attenzioni ad una donna, e nel frattempo ci provate con un’altra, fate attenzione a come si comporta.
Se mostra gelosia, mi spiace per voi, ma non è attratta o innamorata ma solo che non se ne rende conto e lo rinnega a se stessa.
È puro possesso e gelosia per qualcuno che ritiene “suo” e da cui riceve vantaggi e attenzioni.
Quindi, se cerca di ostacolare il vostro flirt con un’altra donna, non è interessata ripeto, e cerca di allontanare voi da lei, lei da voi, vi scredita o lo fa verso l’altra.
Prendete posizione in modo deciso dicendo una frase tipo:”Tra me e te non c’è nulla, io ti ho dato una possibilità di stare con me. Non l’hai voluta cogliere? Affari tuoi, come tu hai il diritto di farti chiavare da chi vuoi.
Io ne ho altrettanto di chiavare con altre donne, quindi fatti da parte e non rompere i coglioni, perché tu per me non sei nulla!”
È dura come cosa, ma va fatta. Probabilmente la principessa offesa toccherà ogni rapporto con voi, ma alla fine nella perdita avrete un maggior guadagno.
Che ve ne fate di una che volete scopare, ma vi considera silicone paggetti adulatori?
Niente di niente!

Emanuele
Emanuele
1 anno fa

Mai riuscito ad avere amicizie durature; la mia diversità alla lunga ha sempre allontanato le altre persone da me. Sono troppo diverso dalle altre persone.

flyingsoul
flyingsoul
1 anno fa

Alessandro magno, Efestione se lo ingroppava pure però. Essendo bisessuale non credo sia un buon esempio per parlare di amicizie maschili.
Per il resto si, le vere amicizie si fanno quando si è ancora vergini di esperienze e non sia ha nulla da perdere. Tutto ciò che viene dopo non è mai vera amicizia, è solo opportunismo, che non è necessariamente negativo, semplicemente se viene a mancare il vantaggio che quel rapporto ci fornisce, il rapporto stesso si conclude. Le 3 fasi io le chiamo invece: Conoscente, compagno e amico.
Conosco migliaia di persone, ho diversi compagni e 3 amici.

Alex Le Large
Alex Le Large
1 anno fa

La possibilità di farsi amicizie (nonchè di avere donne), in una società ipercapitalistica, è direttamente proporzionale alla capacità di sopravvivenza dell’ uomo in quel determinato ambiente. Più elevata la competizione, più difficile non solo sopravvivere, ma anche farsi degli amici.

Quindi la frase “avere amici semplicemente non è più indispensabile alla sopravvivenza di un uomo” lascia un pò il tempo che trova. Avere amici “di peso” conterà sempre di più in una società sempre meno collettiva e sempre più privatizzata, con la sopravvivenza stessa affidata interamente all’individuo, senza più alcun supporto.

Anche l’affermazione che l’amicizia “vera” sia solo nell’infanzia e nell’adolescenza, ha i suoi limiti, in quanto anche lì ci sono forme di competizione per l’aggregazione intorno al ragazzino più forte. Non per niente il bullismo nasce da subito, per cui la parte TRANSATTIVA dell’ “amicizia” anche in giovane età ha un peso notevole.

“Amicizia” , come “amore”, è nella stragrande maggioranza dei casi un termine che ha delle forme di transazione come pilastro.

Infine: se avessi avuto Internet in gioventù, forse (anzi, senza forse) avrei avuto più amici, potendoli selezionare in base ai miei interessi e fuori dalle quattro mura della piazza, esattamente come fanno le donne che cercano compagni su Tinder.

Il Monsignore
Il Monsignore
1 anno fa

Colgo l’occasione per parlare di una amicizia che ho con una donna da diversi anni ormai, con l’intenzione di dimostrare quanto la Redpill sia vera, avendo avuto l’opportunità di vederla in modo oggettivo.

