“Io, ecco, vedo l’amore come una specie di fuga per due persone che non sanno stare da sole, capisci? Oppure… insomma, è buffo, la gente parla sempre di come l’amore sia una cosa del tutto altruista e generosa, ma se ci pensi bene non c’è niente di più egoista.” (Jesse)
L’altra sera ho rivisto questo film,il primo di una serie di 3 girati ciascuno a distanza di circa 10 anni dall’altro, che racconta la conoscenza e lo sviluppo della relazione tra due ragazzi che si incontrano una mattina d’estate in un treno.
Lui è un americano che sta girando l’Europa in seguito ad una delusione d’amore, lei una francese di ritorno da Budapest, dove è andata a trovare la nonna.
Il film parte da uno spunto interessante che riguarda una tematica che ho già affrontato a grandi linee nella pagina, e cioè l’idealizzazione del passato.
Dopo un breve dialogo avvenuto per caso, i due protagonisti scoprono di avere un feeling reciproco, ma purtroppo presto arriva la fermata in cui è lui è costretto a scendere, nella città di Vienna.
Non rassegnandosi all’idea di non poter più vedere la ragazza le propone di scendere con lui e passare la giornata e la nottata insieme, fino al mattino seguente in cui lui prenderà l’aereo per il suo Paese e lei salirà su un treno per tornare in Francia.
La ragazza accetta e il resto del film si svolge in maniera molto semplice, con i due che chiacchierano e girano per la città. Il film è
stato girato a basso costo, ma grazie alla bellezza dell’ambientazione (i due esplorano alcune delle zone più belle e famose della città) e
alla particolarità dei dialoghi secondo me è molto piacevole e scorrevole da vedere ed offre numerosi spunti redpill.
Il protagonista maschile infatti appare come un individuo ponderato e razionale e nei dialoghi si contrappone all’ingenuità tipicamente
femminile della ragazza che vive di proiezioni romantiche e che si fa infinocchiare anche da una chiromante.
Le esperienze sentimentali dei due rispecchiano fedelmente le dinamiche di coppia che spesso affrontiamo qui, vi è un’interessante analisi sull’amore visto come forma di egoismo anziché di altruismo e una descrizione fedele di certi comportamenti femminili e di come essi spesso siano contrastanti ed incoerenti.
C’è anche una riflessione divertentissima sul femminismo, che stranamente nella versione italiana che ho visto non era
stata tradotta, non so se per sbaglio o perché la scena era stata censurata.
Il perno del film è comunque la finità del tempo, e come essa conferisca maggior valore ai momenti.
L’esperienza dei due ragazzi è infatti particolare proprio perché di breve durata ed essi hanno già stabilito che dopo quella notte non si
rivedranno mai più.
Tuttavia, poco prima di partire, contravvenendo a quanto deciso in precedenza, essi decidono, pur senza scambiarsi alcun
tipo di contatto, di darsi appuntamento di lì a sei mesi.
Il finale rimane sospeso, si rivedranno oppure no? lo si scoprirà dieci anni dopo nel sequel.
Il regista ha avuto l’idea di fare questo film a partire da un’esperienza realmente accadutagli durante un viaggio nel 1989, in cui
incontrò una ragazza in un negozio di giocattoli e passò con lei l’intera giornata.Di lei lui non seppe più nulla, fino a quando, nel
2010 non scoprì che la ragazza era morta in un incidente stradale nel 1994, poco prima dell’uscita del suo film.
"C'è anche una riflessione divertentissima sul femminismo, che stranamente nella versione italiana che ho visto non era stata tradotta, non so se per sbaglio o perché la scena era stata censurata."
…quale riflessione?