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Effetto Alone ed Effetto Pigmalione: Psicologia dell’Attrazione

Effetto Alone ed Effetto pigmalione
Da ragazzo uscii con una tipa trovata in chat. All’epoca avevo fatto un esperimento sociale con la foto di un modello e questa lo aveva contattato per provarci, quindi la stavo sentendo in contemporanea sia col profilo originale che con quello fake.
Ebbi l’idea di utilizzare questo alter ego per sondare le impressioni che lei aveva su di me, sia prima che dopo l’appuntamento. A fine serata, dopo esserci visti, la prima cosa che fece (tipo 10 min dopo) fu venire a scrivere al fake. Gli disse che si era annoiata, che io non ero divertente come lui, che ci avevo provato ma lei non c’era stata (balla, non mi piaceva la tipa) e altre delicatezze su di me. “Serata da dimenticare quindi?” le domandai. “Sì, serata noiosa, mentre ero fuori con lui ho pensato tutto il tempo a te. Quando usciamo insieme?”.
Questa ragazza era vittima dell’effetto alone.

Effetto Alone

L’Effetto Alone è quel meccanismo mentale per il quale, nel giudicare un individuo, veniamo influenzati da una sua caratteristica positiva/negativa e tendiamo di riflesso a ritenere che egli abbia altre caratteristiche positive/negative che non sono in alcun modo collegate
alla precedente.Un esempio è considerare una persona intelligente solo perché bella.
Molti di quelli che contestano le teorie che vengono espresse in questo blog lo fanno rivendicando l’importanza della personalità nell’ambito delle relazioni sociali a dispetto dell’affetto fisico, ma quello che purtroppo questa gente non capisce è che la personalità di ognuno non è scindibile dal suo aspetto fisico, il quale fa percepire differentemente anche il suo carattere;non è quindi facile capire fin dove arrivi la personalità e fin dove arrivi l’aspetto nel determinare l’attrattività di ognuno.
Una persona è attraente perché ha una bella personalità oppure ha una bella personalità perché è attraente?Io propendo piuttosto per questa seconda ipotesi (non escludendo totalmente la prima ovviamente) e gli studi tendono a confermare la mia esperienza personale.
L’effetto alone peraltro non si limita alla sola bellezza ma a molte altre caratteristiche, sia positive che negative.Semplicemente la bellezza è la caratteristica più immediata, la prima che possiamo osservare in una persona e , di conseguenza, è quella che ci permette di vedere più semplicemente gli aspetti pratici dell’effetto alone.

effetto alone
effetto alone


Sebbene esista una moltitudine di studi su questo argomento e tutti convergano verso la stessa conclusione, molti di voi probabilmente di questo “effetto alonenon avranno mai sentito parlare. Del resto la crudezza dei comportamenti emersa degli studi è qualcosa di molto difficile da digerire,soprattutto per coloro che dall’effetto alone risultano penalizzati, anziché favoriti. Noi però ad una rassicurante menzogna preferiamo sempre una triste verità, quindi ci teniamo a portarvi a conoscenza di questo bias cognitivo che ben descrive la natura umana e che fa crollare, come un uragano con un castello di carte, le già barcollanti cazzate di tutti coloro che promuovono la “bellezza interiore” come principale parametro di giudizio di una persona.

La maggior parte degli studi effettuati su questo argomento, al contrario, prendono in considerazione come caratteristica principale proprio la bellezza esteriore e dimostrano come essa sia in grado di cambiare in maniera significativa la percezione di una persona. In particolare dai diversi studi sono state fatte le seguenti osservazioni.
  • Le persone belle ottengono trattamenti più favorevoli in sede processuale, vengono condannate a pene più miti rispetto a quelle brutte e al pagamento di somme più basse in caso debbano risarcire un danno.Stewart (1980) Kulka e Kessler (1978)
  • Le persone belle tendono ad ottenere punteggi mediamente più elevati in sede d’esame rispetto alle brutte. Landy e Sigall (1974)   
  • La  bellezza in un colloquio di lavoro è più importante dei titoli di studio e dell’esperienza ai fini dell’assunzione. Mack e Rainey
    (1990)
  • Le persone belle, pur se sconosciute, vengono ritenute più felici nella vita e più realizzate sia professionalmente. Dion e
    Berscheid (1972)
     
