Fenotipi · Genetica · Uncategorized

Le razze umane esistono e sono queste 5

Le razze umane esistono?

Sì, le razze umane esistono. Due sono i fattosi su cui dobbiamo basarci:

  1. Il Fenotipo, cioè l’insieme delle caratteristiche fisiche che un individuo manifesta, e che si possono constatare visivamente
  2. Il Genotipo, cioè il corredo genetico di un individuo, l’insieme dei geni contenuti nel suo DNA

    Il Fenotipo

razze umane
razze umane

Il fenotipo è dato dall’interazione tra genotipo e ambiente.
La grande diversità climatica e ambientale presente sul Pianeta Terra a seconda delle aree geografiche, ha prodotto adattamenti fisici differenti, sia nel colore della pelle, che è più o meno chiara a seconda della quantità di raggi ultravioletti presente nella zona di origine, sia nella conformazione cranica e somatica in generale.
Gli occhi a mandorla dei cinesi ad esempio sono il risultato di un adattamento ad un clima arido e freddo, così come il naso largo degli africani facilita la respirazione in un clima caldo e umido.
Certe differenze così evidenti che solo una persona con problemi di vista o in mala fede potrebbe negarle.

Il problema si pone quando si tratta di stabilire se queste differenze siano sufficienti a poter determinare una classificazione in razze.
Attualmente solo l’antropologia forense utilizza correntemente le classificazioni razziali. Fra gli altri antropologi vi è parecchia divergenza di opinione.
Il rifiuto di concetto di razza è più o meno forte a seconda del luogo di provenienza dello scienziato.
Lo studio Lieberman et al.(2004) ha mostrato come tale rifiuto sia più marcato in Paesi come USA e Canada, moderato in Europa e minimo in Cina e Russia, a dimostrazione di quanto la società e la cultura influenzino anche il pensiero di professionisti che avrebbero il dovere di essere obiettivi.

Sempre Lieberman, nel 1985, aveva chiesto a 1200 antropologi quanto si trovassero IN DISACCORDO con la seguente affermazione: “Ci sono razze biologiche all’interno della specie homo sapiens”.

Queste le risposte:

  • Antropologi fisici: 41% in disaccordo
  • Antropologi culturali: 43% in disaccordo

Lo stesso studio, ripetuto 14 anni dopo, ha mostrato le seguenti variazioni:

  • Antropologi fisici: 69%
  • Antropologi culturali: 80%

Insomma, il punto di vista è tutto fuorché unanime, anche se lo studio presenta dei limiti, in primo luogo quello che sono stati interpellati antropologi generici e non antropologi specializzati nello studio delle variazioni umane.

Un altro studio, effettuato nel 2012 su un campione di 3286 antropologi e studenti appartenenti alla  American Anthropological association e che potete trovare per intero QUI vede circa l’85%  dei partecipanti in disaccordo nel riconoscere le razze umane, ma anche in questo caso il campione è viziato e include antropologi generici, oltre ad essere stato effettuato negli USA, che è il Paese in cui viene respinto maggiormente il concetto di razza (ma che è paradossalmente però è uno dei Paesi in cui si fa continuamente riferimento alla razza nei censimenti e in documenti di vario tipo).

Preso atto che gli antropologi sono in disaccordo su questo tema, andiamo a vedere ora quali sono invece le razze umane secondo gli antropologi che invece ne riconoscono l’esistenza (leggi: secondo gli antropologi che sono liberi pensatori).

Quali sono le razze umane?

Quanti tipi di razze esistono e quali sono i loro tratti somatici e lineamenti tipici? Qui finalmente la questione diventa meno complessa, perché generalmente la classificazione è sempre quella (con alcune variazioni) e le razze principali sono relativamente poche.
L’antropologo Coon, nel 1965 ne aveva catalogate 5:

#1 Caucasica o Caucasoide
razza caucasica
razza caucasica
#2 Asiatica-Orientale o Mongoloide
razza mongoloide
razza mongoloide
#3 Africana-Subsahariana o Congoide 
razza congoide
razza congoide
#4 Capoide (Sud-Africa)
razza capoide
razza capoide
#5 Australoide (Oceanica)
razza australoide
razza australoide

A queste ne possiamo aggiungere una sesta, che è quella Amerindioide, cioè quella dei nativi americani, che deriva sì da quella Mongoloide (giunta nelle Americhe attraversando lo stretto di Bering) , ma che ha sviluppato delle caratteristiche proprie e, come vedremo, si distingue anche geneticamente da quella mongoloide, addirittura più di quanto la Capoide si distingua dalla Congoide.

razza amerindioide
razza amerindioide

Qui sotto la loro distribuzione

razze umane distribuzione
razze umane distribuzione

Naturalmente questa mappa tiene conto solamente delle popolazioni autoctone, mentre noi sappiamo che negli ultimi secoli le migrazioni hanno portato (e stanno portando) ad un mescolamento razziale sempre maggiore.
I Paesi del Sud America hanno una tradizione secolare di race mixing tanto che oramai utilizzano termini specifici per indicare i vari ibridi razziali e le varie ricombinazioni. Li potete vedere nella tabella qui sotto (indian sta per nativo americano).

