Ciao Red,
non so se pubblichi ancora storie da parte dei lettori, ma il tentativo lo faccio lo stesso. E’ da un po’ che seguo il tuo blog e leggo avidamente i tuoi articoli, che spesso mi appaiono illuminanti. Solo adesso però mi sono deciso a scrivere queste righe, sarà forse perchè l’aver spento le 30 candeline qualche giorno fa mi porta a fare un piccolo bilancio di ciò che ho combinato sinora nella vita, almeno nell’ambito delle relazioni con l’altro sesso.
Prima però di andare oltre, voglio farti i miei complimenti, ritengo che tu sia una persona di una intelligenza fuori dal comune. Dai tuoi articoli trapela una capacità di lettura, analisi e interpretazione delle dinamiche sociali di una profondità disarmante, oltre che una pungente ironia; e chissà che, se questa tua dote fosse più diffusa, la nostra società non sarebbe un minimo meno ingiusta.
Tornando a noi, avrei voluto raccontare in queste righe la storia della mia vita, di come abbia quasi sempe dovuto sudare sette camicie con le donne per rimediare qualcosa, di come da un tranquillo paesino di provincia del Sud sono emigrato in cerca di “fortuna“ (e anche di figa) in un villaggio del Nord Europa camuffato da capitale di uno Stato abbastanza ridicolo, ma data l’alta probabilità di tediare te e i lettori, alla fine vi ho rinunciato. D’altronde, la vita di un normaloide (mi considero un 6/6,5) che non ha mai avuto S, che ha scopato 5 ragazze fino ai 26 anni e che soltanto grazie alle app di dating è riuscito, a costo di immani quantità di tempo ed energie, ad arrivare in doppia cifra, non può che sortire un effetto soporifero.
Su un punto però mi preme insistere, nella speranza, anche se vana, che sia di aiuto in primis a me stesso. E mi si perdoni se molti non si rispecchieranno nelle seguenti parole, dato che tali riflessioni non possono che essere inficiate da vissuto ed esperienze personali. Oggigiorno lo sforzo, in termini di energie, tempo, denaro che vengono letteralmente dilapidati da un ragazzo nella norma nella costante ricerca di una figa, si spera quantomeno decente, in cui infilare il membro maschile, a prescindere che si cerchi una relazione o solo del buon sesso, è veramente immane. Personalmente, guardandomi indietro, devo a malincuore riconoscere che gran parte delle cose che ho fatto e delle decisioni prese negli ultimi dieci anni della mia vita sono state in funzione di una maggiore appetibilità percepita dall’altro sesso (o, come diresti tu, un miglioramento in termini di LMS): l’università e la laurea con il massimo dei voti per trovare un lavoro ben pagato, qualche viaggio in posti fighi con tanto di foto su Instagram, le ore e il sangue buttati in palestra per avere qualche grammo di muscolo in più e gli addominali un minimo definiti tutto l’anno, i soldi spesi in vestiti e accessori alla moda, la ricerca dei locali migliori in cui farsi vedere, e potrei continuare ancora a lungo. Penso che se avessi profuso lo stesso impegno e la stessa dedizione in ambito lavorativo, probabilmente a quest’ora sarei giò diventato CEO della società per cui lavoro, e invece sono ancora un misero dipendente. La domanda che a questo punto mi rimbomba, sempre più assordante, in testa è: fu vera gloria? No, caro Red, non lo fu affatto, e più vado avanti più mi rendo conto di aver vissuto una vita in funzione di un qualcosa di esterno, su cui non ho né ho mai avuto alcun tipo di controllo. Se non fosse stato per le infinite ore spese sulle app di dating a scorrere profili su profili di ragazze, molte delle quali delle vere e proprie disagiate mentali, parlandoci fingendo di essere interessato alla loro vita, spremendomi le meningi per far andare avanti conversazioni altrimenti destinate a morire, quando in realtà l’unica cosa che avrei voluto dirgli era che volevo la loro figa e basta, non avrei comunque battuto chiodo per anni. E di qui, sensazioni di profonda amarezza e tristezza mi assalgono e si fanno strada dentro di me, e neanche il rievocare le meravigliose sensazioni delle poche buone scopate che mi sono a fatica guadagnato (ovviamente mai con ragazze oltre il 6,5/7) riesce a lenire completamente questo disagio. Penso proprio che mi toccherà lavorare profondamente su me stesso, onde evitare di intossicarmi l’esistenza più di quanto non abbia già fatto sinora.