  • Migliorare l’aspetto fisico dei carcerati con la chirurgia diminuisce nettamente le probabilità che essi commettano nuovi reati una volta scarcerati,molto più dei vari programmi di riabilitazione. Stewart (1980) 
  • I candidati politici più belli vengono eletti molto più spesso rispetto ai più brutti. Due volte e mezzo di più. Efran e Patterson (1976) 
  • Le persone belle hanno più probabilità di ricevere soccorso in caso di emergenza. Benson et al. (1976)

Come già detto in precedenza, però,fortunatamente l’effetto alone non opera solo con la bellezza ma anche con diverse altre caratteristiche “modificabili” quali lo status o la ricchezza (che sono gli altri due punti cardine della teoria LMS).
In uno studio veniva chiesto a diversi gruppi di studenti di stimare l’altezza di diversi soggetti della medesima statura presentandoli di
volta in volta come studente, ricercatore o professore. All’aumentare dello status si osservava parallelamente un aumento di statura medio di ben 5 cm.
Questo principio si applica sia in amore e nelle relazioni sociali sia nella vita in generale, quindi la prossima volta che vi trovate a dover giudicare qualcuno o qualcosa fermatevi quindi a riflettere qualche secondo in più e a scomporre le varie caratteristiche dell’oggetto di giudizio analizzandole singolarmente.
Potreste scoprire magari che stavate per comprare un prodotto di pessima qualità ad un prezzo troppo caro solo perché influenzati dall’immagine di un marchio, il quale però nonsempre è garanzia di bontà e affidabilità di un prodotto.
Effetto Alone e Pigmalione
Effetto Alone e Pigmalione

Nel mondo del commercio chi è redpillato e conosce determinate dinamiche sociali la fa sempre da padrone.Le pubblicità migliori sono fatte da grafici pubblicitari che capiscono come funzionano le relazioni e riescono a padroneggiare i meccanismi che portano un potenziale cliente a convincersi che comprare un determinato prodotto o servizio migliorerà la qualità della sua vita.
Guardate ad esempio la pubblicità qui accanto, che rappresenta un ottimo esempio di effetto alone applicato e subcomunica un messaggio indubbiamente redpill:un uomo brutto che appare immediatamente più bello mostrando un gioiello alla donna che vuole conquistare.
Il messaggio è quadruplice:

  • Le donne sono attratte dalla bellezza 
  • La bellezza è oggettiva (altrimenti nessuno capirebbe la pubblicità) 
  • Anche la disponibilità economica fa risultare attraenti 
  • La disponibilità economica può compensare una scarsa attrattività estetica e far apparire un brutto più bello attraverso l’effetto alone.