Con lei, ci vedemmo all’inizio per conoscerci dopo esserci trovati su facebook. Molto bella, nonostante vada per i 40 è un 7/8, per non parlare di quando si agghinda per le serate speciali. Nonostante abbia scoperto la Redpill solo anni dopo, già da un po’ avevo mangiato la foglia, e fin da subito mi parve una grossa red flag. Forse alcuni modi di fare, forse alcuni atteggiamenti espansivi verso tutti a nascondere insicurezza, comunque capii quasi subito che non sarebbe stata adatta al mio carattere. Credo lo capì anche lei, sopratutto la mia freddezza verso certi argomenti. O, semplicemente, non le piacqui. Com’è, come non è, sta di fatto che diventammo molto amici, e lo siamo ancora oggi. Devo dire che è un’amica fantastica, perchè è sempre molto disponibile, sappiamo quando uno ha bisogno dell’altro e sappiamo quando invece uno ha le palle girate. Per me è veramente come una sorella maggiore (è più grande di me di pochi anni), non è un’amicizia di comodo. Tuttavia, nonostante sia fantastica con me, le ho visto maneggiare diversi uomini, alcuni in modo veramente bambinesco. Nonostante sia una persona davvero matura ed intelligente, nei rapporti con gli uomini ha sempre messo davanti il look e lo status (più dei soldi, probabilmente perchè per motivi familiari è sempre stata indipendente da quel punto di vista). Si è sempre comprtata come un’adolescente, attratta dal leader della rockband di paese belloccione ora, dal proprietario di un negozio poi, muovendo di fiore in fiore per non restare sola. Ha avuto anche relazioni lunghe, nelle quali ha messo sempre i suoi ragazzi a proprio agio, salvo poi richiedere continua validazione, fino allo sfinimento. Un po’ per insicurezza, un po’ perchè, adagiandosi, i ragazzi perdevano pian piano lo status iniziale che avevano, pur non perdendo un grammo della loro bellezza (erano quasi tutti dei chad quelli delle relazioni più lunghe). Ma la bellezza, ho imparato, è solo una delle componenti LMS, ed a lungo andare la si dà per scontata. Naturalmente il tutto è stato condito da scenate di gelosia (nonostante i fidanzati, che conoscevo bene, non avessero nessuna storia), fino al rompersi della relazione. Lei aveva sempre intorno schiere di orbiter paggetti pronti a darglielo, dei cazzi sotto vetro in pratica. Quindi, una volta lasciata, immediatamente usciva con alcuni di questi, per misurare di nuovo il suo valore di mercato. All’inizio poteva ipogamare (giusto la prima volta dopo essersi lasciata), poi subito tornava ad avere i suoi standard alti. Adessso bene o male sta affrontando il muro: pur bella non è come 10 anni fa, e pare che questa relazione, con un ragazzo grassoccio ma comunque bello, durerà.

Riepilogando:

  • L’attrazione sessuale inficia inevitabilmente il rapporto di amicizia, non può esserci amicizia se provate attrazione, neanche ad anni di distanza. Fossi stato attratto da lei sarei uno straccio in questo momento. Se siete in Friendzone, fuggite.
  • L’attrazzione sessuale e le relazioni cambiano le ragazze, in modo palese. Il loro comportamento col fidanzato è diverso da quello che hanno con gli amici (veri, non paggetti), fino a farle diventare, a tratti, persone molto diverse o capaci di litigare per scemenze nonostante le riteniate persone intelligenti.
  • Le ragazze fidanzate hanno bisogno comunque di validazione, non appiattitevi pensando di esser belli, perchè comunque hanno un sacco di orbiter pronti e voi man mano rischiate di perdere il vostro status di “validatore”.
  • Confermo che avere un’amica e uscire con lei vi farà sembrare più belli ed interessanti, non solo agli occhi degli uomini, ma anche a quello delle donne, sopratutto se vi scambiano per fidanzati. Anche dopo, se verranno a sapere che siete solo amici, potrete sfruttare comunque l’effetto alone, che un po’ permane.
Un Uomo Qualunque
Un Uomo Qualunque
1 anno fa

Eccellente articolo, molto sottovalutato eppure estremamente preciso nel descrivere le dinamiche di amicizia e di confidenza di ieri ed i mutamenti di oggi.
Concordo assolutamente con il concetto di amicizia come forma conseguita di agevolazione della sopravvivenza: il tipo di amicia più comune, per l’appunto, è a conoscenza occasionale e la comunanza del luogo di lavoro / ritrovo.
La “vera amicizia”, come penso io, è più una specie di “effetto collaterale” frutto dello sperimentalismo giovanile e delle chance in quanto a volte indispensabile alla sopravvivenza – esempio estremo oltre a quelli ovvi sullo status: tutoraggio e genitorialismo in seguito alla perdita di uno dei genitori, tutoriaggio in foirma di nutrice (che oggi chiameremmo “colf”) in assenza di altri membri della famiglia-clan, eccetera.

Circa alla formazione dei club e dei mutamenti della società di massa di fine ottocento, penso che esso sia stato il processo di transizione da una forma di sopravvivenza prettamente fisica a quello della sopravvivenza psicologica (i ritmi di lavoro, eccetera). Fin tanto che l’opulenza, materiale e mediatica, *non* sostituivano tali propositi, l’amicizia aveva un ruolo ancora di rilievo.
Nella mia teoria, il calo di amicizia con l’età adulta semplicemente riflette la non necessità a dover sopravvivere ulteriormente in quanto già invecchiati: la priorità diventa dunque, semmai, la sopravvivenza della prole. L’unico tipo di amicizie in tal senso è dunque atto alla sopravvivenza altrui e filiale anziché quella personale.
Un’ osservazione simile ovviamente si può fare anche per le amicizie cross-genere.