Curioso è invece il caso dell’India, che è il Paese al mondo che possiede il maggior numero di razze autoctone. In India ci sono i caucasoidi (principalmente a nord ovest), gli australoidi (principalmente al sud) ,infiltrazioni mongoloidi e poi una popolazione che vive nelle Isole Andamane dell’oceano indiano, che è giunta lì dall’Africa orientale 60.000 anni fa e che è rimasta isolata per tutto questo tempo. Ne sopravvivono pochissimi individui, che rifiutano il contatto con l’esterno, e sono ritenuti la popolazione più vulnerabile del mondo perché, a causa dell’isolamento, non è stata in grado di sviluppare sufficienti difese immunitarie alle più comuni malattie.

Due Andamanesi

Il Genotipo

razze umane
Mappa genetica mondiale, Cavalli Sforza (1994)

La genetica è una disciplina ancora agli albori e possiede moltissime potenzialità che ancora non sono state sfruttate, però ci ha permesso di sapere moltissime cose sugli esseri umani e sugli spostamenti di popolazioni che fino a pochi decenni fa ignoravamo.
Pensate ad esempio allo studio di qualche anno fa, dal quale si è fatta la sensazionale scoperta che tutti gli esseri umani possiedono genetica Neanderthal eccetto gli africani (Labauda 2011), ma sempre più spesso veniamo a conoscenza di importanti novità che riguardano la genetica delle popolazioni e certi quadri generali sono ormai chiari.
Andiamo quindi a vedere cosa ne pensano i genetisti dell’esistenza delle razze umane.

La fallacia di Lewontin

Richard Lewontin

Uno dei primi e più importanti che ha provato a negare l’esistenza delle razze umane sul piano genetico è sicuramente Richard Lewontin.
Nel 1972, in seguito ai suoi studi, Lewontin afferma che “circa l’85% della variabilità genetica umana è dovuta a differenze individuali all’interno delle popolazioni e solo il 15% è dovuto a differenze fra le diverse popolazioni o gruppi etnici”. Con questo egli giunge alle seguenti conclusioni:

  • La classificazione razziale non ha alcun significato genetico né tassonomico
  • Due individui presi a caso da qualunque gruppo sono diversi fra loro quanto due individui presi a caso dal mondo intero
  • Due individui sono diversi in quanto sono individui e non perché appartengono a razze diverse e non si può capire la razza di qualcuno dai suoi geni

Nel trarre queste conclusioni però Lewontin fa un errore statistico,che gli viene obiettato da A.F.W. Edwards nel 2003, cioè quello di analizzare i dati come se le variabili non fossero tra loro correlate e di trarre conclusioni solo sulla base di questa analisi.
La spiegazione della diversità tra i gruppi umani sta però proprio nella correlazioni tra le variabili e tali relazioni possono essere estratte utilizzando tecniche di ordinamento e analisi dei gruppi (cluster analysis), che sono comunemente usate nella genetica umana moderna. Edwards sostenne che“anche se la probabilità di non riuscire a classificare razzialmente un individuo in base alla frequenza di alleli
in un unico locus è del 30%, la probabilità di classificazione errata rasenta lo zero se abbastanza loci vengono analizzati”.

Razza Umana o Razze Umane? Un problema di coerenza

Uno dei cavalli di battaglia dei negazionisti del concetto di razza umana è che “gli esseri umani sono simili al 99.9%”. Questa affermazione, fatta nel 2000 da Craig Venter, è stata però smentita da uno studio dello stesso Venter del 2007 che ha portato alla luce il fatto che, ad accomunarci realmente, è solo il 99.5%.
Questo può sembrare comunque molto ma non lo è, se si considera che l’uomo ad esempio ha con lo scimpanzè il 98.7% in comune e il 98.4% con i gorilla.
Uno studio molto importante (Michael Woodley 2009) ha messo a confronto l’eterozigosità degli esseri umani, con quella di altre specie. L’eterozigosità è un indice molto importante per misurare la variabilità genetica esistente in una qualsiasi popolazione, per cui vorrei che facciate molta attenzione alla tabella che ho fatto a partire dallo studio di Woodley.

