Essere un Vero Uomo
Le donne hanno un vocabolario tutto loro per classificare gli uomini. Tra le definizioni più comuni c’è l’uomo narcisista, che come abbiamo visto in un articolo precedente altro non è che l’uomo che ha un valore maggiore rispetto alla donna di riferimento e di conseguenza la tratta come una pezza da piedi preoccupandosi del suo esclusivo interesse e piacere.
C’è il caso umano, che a seconda delle circostanze può essere un narcisista della categoria appena menzionata, oppure solo un poveraccio che ha scarso valore perché è brutto, goffo (come conseguenza della bruttezza) e ha la disgrazia di voler a tutti i costi provarci con una donna, finendo per essere da lei deriso insieme alle sue amiche (“Amo, ma tutti a me capitano i casi umani?”).
E poi c’è il vero uomo.
Le donne predicano tanto di voler ottenere l’uguaglianza fra i sessi e abbattere gli stereotipi di genere, ma poi si arrogano il diritto di suddividere gli uomini in categorie in base alla loro mascolinità. Ciò che un uomo dovrebbe essere in grado di fare per ottenere il tesserino di vero uomo è ovviamente soggettivo e cambia con l’umore della vaginomunita di turno, ma abbiamo osservato che:
- Essere vero uomo significa essere disposti a beccarsi una coltellata o una riga di botte per salvare una donna da un casino in cui lei stessa si è cacciata.
- Essere un vero uomo significa aprire ben volentieri il portafoglio per cenette, vacanze, regalini.
- Essere un vero uomo significa farsi carico dei problemi della donna, far da padre ai suoi bastardini.
- Essere un vero uomo significa prendersi le responsabilità della donna irresponsabile, pagando i suoi debiti.
- Essere un vero uomo significa cedere il posto in scialuppa alla donna mentre la nave affonda.
- Essere un vero uomo significa appoggiare ciecamente ogni istanza femminista.
Se ne conclude che il vero uomo è un uomo utile e sacrificabile. E’ colui che in un vecchio articolo ho definito paggetto, un uomo che dalle donne è visto come animale da soma. Non a caso, in alternativa a vero uomo, le donne utilizzano anche l’espressione “uomo da sposare“, che significa “Uomo affidabile e con la testa sulle spalle, che ha poche opzioni quindi non rischia di tradirmi. Ottimo da tenere come servo mentre me la spasso coi fighi.”
La medaglia di vero uomo funge dunque da diversivo: ti comporti come dico io, in un modo che mi possa procurare un tornaconto, e io ti do un’etichetta fittizia che ti faccia credere di avere più possibilità di scopare. Siccome sei beta e stolto cadrai nella mia strategia manipolatoria cedendo al mio ricatto, mentre io farò i miei porci comodi con un altro uomo, che sarà pure un finto uomo, ma che intanto mi scopa senza piegarsi alle mie esigenze, senza pagare mezzo cent e senza prendersi alcun impegno. “Vero uomo” è la vaselina con la quale la donna va meglio a sodomizzarti, uno dei tanti modi in cui la donna esercita il proprio potere sessuale e utilizza il sesso come strumento di ricatto.
Evitate di aderire a qualsivoglia modello di vero uomo che mette a rischio la vostra incolumità, le vostre finanze e la vostra salute mentale, per stare al servizio di donne che vi tirano solo delle vere bidonate. Essere un vero uomo? No grazie.
A parole le donne dicono che il “vero uomo” è quello che sa prendersi le responsabilità (aka prendersele a 30-35 e passa anni, di quarta-quinta mano e magari con qualche figlioletto a carico e relativo padre sparito chissà dove, dopo che si sono divertite per 20 anni mentre il loro marito/compagno l’ha vista più in foto che dal vivo).
In realtà questa categoria di betaprovider è schifata dalle donne stesse, che ovviamente non lo possono dire a parole, per non smontare la tesi che loro “guardano oltre l’aspetto”. Mai come in quest’epoca invece l’aspetto è fondamentale; il vero uomo per loro è uno bello, col nerchione e che le scopi per ore. Se poi è anche benestante meglio ancora, altrimenti lo si tiene per questioni di letto, per quelle economiche c’è sempre il fesso cuck che funge da bancomat per tutta l’allegra famigliola acquisita, e fa tornare i conti a fine mese. Al massimo il vero uomo può essere uno con uno status da vero alpha, se non addirittura da criminale in alcuni casi. Money invece conta poco da questo punto di vista, come già detto serve solo a tenere in piedi lo stile di vita che molte pretendono; basta vedere uomini come Bezos o Musk, gente che ha centinaia di miliardi ma che nelle relazioni si sono dimostrati due poveri coglioni, e agli occhi delle donne tali restano.