In generale, questo moto perpetuo dei vari generi (maschilista, femminista, non-binarista) permette la sopravvivenza dei rispettivi clan e dei rispettivi generi stessi, se non a livello di sopravvivenza fisica e/o riproduttiva perlomeno a quella psicologica.

Il disastro è arrivato con l’era social media.
L’ “Era Social” ha diminuito sia l’attenzione media che la dedizione e la profondità di rapporti, presso tutti i generi.
Ora le ben più “sicure” amicizie fittizie e superficiali garantiscono già di per sè l’illusione della sopravvivenza psicologica tramite rapporti poco impegnativi.
Ciò porta tuttavia ad un grave malessere giovanile estremamente diffuso che risulta in solitudine e vecchiaia estremamente precoce (anche in età minorile), che porta ad impulsi rispettivamente omicidi e suicidi.
Questo non avviene a caso.

Ciò avviene in base ai sofisticati algoritmi di associazione e consiglio di “amicizie”, oltre che alla fragilità emotiva della cultura del like e dislike, che “manipolano” le utenze a livelli macchiettistici ri-strutturandoli secondo nuove gerarchie che non sono di derivazione sociale (partner, amico/a, trombamico/a, etc.) ma che sono dettate proprio dall’ordine neoliberal attuale.
Facebook era nato per l’appunto come sorta di sito proto-PUA per “classificare” le studentesse di Harvard, redistribuendo (e re-designando) il loro potere interpersonale e sessuale in base alla volontà dei gestori e dei poteri forti.

Il passo decisivo fu coniugare (2009 circa) la mentalità neoliberal femminista-woke ai mezzi social di depersonalizzazione, ed eccoci dunque al disastro degli anni 2010: la mentalità femi-woke con l’aggiunta dei mezzi social iper-consumistici, iper-pubblicitari, e di engineering sociale neo-liberal.
Una volta aggiunto a ciò la pubblicità e l’advertising neo-puritano e neoliberal degli ultimi 5 anni, il disastro era annunciato.

Se gli Anni 2000 hanno portato alla “strage dei matrimoni” grazie agli stili di vita lussuosi ed irreali propugnati dalle rivista di fashion e di consumismo al femminile dell’epoca oltre che alla complicità delle legislatrici femministe-woke che hanno fatto fare soldi e cassa con il business degli affidi e della distruzione famigliare, gli anni 2010-2020 sono stati lo stesso fenomeno, ma amplificato 1000 volte, e su scala globale: non passa weekend senza vedere SUV che infestano le tangenziali piene di femmine cerca-cuckhold vestite in minigonna e che fumano in faccia ai propri figli/e mentre questi/e ultimi viaggiano asfissiati/e sul retro del SUV mentre vengono scarrozzati/e da un comune all’altro (o, peggio ancora, da una regione all’altra).

Sebbene sia vero che le stragi e guerre mondiali del 20° secolo sono state il risultato di uno sbilanciamento *eccessivo* a favore dell’identità maschilista, è anche vero che le prossime stragi (ed il relativamente rapido suicidio della civiltà occidentale in toto) oltre che quelle attualmente in corso sono stavolta causate di uno sbilanciamento *eccessivo* femminista-woke che ha nei più alti valori il cuckholding a fine di lucro e l’edonismo esasperato ed eccessivo (e senza gioia, per altro) a scapito di tutti/e senza confine di cui tutte le generazioni, correnti e successive, sono a farne le spese, un fenomeno cominciato nel caos delle rivolte studentesche, affermatosi gradualmente tra gli anni ’70 e ’80 e culminato incontrastato negli ultimi 20 anni.
Si è confusa la necessità biologica col lusso biologico.

Tutte le identità sono in realtà un complemento alternato a tutta l’esperienza umana, come è sempre stato e come anche citato nell’articolo nella differenza tra il tipo di amicizia solidale maschile e gossipario femminile.
L’illusione è stata quella di abolire ed eliminare scientificamente il primo sperando che esistesse unicamente il secondo.