razze umane
razze umane

Come potete vedere, secondo questi parametri, i presupposti per poter parlare di razze umane ci sono tutti.
Andiamo ora a vedere il confronto per indice di fissazione (Fst). L’indice di fissazione misura la variazione che esiste fra due popolazioni paragonata alla variazione complessiva in entrambe le popolazioni.
Qui sotto la tabella degli indici di fissazione

razze umane
razze umane

I valori fst variano a seconda di quanti gruppi usi per dividere la specie. Il valore Fst per ogni specie è una media per tutte le relazioni tra le sottospecie esaminate.”K=14″ si riferisce al numero di suddivisioni in specie.Meno sono le suddivisioni più alta è la media Fst. Ecco perché qualunque specie avrà un valore Fst più elevato quando il numero di popolazioni è più basso.

Genetica e medicina 

razze umane
razze umane

Un altro ambito in cui non ci si fa remore ad utilizzare il concetto di razza umana è quello della medicina. Ormai da tempo i medici fanno distinzioni tra i gruppi umani per quanto riguarda la frequenza di determinate malattie e tali distinzioni sono utili anche per pianificare il metodo curativo più efficace.
I risultati genetici dimostrano infatti che diversi gruppi hanno una diversa probabilità di contrarre determinate malattie, rispondono diversamente agli stessi tipi di farmaci. Anche per quanto riguarda le intolleranze si riscontrano differenze enormi a seconda del gruppo esaminato, come si può vedere ad esempio nella mappa sopra che mostra la percentuale di persone nel mondo intolleranti al lattosio.

Mappe genetiche e alberi filogenetici

I progressi genetici associati a quelli in ambito informatico hanno permesso negli ultimi anni lo sviluppo di determinati algoritmi in grado di mostrare sotto forma di grafici la distanza genetica fra le popolazioni. Ve ne mostro 2 particolarmente interessanti. Il primo è un albero filogenetico basato su Cavalli Sforza, Menozzi, Piazza (1994) per 42 popolazioni mondiali. La distanza genetica tra due gruppi è data dalla distanza totale della linea che li separa. Ogni colore rappresenta uno degli otto gruppi genetici ai quali tutte le popolazioni appartengono.

razze umane
razze umane

Il secondo prende in considerazione 18 popolazioni umane ed è stato sviluppato utilizzando l’algoritmo “neighbour joining”. E’ stato fatto nel 2002 da Saitou Naruya a partire da 23 generi di informazioni genetiche.

razze umane
razze umane

 
I test commerciali del DNA

Abbiamo parlato in un precedente articolo del test del dna e di come la sua diffusione stia aumentando esponenzialmente negli ultimi anni.
Chiunque abbia fatto un test del dna sa perfettamente quanto essi siano precisi per individuare la composizione ancestrale di un soggetto e indovinare il background etnico di una persona che si sottopone ad analisi. 

Per Approfondire

Molti studi sono stati fatti utilizzando i vari campioni raccolti negli ultimi anni e le varie popolazioni mondiali si sono ben delineate tanto che conosciamo con precisione la distanza genetica tra esse, la posizione all’interno di un grafico PCA, e le varie admixture genetiche da cui sono composte.
Vi mostro i risultati di un calcolatore di Iosif Lazaridis ( é lo sviluppatore del Dodecad, fra l’altro), il Global K=6, dove 6 sta per le admixtures esaminate e ciascuna corrisponde alle razze di cui abbiamo parlato sopra. Il Caucasoide è blu, il Congoide rosso, Il Capoide arancione, il Mongoloide giallo, l’Australoide viola e l’Amerindio verde. Possiamo vedere quindi come esistano popolazioni che appartengono ad un singolo cluster genetico e altre che possiedono influssi di altri clusters. In questo secondo caso il calcolatore riesce ad individuare con precisione le proporzioni in cui tali influssi sono presenti.

razze umane
razze umane
razze umane
razze umane

Per concludere

Sì, le razze esistono. La comunità scientifica non ha ancora preso una posizione chiara e coerente sulla questione, ma non lo ha fatto più per ragioni di politicamente corretto che di mancanza di evidenze scientifiche.
Forse ti Interessano:

Subscribe
Notificami
guest

29 Commenti
Più votati
Più recenti Più vecchi
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
gianni gentiloni
gianni gentiloni
6 anni fa

L'articolo è ben fatto, e i contenuti non sono banali. Dissento però dalla conclusione per cui "Alla fine della fiera ritengo che siano tutte seghe mentali."
Cito una parte di articolo di Franco Manni che ne spiega bene i motivi:

