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The red pill documentario |
The Red Pill: il Documentario
Finalmente ho avuto modo di vedere “The Red Pill” e ora ne farò una recensione e vi dirò cosa ne penso.
Allora, in pratica il documentario racconta dell’esperienza dell’autrice, che si chiama Cassie Jaye, all’interno del gruppo dei MRA (men’s rights activists), che lei ritiene essere inizialmente un movimento di odio.
Lei è una femminista convinta ed è diventata tale perché, provando a sfondare ad Hollywood come attrice, ha subito diverse discriminazioni da parte di registi che le dicevano di dimagrire e le imponevano standard di bellezza troppo elevati.In effetti questa Cassie è una bella fighettina, ma non è la classica figona da film hollywoodiani.Una normale se ne farebbe una ragione a non poter diventare la nuova Charlize Theron, invece lei se l’è presa proprio male ed è diventata femminista.E va beh..Il documentario non è che sia il massimo dal punto di vista scenografico, anche se penso che sia il suo primo e ha avuto anche non pochi problemi a reperire dei fondi.
L’ho trovato anche a tratti patetico, ad esempio quando lei piagnucola perché non sa più a chi credere, da lì ho capito che non era granché neanche come attrice.
Più interessante invece dal punto di vista dei contenuti.
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Cassie Jaye |
Vengono menzionate le varie tematiche di cui parliamo anche nella pagina, riguardanti le situazioni in cui gli uomini sono palesemente svantaggiati, come il fatto di costituire la maggioranza dei morti sul lavoro e in guerra, di avere un tasso di suicidio triplo di quello femminile, di essere le principali vittime di omicidio, di avere tasso di abbandono scolastico maggiore di quello femminile e una speranza di vita minore e, più in generale, di essere considerati di meno e ricevere meno attenzione da parte delle istituzioni.
Vi dico comunque fin da subito che non è mai stato menzionato, neppure indirettamente, uno degli aspetti che ritengo più importanti e cioè lo strapotere sessuale femminile.
E’ un aspetto che non viene mai toccato dai vari MRA, di conseguenza non mi aspettavo che questa problematica venisse affrontata neppure nel documentario, però la cosa mi ha un po’ deluso perché io penso che sia un elemento centrale per capire come mai esista disuguaglianza tra uomini e donne anche in altri ambiti della vita sociale.
Ad esempio viene raccontata l’esperienza molto toccante di un padre che ha lottato per anni per avere la possibilità di vedere il proprio figlio.
Questo tizio stava insieme ad una cessa obesa, dalla quale lui aveva deciso di non avere figli perché lei era psicologicamente instabile.Ma lei riesce a farsi mettere incinta ugualmente e alla fine si separano e inizia il suo calvario.La madre gli impedisce di vedere il bambino, che cresce anche in maniera poco sana.La madre lo rimpinza di cibo spazzatura tanto che questo bambino diventa obeso e inizia a venire discriminato a scuola.Il padre cerca di rimetterlo in forma ma quando lui torna dalla madre recupera i chili persi con lui.I giudici, invece di affidarlo al padre, impediscono semplicemente al padre di pesarlo.Alla fine, dopo lunghe battaglie e soldi spesi, rinuncia a vedere il figlio.
La storia è molto triste ma io mi chiedo:Cristo Santo, stai insieme ad una balenottera completamente fuori di testa.Perché diamine non la abbandoni vicino ad un bidone dell’umido e te ne vai per la tua strada invece di rovinarti la vita in questo modo?
Queste sono le conseguenze della sproporzione di opportunità che uomini e donne hanno in ambito sessuale e della quale purtroppo non si parla mai.Evidentemente i tempi non sono ancora maturi, la sessualità costituisce ancora un grande tabù, seppure sia un elemento centrale nei rapporti umani.
Direi che gli MRA,nella loro red pill, sono ancora parecchio blue pill e lo dimostra pure il fatto che, a suo tempo, pure io provai a contattare “A voice for men” per mostrargli i risultati del nostro
sondaggio sui partner sessuali, ma non ebbero alcun interesse a pubblicarlo.
Comunque la ragazza ha toccato molti altri punti importanti in maniera dettagliata, come ad esempio la frode di paternità, portando esperienze di uomini costretti a diventare padri contro la loro volontà o peggio a pagare alimenti per figli neppure loro.
Hanno fatto vedere una trasmissione nazionale in cui il pubblico incitava tranquillamente una donna
a farsi mettere incinta anche se il marito non voleva avere figli e la Jaye ha ricostruito un interessante grafico in cui mostrava chiaramente come, quando si tratta di scegliere se avere un figlio oppure no, l’uomo sia totalmente in balia della donna, la quale lo può letteralmente rovinare.