Peggio ancora, il femminismo ed il neo-liberismo in generale è andato progressivamente anche ad intaccare quello che è idealmente il “movimento non allineato” non-binario, chiamandolo in causa nel corso degli ultimi 25 anni (dall’amministrazione Clinton in poi) andando a sua volta a prescrivere gli usi e costumi e, peggio ancora, facendo ignire un ulteriore disordine sociale e guerra culturale creata praticamente da zero con dibattiti inutili quali fondi per servizi igienici non-binari e guerre pubblicitarie fine a sè stesse.
Normali sempre più normalizzati.

In precedenza, l’esperienza non-binaria ha sempre caratterizzato tutti i generi: quasi come “rito di passaggio”, da sempre capita che uomini abbiano esperienze “lievi” con altri uomini (esempio classico: Sparta) e donne abbiano esperienze “lievi” con altre donne (fin dall’epoca delle caverne). Ovviamente, la stessa cosa si applica al non-binarismo: le esperienze giovanili occasionali di natura eterosessuale in individui tendenzialmente omosessuali fanno parte della creazione dell’identità umana e pertanto non sono “aberranti”.
Ovviamente, questi “riti di passaggio” sono sempre serviti a consolidare i vari tipi di amicizia (maschile-venatoria o femminile-tutoria) oltre che l’identità personale.
E’ sempre stato un tipo di rapporto altamente complementare e funzionale a tutte le funzioni del clan umano.

La rottura ultimata è avvenuta col neo-liberismo, esasperazione della femminità, che ha portato ad una maggiore prescrizione sia del maschilismo che del non-binarismo in funzione di propria utilità: un maschilismo “debole” e fiancheggiato e osteggiato su tutti i fronte ed un non-binarismo a sua volta “debole” e funzionale unicamente alla maggio disfunzionalità sociale.
Il disastro è stato la de-responsabilizzazione femi-woke, a vantaggio del lusso sfrenato consumistico che distrugge l’amicizia in ogni età in quanto la rende superflua alla sopravvivenza mentale – e, oggi giorno, persino rendendo superflua la sopravvivenza fisica grazie a OnlyFans e simili servizi di mercantilismo della privacy sessuale.

E’ assolutamente vero che il modello maschilista dava meno scelta alla femminilità in materia di selezione sessuale, ma era anche più equo: che contava era innanzitutto la sopravvivenza, che quindi lasciava piccolo spazio a tutte le altre identità che contribuivano alle dinamiche sociali generali in toto.
Dare *fin troppa* scelta alla femmina secondo una logica femminista re-allineata in chiave consumistica a scapito completo del maschilismo ha finito per devastare tutte le funzioni di sopravvivenza garantite dalle rispettive identità, finendo per distruggerne lo scopo esistenziale.
Non è un caso pertanto che le giovani ed i giovani non-binari, non a caso, siano quelli presso i quali il tasso di suicidio è più alto: non a causa di un maschilismo ormai praticamente del tutto assente che “gli opprime” (come fa credere la propaganda neo-liberal), quanto semmai di un’intransigenza femminista-woke che va ad invadere le proprie aspettative e prerogative e che è appunto oppressiva, cinica, anti-ottimista, ed inimicativa.

In tal senso, il caso più aberrante sono le recenti leggi, promulgate in certi states ed in scandinavia, in cui si prescrive ai genitori di somministrare ormoni bloccanti della sessualità adolescendziale per posporre lo sviluppo e, testuale, “permettere che [i fligli e figlie] scelgano il proprio corpo e genere in età più avanzata di propria spontanea[?, ndr] volontà”.
Ancora una volta, anzichè libertà si ha prescrizione – e stavolta anche di farmaci.
L’aberrazione sta nella concezione woke (ereditata dal maschilismo vecchio stampo, per intenderci) di intendere corpo e sessualità come un tutt’uno: assolutamente no, il femminismo ed il maschilismo sono comportamentali in base a selezione ripetuta nei millenni di comportamenti risultati vantaggiosi (come citato nell’articolo).
E da qui spiegata il dilemma del beta cuck maschio in realtà femminista.

La controrivoluzione neo-liberal e woke è il frutto di un progetto di omologazione ed omogeneizzazione dell’essere umano, di una selezione artificale capillare per scegliere i caratteri di genre, comportamento, e sesso più idonei allo sfruttamento consumista tipico del iper-femminismo.
La propaganda che promuove il “multiculturalismo” a tutti i costi va dunque vista come un’ipocrisia accessoria per dissuadere da questa omogeneizzazione comportamentale, psichica, e fisica in atto su vasta scala.
La promulgazione della conflittualità serve a distruggere il secondo e terzo tipo di amicizia e ridurlo ad un accessorio di fashion o poco più (come da mentalità social).
E tra l’altro, non è un sistema multiculturale affatto: è iper-conformismo.