Coloro che – assurdamente – negano l'esistenza delle razze ( e dunque di queste differenti caratteristiche di raggruppamento ), certamente non riusciranno mai a convincere la gente comune ai cui occhi tali differenze sono evidenti e non scompariranno mai. Ma commettono il grave errore sia intellettuale sia morale di dare questo messaggio alla gente: per affermare che tutti gli uomini hanno eguale dignità e dunque devono avere eguali diritti, bisogna affermare che essi siano eguali nelle loro situazioni materiali e di fatto…

… ma questo è un grave errore, perchè la eguale dignità deve essere riconosciuta non se siamo eguali (tutti cristiani, tutti eterosessuali, tutti sani , tutti fascisti, tutti dello stesso gruppo biologico)!!!. essa uguale dignità deve essere riconosciuta proprio quando vediamo che materialmente , economicamente, linguisticamente per opinione politica, per fede religiosa, per caratteristiche somatiche, per orientamento sessuale NOI SIAMO DIVERSI. Uguale dignità morale e giuridica, nonostante le differenze materiali e sociali!!!

Altrimenti sparisce lo stesso concetto di tolleranza. Infatti è assurdo dire che si esercita la virtù della tolleranza verso chi è uguale a te per religione, classe sociale, nazionalità etc , essa la si esercita proprio0 verso chi è diverso da te!

Se proprio non si vuole urtare la malata ipersensibilità di queste persone snob che negano l'esistenza delle razze, si usi pure un altra parola (gruppi biologici, sottospecie, classi genetiche … che so!)… però è un errore intellettuale e morale negare la realtà.

Tiziano Alberti
Tiziano Alberti
2 anni fa

Concordo sul fatto che il negare l’esistenza di razze all’interno della specie umana sia più una questione politica che scientifica.

Anonimo
Anonimo
6 anni fa

Anche se non ho elementi per prendere una posizione in merito all'argomento, non posso non rilevare che dal punto di vista statistico, sul quale ho discrete conoscenze, ci sono diversi svarioni:
– in effetti analizzare dati senza tenere conto della loro possibile correlazione, trascurando quindi le interazioni fra di essi, è un errore statistico piuttosto grave e che Lewontin vi sia incappato lo classifica come un dilettante, ma è anche vero che la frase attribuita ad Edwards, se l'ha davvero scritta, non è da meno: che la probabilità di un errore tenda (il termine "rasenta" non è molto professionale…) a zero se "abbastanza loci vengono analizzati" è tautologica e in quanto tale è completamente priva di significato statistico ==> equivale a fare affermazioni del tipo "se uno è abbastanza ricco, può comprare praticamente tutto" (frasi del genere si classificano come "autosuggellanti", ossia non smentibili comunque stiano le cose)
– ho fatto "molta attenzione" alla tabella sull'eterozigosità e le garantisco che, diversamente da quanto lei scrive, dalla tabella non si evince alcun motivo statistico per potere parlare di razze umane, ma neanche per poterle negare: semplicemente non dice assolutamente nulla al riguardo ==> non c'è alcun presupposto né in un senso né in un altro.
– stesso discorso per gli Fst: se lei fa un grafico di correlazione fra i valori Fst ripotati e il numero di sottospecie riconosciute troverà che non c'è la minima correlazione fra queste due variabili. Può però darsi che il senso della tabella sia diverso da quello che gli ho dato, ma in tal caso le quattro righe sottostanti non lo chiariscono minimamente.
Da quanto sopra credo discenda chiaramente che se l'attendibilità delle conclusioni sull'esistenza o meno di razze umane è paragonabile a quella degli strumenti statistici riportati nell'articolo siamo ancora in alto mare…

TheCiociarian
TheCiociarian
1 anno fa

Red, ti segnalo questo qui che ha copiato e incollato il tuo articolo senza neanche citarti.

https://it.quora.com/Perch%C3%A9-parlare-di-razze-umane-era-ritenuto-normale-e-adesso-no

Frodo
Frodo
2 anni fa

Manca la razza dei marocchinoidi… quelli del magreb sono abbastanza diversi da tutti mi sembra. E anche gli indiani dell’India.

