“Ragazzine vestite da modelle, tacchi a spillo e sguardo da star, rifiutano sempre perché sono belle e restano sole al banco del bar.”.
Con queste parole, che descrivono un classico scenario da discoteca, inizia uno dei brani musicali più ascoltati degli anni ’90: “Nella notte”.
La canzone è scritta dagli 883, un duo di giovani composto da Max Pezzali e Mauro Repetto, che si separerà nel 1994 in seguito alla decisione di quest’ultimo di partire per gli USA per andare a conoscere una modella vista in un giornale (modella che conoscerà e dalla quale prenderà un due di picche).
Anche senza Repetto però gli 883 riescono a ritagliarsi il loro spazio nello scenario musicale degli anni ’90 e ad acquisire notevole popolarità.
Io all’epoca ero bambino e non ero in grado, per forza di cose, di capire determinate dinamiche “da adulti”, ma oggi, a distanza di tutti questi anni, mi accorgo che fondamentalmente il successo dei loro pezzi fu dovuto al parlare di dinamiche sociali molto comuni, nelle quali si riconosceva gran parte della popolazione maschile, e filtrarle con una lente blupill per renderle accettabili e poterle sdoganare.
Gli 883 raccontano i giovani dell’epoca, traslano in musica la realtà della piccola periferia del Nord Italia nel suo periodo di massimo benessere, quando i soldi giravano, le discoteche andavano a pieno ritmo, le moto sportive iniziavano a sfrecciare appena arrivava l’estate e, contemporaneamente, le donne iniziavano a diventare sempre più viziate e pretenziose e a “tirarsela”.
“tu sei carina, bevi qualcosa?”, quasi sicuro lei non verrà.”Sei qui da sola, ti porto a casa?” “no, mi accompagna quel biondo là” (Nella notte)
In questo contesto gli 883 hanno gioco facile, soprattutto perché il modo in cui raccontano i fatti è sempre piuttosto autoironico, i brani hanno un ritmo vivace e le dinamiche non vengono sempre descritte interamente nella loro crudezza, ma spesso la voce narrante parla con un pizzico di ingenuità blupill.
“Eravamo proprio tanti, deficienti tutti quanti, una ragazza che ci stava forse al massimo ti dava un bacetto sulla bocca, poi a casa non si tocca” (Jolly Blue)
La donna viene sempre vista come inarrivabile, come “un mito”, “bella ma impossibile”, viene posta su un piedistallo e gli uomini zerbini vengono visti come la normalità.E’ perfettamente normale porsi al servizio di una donna sotto ogni aspetto, perché essa è una creatura divina da venerare.
“Voglio farti innamorare tanto, voglio diventare il tuo supereroe, voglio essere il migliore al mondo almeno per noi due” (Innamorare tanto)
Ma inevitabili sono i fallimenti e le delusioni, inevitabile attendere con trepidazione il week end per poi finire il sabato sera a prendere “i due di picche in discoteca e poi anche dalla cassiera” e svegliarsi la domenica col mal di testa e passare il pomeriggio “a guardare la ragazze degli altri” e ricominciare la settimana ripetendo il ciclo e aspettando che arrivi un altro week end, che forse sarà finalmente quello buono per trovare una ragazza.
Gli uomini descritti da Max Pezzali oscillano tra il prendere un sacco di pali da ragazze troppo pretenziose e il vivere esperienze sentimentali frustranti cercando di superarle
(Nessun rimpianto, nessun rimorso). In questo sono di aiuto gli amici (ci ho sempre visto una grossa ipocrisia di fondo, poiché il rapporto amicale descritto dagli 883 è qualcosa di piuttosto utopistico che raramente si riscontra nella vita reale) , che rimangono l’unico vero perno. Una vita insoddisfacente e banale viene resa un po’ meno frustrante dalla passione per
il calcio, dalla sala giochi, dalle moto.La classica vita dell’italiano medio, insomma.
Non c’è da stupirsi quindi che con i loro dischi gli 883 abbiano fatto presa sul popolino.Come non apprezzare uno che racconta esattamente le nostre vite di merda e, perdipiù, non ci condanna neppure ma anzi le vede come perfettamente normali e accettabili?Anche i pochi sprazzi di redpill presenti nei dischi hanno un sottostrato di ironicità e di allegria, basta pensare alla
“Regola dell’amico”, che parla della
friendzone e di come essa sarebbe facilmente evitabile se si fosse abbastanza redpillati da capire che essere amici di una donna non porta a nulla, ma lo fa con un ritmo allegro e scherzoso per cui alla fine ti concentri più sul ritmo che sul contenuto.
Eppure gli 883 non sono sempre stati così, al contrario i primi testi erano davvero molto redpillati.