Effetto Alone: L’Esperienza di un utente

Proprio oggi mentre stavo per postare questo articolo sull’effetto alone mi scrive un nostro utente belloccio raccontandomi una esperienza che calza perfettamente a pennello e che ho deciso di inserire qui anziché nella nostra rubrica dedicata alla posta dei lettori.
 “Ciao, volevo portare alla tua attenzione una crudezza accaduta al seggio elettorale del mio paese, in occasione del referendum consultivo. Quest’esperienza dimostra quanto l’aspetto fisico (ed il conseguente halo/failo effect) sia estremamente determinante anche nelle piccolissime cose della vita quotidiana. Ero in fila per entrare al seggio e davanti a me c’era un ragazzo: alto circa 190cm, robusto di corporatura, biondo e con occhi azzurri, ma…con un faccione strutturalmente tondo, con tanto di doppio mento, guanciotte e sguardo da trota bollita. Sarà stato sul 5, magari 5,5 grazie alla statura: sembrava un subnordid, ma con componente alpinoide preponderante a livello di struttura cranio-facciale, quindi anche asciugandosi un po’ gli sarebbero sempre rimasti quel testone rotondo e quelle ossa malfatte. Forse più che subnordid era proprio un alpinoide nordicizzato. 
Insomma questo entra e le scrutatrici lo accolgono con una freddezza ed un formalismo disarmanti: nessun sorriso, nessuno sguardo neppure per sbaglio. Inoltre gli spiegano per filo e per segno, con tono paternalistico, la procedura di voto elettronico, quasi come se lo considerassero stupido o poco sveglio. Questo poi vota, esce dal seggio e lo liquidano con un “Buongiorno” frettoloso e distaccato. Poi entro io: la presidente del seggio mi accoglie con un sorriso. Poi noto che una delle scrutatrici, quella a cui ho consegnato il documento d’identità, mi adocchia in continuazione: abbassa lo sguardo e mi fissa con espressione sorridente, riabbassa lo sguardo e mi fissa. La presidente non mi dà nessuna istruzione di sorta, come se pensasse “Questo è un tipo sveglio che la sa lunga, mica come quell’altro tontolone: inutile quindi spiegargli come si vota!”. Al che entro in cabina, voto ed al termine della procedura sento un sonoro “Bravissimo!” da parte (credo) della stessa presidente della commissione scrutatrice. A conclusione di tutto un “Arrivederci! Buongiorno!” decisamente cordiale e dal tono differente rispetto a quello riservato al bruttino sul 5; aggiungiamo che quelle donne non conoscevano il ragazzo, come non conoscevano neppure me. Della serie “due pesi e due misure”, in una circostanza assolutamente neutra e quotidiana come il voto per un referendum consultivo. 
Ora, al di là della piccola validazione personale (“validazione” un po’ del cazzo oltretutto: sono stato semplicemente trattato da essere umano), non ho potuto fare a meno di immedesimarmi in quel ragazzo, di fatto sottilmente discriminato in termini di trattamento ricevuto solo per via dei suoi lineamenti esteticamente poco gradevoli. 
E ribadiamo: tutto in un contesto di vita quotidiana, non si parla di discoteche, discopub e locali vari dove si va per beccare figa!(…)Non posso fare a meno di pensare (nonché immedesimarmi in loro) a quello ed a tanti altri ragazzi costretti a vivere con un aspetto oggettivamente penalizzante, magari senza neppure margini di miglioramento, i quali rischiano di subire discriminazioni pure in contesti apparentemente “innocui”, da vita di tutti i giorni.”



L’Esperimento di Joshua Bell

Una mattina un uomo si mette a suonare il proprio violino all’ingresso della metropolitana di Washington, venendo praticamente ignorato dai passanti frettolosi che gli lanciano pochi spicci.
Scene come queste sono piuttosto comuni nelle grandi città, dove musicisti di strada si esibiscono per guadagnare qualche soldo.La singolarità di questo evento però sta nel fatto che l’uomo di cui stiamo parlando non è un musicista di strada, bensì è Joshua Bell, uno dei più grandi violinisti al mondo, e il violino è uno Stradivari del ‘700 del valore di 4 milioni di dollari.
Solo 3 giorni prima Bell aveva fatto il tutto esaurito alla Symphony Hall di Boston, dove il prezzo per il biglietto era di 100 dollari.
Come suonatore di strada invece riesce a racimolare poco più di 30 dollari in 45 minuti, e praticamente nessuno dei migliaia di passanti si ferma ad ascoltarlo.
Questa curiosa vicenda penso possa essere un buon esempio di halo effect. La sostanza è strettamente correlata all’apparenza al punto che determinate qualità molto spesso finiscono per essere totalmente ignorate se chi ne è portatore non è in grado di presentarle in un certo modo. Sebbene l’esperimento di questo musicista abbia fatto molto clamore per le sue conclusioni, in realtà scene del genere avvengono quotidianamente nei rapporti sociali, solo che, ad essere totalmente ignorate, non sono tanto le abilità musicali, quanto piuttosto altri tipi di qualità personali che, in altre circostanze e sotto altre vesti, verrebbero magari apprezzate ed elogiate.
Un plauso a questo grande musicista che ha saputo, in modo così ironico, darci una importante lezione redpill.

Effetto Pigmalione

Effetto Alone e Pigmalione
Effetto Alone e Pigmalione

 Nelle Metamorfosi Ovidio ci racconta la storia di Pigmalione, scultore cipriota, che aveva creato una statua femminile di una bellezza tale da
finire per innamorarsene.

L’artista era talmente ossessionato dalla sua opera da passare le notti dormendo accanto a lei, nella speranza che essa diventasse una persona reale (un po’ come faccio io quando guardo le foto di Justyna Stolarczyk e spero si materializzi nella mia stanza).
Un giorno Pigmalione si recò al tempio e pregò Afrodite di trasformare la statua in un essere vivente e la dea esaudì il suo desiderio dandole vita.
Perché vi sto parlando di Pigmalione?
Pigmalione è noto per aver dato il nome ad un particolare meccanismo psicologico, l’Effetto Pigmalione appunto, che si instaura quando una persona deve relazionarsi con un’altra verso la quale nutre già dei pregiudizi.Tali pregiudizi, per l’effetto Pigmalione,avranno due fondamentali conseguenze:
  • Il primo soggetto si comporterà nei confronti dell’altro in maniera tale da cercare conferma dei suoi pregiudizi.
  •  Il secondo soggetto, venendo trattato in un determinato modo, tenderà ad adeguare il suo comportamento all’opinione che l’altro nutre nei suoi confronti.