Per spezzare questa situazione teoricamente l’uomo dovrebbe cominciare a vivere per se stesso, e non in funzione delle donne, ma è difficilissimo. E’ vero, oramai l’uomo, soprattutto occidentale, si è zerbinato in una maniera indegna, ma c’è anche un aspetto biologico. Parliamoci chiaro, la figa è una droga, la più potente droga del mondo, di cui non se ne può fare a meno. Certo, c’è il sesso pay, ma sebbene io non sia certo un romantico non si può paragonare al sesso free, che dovrebbe essere normale e accessibile a quasi tutti (una percentuale rimarrà sempre esclusa, ieri come oggi), soprattutto in giovane età.
Aggiungiamo che il sesso pay costa, soprattutto se lo si vuole di un minimo di qualità, e coi soldi corti al giorno d’oggi non tutti se lo possono permettere, soprattutto con regolarità.
Purtroppo oltre al capitalismo economico c’è stato anche quello sentimentale/sessuale. Dovevano essere mercati dell’abbondanza e della cuccagna, sono diventate torte con poche fette per pochi eletti, agli altri restano al massimo le briciole cadute.
Suonerà strano, ma devo ringraziare la mia figura materna per avermi salvato in età adolescenziale dal diventare l’archetipo del ” vero uomo” tanto amato/sfruttato quanto schifato dalla donna media. Nel momento in cui mia madre si rese conto del mio interesse per le ragazze, mi fece letteralmente “scuola” su quanto potessero essere crudeli calcolatrici e meschine col maschio poco piacente.
Ovviamente all’inizio mi trovai in disaccordo con lei, come biasimarmi, ero giovanissimo e la donna mi sembrava un angelo sceso dal cielo pronto a regalarmi beatitudine.
Dopo aver preso non poche batoste e dopo essermi fatto innumerevoli domande, incapace di darmi una risposta, dovetti cedere alle massime di mia madre.
Se sei bello, con una donna puoi permetterti praticamente qualsiasi cosa, dire qualsiasi cosa e addirittura essere ignorante, cafone e maschilista. Alla fine il tuo tornaconto sessuale lo avrai sempre e comunque.
In caso contrario, se privo di doti genetiche, potrai sforzarti di essere l’oratore più spigliato del palco, quello con la dialettica migliore e il savoir faire più accattivante, ma bene che ti vada porterai a casa solo dei banali complimenti sul tuo ” modo di fare” e di fatto nient altro che una voglia pazzesca di masturbarti.
Nella mia personale esperienza, il vedere come alcuni miei conoscenti, particolarmente belli ma pressoché limitatissimi in quanto a spigliatezza, si portassero a casa sempre e comunque la ragazza più carina del gruppo mentre io mi ritrovavo ad affacciarmi ad un sempre più pesante senso di inadeguatezza e depressione, mi fece capire finalmente che mia madre aveva ragione.
Per fortuna ad oggi posso dire che per quei pochi dati che riesco ad analizzare all’interno del mio gruppo di amicizie e conoscenze, il ” vero uomo ” è una bestia in via d’estinzione, ha lasciato spazio ad una categoria più evoluta e consapevole che è un ragazzo/uomo più cinico, meno propenso a rispondere alla donna con gratuita disponibilità per un banale sorriso o una richiesta e più incline a farsi i cazzi propri piuttosto che buttare ore e ore della sua vita a rincorrere donne che tutto sommato, oltre che al sesso hanno veramente poco o niente da offrire.
Condivido appieno.
Aggiungo che probabilmente oggi il ricatto emotivo sta aumentando il suo ‘peso specifico’ nella negoziazione.
Ci sono un sacco di “veri uomini” costretti al ruolo non tanto perché ricattati sul piano del tristo rapportino da 2 minuti, rigorosamente in missionario e rigorosamente concesso alle condizioni di lei; ma ricattati sul piano, appunto, emotivo: hanno una paura di rimanere di soli, incredibile.
Così molti, ahimè, sono tenuti per le palle.
Dipendenza emotiva.