Basta pensare al primissimo brano che li ha portati al successo, in cui alle pressanti richieste di una ragazza che vorrebbe un fidanzato diverso, più omologato la voce narrante risponde più o meno:” Quando mi hai conosciuto lo sapevi che ero fatto così, a me piacciono determinate cose, ho certe abitudini e non cambio per adattarmi ai tuoi stupidi standard, quindi ragazza ” Non me la menare”“
oppure “Te la tiri”, in cui ci si prende beffa di una ragazza che fa tanto la pretenziosa, che guarda al portafoglio e che disprezza tutto e tutti, ma che alla fine è solo una povera oca che al massimo sa dire “Se toro sta bene con pesci”.
Poi però qualcosa cambia quando Repetto (che probabilmente era il più redpillato dei due) molla perché non riesce a gestire il successo e non riesce a ritagliarsi un suo spazio di primo piano sul palco e i toni delle canzoni degli 883 diventano sempre più blupill.
Mi chiedo quanto in ciò abbiano influito le scelte di Max e quanto invece le varie persone di cui si è circondato e che sicuramente gli avranno dato qualche “buon” consiglio per avere più successo.
Fatto sta che, a partire dall’abbandono di Repetto, si sprofonda sempre più nella blupill e si arriva negli anni 2000 a brani come “La regina del Celebrità”, e qui lascio la parola al nostro utente Mahler:
“Un’altra canzone che mi ha colpito è “La regina del Celebrità”, in cui ‘sta gnocca ipergamica fa la troiona in discoteca attraendo stormi di morti di figa (tra cui l’immancabile Pezzali) a cui ovviamente nemmeno si sogna di darla, e poi… passati gli anni, appeso il tanga al chiodo, ha trovato un beta provider che gli ha fatto fare un bambino. E naturalmente il morto di figa Pezzali, incontrandola per caso per
strada, non può che essere contento che la Regina si sia sistemata.”
Nient’altro da aggiungere direi.Un importante fenomeno dal punto di vista musicale, un cancro dal punto di vista del messaggio.
MARCO MASINI
Negli stessi anni un altro cantante è molto apprezzato dal pubblico: si chiama Marco Masini, e i suoi brani hanno un tono e uno stile molto diverso.
Masini affronta spesso temi scomodi per quanto riguarda le relazioni uomo-donna ma lo fa senza peli sulla lingua, utilizzando un linguaggio sopra le righe e descrivendo la realtà da un punto di vista più cinico e politicamente scorretto.
Le donne si innamorano di “bastardi che raccontano bugie” “belli come poster di James Dean” “Grandi come il mare e forti come un Dio”.
“Chi ti difenderà dal buio della notte, da questa vita che non dà quel che promette. “(T’innamorerai)
Lo stesso autore peraltro dice senza troppi giri di parole che la vita lo ha incattivito e, all’apice del successo, inizia a rendersi conto che per molti il suo modo di cantare è piuttosto scomodo.
Nel pezzo “Vaffanculo” (un titolo, un perché), che descrive come “forse l’ultima occasione che ho di essere me stesso” non si fa troppe remore a descrivere le ipocrisie che ci sono dietro il mondo dello spettacolo, della fatica che ha fatto ad emergere perché “Hai la faccia da perdente, mi dispiace non funzioni” e alla fine conclude con “Siamo tutti conformisti travestiti da ribelli”.
La critica in quegli anni è spietata, mi ricordo una volta un comico che fece una battuta
“Ho visto donne manifestare in piazza contro l’aborto e poi avere dei figli a cui piace Masini”
e dopo il primo successo, la sua carriera musicale, anziché decollare come quella di Max Pezzali, subirà un netto declino che porterà all’annuncio del ritiro, nel quale il cantante lamenterà l’accanimento della critica e della censura nei suoi confronti.
Del resto mi chiedo se alcune sue canzoni potrebbero anche essere solo scritte al giorno d’oggi, basta pensare ad una delle sue più famose in cui lui descrive la sua sofferenza per essere stato lasciato dalla ragazza della quale era innamorato e che ora frequenta ricco con la Ferrari.
“Non lo sai che i miliardari anche ai loro sentimenti danno un prezzo?Il disprezzo.”
“Non ti rendi conto che alla fine ti sta solo usando?Perché perdi tempo con uno così”.E poi l’incapacità di rassegnarsi a questa situazione, e una serie di comportamenti che oggi verrebbero definiti “da stalker” in cui emerge tutta la rabbia del cantante, che alla fine, senza giri di parole, confessa “Mi verrebbe da strapparti quei vestiti da puttana” ma poi si rende conto che farle violenza lo farebbe stare solo peggio e gli toglierebbe anche l’ultima magia del ricordo dell’amore vissuto “E allora ti saluto, bella stronza”.
Redpill pura, decisamente troppo per gli anni che stavano per arrivare.
il mondo descritto dalle canzoni degli 883, con tutte le sue crudezze ambientate nella squallida realtà di provincia del nord Italia di quegli anni, è uno scenario paradisiaco in confronto alla turbo-ipergamia di tinder & co, al vuoto assoluto e all’individualismo totalitario che abbiamo oggi…
(segue) …ma l’avete mai veramente (ri)ascoltato il testo della “Regola dell’amico”?