Effetto Rosenthal

L’effetto Pigmalione è detto anche effetto Rosenthal, dal nome del ricercatore che fece un interessante esperimento su questo argomento, seguendo questi passaggi.
  1. Degli alunni di una scuola elementare furono sottoposti ad un test per il quoziente intellettivo
  2. Vennero selezionati a caso, senza tener conto dei risultati del test, dei bambini, che furono descritti agli insegnanti come dei piccoli geni.
  3. Dopo un anno Rosenthal accertò che i bambini selezionati, seppur non essendo più dotati, avevano avuto rendimenti scolastici migliori degli altri.
Se un insegnante ritiene che un alunno sia particolarmente intelligente, tenderà a trattarlo come tale e l’alunno sarà incoraggiato a comportarsi in maniera tale da soddisfare le aspettative dell’insegnante esprimendo tutto il suo potenziale.

Viceversa, un alunno ritenuto stupido, anche se per errata convinzione, ricevendo stimoli negativi lascerà il suo potenziale inespresso.
 Tale effetto si manifesta ovviamente anche nelle relazioni uomo/donna e agisce in combinazione con il già menzionato effetto alone creando una spirale perversa.
Per cui una ragazza vede un uomo bello –> deduce che sia una bella persona (effetto alone) –> tenderà a trattarlo in maniera tale –> egli finirà per comportarsi in maniera congruente alle aspettative.
Una ragazza vede un brutto –>deduce che sia uno scarafaggio –> tenderà a trattarlo in maniera
tale –> beh, il finale penso lo possiate intuire da voi.
  


CONCLUSIONI:
  • Effetto Alone: Una caratteristica positiva/negativa ha influenza sulle altre caratteristiche di una persona.
  • Effetto Pigmalione: Definito come “Profezia che si autorealizza”, è quel meccanismo per il quale un soggetto tende ad adeguarsi alla considerazione che gli altri hanno di lui e a comportarsi di conseguenza.

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Anonimo
Anonimo
4 anni fa

@mario rossi
da ragazzo, alle scuole medie, ho conosciuto un brutto vero che si vedeva bello. Cioè questo qui era davvero convinto di essere bello guardandosi alo specchio, e si piaceva molto. Piena autostima, insomma. Ma risultato con le ragazzine zero. E la cosa divertente è che quando si guardava in foto si vedeva brutto, ci rideva sopra, convinto di non essere fotogenico. Oggi, quel ragazzo ha capito di essere quello che è.
Quel ragazzo ero io

Charmfree
3 anni fa

Articolo da premio nobel. Andrebbe trasmesso in prima serata!

Il Proph
Il Proph
5 anni fa

Ottimo articolo, peró va fatta una precisazione (che ho scritto anche altrove).

Nell’ambito dei rapporti uomo-donna il fattore L è una vera e propria pre-condizione: se non ce l’hai e non hai nemmeno M o S per compensare, allora sei fuori dai giochi.

Diverso è il discorso per tutti gli altri ambiti della vita, laddove la bellezza potrà fornire, a parità di condizioni, un effettivo vantaggio iniziale, ma non sarà così dirimente.

Sul lavoro: se sei belloccio ma non sai gestire le pratiche che ti vengono affidate, molto presto se ne accorgeranno tutti, perché nessun azienda vuole tenersi qualcuno che faccia danni, anche se ha il bel faccino; viceversa, se sei brutto ma produci presto o tardi questo ti sarà riconosciuto perché fai guadagnare soldi a chi ti dà lavoro.
Se diamo uno sguardo ai più famosi uomini di successo (magari partiti da zero) ci accorgiamo che i brutti ci sono eccome!

Nei rapporti sociali: le persone brutte ma estroverse, sicuramente svantaggiate all’inizio, riescono in fretta a trovarsi un gruppo di amici.
In tutte le compagnie c’è qualche brutto; non scoperanno ma ci sono.