Il valore di un uomo viene definito da questo video, guardatelo tutto: https://www.youtube.com/watch?v=tN59G89GFV8
Si assiste, nel giro di pochi minuti, da come dovrebbe essere idealmente un uomo per il femminismo del nuovo millennio, a come in realtà viene considerato.
La società, in fondo, è SEMPRE stata in parte femminista. A lavorare andavamo noi, a crepare in guerra andavamo sempre noi, e a milioni. Mi pare già abbastanza per individuare un vantaggio di genere non indifferente.
E comunque “vero uomo”, da quel che ho visto nelle mie quattro decadi, per la donna è sempre un soggetto di tipo alpha, da convertire in provider….e sappiamo bene che “alpha” e “provider” non stanno bene insieme.
Ci sono donne che impazziscono per trovarne uno: appunto, il “nonrieskoatrovareluomogiustoh”.
Per i beta provider, invece, la donna ha un’altra definizione: “brav’uomo” anzichè “vero uomo”. Con quella nota di compassione che non manca mai.
Per me, se “maskilismo” esiste, le donne sono più maschiliste degli uomini, quando si tratta di giudizi su di essi.
Godetevi comunque le streghe del video, e pensateci prima di sostenere QUALSIASI causa femminista come gli “uomini ideali” nella foto, destinati a sbattere bene il muso con la realtà.
Redpillatore!?! Magistrale… come sempre 😉
Aggiungo anche che in questo articolo si introduce finalmente un elemento cruciale, ovvero il concetto di sacrificabilità maschile, essenziale per capire il ruolo femminista che c’è sempre stato sia nella società “vecchia”, sia nella nuova, con buona pace del “patriarkato”.
Nella società “vecchia”, quella patriarkale per le dementi fucsia, l’uomo era sacrificabile per eccellenza, in quanto le donne avevano dalla loro il potere riproduttivo, già in sè una forma di potere sessuale. Qualsiasi tipo di uomo, dai manzi ai normaloidi, veniva considerato sacrificabile a priori in guerra. E le guerre erano numerose.
Nella società “nuova”, l’uomo rimane ugualmente “sacrificabile” in altre forme. Principalmente con l’esclusione da accoppiamento e/o riproduzione per i maschi (normaloidi) in sovrannumero nella società postindustriale che non ha bisogno di braccia.
Non parliamo poi della futura era transumanistica, dove l’uomo non è proprio previsto, se non in forma di stallone alpha per riempire provette (già feci l’esempio di Giappone e Paesi scandinavi).
Per certi punti di vista si potrebbe pure azzardare che siamo sempre stati noi il “sesso debole”, non per mancanza di forza, bensì di valore-mercato.
Avere meno “diritto vita” rispetto alle donne significa che siamo NOI la parte svantaggiata.
Ottimo però a questo punto bisognerebbe anche dare una visione alternativa di vero uomo.
A mio modesto avviso il primo elemento è che il valore di un uomo non deriva da quanto successo ha con le donne. Il secondo di conseguenza del primo è che nessun uomo ne giudica un altro in relazione al suo successo con le donne…caso mai è invece indice di valore sopportare la propria solitudine senza abbassarsi a zerbinare
Ottimo articolo direi, certo è che finché ci saranno persone (anche attivisti della QM) che tessono le lodi della sacrificabilita’ maschile facendola passare ancora OGGi (non nella preistoria) come destino maschile ineluttabile e come unico viatico per il benessere e l’evoluzione della civiltà e quindi una cosa che dovremmo accettare o anche glorificare perché gli uomini sono forti e devono sopportare, non andremo mai da nessuna parte. Finché gli uomini non saranno trattati davvero come esseri umani quanto le donne saremo sempre nella merda fino al collo.
Questo fermo restando che lo zerbino e l’uomo che si sacrifica non sono proprio la stessa cosa.