Una riflessione però mi sento di comunque di condividerla, pur sapendo che quasi sicuramente non aggiungerà nulla di nuovo ai validi contenuti del tuo blog: la Redpill è sì consapevolezza (leggasi libertà), ma è anche sofferenza; ci dà sì gli strumenti per capire meglio, per accettare rassegnati tutto questo, per evitare potenziali errori irreparabili, ma non ci può impedire di soffrire. Perchè è ovvio che essere consapevoli delle dinamiche sociali che sottintendono al comportamento delle persone, specie nelle relazioni, ci fornisce strumenti che in molti non hanno e ci aiuta a evitare comportamenti sbagliati, come un eccessivo “zerbinaggio”, o peggio ancora errori imperdonabili, come l’impelagarsi in relazioni o matrimoni infelici, a inevitabile discapito della propria dignità e libertà. Tuttavia, penso sia altrettanto ovvio che laddove si squarci il velo di Maya e ci si scontri con le oggettive iniquità e ingiustizie della vita, a qualunque livello, non può che subentrare un senso di profonda sofferenza. Siamo essere umani che provano emozioni, e per quanto ci impegniamo, non possiamo sottrarci a questa regola, per cui, così come un bambino povero sarà portato a provare invidia, e quindi a soffrire, vedendo un altro bambino, più ricco e che vive nell’agio, che non ha avuto alcun merito se non la fortuna di nascere dai genitori giusti, così un ragazzo che fatica con le donne difficilmente riuscirà a non soffrire per la sua condizione, a maggior ragione vedendo altri ragazzi riuscirvi senza alcuno o con pochissimo sforzo, solo perché nati con i connotati giusti, o nell’ambiente e nel tempo giusti. Perché non vi è alcun merito in tutto ciò, né giustizia. D’altronde, come amava sempre ripetere un mio professore universitario, la vita è come una lotteria, c’è chi nasce con tanti o tutti i biglietti, e chi con uno o nessuno, ma tutti vi dobbiamo partecipare, sperando sia il nostro biglietto a essere estratto.
Ciao Red, continua così, sei forte.
Ho smesso di leggere qui:
D’altronde, la vita di un normaloide (mi considero un 6/6,5) che non ha mai avuto S, che ha scopato 5 ragazze fino ai 26 anni e che soltanto grazie alle app di dating è riuscito, a costo di immani quantità di tempo ed energie, ad arrivare in doppia cifra, non può che sortire un effetto soporifero.
ahahahah Un normaloide che scopa 5 ragazze fino ai 26 anni e che arriva doppia cifra con il dating. Questo sarà almeno un 7 o 7 e mezzo
Tutte cose giuste, e pensa che almeno te 5+ ragazze le hai avute. Io a 24 anni non l’ho neanche mai baciata una ragazza
La contabilità sul numero di donne che un uomo dovrebbe avere ad una certa età per essere considerato almeno ” nella norma” , la trovo nociva e fuorviante.
Troppo dipende dai condizionamenti di varia natura: l’ ambiente in cui si nasce, il luogo, la generazione a cui si appartiene, la volontà di cercare, l’ aspetto fisico, il livello di istruzione, le attività che si fanno…
L’ autore dell’ articolo ha giustamente sottolineato che la sua vita è stata fin troppo condizionata dalla ricerca ossessiva delle donne. Probabilmente anche la scelta di trasferirsi in un altro paese è dovuta allo stesso motivo. Sembra sia il suo vero scopo esistenziale. E magari si sta già preoccupando di sapere quante donne ” bisogna” avere in un’ intera vita.
Certo, se uno ci si mette d’ impegno e dedica l’ intera esistenza al rimorchio, qualche risultato lo ottiene sempre. Le soluzioni sono tante, come l’ andare pure all’ estero, per esempio. E anche uno che ha un livello L sul 6, /6,5, come si definisce l’ autore dell’ articolo, se si impegna può avere più donne di un uomo con un look di 7-8 ma che non fa nulla e che non è interessato alla quantità.
Come il marito di mia sorella che è un bell’ 8 e che in vita sua ha avuto pochissime donne ma selezionatissime sotto tutti i punti di vista.
Quindi la domanda è: vale la pena tutto questo sforzo solo per la quantità?