Un altro punto interessante del documentario è stata l’intervista a Warren Farrell, autore di “The Myth of the Male Power” , che spiega come la società del passato sia potuta andare avanti instillando negli uomini la convinzione di essere il sesso sacrificabile, da cui la prassi di salvare “prima le donne e i bambini”, una usanza che viene portata avanti anche in tempi recenti (hanno fatto l’esempio dell’aereo caduto qualche anno fa nel fiume Hudson e di come prima abbiano fatto evacuare le donne e i bambini).Sempre su questa linea viene evidenziato come la società presti molta più attenzione alle disgrazie che riguardano le donne rispetto a quelle che hanno come protagonisti gli uomini.
E’ il caso ad esempio del rapimento delle ragazze in Nigeria da parte di Boko Haram, per le quali si è mobilitato mezzo mondo, mentre per tutti gli uomini uccisi da questi terroristi, che costituiscono la maggioranza delle vittime, nessuno muove un dito.
Nel documentario è stato dato spazio anche alle voci opposte, sono state intervistate anche diverse femministe, che hanno sparato ovviamente un mucchio di cazzate rendendosi ridicole.
Alcune femministe sono state più furbe e, rendendosi conto che avrebbero fatto solo figuracce, hanno preferito non partecipare al documentario.
Hanno intervistato la femminista quella che appare in tutte le memes, quella esaltata coi capelli rossi, che nel documentario sclerava come una psicopatica e farneticava dicendo che le femministe sono per la parità, che le femministe non tolgono diritti agli uomini ecc.
Peccato che poi, dall’altra parte, gli MRA si lamentino di come vengano regolarmente ostacolati dalle femministe ogniqualvolta provino a chiedere la parità di diritti in alcuni settori, a riprova del fatto che, nonostante magari alcune femministe siano effettivamente per la parità, quelle che detengono il potere siano solo interessate a conservare i propri diritti e quelli della loro lobby.
Anche se non direttamente emerge quindi l’interesse economico sottostante alla moda del femminismo e intuibile facilmente anche dal fatto che i centri antiviolenza siano principalmente rivolti alle donne, nonostante gli uomini costituiscano il 43% delle vittime di violenza domestica.
Alla fine di questo percorso la documentarista prende atto della validità dei punti di vista dei MRA e si rende conto di non sentirsi più femminista.
In Conclusione
Un documentario che mi sento sicuramente di consigliare, con contenuti che per chi segue questo blog saranno sicuramente già noti ma che fanno sempre riflettere (se non altro per le esperienze individuali che vengono raccontate)e i miei complimenti per questa ragazza che ha portato sotto i riflettori una tematica piuttosto scomoda e che è stata ostacolata non poco nel suo lavoro.
Direi che questo documentario si concilia bene con lo spirito del blog, anche se gli argomenti trattati costituiscono solo un sottogruppo di quelli che trattiamo qui e che secondo me è doveroso trattare se si vuole veramente avere una visione lucida ed equilibrata del contesto socioculturale in cui ci troviamo.
Ciao!
Giusto tutto. E’ un bel documentario e lei è una donna vera, una delle poche di valore nel mondo moderno dell’occidente malato. Tuttavia la critica è giusta: manca nei movimenti MRA la consapevolezza dello strapotere sessuale femminile. Inoltre essi insistono, in un modo o nell’altro, a dialogare col sistema e con le femministe. Ottenendo ovviamente meno di zero.
ma cassie jaye non è una convinta antifemminista? così mi ricordavo…
Ma di fatto su Youtube il movimento MRA è stato sostituito dai video targati MGTOW (Men going their own way). Gli MRA hanno cercato troppo il dialogo con femministe e società, ottenendo ovviamente meno di 0.
Quello che mi chiedo è cosa ne pensi lei adesso di Hollywood.
Cioè, come erano maschilisti prima là dentro, lo sono anche adesso e se una vuole diventare attrice di primo piano qualche pompino deve per forza farlo.
Comunque ci vorrebbe una bella sottotitolazione in italiano… c’è pochissimo movimento in Italia ancora nell’ambito MGTOW e questa è una cosa che va corretta al più presto, perché non siamo messi molto meglio degli USA, a numero di ragazzine viziate e donne pazze.
Parole sante : ti metti insieme ad un bidone dell umido, per giunta con problemi psichiatrici e ti lamenti che ti ha rovinato la vita? La vita te la sei rovinata tu con le tue mani nel momento in cui hai pensato che avresti potuto avere un rapporto con li cesso in questione!