Il fatto che Pezzali parli di “due di picche” e di “friedzone” non lo rende affatto “redpillato”, significa semplicemente che, avendo scelto le “compagnie giovanili” come target della sua musica non puo’ evitare di raccontarne gli aspetti evidenti. Quindi Pezzali prende atto del fenomeno “friendzone”… Quello che conta e’ come poi lo descrive e interpreta nella canzone: beh, invito tutti a riascoltare il testo perche’ mi pare che molti vadano solo a “memoria”, compreso lo stesso “redpillatore” che parla di attenzione spostata “piu’ sul ritmo che sul contenuto”…
Nulla di cio’ …e anzi il testo e’ chiarissimo: l’orientamento dell’intera canzone e’ quello di rimproverare il maschio furbetto che fa “l’amicone” sperando di combinare qualcosa. Al contempo e’ pieno di lodi per la donna vista come una creatura mitologica (delirante la parte su balsamo/capelli con poteri taumaturgici!) che centellina le sue apparizioni come una dea (sul più bello vai via e lasci tutti a rodersi…)
Insomma parole che descrivono un essere superiore dai poteri illimitati. Ironicamente, ricorda quasi il “MegaDirettore” di Fantozziana memoria.
-“Parli e tutti ascoltano. Ridi e tutti ridono. È una gara a chi ti asseconda di più !”
A questo punto pero’ questa allegra interpretazione della “friendzone” rischia un problema di coerenza: infatti mentre il ritornello ricorda periodicamente al maschio che e’ l’unico responsabile della propria situazione di zerbinaggio, si sta delineando chiaramente che neanche la ragazza si e’ mai posta in termini chiari ed onesti, e anzi -per dirla tutta- si capisce che ci sguazza alla grande.
Che fare? …ecco la geniale intuizione di Pezzali che risolve tutto:
-“Mentre tu giochi e un poco provochi …Però mai esageri!”
(…seguirono 90 minuti di applausi in sala mensa!)
In definitiva la canzone e’ bluepillata al 100%, anzi in modo persino emblematico perche’ Pezzali percepisce una situazione di disagio sociale ma la risolve senza essere obiettivo e con una visione a “doppio standard”: l’uomo e’ criticabile nei suoi comportamenti furbetti mentre la donna incostante e comodamente ambigua esercita solo “un gioco”, lecito e anzi ammirevole…
Redpillatore articolo da redpill al 100%.
Ho letto i tuoi articoli e devo dire che racconti la realtà dei fatti.
Su una cosa devo dissentire cioè che una signora da 7-8-9 dopo aver ipergamato fino a 40 anni cerca una beta provider…è bene fare una distinzione una 4-5-6 dopo aver ipergamato tutta la vita gli va bene il beta provider da spennare e su cui scaricare le sue frustrazioni in quanto consapevole del suo valore basso…ma una 7-8-9 è consapevole che il faccino nel nascituro è tutto e quindi non si farà mai ingravidare da un beta provider ma cercherà qualcuno con caratteristiche almeno intermedie (basso status e buona/ottima estetica o estetica intermedia e status elevato) non potrà mai e poi scendere.
Buon lavoro
Vorrei fare una precisazione su la “Regola dell’amico” perche’ spesso viene male analizzata. Sul forum dei brutti ho persino letto un tale che la considera un momento di “redpill” da parte di Pezzali. Certo, …siccome parla di friendzone e’ puro “redpill”, no? (segue)
Non sarebbe male citare qualche altro brano redpill, anche internazionale…
Me ne sono venuti in mente alcuni italiani. Due di Fabio Concato, decisamente ironici e sdrammatizzanti, che sono "Disonesta" del 1982 youtube.com/watch?v=MYjoYrn4NFQ , che ricordava i discorsi di quanto ancora il posto fisso possa essere appetibile, e "Il bel pianista" del 1986 youtube.com/watch?v=3aw3MP9Xu0E
L'altro, decisamente più sofferto, è del 1991 ed è di Giovanni Nuti, che parla del ruolo di terzo incomodo youtube.com/watch?v=pIhEX1Co94w (questo sarebbe valido anche dal punto di vista femminile)
È solamente uno dei tanti che si è arricchito con i soldi di milioni dei beta.
A lui ville , auto di lusso, e super fighe mentre ai beta che comprano i suoi dischi solo sogni e seghe. E come si divertono ad ascoltare le cantilene sue e degli altri, ma con queste teste dove andranno a sbattere?
Che musica ascolta il redpillatore? 🙂
La melodia (che può piacere, così come non piacere…) non è necessariamente in contraddizione con la red pill.
Ad esempio, questo brano https://www.youtube.com/watch?v=E8O6ehaX8MU è del 1980. L’ho riscoperto da poco ma, pur mantenendosi nel solco della melodia, è molto più redpill ante litteram di tante cose che si sentono oggi 😉 …