Non converrebbe forse di più inseguire altri obiettivi nella vita e poi guardarsi intorno e vedere chi è disposta a seguirti nel tuo percorso?
Questa ricerca di donne così ragionieristica non mi sembra una scelta di libertà, ma più un qualcosa che serve a compensare un vuoto esistenziale.
Tentare di avere una relazione è oggi un secondo lavoro, che ti toglie un sacco di energie e tempo. Anzi è pure peggio, perché almeno col lavoro guadagni, nella ricerca invece del triangolino magico i soldi escono.
Per un uomo medio, o peggio sotto la media, non ha senso impegnarsi in questa ricerca impossibile. Purtroppo la solitudine e la bluepill sono una combo che porta autentici disperati a tentarle tutte pur di mettersi in casa una postwallata cazzosellata con figli a carico che li tratta come patetici bancomat.
Ai più giovani (ma anche ai meno non ancora perduti) dico, cercate di riuscire nello studio e nel lavoro, le donne usatele come semplici avventure e appena alzano la cresta (aka sistemarsi col betaprovider) fanculizzatele. Se proprio entrate in una relazione, ognuno a casa propria, niente convivenza e per l’amore del cielo nessun matrimonio o figli. E quando volete fighetta giovane e non stagionata via di pay 20enne ucraina.
Guardate vostro padre, zio, cugino, collega, amico come si sono ridotti con le donne, i divorzi, i ricatti ecc… e fatevi qualche domanda.
La verità rende liberi.
Non il lavoro.
Io ero convinto che, almeno dalla mia esperienza, i problemi mentali fossero una
caratteristica delle 40-50enni separate/divorziate/in procinto di scendere dal
cazzosello, invece leggendo sopra e dall’età di chi ha scritto l’articolo, è evidente
che riguarda anche donne più giovani.
Cito un bellissimo articolo intitolato “il mondo proposto dai progressisti è brutto”
“La donna prosperosa e lussureggiante, ambita dal macho virile è scomparsa
insieme a quest’ultimo.Rimane la donna emancipata, tabagista, ansiosa, nervosa,
in carriera e cosi via. Brutta, ma convinta di essere una bellezza superiore,
perennemente in cerca del meglio per se che non arriverà mai”.
Ecco, la frase finale è la summa di tutti i nostri mali.
Ci manca solo che dopo il matrimonio la diano anche poco…
Io però credevo che anche al sud questa mentalità fosse ormai superata.
Invece al nord le mie alunne diciotto/diciannovenni (con gli alunni di quinta ho un rapporto franco e redpillato) dicono, testualmente, che “ormai i maschi sono diventati furbi”, e che dunque loro dovranno darsi da fare e lavorare.
Il che in fondo può fare ben sperare per la condizione maschile.
Ma forse quelle alludono ai belocci, e troveranno il fesso che le mantiene. Io infatti dico loro che un coglione che le mantenga lo troveranno, ma non possono pretendere che sia anche bello. Al che quelle mi guardano deluse. Ma alcune ribattono che ormai stanno diventando furbi anche i brutti, e preferiscono andare a troie (testuale, giuro).
Forza ragazzi, la coscienza maschile si sta svegliando.
La sofferenza non sta nella quantità di donne . Trovo anzi abbastanza fredda la conta spicciola del protagonista della storia.
Ci sono (stati) contesti e condizioni in cui il suo numero di esperienze non debba per forza tramutarsi in qualcosa di insoddisfacente non solo in relazione ai più “sfortunati” ma più in generale per ritenersi appagati anche se non in god mode. In un mondo non dico sano ma non disumano come questo il contesto e una serie di validazioni generali avrebbe reso la maggior parte di questi “conteggi” soddisfacente o addirittura indifferente . State certi che negli anni 80 o 90 la maggior parte delle persone normali non si metteva a contare le esperienze anche quando non erano innumerevoli proprio perchè la quantità non era il criterio primario e non c era l ‘ansia di doverle schiaffare on line per aumentare il proprio Status da morti di fama.
La sua sofferenza deriva giustamente dalla enorme fatica spesa per trovare un riscontro nel genere femminile e temo sia diretta emanazione della enorme fatica che si ha al giorno d’oggi per avere relazioni basate su valori genuini sia con uomini che con donne(soprattutto donne ) .