La soluzione, come già accennato, è il de-coupling dell’ iper-femminismo tramite la ri-creazione di un nuovo maschilismo non-woke e non-“Alt-Right” che trascenda questi stereotipi e progetti di engineering e vada a re-distribuire la bilancia di potere, sociale e sessuale, in maniera più bilanciata ed equilibrata, senza togliere nulla a nessuno/a – al contrario di oggi, dove il maschilismo e il tradizionalismo famigliare vengono additati e visti come mostruosità anzichè che come risorsa.

Inoltre, per risolvere i problemi di eccessiva depopolazione nei paesi sviluppati e la sovrapopolazione nei paesi in via di sviluppo, si propone come soluzione ulteriore di ri-collocare le iper-femministe e woke vari in suddetti paesi ed aree geografiche per far predicare la loro de-popolazione laddove veramente e malthusianamente necessario anzichè come preferito dalle mode di consumo fini all’arricchimento compulsivo.

C’è un problema di fondo nelle relazioni interpersonali: va riconosciuto ed auto-riconosciuto (Red-Pilling), è assolutamente legittimo come tutti quelli degli altri, è un diasgio affettivo ed altamente diffuso sia tra uomini che donne, è una crisi del maschilismo e del tradizionalismo in seguito all’oppressione economica e l’oppressione culturale iperfemminista neo-liberal, è reale, ed è lecito.
I neo-liberal la piantino di fare didattica a distanza sul come dovrebbe essere il maschilismo (ed, aggiungo, i neo-liberal dovrebbero assolutamente piantarla anche di prescrivere a loro vantaggio, pecuniario e mediatco, tutte le altre identità personali, punto) e ci lascino conseguire il nostro piacere.
Esiste un maschilismo e tradizionalismo sia per gli uomini che per le donne, i neo-liberal la smettino immediatamente di tediarci con le loro letture e stigmatizzazioni: non sono più nelle condizioni di farlo.
Cosiccome è già il modello femminista a prescrivere sè stesso (e, indipendentemente, anche le altre identità non-binarie), anche il modello maschilista dovrebbe fare altrettanto, senza stupide intermediazioni mediatiche.

No, io non voglio piangere;
No, io non voglio fare da cuckhold perché me l’hai detto tu neoliberal;
No, io non voglio avere una stronza/stronzo che vie alle spese mie e che fa andare tutto a scapito di me e dei miei figli/e (e, senza saperlo, di sè stessa/ sè stesso);
No, l’infedeltà di comodo se la tengano i ricconi single annoiati con amicizie di poco conto, non la trasformo in una moda di lusso e balli latinoamericani venendo meno alle proprie mansioni familiari;
No, la divisione dei compiti la concordo con la mia partner come meglio è senza sbattimenti e consigli altrui;
No, noi scopiamo come ci pare e piace;
No, noi scopiamo per dare un senso alla nostra esistenza e per contribuire in seguito alla sopravvivenza della specie, non per andare ad amplificare un effimero vuoto consumista prescritto da insulse politiche woke e neoliberal;
No, i miei figli e figlie le faccio allattare o dalla mamma o dalla nutrice e non gli do il latte in polvere al cemento neo-liberal;
No, io gli ormoni ritardanti non li somministro ai figli perché è più politically correct in nome della modernità vera o presunta che sia;
No, i miei figli/e li addestriamo noi come accipicchia ci pare per tutelarli dalla loro innata stupidità che mina alla loro incolumità, una volta diventati responsabili verso sè stessi e gli altri che facciano tutto quello che hanno voglia, prima di allora no;
Mio figlio teppista giovanile e mia figlia zoccola? D’accordo, ma solo quando avranno imparato ad esserlo a modo, quando ciò porterà ad un miglioramento del mio-nostro clan, non certo invece alla crescita di un insulsa classe parassitaria neoliberal e woke. Che serva semmai al loro accumulo di responsabilità, non alla loro de-responsabilizzazione.
Se invece porta al dispiacere altrui e al dispiacere stesso più in là come sempre avviene per colpa per l’appunto di suddetta de-responsabilizzazione, no grazie.