Dex
Dex
2 anni fa

Stavo riflettendo. Quale impatto hanno le percentuali etniche a seguito di mappatura DNA sulla determina del fenotipo o fenotipi dominanti?! Da serio esame DNA risulto italiano per il 60 per cento, sardo 8 , askenazita 9, danese/finnico 4, orcadiano 4.
Con spolverate di polacco caucasico e .bascoiberico. ???
Considerando che ho occhi a mandorla ma zero sangue orientale??? Mi divertirebbe scoprirlo

LiuLong
LiuLong
2 anni fa

Caro Red,
come mai i popoli delle Isole Andamane nell’arcipelago dell’India non hanno sviluppato gli stessi tratti che accomunano il subcontinente indiano?
Mi spiego meglio: siccome siamo tutti provenienti da una tribù etiope risalente a 150.000 anni fa, come anche spiegavi in un altro articolo, i popoli che hanno abitato l’India e hanno sviluppato caratteristiche che oggi chiamiamo australoidi (in maggioranza) sono tali perché il loro genotipo si è adattato all’ambiente del territorio indiano.
Ma come mai questo non è successo con i popoli andamanesi, che sono appunto rimasti di ceppo congoide? Non avrebbero dovuto anche loro ‘diventare’ australoidi come la maggior parte dei connazionali peninsulari?

Grazie per la spiegazione, mi piacerebbe approfondire sempre di più la questione dell’antropologia fenotipica e spero che tu possa pubblicare ulteriori disamine.

Ema
Ema
3 anni fa

Certo che le razze umane esistono. Se poi si vuole cercare qualche ulteriore terminologia lo si faccia pure, ma non si deve cancellare la ricchezza di distinzioni di una lingua perchè sono un patrimonio. Si parla tanto di biodiversità ma per la natura si può mentre per l’uomo cancellano padre e madre dalle carte d’identità sostituendoli con genitore1 e genitori2, si cancellano le razze la più grossa banalità che esiste, basta guardare. Queste istanze ormai tracimanti da ogni mass-media che sanno tanto di Nuovo Ordine Mondiale devono essere etichettate per quello che sono dei deliri voluti da gente perversa che ha il culto della sovversione di ogni buon senso e ragione (sono pochi e molto potenti) e a cui vanno dietro la gran massa dei pecoroni unicamente per convenienza sociale.

Stefano B
Stefano B
4 anni fa

Complimenti per l'articolo. Alcuni sostengono perfino che non vi siano differenze morfologiche tra gli umani e dunque neanche le razze. Eppure io sono interessato proprio agli adattamenti alle varie zone geografiche. Ricordo che un mio insegnante di anatomia accennò agli occhi degli eschimesi come protezione dalla luce riflessa sulla neve, la struttura cranica dei cinesi per un certo clima, etc. Vorrei approfondire la varietà e lo scopo di tali adattamenti. Mi puoi consigliare un libro?

Fabio
Fabio
5 anni fa

Ciao, complimenti per l’interessante articolo. Oltre alla lettura del tuo sito, hai da consigliarmi qualche buon libro che parli di razze o etnie o quello che siano, con menzione specifica delle differenze estetiche (cranio, complessione fisica, ecc)? Grazie

Carlo Organai
Carlo Organai
5 anni fa

Quando i politici, e i cosidetti intellettuali e sociologi vari, prevalentemente di sinistra tirano in ballo la razza fanno solo bassa propaganda elettorale. In realtà non sanno di cosa parlano. Grazie per il bellissimo articolo

Luca Borghi
Luca Borghi
6 anni fa

Finalmente uno che ha scritto un articolo sensato su questo tema, non se ne può più di vedere articoli costantemente politicizzati.

Anonimo
Anonimo
6 anni fa

L'articolo mi è piaciuto molto! Posso sapere chi è l'autore in modo da approfondire?

Anonimo
Anonimo
4 anni fa

I politici italiani hanno il 99,9% in comune con i maiali (l'1% di differenza è l'utilità, a favore del maiale).
E' un dato che non richiede alcuna prova scientifica (comunque disponibile, volendo) perchè ha dimostrazioni empiriche ed evidenti in pubblico più volte al dì.
Però definirli 'razza' mi pare brutto nei confronti degli animali. Direi piuttosto 'sottospecie'.

Bardhi
Bardhi
6 anni fa

la dichiarazione di Attilio Fontana sulla razza hanno scatenato un nr. di articoli e dichiarazioni di vari biologi e genetisti italiani, ovviamente tutti fanno dichiarazione che rasentano la dogma: "le razze umane non esistono", tutti insistono con il dato che tutti gli esseri umani condividono il 99,9% del DNA, non so se lo fanno per ignoranza o malafede. I scimpanzé e i bonobo vivono nello stesso territorio per un non esperto sono indistinguibili, condividono il 99,7% del loro DNA e sono considerati dirittura 2 specie differenti.

fdanz
fdanz
5 anni fa

accidenti la sardegna al centro dei caucasici …siamo l anello mancante tra un africano e un norvegese…