Concludendo, la bruttezza non è una condanna assoluta e irrevocabile all’insuccesso e all’isolamento sociale.
Questa visione non è pessimista, ma semplicemente infondata.
Potrà accadere solo laddove, oltre alla bellezza, manchino radicalmente tutte le altre capacità; si tratta però di un’ipotesi molto rara, anche perché solitamente, se non altro per compensazione, sin dall’infanzia i brutti tendono a maturate e coltivare skills molto più degli altri.

Qualora attraverso quelle capacità una persona arrivi a costruirsi uno status e un patrimonio di tutto rispetto potrà accedere anche al sesso.

Tim
Tim
5 anni fa

Questo articolo è utile per smentire tutta la retorica sulla "bella personalità". Con l'effetto alone la stessa personalità può apparire bella come brutta.

Alexandro
Alexandro
1 anno fa

Ho visto una foto di Brad Pitt appena nato, aveva già la mascella faelide nettamemte sviluppata (per gli standard di un neonato). Di conseguenza è stato trattato come un Dio fin da pochi secondi fuori l’utero materno e lui si è adeguato a quel ruolo… Che vita cazo…

Anonimo
Anonimo
4 anni fa

Secondo me un'ancora di salvezza è la collaborazione tra uomini; un belloccio collaborativo può fare tanto per gli amici, poi ognuno ricambia, in amicizia, come può.

Mauro
Mauro
8 mesi fa

Ho letto con estremo interesse l’esperimento di Joshua Bell, e condivido senza dubbio il concetto espresso: ” ….La sostanza è strettamente correlata all’apparenza al punto che determinate qualità molto spesso finiscono per essere totalmente ignorate se chi ne è portatore non è in grado di presentarle in un certo modo”.

Tuttavia vorrei soffermarmi su alcuni aspetti che, secondo la mia visione, diminuiscono un pochino la credibilità e l’affidabilità dell’ esperimento effettuato dal musicista.
Vado dritto al punto: Joshua Bell ha effettuato una scelta infelice della location ove produrre la sua esibizione. Non posso sapere con certezza se tale scelta è stata volontaria o casuale, sta di fatto che una location di questo tipo è caratterizzata dal passaggio di molte persone che corrono per svariati motivi (lavoro, studio, impegni vari…), così come sottolineato nello stesso articolo: “….venendo praticamente ignorato dai passanti frettolosi”.

Questo aspetto è stato sottovalutato nell’ articolo, e questo determina, a mio modo di vedere, una diminuzione della affidabilità di questo esperimento, ferma restando la mia convinzione circa il concetto di Base, che ho riportato poco sopra proprio per non dare adito a dubbi.

Se proviamo a metterci nei panni di uno qualsiasi dei soggetti che stanno “correndo ” , risulta logicamente plausibile il fatto di non prestare importanza ad un suonatore (uno dei tanti!!!) le cui note echeggiano nei corridoi della metro, poiché le energie e i pensieri sono assorbiti dalla miriade di problemi quotidiani contro i quali ognuno si trova costretto a combattere ogni santo giorno.

E in tutta coscienza io non mi sento di rilevare alcunché di riprovevole nel comportamento dei “passanti frettolosi” , ovvero ritengo questo contesto, così come è stato presentato, perfettamente plausibile e naturale. Credo inoltre di non sbagliare affermando che, se Joshua Bell avesse scelto una location meno infelice, il risultato sarebbe stato molto diverso.

Mi permetto anche di azzardare una ipotesi, assolutamente personale: credo che Joshua Bell abbia scelto volontariamente questa location, ben sapendo che cosa sarebbe accaduto, con lo scopo preciso di enfatizzare determinati aspetti, che facilitano la dimostrazione di questo concetto.
Per carità, lo scopo è nobile ed io lo condivido poiché sono convinto del concetto di Base, tuttavia la mia onestà intellettuale mi richiama all’ obbligo di porre in risalto questa estremizzazione, non ultimo per completezza di informazione.

G
G
4 anni fa

Potrebbe essere un'interpretazione interessante per la fisiognomica: magari la conclusione sarebbe che i tratti fisici sono in effetti in correlazione con quelli caratteriali e intellettivi, ma non per un fattore genetico, ma perché chi ha determinati tratti fisici suscita certe reazioni (effetto alone) e quelle reazioni ne plasmano il destino (effetto pigmailione).