E, in aggiunta, ci tengo a precisare al iper-femminismo woke e ai politically correct neo-liberal americani o scandinavi che siano di lasciar perdere anche alla loro operazione di interferenza nell’identità non-binaria, andando a prescrivere matrimoni “alternativi” e re-allineamenti sociali secondo le prescrizioni iper-femministe.
Se è un fatto di sgravi sociali in quanto al matrimonio di per sè, allora la legge di agevolazione fiscale va certamente rivista; se si tratta inevece della vita privata, no grazie: la vita privata va decisa dalla singola persona, non da un’ ottusa campagna pubblicitaria neo-liberal e dibattiti idioti colpevolizzanti e pagati da sponsor e advertising compulsivo da miliardi di dollari.
Bagni non-binari? Libertà, non stupidità: pisc*ate dove siete più comodi/e. E’ inutile spendere miliardi per bagni extra. Strano che però quel dibattito abbia così appassionato le iperfemministe e i neoliberal, che hanno deciso che erano loro ad essere “entitled” a “garantire” questo nuovo tipo di “libertà” di diritti.
La libertà si conquista, non si permuta o noleggia.

Nessun “invertito/a” ha mai preteso da me dove e come e con chi dovessi infilare l’uccello — di iper-femministe e cuckhold woke da “new-normal” inevece, praticamente sono stato bacchettato in merito ogni giorno di continuo, specie dal 2016 in poi.
Le femi-woke e neoliberal prescrivono chiunque, straight o non-binary che sia e, guardacaso, porta al suicidio di entrambi, specie i più giovani.
Colpevolizzano ambedue perché non rientriamo nel modo neoliberalmente accettabile di politically correct, perché non porta loro allo strapotere a loro favore che i neoliberal iper-femministe-conservatrici già hanno.
La vera crisi è quella dei neoliberal e iper-femministe che hanno deciso a prescindere di sositutirsi alla libera scelta stessa. L’unica cosa giusta è quello che dicono loro, il resto è da colpevolizzare, demonizzare, e re-allineare nei loro propositi woke e liberticidi.
Ed è per questo che il maschilismo non esiste più, cosiccome non esiste più l’idea di “dominanza” stessa (neanche in chiave non-binaria, tra l’altro…).

I neo-liberal si sono responsabilizzati nel de-responsabilizzare tutte e tutti a loro vantaggio pecuniario, una ricchezza fasulla che serve a mascherare il tremendo vuoto interiore che le classi dirigenti e consumistiche hanno dentro.

Bisogna ri-scoprire il potere delle amicizie dignitose e sensate per ri-connetterci con la nostra sopravvivenza psicologica e, di conseguenza, anche fisica.
Non è il mezzo il punto della questione, ma il fine: se è la sopravvivenza umana ad andarci di mezzo, che ogni tipo di identità e relazione sociale ben venga – persino quelle femministe e cuckholdry.
Se invece, tra depopolazione e guerre femministe dei sessi, si compromette la sopravvivenza fisica e psicologica come si sta facendo da 20 anni con enfasi negli ultimi 10, allora che i neoloberal e le femi-woke si tengano le loro menzogne per le loro delusioni di onnipotenza pecuniaria e mediatica e se ne vadano per conto proprio lontano da tutti/e noi.

Solo allora si potrà effettivamente superare lo scoglio dell’ “amicizia superificale” imposta da feminazi varie e woke e ritornare finalmente all’amicizia di tipo 2 per ambito – e, chissà che non si evolva in seguito in una forma evolutivamente vantaggiosa di amicizia di tipo 3 (o 4, chissà).

Cappellano
Cappellano
1 anno fa

Il segno dell’umanità è avere il paradiso a portata di mano ma non afferrarlo mai.

Central Scrutinizer
Central Scrutinizer
1 anno fa

Tempo fa lessi un libro di Dale Carnegie, Come trattare gli altri e farseli amici.

Karlos
Karlos
1 anno fa

“Ogni donna, anche la più sfigata, ha opportunità sociali incredibili”

La differenza sta tutta qui.
Basti pensare a Instagram: una ragazza può inviare richieste di follow anche a quelli che non conosce; un ragazzo apparirebbe inquietante.

KingDani
KingDani
1 anno fa

“Non è come una preselezione data dall’avere molte amanti o ex fidanzate, ma la preselezione di amiche donne è comunque un’arma di discreta potenza se usata come si deve.”

Si è così, è sicuramente più utile che non avere manco mezzo contatto col mondo femminile, ma non si può neanche “abusarne”. Se ti vedono sempre con ragazze, che sono semplici amiche, e mai fidanzato, ti scambiano per l’amichetto gay asessuato.

Anonimo
Anonimo
1 anno fa

Boh non so, a me pare davvero di avere avuto una vita particolare a leggere questo articolo. Io di amicizie ne ho avute pochissime, e quelle più “vere” sono state con ragazze.

Le relazioni con altri maschi sono state per me il territorio del demonio, il regno delle prese in giro e delle oppressioni se gli “amici” erano di un livello sopra al mio, e della noia e del volontariato se gli “amici” mi erano inferiori.