La sacrificabilita’, il fare l’uomo, può essere tollerabile al limite per salvare una donna dolce, pura, devota, insomma roba ben diversa da queste principessine del menga. E questo comunque entro certi limiti. Io per queste qui mi farei ammazzare giusto se quel giorno fossi masochista e avessi pensieri suicidi, in tutti gli altri casi no.
io cavolo mi sono registrato solo per commentare questo articolo, la mia ex russa era fissata con questa espressione, ex è un parolone dopo 1 anno di corteggiamento liti ecc siamo stati assieme solo 2 mesi… per un anno ripeteva “lui è vero uomo non usa i social” “lui è vero uomo ha comprato alello con diamti alla mia amica” “vero uomo rispetta” “tu non devi essere come mio ex che non era uomo se vuoi stare con me devi essere vero uomo”…. poi vai a vedere i “veri uomini” fidanzati delle sue amiche che erano troioni da combattimento dell’ est che il piu bello era peggio di fantozzi, zitti zitti devono stare e sganciare… cioè io molto piu giovane delle sue amicizie, mediamente piu colto e benestante, fisicato ecc… dovevo abbassarmi ad essere “vero uomo”, no grazie meglio senza cervello che penso solo a me e al mio lavoro e alla palestra… il narcisismo di certe donne è ridicolo perchè è ovvio che chi può non si fa usare con queste manipolazioni… infatti i veri uomini erano “veri casi umani”…
“Vero uomo” è un parolone e secondo me può voler dire tutto e niente visto che di solito è un concetto che viene usato per criticare qualcuno mettendo per l’appunto in evidenza le sue mancanze rispetto a quello che dovrebbe essere il “vero uomo”.
Ovviamente la donna delusa, nelle caratteristiche del Vero uomo metterà quelle che hanno impedito al suo ultimo partner di esserlo…e quindi se il problema era non essere abbastanza Alpha per esempio, l’insicurezza, se il problema era che non voleva mantenerle, allora la paura di prendersi le responsabilità, se scopava male, l’avere il cazzo piccolo, se scopava troppo in giro essere immaturo, ecc…
E’ in sostanza un concetto adattabile alla situazione e buono per ogni occasione..e quindi, con riferimento all’articolo…secondo me anche chi avesse preso il “tesserino” di uomo vero per aver incarnato tutte e 6 le caratteristiche contenute nei punti sopra descritti, potrebbe all’occorrenza essere comunque tacciato di non essere un vero uomo se non fosse stato, per esempio, in grado di far provare alla donna emozioni forti, magari anche violente purchè passionali….perchè il “vero uomo” non è noioso….è uno che ti fa vivere come sulle montagne russe (ovviamente se figo).
Come ogni caratteristica che non sia direttamente misurabile, ma un costrutto, un qualcosa di astratto che tende ad essere sfuggente, anche “essere un vero uomo” è un qualcosa che può essere riconosciuto (o concesso) o negato a seconda dell’antipatia che si provi verso una determinata persona. Se si prende una caratteristica facilmente misurabile, basilare, ad esempio l’altezza, per quanto una persona possa essere simpatica o antipatica, sempre di quella altezza rimane, non è che se uno alto 1,90 cm se ne esce con una critica che viene percepita come antipatica da una donna, che magari sente poi il bisogno di sminuirlo ed umiliarlo, diventa improvvisamente meno alto di 1,90 cm (così come non cambia la sua collocazione nella distribuzione normale della popolazione).
Ma avete mai provato a chiedere ad una ragazza, o meglio ancora a molte, che cosa vuol dire essere “un vero uomo”? I concetti che arrivano sono fumosi e discordanti, ognuna ha un suo modello in mente che difficilmente riesce a descrivere in maniera chiara, a darne una “definizione operativa”, tale da consentire di determinare la presenza o meno di quelle qualità in maniera stringente. E’ un concetto fumoso, che rispecchia più che altro l’umore e l’istinto della tipa in un determinato momento, magari quando pensa all’eventualità di avere un figlio “un vero uomo” è un tipo che è disposto a farlo, mantenerlo, investire tantissimo nella relazione e anche non fare commenti per un eventuale tracollo estetico nel post parto, o dire qualcosa a proposito del fatto che lei praticamente non si concede più; magari quando invece è tutta in tiro in discoteca, con mood estroso, il “vero uomo” è tipo uno stronzo che prende, la sbatte al muro e la bacia senza chiedere nulla (L permettendo si intende).
E’ normale che alcune caratteristiche vengano utilizzate come “arma”, strumento di ricatto, se qualcuno è bello questo potrebbe essere negato da altri a cui viene richiesto un giudizio, se sta loro antipatico, sono invidiosi, o hanno un qualche altro motivo per non volergli dare soddisfazione. Anche se qualcuno è simpatico, o creativo, questo potrebbe essere negato, tanto non c’è modo di prendere una fettuccia e misurare la simpatia o la creatività, è chiaro che se si volesse fare si parlerebbe comunque di raccogliere delle opinioni.