Purtroppo, però, resta una tesi aneddotica.

Van
Van
4 anni fa

Parlerei dell'armonia di un viso. Nell'impatto dal vivo, contribuisce sicuramente in quello che la persona stessa trasmette(
Pensiamo a un sorriso con i denti tutti storti, mancanti, malocclusioni gravi.. non avrà mai lo stesso effetto e non trasmetterà le stesse emozioni rispetto a un sorriso armonico, con denti perfettamente bianchi e allineati.
Non per niente, ci sono uomini che anche senza parlare o quasi, riescono a far piangere le ragazzine, altri che non generano lo stesso effetto.
Se una stessa canzone, mi viene in mente una ballad come Always di Bon Jovi per esempio, il cui video ha fatto impazzire migliaia di ragazzine, la avessi fatta interpretare da un Lino Banfi stempiato(di alcuni film comici) o un Alvaro Vitali, con stessa intonazione, stessa interpretazione, l'effetto sortito(almeno quello visivo) sarebbe stato enormemente diverso. Oppure ai Fichi D'india.. lo stesso video avrebbe rischiato addirittura di diventare ridicolo, probabilmente. (sono solo esempi.. non voglio offendere nessuno, dico solo che ci sono dettagli come per esempio l'armonia di un viso, che possono influenzare la percezione di una persona, anche sotto altri aspetti.
Non per niente i "bruttini" vengono spesso scelti per fare gli attori comici(lo scemo del villaggio), anche se (come nel caso di alcuni) sono persone che hanno una ottima cultura di base, hanno anche studiato per interpretare quei ruoli.. In diversi casi, infatti, "interpretano" gli stupidi, ma non lo sono neanche..
Anche gli occhi credo che possano alterare l'armonia di un viso, un occhio eccessivamente tondo, a parità di carattere, personalità, esprime qualcosa di diverso rispetto a un occhio con una apertura più proporzionata. Oppure pensiamo a un ragazzo penalizzato da una enorme Ptosi palpebrale.. questa influenzerà indubbiamente lo sguardo, e quello che esprime.
Per non parlare di un ectropion.. occhi verso il basso(intendo chi ha questa caratteristica per motivi fisici), etc..
Nell'attrazione l'impatto visivo è importantissimo. Almeno sarebbe sicuramente meglio partire da un viso armonico, poi si può lavorare su altri aspetti, per esempio: modo di porsi, postura, sguardo e tutto il resto…
Poi ci possono essere a seconda della zona geografica e dell'ambiente socioculturale gusti leggermente diversi (ad alcune non piacciono i capelli lunghi nell'uomo ad altre fanno impazzire), ma in tutti i casi l'armonia, bellezza di un viso di base rimangono punti imprescindibili che stanno "alla base".

Daniele
Daniele
2 anni fa

Non voglio contestare le argomentazioni presenti nel blog, ma ti faccio presente che ci sono alcuni studi datati, oh per me vanno anche bene, ma alcuni detrattori possono attaccarsi a ciò per dire che dici cazzate, fai attenzione.

Come finisce il mito di Ovidio su Pigmalione ?

marco
marco
3 anni fa

La colpa è dei meridionali che vivono al nord 95% , sono loro che giudicano la bellezza i miei pochi amici fedeli hanno origini del nord autoctoni e non mi hanno mai giudicato dalla bellezza nemmeno le famigerate “femmine” (sono meridionale quindi nessun razzismo contro me stesso)

Anonimo
Anonimo
4 anni fa

Ora però siamo sinceri, si è vero sono fattori che contano.

Ma la maggioranza degli individui di sesso maschile e femminile, nella società attuale è costituita al 90% da persone tendenzialmente attraenti, con uno stipendio normale e uno stato sociale altrettanto tale.

Poi ci saranno sempre le eccezioni, il belloccio da 10 e un mezz'uomo alla Rosario Muniz, ma a meno che uno non sia sfigato alla nascita (storpio, deformato da una malformazione genetica) oppure ci si metta di impegno e diventi un Giuseppe Simone che vive in uno scantinato con le pantegane, la maggioranza è fatta di persone decenti.

Che poi ci sia una competizione è normalissimo ed è pure giusto! Pure il kebabbaro sotto casa mia avrà meno clienti di un ristorante 3 stelle Michelin, ma non sarà mai ai livelli di una mensa delle elementari.