Questo edonismo spinto e mostruoso che ovviamente afferisce sopratutto nelle donne ,ma non solo , spinge a dire troppa importanza al curriculum amatorio ed al mero calcolo computazionale di scopate , donne possedute , denaro posseduto , oggetti posseduti , scarpe della Lidl del valore di produzione di 50 centesimi cucite da disperati pagati 0,00001 centesimo l ‘ora possedute.
Provo empatia per il protagonista ed ha tutte le ragioni del mondo per ritenersi insoddisfatto non esclusivamente per il numero di donne ma per l’importanza che ormai ha e per cosa si debba fare per averle.
Anzi a pensarci bene, l’idea stessa che bisogna “fare” per averle la dice lunga sullo stato pietoso delle relazioni umane .
Bellissima lettera. La parte finale è davvero cruda, mi riferisco alla parte della lotteria; davvero da pillola rossa.
Come dico da almeno 20 anni, per chi nasce con la lotteria “perdente”, la cosa migliore è quella di non sposarsi e non fare figli, perché al 90% questi erediteranno la stessa “lotteria perdente” e li si condannerà a una vita di sofferenze. Molto meglio spezzare la catena.
È un racconto in cui mi riconosco molto.
Anche io penso che la fatica per accaparrarsi una donna sia sproporzionata alla soddisfazione che se ne trae.
Ma soprattutto, penso che, una volta trovatala, il problema vero diventa che lei vuole stabilizzare la relazione, finendo sempre, prima o poi, per rovinarti la vita.
Concordo anche sull’ultima riflessione:il successo non dipende dal merito. Ed è per questo che la “validazione” è solo illusione. Perché dovrei sentirmi migliore? Per qualcosa di cui non ho merito?
La scelta di vita che ho intrapreso come logica conseguenza di tutte queste e altre considerazioni, a suo tempo espresse in un altro articolo, è facilmente intuibile dal mio nick…
Comunque, per concludere, la vita è una lotteria. Se hai la fortuna di azzeccare la genetica giusta e i genitori giusti che ti crescono in serenità, al passo coi tempi, nella socialità, in sintonia con gli altri, dandoti autonomia e rafforzandoti l’autostima; hai già fatto il 70%.
Estensione del dominio della lotta
Extension du domaine de la lutte, 1994 – Selezione Aforismario
Questo mondo non mi piace. Decisamente non lo amo. La società in cui vivo mi disgusta; la pubblicità mi nausea; l’informazione mi fa vomitare.
L’uomo è un adolescente limitato.
In situazione economica perfettamente liberale, c’è chi accumula fortune considerevoli; altri marciscono nella disoccupazione e nella miseria. In situazione sessuale perfettamente liberale, c’è chi ha una vita erotica varia ed eccitante; altri sono ridotti alla masturbazione e alla solitudine. Il liberalismo economico è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi sociali. Ugualmente, il liberalismo sessuale è l’estensione del dominio della lotta a tutte le età della vita e a tutte le classi sociali.
HOUELLEBECQ HA PRESO LA REDPILL DA UN PEZZO
sinceramente non mi da fastidio che qualcuno sia più fortunato di me, anche perchè è tutto relativo e anch’io tutto sommato sono più fortunato di altri… per me la vera sofferenza della red pill non è pensare che qualcuno, senza alcun merito, avrà successo con le donne… la vera sofferenza dopo aver ingoiato la red pill è la consapevolezza che nella vita si è destinati o a morire del tutto soli o ad accompagnarsi con chi, con ogni probabilità, ti rovinerà la vita…
Si chiamano “sugarbabies”, oggidì!
Se non trovano nessuno si fanno dare la pensione di invalidità. Ne conosco parecchie.
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Ripensavo a questo articolo. Avete tutti presenti il film Superfantozzi? Quel film, secondo me è il più redpillato della famosa saga del ragioniere. Vediamo il protagonista nelle più famose epoche storiche, o forse sono le varie generazioni di Fantozzi che si susseguono e in ogni epoca vediamo due costanti: 1) spunta sempre fuori il “bilanciere” primitivo e 2) la vita dei vari Fantozzi non cambia mai, cambiano le ere, le circostanze, ma la sua vita mai. Lo vediamo che fa la pipì sulla zampa del dinosauro scambiata per un albero, fino al futuro alle prese con una casa malfunzionante che gli viene occupata dal capo.
La morale della favola qual è? Quel peso che si vede è la tara genetica che è stata trasmessa per generazioni e generazioni.