L’essere o meno “veri uomini” è soltanto un altro di questi concetti estremamente fumosi che vengono utilizzati ad uso e consumo degli altri, per esaltare o umiliare, a seconda dell’umore del momento.
@Redpillatore
Aiutooo! Stamattina obbligato a seguire un corso aziendale online sulla “violenza di genere”.
Dopo i primi minuti ho dovuto mutare la relatrice femminista perché mi stava facendo venire uno sturbo.
Siamo un paese, anzi una civiltà, praticamente destinata all’estinzione.
Io obbligato dalla mia azienda a seguire questo corso di merda.
Non oso immaginare il lavaggio del cervello sui miei figli a scuola.
Se continua così tra dieci anni il maschio occidentale sarà costretto ad emigrare in Arabia Saudita o in Iran!!!
Nella canzone di Anna Tatangelo “essere una donna”, brano in cui si critica una certa visione maschilista che si ha in merito alla donna (dice appunto che esserlo non vuol dire soltanto riempire una mini gonna), pochi versi dopo appare la frase “con un vero uomo accanto”…
Interessante notare come la canzone, nata per controbattere una classificazione, ne creo in modo subliminale un altra, questa volta verso gli uomini, che non sarebbero veri se… Metteteci ciò che volete.
Buon proseguimento a tutti voi
Articolo interessante, ma che non mi trova completamente d’accordo. Credo che le donne vivano diverse fasi nella loro vita e che di conseguenza la concezione di “vero uomo” cambi nel tempo, ma ancor di più, moltissime donne vivono di “proiezioni immaginifiche”, soprattutto quando sono giovani.
Significano che non amano l’uomo in sé, ma ciò che la loro mente proietta su quel dato uomo.
Ho visto uomini vivere praticamente di rendita, anche se non avevano nessuna qualità che li elevasse.
Per mia personale esperienza, ho avuto relazioni con donne che avevano in testa l’ex. Mosso da curiosità, durante quelle relazioni ho cercato di comprendere cosa avessero questi ex da renderli così “elevati” e la risposta che ho ottenuto dalle mie indagini è assolutamente nulla. Non è qualcosa di logico o spiegabile razionalmente. Se quell’ex aveva vissuto fregandosene di lei, lei lo giustificava dicendo che era il suo modo di difendersi dal mondo, che era colpa della madre di lui, ecc… al contrario io che mi facevo in quattro venivo sminuito. E così via. Non era una sfida che potevo vincere nei fatti, era una sfida che perdevo nell’immaginazione.
Era palese che queste donne, che erano state innamorate di questi ex, alimentavano fantasie di una persona che non esisteva e la stima per loro era tale da considerarli “veri uomini”.
Per cui spesso non hanno nessuna reale stima di chi vedono come paggetto, non lo considerano un vero uomo, anzi, talvolta lo disprezzano anche.
Stimano e considerano vero uomo ciò che la loro fantasia o il loro istinto fa credere loro.
Per capire per le donne come deve essere il vero uomo sarebbe interessante analizzare il fenomeno Drag King, non quello da palcoscenico , ma quello di donne che vogliono sperimentare anche solo per poche ore l’emozione di vestirsi da uomo e sentirsi uomo anche nelle piccole cose come semplicemente camminare per strada o comprare le sigarette dal tabaccaio. Invidiano soprattutto forza fisica e arroganza , si vestono e si atteggiano da macho, provano l’emozione di camminare per strada sicure senza la paura che nessun maschio le importuni o le valuti il culo insomma sperimentano un mondo a loro ignoto.
Ovviamente l’erba del vicino è sempre più verde.
Vogliamo parlare di questo che è morto per recuperare il cellulare della fidanza ed è morto?
Lei non perde occasione e posta:
“La nostra maledetta ultima foto insieme”
Sarai sempre con me orsetto mio (segue immagine di orso peluche e cuoricino)
..la disperazione, l’anima straziata proprio.
Il punto resta uno solo: gli uomini di tutto il mondo si sono rammolliti, al punto da farsi comandare anche dalle più cesse idrocefale iperfemministe in circolazione. È stato un grave errore fare leva sulla bontà, perchè le donne la bontà non ce l’hanno, hanno solo l’opportunismo e la manipolazione di genetica come da manuale da sopravvivenza.