Leggo il commento di BlackpillatoAnonimo che dice che da piccoli le amicizie sono migliori perché non si è ancora stabilita una gerarchia… La mia esperienza è proprio l’opposta, mi ricordo a 11/12 anni alle medie che era già chiaro come il sole che i fighi erano amici dei fighi e gli sfigati degli sfigati. Se un normie come me voleva farsi accettare nel gruppo dei fighi poteva farlo per carità, ma doveva dare qualcosa in cambio, e in genere questo qualcosa era la sottomissione l’accettazione di continue umiliazioni battute “simpatiche”. Andando avanti con gli anni non dico che le cose siano cambiate nella sostanza, ma ho trovato che le persone sono diventate effettivamente un po’ più educate e hanno acquistato effettivamente un po’ più di delicatezza nei modi di porsi, un po’ di rispetto anche nei confronti degli sfigati che vengono sì ignorati ma non più bersagliati. La gerarchia continua ovviamente a esistere e le amicizie maschili io continuo a trovarle dei puri rapporti di sottomissione, ma il fatto che da grandi ci sia un po’ più di formalità fa sì che la crudezza di queste dinamiche ti venga meno sputata in faccia e che rimanga, tutto sommato, meno opprimenti e non completamente esplicitata.

Attualmente di amici maschi con cui mi vedo regolarmente o anche solo messaggio regolarmente al cellulare non ne ho, ma i conoscenti con cui sono leggermente più in intimità e che comunque chiamo amici sono tipi diametralmente opposti a quelli che frequentavo a 12 anni. Sfigati, molli, brutti, che sembra quasi che li abbia scelti coscientemente con meno successo di quello che ho io, in modo che non mi rompano i coglioni e mi lascino fare a me la parte del leone. È capitato che mi vergognarsi di loro quando uscivamo insieme, e sicuramente lo status un po’ me lo tirano giù, ma non riuscirei a sopportare un altro tipo di compagnia, e quando ogni tanto qualche Chad viene per fare amicizia la scintilla non scatta e mi tiro indietro quasi involontariamente, nauseato. Ho probabilmente un po’ di depressione.

Detto questo devo ancora capire, in tutta sincerità, come fa un 5 a essere amico di un altro 5 e a vederci qualcosa di profondo/autentico o anche solo di bello in un rapporto che è chiaramente fondato sul fatto di essere entrambi dei 5 e avere perciò lo stesso successo nella vita. Non so, purtroppo io ho sempre trovato tutto troppo squallido e non ce l’ho mai fatta.

Riguardo alle amicizie femminili, sono state tre in tutto, due relativamente brevi alle superiori, e l’altra, la più importante, invece è durata praticamente per tutti gli anni dell’università. In tutti e tre i casi si è trattato ragazze che ci avevano un po’ provato con me e che io avevo friendzonato (sono un 7.5 se interessa). Ci sono stati dei bei momenti in queste amicizie, ma alla fine in tutte e tre mi sono sempre un po’ stufato, non saprei neanche dire di cosa di preciso, e ho chiuso i rapporti.

Vanguld
Vanguld
1 anno fa

“…spesso dopo un po’ salta fuori il solito amichetto amichetto zerbino segaiolo che cercherà di portarvela via, perché giustamente lui sogna ogni giorno di farsela senza successo e non sia mai che arrivate voi una sera e in poco tempo ottenete da lei quello che lui non è riuscito ad ottenere in anni”.

Quanta verità. Sono come quelli che passano giornate intere al bar a buttare soldi ai videopoker, poi vanno in cassa a cambiare i gettoni e quando tornano… scoprono che un altro, nel frattempo, si è seduto e ha vinto l’intero jackpot con la prima moneta! Non ho nessuna pietà per loro. Hanno più che meritato tale destino.

Cappellano
Cappellano
1 anno fa

Se non riesci ad avere successo, sforzati almeno di fallire con grazia.

Sansone
Sansone
1 anno fa

La vita dei ragazzi di oggi è molto diversa da quella che avevano anche solo dieci venti anni fa, per non parlare delle società contadine. Oggi fare amicizia è tremendamente difficile a meno che tu non sia bello, oppure non ti abbassi ad andare con gruppi sociali di reietti. Le persone non guardano a quello che proponi, ma a chi lo propone. Se sei bello, ricco e hai status qualsiasi minchiata che dirai diventerà popolare. Se sei brutto, povero e reietto puoi anche avere l’illuminazione del secolo, ma nessuno se la filerà. Non siamo programmati per cercare le idee migliori, ma le persone migliori…

dssd
dssd
1 anno fa

completamente d’accordo! ma dopo i 30 l’amicizia è difficile da trovare.