Troppa sofferenza per uno che a 26 anni già aveva scopato con 5 ragazze. Pensa a chi, come il sottoscritto, a quell’età era capitato solo un pompino e la prima scopata è arrivata a 28, con una sub 6. E la doppia cifra me la son dovuta sudare sino ai 37. Mi deve essere capitato proprio un biglietto di merda.
P.S: ironia a parte, le tue conclusioni sono del tutto condivisibili..
Non postare link esterni, soprattutto se non pertinenti.
5 donne a 26 anni e in doppia cifra a 30 mi sembra un palmares invidiabile e possibile solo nella nostra società
Nella tradizionale società patriarcale pro a parte un uomo con LMS nella media aveva una donna per tutta la vita e basta la sposava e ne diventava il provider magari non beta ma provider si
Penso non ci sia molto da rimpiangere quel mondo
Ho letto attentamente il post e delle cose elencate da questo ragazzo, nessuna è stata fatta solo per la figa.
L’università e la laurea col massimo dei voti ti permettono di avere un lavoro ben pagato, di aprire la mente, di espandere la tua cultura.
Il viaggio in posti fighi ti permette di conoscere il mondo, fare esperienze di vita, avere dei bei ricordi.
Le ore e il sangue buttati in palestra significano curare la propria salute, evitare problemi di ipertensione e diabete, non ridursi con un fisico da scaricatore di .pdf, guardarsi allo specchio e piacersi.
I soldi spesi in vestiti e accessori alla moda ti permettono di essere presentabile in società. O vuoi forse dire che è meglio girare coi vestiti che la nonna ti ha tirato fuori dall’armadio?
La ricerca dei locali migliori in cui farsi vedere, a meno che sei stato così beta e babbeo da andare in posti che non ti piacevano perchè influenzato dagli amici, ti ha consentito di passare del tempo di qualità con persone di qualità.
Sono tutte cose che fai per te, per stare bene con te stesso, non per gli altri.
La domanda che vorrei fare all’autore, infatti, è: quale sarebbe stata l’alternativa? Come sarebbe una vita non influenzata dalla ricerca della figa?
Lavorare in un call-center o ancora peggio non lavorare, sfondarsi di cibo spazzatura fino a diventare un capodoglio, vestirsi da barbone, passare tutti i sabato sera al pub con gli amici a “brindare alla figa” e vedere la Juve, trascorrere le vacanze estive a casa con mamma e papà? Una vita alla Giuseppe Simone, tanto per intenderci?
Il sunto della redpill è che se hai una vita interessante e porti valore al mondo, quindi hai un buon LMS, le donne saranno automaticamente attratte da te senza bisogno di fare nulla.
Tutto questo,dando per scontato che la figa ti piaccia e la desideri, e non sei gay. Se non ti interessa la figa, datti al calcetto e bona lì. Nessuno ti costringe a cercarla puntandoti una pistola alla tempia, è pieno di uomini che arrivano ai 35 anni senza averne mai vista una per le più svariate ragioni. Troppo brutti, senza circolo sociale, troppo imbranati, troppo legati alla famiglia. Se hai perso tanto tempo dietro queste donne, evidentemente il tuo obiettivo era quello.
Non vorrei essere cattivo con l’autore, ma mi sembra il classico post lamentela del 30enne in crisi di mezza età che non è nè carne nè pesce. Che non riesce ancora a inquadrarsi rispetto al mondo esterno e cerca risposte.
Gli 8 soffrono perché non sono 9.
I 7 perché non sono 8.
I 6 perché non sono 7.
I 5 perché non sono 6.
I 4 perché non sono 5.
Tutti soffrono perché non si accontentano di quello che sono e di quello che hanno.
Non giudico se sia giusto o sbagliato, ma personalmente gli unici che hanno la mia solidarietà sono i 4 e i 5 . Gli altri bene o male vivono e visto che
Tu ti consideri un 6/6,5 sei fra quelli.
Saremo sempre più sfortunati di qualcun altro e non ci accontenteremo mai di niente..un bambino in africa ha fame e non può andare a scuola mentre un bambino in Europa è obeso,un bambino figlio di un operaio vorebbe avere più giocattoli mentre u bambino ricco vorebbe rivedere il padre morto,un anziano vorebbe ritonare giovane e un bambino vuole crescere per sembrare grande
Tutti vogliamo qualcosa che altri hanno e gli altri vorebbe qualcosa che noi abbiamo