Sono bastati 60 anni di abbassamento di guardia e i risultati sono la fine dell’umanità stessa per autoannichilizzazione: il tasso europeo medio di divorzio è l’85% di tutte le coppie sposate (il Portogallo è addirittura al 91%), paesi come l’Italia e gli Stati Uniti sono “solo” al 68% semplicemente perché di coppie non ne esistono più. Il tutto per pagare l’orgia iperfemminea del secolo 2009-oggi con i nostri soldi persi dalla crisi.
Arriviamo al dunque: c’era da scaldare meglio la cinghia sul sedere delle proprie ingrate e consumistiche figlie quando era il suo momento anziché mancare di adempire ai propri oneri paterni e mandare le sfasciafamiglie di domani a divertirsi a farsi i piercing in discoteca con le unghie costose ed imbrattate da 6 cm e col diaframma ancora grondante del peggio del peggio di 1000 ricchi macachi d’alta classe, come si fa oggi.
Uomini veri? Si vede: facciamo i piagnoni anziché mettere in pratica la disciplina. Se volete un mio consiglio, è ora che impartiate un po’ di disciplina alle erotomani viziate di oggi e riscopriate cosa vuol dire essere veri uomini.
A parte il cedere la scialuppa (fa parte della legge del mare) per tutto il resto mi trovi d’accordo. In generale infatti le donne si trovano in guai in cui si sono cacciate da sole (per imbecillità e mancanza di educazione adeguata da parte di mamma e papà) e ci si aspetta che arrivi il cavaliere che le libra dal drago (a cui poi faranno ritorno perchè è quello che a loro piace) per essere poi preso a pedate in culo a seconda dei loro cicli ormonali. Sì! Mi trovi d’accordo.
la seguente frase non è corretta: “l’uomo che ha un valore maggiore rispetto alla donna di riferimento e di conseguenza la tratta come una pezza da piedi “. Non mi sembrano le parole giuste, ho intrattenuto varie volte relazioni con donne con (fotrse) minor valore del mio, e sebbene avessi impostato la relazione come uno svago temporaneo a cui non dare peso, non le trattavo come pezze da piedi. Avevo spiegato che ero interessato più che altro al sesso e che non volevo una relazione fissa (dunque no esclusività e no promesse sul futuro) e, nel perimero cirscoscritto da queste premesse le trattavo bene e con rispetto. Non facevo tardi agli appuntamenti, non le sminuivo, non le sfruttavo economicamente, non raccontavo che mi stavo frequentando anche con altre donne più belle di loro. Semplicemente quando tiravano fuori piagnucolando i discorsi sulla relazione stabile, sull’amarsi etc. restavo fermo sulle mie posizioni, che mi sembra anche la cosa più onesta da fare per non illudere nessuno. Questo è trattare con rispetto l’altra persona, spiegando la verità. Con alcune ho anche voluto interrompere la relazione perché avevano confessato di “essersi innamorate di me” e che però pur di non perdermi le andava bene anche solo questa storia di sesso non esclusiva, ma ovviamente sapevo che sarebbe stata una tortura e le ho benignamente lasciate per non farle soffrire. Altro che pezza da piedi.
La persona media è tendenzialmente egocentrica quindi ipocrita come definisca narcisisti gli altri che ne hanno la possibilità… Ci sono passato anche io…
Io sono un vero uomo (di definizione rwandese) , non un “vero uomo” occidentale cioè schiavo…
Quindi alla fine ha un senso spendere tempo e risorse per palestra, tatuatore, centro estetico, abiti costosi, macchina costosa per finire in un contesto infelice e vivere male?
Sono d’accordo
Un piccolo appunto: un tempo, le donne morivano di parto più di quanto gli uomini morissero in guerra. La situazione è cominciata a cambiare negli ultimi due secoli, man mano che le scoperte della scienza permettevano di salvare sempre più madri. Ora però il problema è che le donne vogliono fare tutto ciò che fanno gli uomini – non hanno più bisogno di noi – ma gli uomini non possono fare tutto ciò che fanno le donne: nessuno di noi uomini “biologici” potrà mai rimanere incinto, anche se lo volesse. Il risultato è una società che si sfalda, con le donne che prendono il controllo ma poi restano perennemente insoddisfatte. Io ho avuto un capo donna per 10 anni e li ricordo come un incubo, proprio perché in realtà di fatto prendevo io le decisioni e il merito lo prendeva lei, peraltro raccomandatissima.