Last edited 1 anno fa by dssd
Solnze
Solnze
1 anno fa

Interessante articolo. Devo citare che mio marito è ucraino e da loro funziona ancora come nel mondo tradizionale da te descritto (amici che si aiutano e si scambiano i favori, agevolando la sopravvivenza comune, tanto che quando penso agli amici maschi di mio marito li percepisco come qualcosa di simile ad un clan). I circoli di amici italiani mi sanno meno di clan e più di club (persone riunite intorno ad un interesse/hobby).

Ne consegue anche un diverso rapporto uomo-donna. In Ucraina l’uomo è quello che fa. Le donne in compagnia di un uomo non pagano mai. L’uomo è valutato diversamente.

Sono d’accordo con te che gli uomini avrebbero bisogno di spazi loro. L’ho capito col tempo, noi donne non dobbiamo stare sempre in mezzo agli ambienti maschili, tuttavia devo dire che uscire con gli amici di mio marito piace anche a me, più che altro perché, essendo stranieri, mi piace vedere come si comportano. E poi, come già detto, sono il nostro clan.

Boucaneer
Boucaneer
1 anno fa

Secondo me l’amicizia uomo-donna esiste…
Per il semplice fatto che, secondo me, ogni persona con la quale si ha affinità è già in un certo senso amica.
Ovvio che è retta da valori e dinamiche diverse dall’amicizia uomo-uomo e/o donna-donna e, vista la natura di entrambi, vi sarà da una parte o dall’altra o da ambedue una forma di interesse (sessual-relazionale, economico, sociale, esistenziale, ecc.). Resta da capire se prevale la componente “amicizia” o la componente “interesse” (qualunque esso sia): se a revalere è l’interesse, il rapporto si trasformerà in qualcos’altro.
Però ecco, anche una morosa, dove nonostante la componente “amore-sesso” prevalga sulla componente “amicizia” è di fatto e prima di tutto un’amica (o, quantomeno, dovrebbe esserlo).

Last edited 1 anno fa by Boucaneer
asso78
asso78
1 anno fa

io ho pressochè solo amiche donne quindi non concordo molto sull’ultimo paragrafo,però è anche pur vero che non me le farei mai……. diciamo che l’amicizia se è sincera e non ha secondi fini può tranquillamente prescindere dal sesso(naturalmente uomo-donna è molto più raro);
inoltre quando ho bisogno di sfogarmi o favori vari loro ci sono e io ricambio quando posso…….
è una bella differenza rispetto alla friendzone visto che non appena una che mi piace mi dice restiamo am……. neppure il tempo di finire la frase che si ritrova bloccata ed eliminata da pressochè ovunque e nemmeno viene più salutata per la strada……….
poi è vero che le donne la prima domanda che fanno è che lavoro fai e io mi sono abbondantemente stufato quindi le prendo per il culo nei modi più fantasiosi ad esempio(capitatomi di recente)
-che lavoro fai?
-risolvo i problemi nutrizionali delle persone
-ma daaaaaai? davveroooooo ma sei un dietologo quindi(e si stava bagnando al solo pensiero di accalappiare il pollo)
-no consegno le pizze a domicilio……..
mi bloccò seduta stante…… normale ma almeno l’ho perculata per bene……. ormai le femmine sono cosi. esseri inutili che sfruttano il loro buco per farsi mantenere e possibilmente invidiare…….

Stevenson
Stevenson
1 anno fa

Io ho sempre trovato il film “stand by me” sociologicamente errato: anticipa ai 12 anni dinamiche che io ho riscontrato tra i 14-16 anni; è tuttavia vero che il film parla della provincia USA degli anni ’50, mentre io sono stato adolescente in una grande cittá del nord, a metá degli anni ’90 … e, quindi, può darsi noi fossimo più “mammoni”.
A parte questo, nei miei 40 anni ho riscontrato che l’amicizia femminile ha utilitá in 2 occasioni:
– In discoteca, se non sei quasi un 8 è impossibile rimorchiare; anche i 7 – se soli – sono considerati stupratori e/o serial killer.
Se hai un’amica donna, le sconosciute si rilassano e accettano di parlarti: credo che, nella loro mente, dicano: “se non stupra lei, non stupra neppure me”.
– Ho amicizie con “donne in carriera: avvocati, commercialisti, medici ed – ebbene sí – pure una parlamentare: con queste si possono “scroccare” importanti favori; esattamente come la profumiera scrocca sushi (o vacanze) dagli zerbini …
Però, sono amicizie fondate sull’utilitá e bisogna resistere alla tentazione di provarci, anchè quando le vedi risplendere in tailleur e decoltè tacco 10 (e non è facile).